Sommario
La contrattura muscolare comporta un aumento del tono muscolare, poiché il muscolo è sottoposto a un carico eccessivo di lavoro.
In questi casi, quindi, si può verificare una contrazione involontaria della struttura muscolare che provoca irrigidimento del muscolo, sia a riposo, sia nel movimento, spesso associata a dolore. In realtà si tratta di un meccanismo di difesa del muscolo, sollecitato oltre il suo limite di sopportazione fisiologico, che lo porta a contrarsi.
Talvolta la contrattura può essere percepita anche al tatto, palpando la zona interessata potrebbe essere avvertita una sensazione di “gonfiore” e rigidità dei tessuti.
La risoluzione della contrattura di solito avviene nell’arco di 3-7 giorni adottando come primo rimedio il riposo, associato nei casi più gravi a terapia manuale o farmacologica.
Si tratta di un problema piuttosto tipico della popolazione sportiva, ma non solo.
Cos’è una contrattura muscolare e come si forma
La contrattura muscolare è definita in medicina come una lesione dei muscoli, la cui causa risiede in un aumento involontario e continuativo del tono muscolare. Nonostante si consideri una lesione, non comporta tuttavia un danno alle fibre muscolari.
Di solito la contrattura colpisce soprattutto:
- Muscoli esterni dell’anca.
- Bicipite.
- Quadricipite femorale.
- Trapezio.
- Muscoli lombari e della schiena.
La volontà di compiere un gesto è lo stimolo di partenza del complesso meccanismo del movimento.
E’ una lunga catena di informazioni che passano dalle aree motorie del cervello e terminano sul muscolo che, come risposta, si contrarrà per permetterci di compiere un movimento. Finito il movimento le fibre andranno incontro a rilassamento.
Invece, la contrattura muscolare avviene in maniera involontaria, quindi non in seguito a uno stimolo specifico, e dura per molto tempo.
La zona interessata dal problema sarà irrigidita e meno mobile, dolente e i movimenti saranno limitati.
Questa condizione costituisce una sorta di meccanismo di difesa che il corpo mette in atto quando lo sforzo richiesto è eccessivo per le sue possibilità e porterebbe al rischio di un danno ben più grave se venisse proseguito.
Muscoli più colpiti
I muscoli coinvolti in questo tipo di problema sono quelli dell’apparato scheletrico, deputati al movimento del corpo.
Tuttavia, i distretti della colonna vertebrale, schiena e collo, e degli arti inferiori, ma anche coscia e polpaccio, insieme alla muscolatura della spalla, tendono ad essere le regioni più colpite.
Una delle forme di contrattura più diffusa e sperimentata da tutti è quella del torcicollo. In questo caso la muscolatura della colonna cervicale risulta irrigidita e dolente, spesso a causa di problemi di tipo articolare o a posture scorrette mantenute per lungo tempo.
I sintomi della contrattura possono farla confondere con lesioni come i crampi o gli stiramenti, anche se questi ultimi sono associati a un vero danneggiamento delle fibre muscolari.
Tra i disturbi citati la contrattura rappresenta quello di più lieve entità e a differenza degli altri non ha un’insorgenza acuta.
Contrattura muscolare, stiramenti, lesioni muscolari e crampi: come distinguerli
Lesioni muscolari
Le lesioni muscolari, come lo strappo o lo stiramento, possono determinare una sintomatologia simile, sebbene la loro insorgenza sia di solito di tipo acuto e obblighi quasi sempre a un’interruzione dell’attività a causa dell’intensità del dolore e dell’impotenza funzionale della parte.
Stiramento muscolare
Invece, lo stiramento è una condizione che può essere inserita, come gravità, a metà tra la contrattura e lo strappo muscolare.
Infatti, in seguito a un’eccessiva stimolazione in allungamento delle fibre muscolari si instaura una condizione di spasmo muscolare che, anche in questo caso, ha lo scopo di proteggere da danni più gravi la parte.
Il dolore è di tipo acuto, ma spesso non così intenso da richiedere una interruzione dell’attività.
Strappo muscolare e crampi
Nel caso dello strappo muscolare invece ci si trova di fronte a una lesione che crea un danneggiamento più o meno grave delle fibre muscolari (entità dello strappo si classifica da lieve a grave). Il dolore in questo caso è di tipo acuto e quasi sempre impedisce il proseguimento del movimento.
