Sommario
L’apatia è una condizione psicologica caratterizzata da diminuzione o assenza di interesse per la vita, per il mondo circostante e per sé stessi. La diminuzione di tutti i comportamenti finalizzati al raggiungimento di uno scopo è dovuta a un deficit della motivazione. Può manifestarsi come sintomo secondario a un altro disturbo, sia esso psichiatrico come la schizofrenia e la depressione oppure neurologico come la demenza di Alzheimer, la corea di Huntington e il morbo di Parkinson.
Può manifestarsi anche come sindrome primaria non conseguente a disturbi psicopatologici ma a lesioni cerebrali (ictus, traumi). La sua manifestazione è legata a lesioni o a malfunzionamento della corteccia cerebrale prefrontale e delle strutture sottostanti.
Sicuramente nella sua comparsa intervengono diversi fattori biologici, psicologici, ambientali e culturali che si rafforzano vicendevolmente. Uscire dall’apatia è un percorso molto duro e lungo ma fattibile, che dipende moltissimo dalla causa scatenante l’apatia.
Significato dell’apatia
E’ un disturbo psicologico caratterizzato dalla mancanza o dalla diminuzione degli interessi e della motivazione nei confronti della vita, del mondo e di sé stessi.
L’apatia è un termine che deriva dal greco “apateia” o insensibilità. Apateia deriva dall’unione di due componenti linguistiche “patos” che in greco significa “passione” e dal prefisso a- (alfa privativo) che ha la funzione di negazione, privazione o mancanza quando precede un aggettivo o un sostantivo.
In questo caso, il termine apatia, indica l’assenza di passione.
E’ uno stato psicologico in cui “non si ha più interesse per nulla”, caratterizzato dalla diminuzione di tutti quei comportamenti finalizzati al raggiungimento di uno scopo.
In altre parole, i pazienti apatici presentano un calo o assenza di motivazione, interesse nei confronti del mondo e della vita. Questi pazienti non manifestano dolore, disagio, non si lamentano della loro condizione o del loro disagio.
Alcuni autori identificano l’apatia con l’abulia e usano i due termini in maniera interscambiabile. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, gli stati più gravi dell’apatia vengono etichettati con il termine abulia.
Ad un occhio non attento, potrebbe essere confusa con la depressione, dalla quale tuttavia si differenzia per molti punti e caratteristiche. L’apatia può avere diverse cause, come condizioni psicopatologiche, neurologiche, ambientali.
La terapia e il trattamento dipenderanno in gran parte dalla causa scatenante e potranno includere sia un percorso di psicoterapia che un trattamento farmacologico.
Sintomi dell’apatia
Si manifesta prevalentemente con l’assenza di motivazione nello svolgere qualsiasi azione. Comprende sintomi fisici, psicologici, cognitivi e comportamentali.
E’ una condizione per cui l’individuo che ne soffre manifesta mancanza di emozioni, di passione e di interesse o curiosità nei confronti di qualsiasi attività.
Questa mancanza di motivazione si concretizza in una sintomatologia varia che assomiglia al quadro depressivo ma dal quale si distingue per le caratteristiche umorali.
Di fondamentale importanza è la diagnosi differenziale con i disturbi depressivi e per far sì che si possa distinguerla come sintomo dall’apatia come patologia primaria.
E’ una condizione, infatti, che può manifestarsi come sintomo conseguente a psicopatologie (demenza di Alzheimer) o a lesioni cerebrali.
Inoltre, può manifestarsi in qualunque momento della vita, a qualunque età e indipendentemente dallo status socioeconomico, dalla mansione lavorativa o dal sesso di una persona.
Il suo decorso è legato al decorso della patologia che ha scatenato il sintomo. La terapia non sarà, dunque, diretta esclusivamente alla riduzione e al contenimento dell’apatia ma sarà a 360 gradi.
Sintomi principali
I pazienti apatici sono caratterizzati da una moltitudine di sintomi che possono ricalcare il quadro sintomatologico di altri disturbi.
Sintomi fisici: stanchezza e mancanza di energie, diminuzione o aumento dell’appetito.
Sintomi comportamentali: incapacità di portare a termine qualsiasi attività; tendenza all’isolamento; riduzione o assenza dell’espressività facciale, gestuale e vocale.
Sintomi cognitivi: difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione; difficoltà a portare a termine un compito, difficoltà nella presa di decisione nella progettazione e pianificazione delle azioni da svolgere per raggiungere un compito.
Sintomi psicologici
- Perdita di interesse per cose che precedentemente all’insorgenza dello stato apatico riscuotevano interesse e curiosità.
