Sommario
Ero stata per anni una grande estimatrice dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava. La sua fama in Italia risale all’inizio del millennio, con il clamoroso successo mondiale dell’America’s Cup disputata a Valencia, città natale di Calatrava.
Per l’occasione, l’architetto firmò alcuni degli interventi più significativi sul tessuto urbano della città, letteralmente rinata grazie a quella manifestazione.
Un mito che crolla ma alla fine risorge
Lo stesso impatto positivo lo avevano avuto la Stazione Oriente realizzata pochi anni prima da Calatrava a Lisbona per l’Expo ‘98, e naturalmente decine di altri progetti in tutto il mondo. Eppure, due fallimenti italiani mi avevano un po’ disamorato.
Il ponte di Venezia, costellato da polemiche, disfunzioni e costi stellari. E la Vela nella periferia romana, rimasta incompiuta e inutilizzata per anni, fino ad essere usata come hub vaccinale per qualche mese nel corso della pandemia!
Un Bosco e una chiesa pieni di sorprese
Ecco perché entrare nella Chiesa di san Gennaro all’interno del Bosco di Capodimonte a Napoli, ha rappresentato per me non solo un piacere immenso, ma anche una rivalutazione dell’archistar.
Certo, Calatrava ha commesso in passato qualche errore di valutazione, ma in questo (tutto sommato piccolo) intervento dimostra ancora una volta la sua genialità.
Un capolavoro d’arte e di misticismo
La chiesa non è opera sua ma di Ferdinando Sanfelice e si trova da quasi tre secoli all’interno del Bosco, nato come riserva di caccia di re Carlo di Borbone. Oggi è parte integrante del Museo diretto con mano ferma e grande passione dal francese Sylvain Bellenger.
Era di fatto la parrocchia dei tanti che lavoravano nella Reggia.
Un grande lavoro di squadra
Un anno fa, come “appendice” della grande mostra napoletana delle opere di Calatrava, la chiesetta è stata riaperta. Dopo un geniale intervento di restyling dell’architetto, che le ha dato nuovi meravigliosi colori e decorazioni.
La cosa più interessante è che per farlo ha usato la creatività e la manualità di tanti artigiani campani. In primis quelli della Real Fabbrica di Capodimonte che da secoli producono porcellane nell’edificio proprio di fronte alla chiesa. Ma anche gli “eredi” delle, altrettanto storiche, seterie di San Leucio e i vetrai artistici di Vietri sul Mare.
Passato, presente e futuro nella stessa chiesa
Fiori, foglie, cieli stellati, angeli stilizzati: la cappella ha ripreso vita ed è diventata una delle chiese più belle, e direi mistiche, del mondo. Anche l’organo antico e le campane originali sono stati restaurati per l’occasione, sempre da artigiani campani.
Insomma, citando proprio Calatrava, “un’opera d’arte globale in cui diverse arti (porcellana, tessitura, smaltatura, pittura) convergono in un lavoro autonomo che parla dal passato al presente verso il futuro”.