Un altro problema muscolare, che può essere confuso con quello della contrattura, sono i crampi muscolari. Normalmente questi si verificano in seguito a attività particolarmente intense, il dolore compare rapidamente impedendo di proseguire il movimento.
Tuttavia, rispetto alla contrattura, il crampo ha un tempo di risoluzione rapido.
Infatti, allungando il muscolo, applicando eventualmente un massaggio locale e reidratando il corpo con acqua ed eventualmente sali minerali, il problema va risolvendosi in tempi brevi, permettendo di riprendere l’attività motoria.
Sintomi della contrattura muscolare
Le contratture muscolari possono coinvolgere le persone di ogni età che si impegnano in attività fisiche, sportive e non, che creano una sollecitazione del corpo eccessiva rispetto alle capacità del loro corpo in quel momento.
La contrattura muscolare è un meccanismo di difesa che il corpo mette in atto quando le condizioni fisiche non ci permettono di compiere lo sforzo fisico in cui ci vorremmo impegnare, per non rischiare di creare un danno al muscolo stesso.
Per questo motivo, avviene una contrazione involontaria che, provocando una condizione di alterazione del tono muscolare diffusa, riduce la mobilità della zona.
Il muscolo è dolente, affaticato, e la sua capacità di movimento sarà ridotta.
Quindi, il sintomo principale è il dolore, che può coinvolgere il muscolo intero o solo una parte.
Dolore
I sintomi delle contratture includono rigidità e tensione muscolare, con difficoltà nell’allungamento, che provocano dolore, ridotta libertà di movimento e di mobilità articolare.
Il dolore della contrattura non è di tipo acuto, ma tende a instaurarsi lentamente, a volte durante la stessa attività fisica, ma spesso non è così intenso da obbligarne l’interruzione.
Non è raro che si presenti al termine dell’attività sportiva o addirittura il giorno dopo. Spesso non è localizzato in un punto preciso e può essere evocato con alcuni movimenti.
Oltre a essere dolente, il muscolo è anche rigido e meno elastico rispetto alla sua norma, questo a causa del fatto che le fibre muscolari si trovano in una condizione definita di “accorciamento”.
Infatti, per compiere un movimento le fibre del muscolo si devono accorciare, ma poi fisiologicamente tornano in una condizione di rilassamento durante la quale si preparano per una nuova fase di accorciamento.
Invece, nella contrattura la fase di rilassamento non avviene in maniera completa per cui le fibre che verranno stimolate per compiere nuovamente un accorciamento non saranno in grado di rispondere in maniera efficace. Il risultato sarà un movimento ridotto, sia in ampiezza che in elasticità e quello che viene definito un aumento del tono muscolare.
Quindi, palpando la zona coinvolta la troveremo più rigida e darà una sensazione di gonfiore rispetto alla stessa parte non contratta. La valutazione deve sempre essere fatta rispetto al lato non coinvolto nel problema, per esempio, trapezio destro dolente e contratto, rispetto al trapezio sinistro non doloroso.
La stessa palpazione può evocare una sensazione di indolenzimento diffuso o essere acuta in alcuni punti definiti trigger points.
Contrattura muscolare: cause e soggetti a rischio
Il rischio di contrattura muscolare può essere causato da tutte quelle attività che creano sollecitazioni intense dell’apparato muscolo scheletrico. Per questo motivo tutta la popolazione attiva è a rischio di sperimentare almeno una volta nella vita il problema delle contratture muscolari.
Ovviamente, è più predisposto chi ha disturbi di tipo muscolare, articolare o posturale poichè creano già una condizione di sovraccarico.
Cause sportive
La popolazione sportiva è chiaramente quella più soggetta a questo problema. Tuttavia, anche tutte quelle attività lavorative o di vita quotidiana che possono creare stress muscolare possono associarsi alle contratture.
Infatti, se in quel preciso momento lo sforzo richiesto per un’attività è troppo intenso rispetto alle possibilità fisiche, può partire il meccanismo della contrattura muscolare.
Quindi, tutte le sollecitazioni muscolari fatte senza una adeguata preparazione fisica possono causare contratture, così come movimenti improvvisi e violenti o anche movimenti ripetitivi, magari legati a un lavoro, o anche durante attività come, per esempio, il fai da te o il giardinaggio, che spesso richiedono sforzi intensi a cui non si è abituati.
Infatti, il rischio di contratture dipende da:
- Condizioni fisiche generali.
- Stato di allenamento.