- Disinteresse nel creare nuove amicizie, relazioni e rapporti.
- Disinteresse nel provare nuove esperienze.
- Indifferenza.
- Noia e senso di vuoto e inutilità.
- Assenza di piacere in ogni attività.
- Diminuzione delle emozioni sia positive che negative.
- Riduzione o assenza di desiderio sessuale.
Abulia, un caso estremo di apatia
L’abulia rappresenta uno stato grave di apatia caratterizzato da completo disinteresse per il mondo circostante, per sé stessi e le proprie necessità.
I pazienti abulici, sebbene non abbiano paralisi, presentano incapacità o disinteresse nell’iniziare e nel sostenere una conversazione, movimenti semplici per autogestirsi (bere, mangiare, andare in bagno) o per interagire con l’ambiente (evitare una sedia lungo un percorso, prendere un bicchiere).
Manifestano scoordinazione nei movimenti, si presentano come trasandati e sciatti per la loro mancanza di interesse nel prendersi cura di sé.
Alle volte possono presentare disordini alimentari legati alla mancanza di interesse nel masticare o deglutire, scarso o assente interesse per qualsiasi cibo o leccornia.
Infine, i pazienti abulici presentano quasi assente o assente risposta emotiva, scarso eloquio, scarsa gestualità e mimica facciale.
Apatia e demenza
L’apatia difficilmente si manifesta come sindrome pura, molto più frequentemente risulta essere associata ad altri disturbi di natura psichiatrica e neurologica.
L’apatia è uno dei sintomi caratteristici in coloro che soffrono di demenza o patologie simili. La perdita della motivazione nei pazienti con Alzheimer si aggira, infatti, tra il 25 e il 50%.
Numerosi studi hanno dimostrato come le persone con un più alto livello di apatia abbiano avuto maggiore rischio di sviluppare in seguito una demenza.
Concentrarsi sull’individuazione di quei fattori che possono aiutare a predire l’insorgenza di una malattia neurodegenerativa come la demenza è di fondamentale importanza per sviluppare dei programmi di intervento e mantenimento più efficaci ed efficienti.
Ad oggi, l’apatia viene inquadrata come uno dei segnali precoci di rischio più importanti per l’insorgenza delle demenze negli anziani.
Non bisogna tuttavia fare di tutta un’erba un fascio. L’invecchiamento, infatti, di per sé potrebbe causare una diminuzione della risposta a stimolazioni interne ed esterne, emotive e affettive e la comparsa di stati depressivi lievi e moderati.
Una valutazione attenta, dunque, è fondamentale, ma ancora di più nei pazienti anziani.
Apatia e depressione
L’apatia in psichiatria viene identificata come un sintomo della depressione. Nella quotidianità essa spesso viene confusa con la depressione, dalla quale, tuttavia, deve essere distinta tramite l’utilizzo di strumenti appropriati e utilizzati da professionisti della salute specializzati.
Sebbene depressione e apatia condividano, come sintomo, la perdita di interesse, esse si differenziano per gli aspetti cognitivi ed emotivi.
Infatti, l’apatia è una condizione in cui la riduzione del comportamento finalizzato al raggiungimento di uno scopo (es. divertimento, piacere) è legata alla mancanza di motivazione.
Nella depressione i sintomi sono, invece, legati a un’alterazione umorale. I pazienti apatici presentano un tono emotivo piatto in cui né le emozioni negative né quelle positive intervengono o scalfiscono la persona.
Gli apatici sembrano essere passivi, indifferenti verso la loro condizione fisica di salute, poco preoccupati di ciò che accade loro o intorno a loro.
Tuttavia, è assente la tristezza e il senso di inutilità e vuoto che invece sono caratteristiche della depressione.
Nella depressione, infatti, il tono dell’umore è negativo, i pazienti si sentono tristi, disperati, oppressi, con frequenti ideazioni suicidarie. Come conseguenza di ciò, il depresso si lamenta e prova disagio per la sua condizione e il suo star male.
Egli vive ogni situazione emotivamente carica in maniera negativa. L’apatico al contrario non reagisce né fisicamente né emotivamente a situazioni per cui ci si aspetterebbe una reazione.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulla depressione.
Cause dell’apatia e soggetti a rischio
Le cause non sono ancora del tutto note ma si pensa siano riconducibili all’alterazione di circuiti prefrontali corticali e sottocorticali del nostro cervello. Sicuramente per la sua manifestazione concorrono molteplici fattori psicologici, neurologici, psichiatrici, ambientali e genetici.
