Ci sono posti un po’ sfortunati, che non godono di buona fama, o meglio, sono spesso oscurati da storie connotate in senso negativo. La crisi del tessile e l’”invasione” dei cinesi sono stati gli eventi che con maggiore frequenza hanno portato alla ribalta Prato, popolosa cittadina in Toscana seconda solo a Firenze per numero di abitanti.
Eppure … là dove c’era la più grande fabbrica ottocentesca (la cimatoria Campolmi) dentro le mura medievali di Prato, oggi c’è il più grande Museo del Tessuto d’Italia, cuore della memoria storica pratese.
Archeologia industriale ben valorizzata
Mai avrei immaginato di vedere a Prato uno dei migliori esempi di archeologia industriale. Ben valorizzato dall’architetto Marco Mattei nella sua mutazione da fabbrica tessile a fabbrica culturale. L’allestimento delle collezioni è suggestivo e interessante.
Si possono anche ammirare la gigantesca caldaia a vapore dell’Ottocento e la grande vasca per la raccolta delle acque, posta nel cortile interno del complesso museale con alle spalle la ciminiera che svetta altissima tra i tetti del centro storico. Il museo è diventato un vero motore di iniziative culturali e di ricerca nel settore tessile.
Musei di grande livello
Anche se l’ex fabbrica Campolmi varrebbe da sola una visita, c’è molto altro da vedere a Prato. A cominciare dalla piazza del Duomo, dominata dalla Cattedrale di Santo Stefano, gioiello romanico-gotico impreziosito dal pulpito esterno di Donatello e dagli affreschi di Filippo Lippi e Paolo Uccello.
E anche il Palazzo Pretorio, oggi un museo sorprendente e molto ben organizzato, che consente di apprezzare la maestria di artisti del calibro di Filippo Lippi e suo figlio Filippino, Giovanni da Milano e Bernardo Daddi.
Senza contare castelli e chiese
Da non trascurare il castello dell’Imperatore, splendido esempio di architettura sveva dei tempi di Federico II. E’ affiancato da un’altra sorpresa pratese: la basilica a croce greca di Santa Maria delle Carceri.
Progettata da Giuliano da Sangallo per volere di Lorenzo de’ Medici, è considerata un capolavoro del primo Rinascimento. Potremmo continuare a elencare altri bei monumenti che costellano strade e piazze del centro storico, ma lasciamo a voi il gusto dell’esplorazione.
Dulcis in fundo, è il caso di dire…
Non possiamo però non segnalarvi un’altra caratteristica di questa cittadina, che la rende particolarmente appetibile.
Per un’incredibile congiunzione astrale, qui c’è un concentrato di arte dolciaria. Dai Biscotti di Prato Mattei e il Forno Steno, nella vicina Vaiano, alle creazioni artistiche di due tra i migliori pasticceri d’Italia.
Si tratta di Paolo Sacchetti e Luca Mannori; andateli a trovare e rimarrete estasiati. Buona degustazione!
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