- Alterazioni posturali preesistenti.
- Condizioni ambientali di quel preciso momento.
Ad esempio, uno sforzo intenso a basse temperature è più a rischio di provocare delle contratture muscolari. Per cui si potrebbe concludere che sebbene esistano una serie di fattori predisponenti, la soglia di sovraccarico, oltre cui si può verificare una contrattura, è molto soggettiva.
Nel caso di sportivi, le contratture muscolari possono verificarsi anche a causa di scarsa idratazione o nutrimento.
Infatti, se non riceve la giusta quantità di sangue e quindi di ossigeno e nutrienti, il muscolo è più predisposto a lesioni.
Inoltre, non andrebbe trascurata la fase di riscaldamento, che ha anche la funzione di incrementare l’apporto di sangue al muscolo e creare la condizione migliore possibile per uno sforzo più intenso.
Cause non sportive
Tutti i problemi di tipo posturale, dovuti ad alterazioni articolari o muscolari, costituiscono in generale un fattore di predisposizione a questo tipo di problema.
Questo perché le strutture muscolo scheletriche si trovano già in una condizione di sovraccarico. Quindi, bastano sollecitazioni anche non così importanti per alterarne l’equilibrio e favorire l’instaurarsi di disturbi.
Anche in caso di obesità, l’eccesso di peso sottopone la muscolatura, soprattutto della schiena, a un super lavoro per muovere il corpo o mantenere una corretta postura, favorendo l’insorgenza di contratture e quindi di dolore muscolare.
Avere una muscolatura sviluppata protegge la capacità di carico e la forza della colonna vertebrale.
Invece, in gravidanza è l’aumento di peso da tenere sotto controllo. Infatti, durante la gestazione, la donna solitamente prende tra i 10 e i 15 chili. La colonna vertebrale, quindi, è costretta a sostenere un peso maggiore che comporta anche un cambiamento nella postura.
Poiché si usano di più alcuni gruppi muscolari rispetto ad altri, il rischio di contrattura, soprattutto a livello della schiena, aumenta.
La contrattura, correlata a una postura non corretta, rappresenta anche uno dei rischi per le categorie di persone che svolgono lavori pesanti (come i facchini, ad esempio) o troppo sedentari (come chi lavora molto al computer o i trasportatori) o che comportano movimenti ripetitivi.
Invece, nei bambini o nei ragazzi in età puberale, le contratture muscolari possono essere associate alla rapida crescita, in questi casi la risoluzione è spontanea e segue i cambiamenti del corpo.
Contrattura muscolare: diagnosi ed esami strumentali
La prima figura a cui rivolgersi in caso di insorgenza di un disturbo muscolare che potrebbe essere ricondotto alla contrattura, è il proprio medico curante.
La prima fase è quella di anamnesi, in cui il medico raccoglie le informazioni rispetto a come si è instaurato il sintomo e alle sue caratteristiche. Quindi attraverso l’esame obiettivo verrà valutato lo stato tensivo della zona e la presenza o meno di ematomi.
Il sintomo che viene principalmente valutato è il dolore e le sue caratteristiche, che si differenziano in base al livello di lesione e possono aiutare l’inquadramento della situazione.
In particolare, vengono valutati:
- Tipo di insorgenza del dolore.
- Intensità.
- In quale modo è insorto.
- Da quanto tempo dura.
La diagnosi differenziale è di fondamentale importanza e serve per capire se si tratta di una lesione lieve, come una contrattura, o di lesioni più importanti, come per esempio uno strappo a cui si associa anche la condizione di contrattura come meccanismo di difesa del corpo.
Infatti, l’inquadramento corretto e l’impostazione del trattamento terapeutico sono fondamentali per un buon esito di risoluzione del problema.
Nel caso in cui le informazioni raccolte non siano sufficienti a definire la lesione, il medico potrebbe decidere di indicare degli esami diagnostici.
Esami diagnostici
L’esame più utilizzato in questi casi è l’ecografia muscolare che serve per escludere la presenza di rotture a livello delle fibre muscolari.
Solo in rari casi l’ecografia non è sufficiente. Per cui potrebbe essere più opportuno eseguire una risonanza magnetica. Normalmente questa indicazione viene data dal medico specialista, ortopedico o fisiatra.
La contrattura può essere lieve o più grave, ma il diverso inquadramento va di nuovo messo in relazione alla causa scatenante, allo stato di salute di chi ne soffre e al tipo di dolore.