L’apatia è un disturbo le cui cause non sono ancora del tutto note, tuttavia, si pensa esse siano riconducibili all’alterazione di alcuni circuiti cerebrali corticali e sottocorticali.
Generalmente l’eziologia di tale malfunzionamento è da ricercarsi nell’interazione di più fattori, genetici, ambientali e culturali che si rafforzano vicendevolmente.
Le cause possono essere distinte in due grandi categorie: psicologiche/ambientali e psichiatriche/neurologiche.
Cause ambientali e psicologiche
- Abuso di sostanze. L’apatia può essere conseguenza di uno stile di vita volto agli eccessi. In questo caso sarà legata all’uso e all’abuso di sostanze come cocaina, anfetamina, alcol o farmaci di diversa natura.
- Psicologiche. Altre volte l’apatia ha a che fare con la nostra vita e il nostro passato. In questo contesto si fa riferimento a:
- Famiglia di provenienza e modalità di educazione ricevuta, all’affetto e all’amore ricevuti.
- Possibili traumi subiti come abusi psicologici e fisici, bullismo, situazioni familiari particolarmente stressanti ed emotivamente stancanti.
- Scuola e modalità d’istruzione dei docenti.
- Successi e fallimenti a scuola, nelle relazioni, nel lavoro.
Lesioni cerebrali
L’apatia è una condizione che generalmente si presenta come sintomo di un disturbo neuropsicologico, come abbiamo visto, tuttavia, essa può manifestarsi come una patologia a sé stante.
In questo caso essa rappresenta una sindrome primaria ed è associata a lesioni della corteccia cerebrale prefrontale e delle strutture sottostanti.
Le lesioni possono essere conseguenza di un ictus, un incidente, un’emorragia cerebrale, meningite ecc. Tre sono i principali meccanismi sottostanti il comportamento finalizzato a uno scopo.
Un deficit a qualsiasi livello di questi processi può provocare apatia.
L’apatia sarà caratterizzata da una riduzione o assenza della capacità di progettare e portare a termine una qualsiasi azione o comportamento che abbia uno scopo. In base al processo danneggiato, avremo tre differenti tipologie di apatia: affettiva, cognitiva e di auto-attivazione.
Tipi di apatia
Apatia cognitiva
Nell’apatia cognitiva il processo danneggiato è legato alle funzioni esecutive (attenzione, controllo degli impulsi, pianificazione per il raggiungimento di uno scopo, controllo delle emozioni).
Tali funzioni esecutive sono quelle abilità fondamentali per progettare, mettere in atto i propri comportamenti finalizzati a uno scopo ma anche monitorarli, e adeguarli alle situazioni e all’ambiente.
Il paziente manifesterà difficoltà a formulare pensieri coerenti tra loro e ben organizzati per l’esecuzione di un comportamento volto a uno scopo.
Il paziente non sarà in grado o mostrerà difficoltà nella creazione di regole per l’auto regolazione del comportamento, difficoltà nel recupero di informazioni della propria vita e difficoltà nel ricordare lo scopo di un’azione che si sta svolgendo.
Nell’apatia cognitiva le lesioni riguardano le aree prefrontali dorsolaterali.
Apatia da deficit di auto-attivazione
Nell’apatia da deficit di auto-attivazione sembra esserci deficit di attivazione.
Noi ci muoviamo, interagiamo con l’ambiente e modifichiamo i nostri comportamenti in base a stimoli esterni al nostro organismo (se qualcuno ci chiama, se siamo in pericolo ecc.) o interni ad esso (motivazione, piacere, soddisfazione ecc.).
In questo tipo di apatia il paziente non è in grado di riconoscere il valore degli stimoli interni e di conseguenza non riesce a regolare o a iniziare un’azione se non sollecitato dall’esterno.
L’apatia da deficit di auto-attivazione comporta un’incapacità nel paziente nel selezionare, tra le tante informazioni disponibili e i pensieri, quelle necessarie per l’esecuzione di un compito in un dato momento.
Non riuscendo a selezionarle non le potrà amplificare e isolare in modo tale da escludere l’interferenza delle informazioni non pertinenti al compito. In questi casi si può verificare anche mutismo, inerzia completa, perdita delle risposte emotive.
La lesione o la disfunzione riguarda i gangli della base che sono strutture sottocorticali coinvolte in numerosissime attività. Tra queste troviamo il movimento volontario, il controllo e la regolazione delle attività delle aree motorie cerebrali.
