Noi di Melarossa.it abbiamo chiesto al nostro nutrizionista Luca Piretta, il parere da esperto sul metodo del dietologo più amato dallo star system che promette meraviglie, ma che sembra avere più effetti collaterali di quanti se ne possano immaginare. A lui la parola.
Cosa pensa della metodo Dukan?
Del metodo Dukan penso quello che penso di altri metodi dimagranti, vale a dire che purtroppo si tende sempre a guardare il risultato di una dieta (cioè quanti chili si sono persi e in quanto tempo) dando meno importanza a come questo risultato si ottiene, e se un metodo piuttosto che un altro sia in grado di dare un risultato a lungo termine. Sono spesso gli stessi pazienti a suggerire al medico che si accinge a prescrivere una dieta di essere determinati ad ottenere i risultati in breve tempo a costo di qualunque sacrificio ma di non essere disposti a fare una dieta per sempre.
La dieta Dukan è una dieta decisamente sbilanciata, soprattutto nelle prime fasi di attacco e di crociera, a favore di un regime iperproteico penalizzando carboidrati grassi e vegetali. Se sulla riduzione dei grassi si potrebbe inizialmente anche essere d’accordo (anche se è necessario ricordare che i grassi, in particolare quelli dell’olio di oliva e gli omega 3 del pesce, sono salutari ed essenziali per la salute), si tende meno a comprendere come la riduzione di frutta e verdura così come dei carboidrati complessi possa portare giovamento alla salute quando tutta la documentazione scientifica internazionale va in direzione opposta.
L’aspetto positivo di questo metodo consiste nel fatto di essere a scadenza. Probabilmente questo fatto, che porta nella fase finale di stabilizzazione a seguire un regime libero con un giorno a settimana di dieta iperproteica come nella fase di attacco, è la causa del recupero del peso dopo qualche anno.
E’ vero che una dieta iperproteica favorisce il dimagrimento e il mantenimento del peso forma nel lungo periodo?
È vero che un regime iperproteico favorisce la perdita del peso. Questo succede perché le proteine utilizzate a fine energetico e non plastico sono più dispendiose per l’organismo con maggiore produzione di calore. In particolare un aumentato apporto di proteine determina fino a un certo punto un’aumentata sintesi di altre proteine e di massa muscolare e questo fatto aumento il livello della massa metabolica dell’organismo con il conseguente consumo di calorie. Infine l’eccesso di proteine nella dieta esercita un maggiore effetto sul senso di sazietà rispetto ai carboidrati. Questo effetto è particolarmente presente se si consumano proteine animali e in particolare quelle del siero di latte.
Il ricambio maggiore di proteine richiede però la necessita di smaltire grandi quantità di azoto da parte dell’organismo con un rischio di tossicità. Non è vero che una dieta proteica di per sè garantisca risultati a lungo termine. Questi si ottengono se il regime iperproteico è duraturo nel tempo, ma se questo accade il rischio di danno renale aumenta nel tempo.
Quali sono i rischi di una dieta sbilanciata e povera di vitamine e sali minerali?
La mancanza di vitamine e polifenoli e altre molecole bioattive contenute nei vegetali sembra essere una causa importante di accelerazione dei meccanismi che portano alla comparsa di malattie metaboliche, cardiovascolari e tumorali, vale a dire tutte le principali malattie del mondo occidentale
Che effetto può avere la reintroduzione di amidi e carboidrati nella dieta dopo un lungo periodo di assenza dal proprio regime alimentare?
Sull’ipotetico effetto nocivo dell’introduzione di carboidrati dopo un lungo periodo di assenza non ci sono dati in letteratura.
Ci si può fidare di un metodo che non considera le specifiche individuali e si ripropone in modo standardizzato per tutti?
Quasi mai un metodo efficace può permettersi di essere standardizzato e di non tener conto delle singole patologie o delle individualità personali.
Come deve essere strutturata una dieta per risultare efficace e non dannosa per la salute?
Deve puntare all’educazione dell’individuo, deve essere strutturata per essere seguita in modo definitivo, deve essere bilanciata (anche dopo un periodo breve di sbilanciamento parziale) deve tener conto del gusto e delle necessità psicologiche del singolo individuo.
E’ d’accordo con la polemica nata intorno alla proposta di Dukan di introdurre nelle scuole un indice “anti-obesità”, premiando i ragazzi capaci di dimagrire o mantenere il proprio peso forma?
Direi che la scuola svolge come la famiglia un ruolo educativo e come tale deve anche insegnare educazione alimentare, ma un metodo coercitivo sulla riduzione del peso misurato con voti collegati all’indice di massa corporea mi pare che vada in direzione diametralmente opposta all’ottenimento del risultato sperato. Le misure di proibizionismo si sono sempre rivelate controproducenti , e la valutazione con voto porterebbe un giovane fragile o immaturo (come spesso capita tra gli adolescenti) ad ottenere un calo del peso in qualunque modo senza tenere conto della salute.
Il calo del peso deve essere un obiettivo importante per gli individui in sovrappeso ed obesi, ma altrettanto importante è il metodo con il quale ci si arriva. Insomma, il fine non deve giustificare i mezzi.
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