Fattori di rischio e di protezione
Sicuramente a incidere negativamente sulla probabilità di incorrere nel disturbo apatico e secondario vi sono diversi fattori:
- Condizioni familiari disagiate, status socioeconomico basso, conflitti familiari, abuso fisico e psicologico, famiglie disorganizzate e non comunicative e abusanti.
- Insuccesso o fallimento scolastico o lavorativo, problemi interpersonali e relazionali.
- Familiarità o presenza di una patologia neurodegenerativa.
- Presenza di un disturbo depressivo o psicotico.
- Traumi cerebrali o ictus.
- Scarsa o inesistente rete familiare e social.
- Amicizie poco solide.
- Abuso e uso di sostanze.
Diagnosi dell’apatia
Può essere diagnosticata da un professionista della salute dopo un accurato esame obiettivo e la somministrazione di alcuni test neuropsicologici specifici.
Viene diagnosticata da un professionista della salute e comprende oltre alla diagnosi quantitativa una qualitativa. La valutazione è molto complessa sia perché molto spesso l’apatia si manifesta come conseguenza di un’altra patologia sia perché il quadro sintomatologico è parzialmente condiviso con altri disturbi come quello depressivo.
La diagnosi avviene a seguito di un colloquio clinico conoscitivo in cui il professionista acquisirà tutte le informazioni per redigere un’accurata anamnesi. Durante il primo colloquio e i successivi verrà effettuato un esame obiettivo e verranno somministrati dei test psicologici standardizzati volti a valutare l’eventuale presenza del disturbo e la sua gravità.
Il lavoro di valutazione sarebbe preferibile si svolgesse in equipe in cui è presente sia un medico che uno psicologo.
Potranno essere richieste analisi di laboratorio specifiche ed esami diagnostici come risonanza magnetica o TAC per poter accertare la causa del disturbo apatico.
Solo in questo modo il disturbo potrà essere trattato. Il trattamento e la terapia dell’apatia saranno diversificati in base al trattamento e alla terapia proposti per la causa scatenante.
Il trattamento della demenza sia farmacologico che psicologico che fisioterapico sarà differente se si parla di demenza, di Parkinson, di sclerosi o di trauma cranico. Il decorso sarà altamente variabile.
Criteri diagnostici
Sebbene i criteri per la sua identificazione e per il suo inquadramento siano stati proposti per il DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ad oggi non è ancora stata inserita come patologia a sé stante.
Alcuni autori hanno proposto dei criteri grazie ai quali sarebbe possibile identificare la sindrome apatica.
Di fondamentale importanza è la diagnosi differenziale con la depressione e la demenza.
- Il paziente deve presentare mancanza di iniziativa valutata rispetto a una condizione precedente al trauma. Questa condizione deve essere riportata al medico sia dal paziente sia da un osservatore esterno, familiare, amico ecc.
- Deve essere presente un calo della motivazione che sia persistente e presente per almeno 4 settimane. In particolare, dovrà verificarsi una compromissione in almeno due di queste tre dimensioni:
1) Comportamenti finalizzati a uno scopo.
2) Attività cognitive dirette a uno scopo (interesse nello svolgere un’azione per risolvere problemi personali o nel volere intraprendere nuove esperienze).
3) Riduzione delle concomitanti emotive dei comportamenti diretti a uno scopo (appiattimento emotivo e mancanza di risposta affettiva ed emotiva a situazioni negative o positive che in altre persone o precedentemente all’evento traumatico avrebbero provocato una reazione). - I sintomi devono provocare una compromissione in almeno due delle tre dimensioni per almeno 4 settimane.
- I sintomi devono determinare una compromissione del funzionamento sociale e occupazionale.
Cura e terapie per l’apatia
Il trattamento dipende in grande parte dalla sua eziologia. Sicuramente la psicoterapia, affiancata da una terapia farmacologica, è importantissima per limitare e contenere i sintomi.
Il trattamento dipende fortemente dalla causa che l’ha scatenata. Il trattamento è sia farmacologico che psicoterapico. Il trattamento deve intrecciarsi e fondersi con quello previsto per la patologia o condizione identificata come causa: disturbo psichiatrico/neurologico/psicologico, lesione cerebrale.
Sicuramente, la cura dovrà includere sedute di psicoterapia associate a sedute di riabilitazione psico-motoria e funzionale. Nonostante il percorso per poter uscire dal disturbo apatico sia molto faticoso e ricco di ostacoli, possiamo aiutarci e aiutare i nostri cari generalizzando il percorso di aiuto alla vita quotidiana.
Cosa fare per uscire dall’apatia
- Accetta la situazione. Il primo passo sicuramente è l’accettazione e la consapevolezza della presenza di un disturbo che necessita di un trattamento. Rivolgersi a un professionista della salute in grado di individuare la causa primaria del disturbo apatico è fondamentale.
- Cambia il tuo stile di vita un passo alla volta. Dal momento che l’apatia consiste in un disturbo della motivazione che conduce a inerzia cognitiva e motoria, un modo per poterla contrastare potrebbe essere quello di fissare dei piccoli obiettivi raggiungibili e semplici che andranno raggiunti uno alla volta con costanza.
- Ritrova l’interesse. L’apatia può essere migliorata anche attraverso l’inserimento, nella vita e nelle attività quotidiane, di nuove esperienze e di nuove routine. Fai sport, viaggia, inizia un hobby, pratica queste attività che se non hai voglia o interesse nel farle. Cerca di ritrovare, riprovare e praticare le attività che in passato ti procuravano piacere, soddisfazione e interesse.
- Ricorda eventi passati e le emozioni che hai provato.
- Rete sociale. La rete di supporto familiare, di colleghi e amici rappresenta un valido aiuto per affrontare il disagio. Quindi chiedi aiuto e supporto ai tuoi familiari, alle persone di cui ti fidi, chiedi di spronarti e aiutarti a raggiungere i tuoi piccoli obiettivi e superare le tue sfide.
- Rivolgiti agli esperti e intraprendi un percorso terapeutico, questo ti può aiutare a migliorare i livelli di apatia e la gravità del sintomo, incrementando la tua autostima, assertività e resilienza, motivazione e soddisfazione.
- Frequenta un gruppo di supporto.
Come prevenire l’apatia
E’ un disturbo molto spesso sottovalutato ma di fondamentale importanza nel prevedere l’insorgenza di alcune patologie. La sensibilizzazione e la divulgazione delle informazioni relative all’apatia sono cruciali per intervenire quanto più precocemente possibile.
L’apatia è un disturbo la cui prognosi e il cui decorso e gravità dipendono dall’andamento e dal decorso della patologia che ne è la causa. Nel caso della sindrome apatica primaria, derivante invece da una lesione cerebrale, il decorso dipende dall’estensione della lesione, dall’area cerebrale interessata e dalla tipologia di danno subito.
È un disturbo serio che si ripercuote sul paziente in primis, sulla sua salute, sul decorso della sua patologia primaria e su tutta la famiglia.
L’attività di divulgazione è un’attività fondamentale per sensibilizzare al problema e permettere un intervento precoce al fine di arginare le conseguenze del comportamento apatico sul paziente stesso e sulla famiglia.
Conoscere e favorire la condivisione di informazioni utili su questo argomento è importante anche per far sì che i pazienti non si sentano soli, incompresi e senza speranze.
Cosa fare per gestire o limitare l’apatia
L’apatia è uno dei sintomi più seri e invalidanti di molti disturbi.
Cosa fare per limitare gli effetti dell’apatia:
- Riconosci i sintomi (consapevolezza) e accetta la loro presenza, non minimizzare.
- Cerca di individuare le cause per poter agire su quelle.
- Rivolgiti a un professionista della salute, sia esso un medico o uno psicologo.
- Mantieni le relazioni sociali o sforzati di creane di nuove.
- Segui uno stile di vita e un’alimentazione sani.
- Imponiti nuove sfide, hobby e attività.
- Fai sport.
- Prefiggiti dei piccoli obiettivi e sforzati di raggiungerli giorno per giorno.
Apatia: segnali a cui fare attenzione
- Le cose, le attività e le persone che ti facevano stare bene o male, che ti procuravano piacere e interesse (in positivo o in negativo), adesso ti sono indifferenti.
- Guardi molta più tv rispetto al passato, passi più tempo a giocare con i videogiochi o sui social senza però che tali attività ti soddisfino veramente.
- Non hai interesse nel soddisfare bisogni come la fame, la sete; hai perso interesse verso il sesso, l’autorealizzazione o l’approvazione.
- Umore piatto, ma non depresso, insensibile a emozioni positive o negative.
- Disinteresse a condividere la giornata, le gioie e i dolori con qualcuno (amico/a, partner, famiglia).
Fonti
- Frisardi, V. Aspetti teoretici e funzionali della motivazione nel setting riabilitativo.
- Robert P, Onyike CU, Leentjens AFG, et al. Proposed diagnostic criteria for apathy in Alzheimer’s disease and other neuropsychiatric disorders. Eur Psychiatry. 2009. doi:10.1016/j.eurpsy.2008.09.001.