Normalmente quello della contrattura è un dolore che diminuisce con il riposo ed evitando movimenti aggravanti. Quindi, si risolve in un tempo che va da pochi giorni a massimo una settimana.
Ma in caso di dolori più persistenti e che non migliorano con il riposo, questi andranno ulteriormente approfonditi con il proprio medico.
Rimedi e cure della contrattura muscolare
L’approccio alle contratture deve avvenire nel rispetto della sintomatologia dolorosa e di riduzione della mobilità. Quindi, contratture di tipo più lieve consentono una ripresa precoce rispetto a contratture più gravi.
Tuttavia, il decorso è il medesimo, e prevede:
- Un periodo di stop dall’attività. Ricordarsi che è un segnale del nostro corpo che ci sta chiedendo di fermarci prima di farci male più seriamente. Nel caso di lesioni brevi basteranno pochi giorni, per arrivare fino a 7-10 giorni nei casi più gravi.
- Terapia manuale/fisica per lo “scioglimento” della contrattura stessa.
- Ripresa dell’attività aerobica per migliorare l’apporto di sangue alla zona.
- Stretching.
- Rinforzo muscolare.
- Ginnastica propriocettiva.
Terapia farmacologica
In questo iter può tornare utile l’utilizzo di terapie farmacologiche in caso di dolori infiammatori molto intensi. Di solito però, svanito l’effetto del farmaco il dolore ritorna perché non si è agito sulla causa, ma solo sulla sintomatologia.
La terapia farmacologica va assunta sotto stretta sorveglianza medica.
Normalmente in questi casi vengono utilizzati farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che possono essere prescritti nelle formulazioni in pomate o cerotti oppure per somministrazione orale. Sarà il medico, in base alla sintomatologia, a scegliere la formulazione più idonea.
Inoltre, in associazione a questi farmaci possono essere utilizzati dei miorilassanti ad azione centrale. Hanno lo scopo di indurre il rilassamento muscolare e migliorare la sintomatologia dolorosa e la mobilità.
Rimedi naturali, impacchi freddo/caldo
Insieme all’interruzione dell’attività, nella prima fase di approccio a una contrattura muscolare può essere utile applicare la terapia del freddo locale, per ridurre la contrazione stessa.
Gli impacchi dovrebbero essere applicati per almeno 20 minuti ogni 2/4 ore per i primi giorni.
Invece, in un secondo momento, il consiglio è di scaldare la zona per migliorare l’apporto ematico. In questo modo si riducono i sintomi e si velocizza il tempo di recupero perché viene favorito lo smaltimento delle sostanze infiammatorie che si depositano nella zona a causa della contrattura.
Inoltre, l’arnica è un ottimo rimedio naturale alle contratture in quanto ha potere antinfiammatorio. Può essere utilizzata in formulazioni come pomate o oli per massaggiare localmente la parte interessata.
Contrattura muscolare: terapie manuali per dare sollievo
Massaggi decontratturanti
Sono l’approccio manuale più classico e diffuso per rilassare le zone contratte.
Hanno l’obiettivo di favorire la circolazione e in questo modo velocizzare il tempo di recupero e lo “scioglimento” delle strutture muscolari interessate. É sempre bene rivolgersi a personale esperto per questo tipo di trattamento in quanto, comunque, ci si trova in presenza di una lesione muscolare, che seppur lieve richiede un approccio specializzato.
Tecniche di rilascio miofasciale
La fascia è una struttura che avvolge il muscolo e che viene coinvolta nel meccanismo della contrattura. Può essere approcciata da un punto di vista manuale con tecniche specifiche.
Per esempio, la terapia miofasciale crioanalgesica, o ”stretch and spray”, si basa sull’idea di portare la struttura muscolare in massimo allungamento passivo e quindi applicare uno spray freddo con lo scopo di ridurre il dolore locale.
Anche in questo caso, l’applicazione è riservata a professionisti adeguatamente formati.
La compressione ischemica
E’ tra gli approcci manuali utili per il trattamento di zone definite trigger point, che sono punti molto dolenti e tesi, grossi circa come una nocciolina, che si possono formare in presenza di una contrattura.
Quindi, fare una compressione da lieve a crescente su questi punti crea una ischemia momentanea, una mancanza di flusso sanguigno, che viene mantenuta per un tempo sufficiente a creare una riduzione del dolore intorno all’80%.
A questo punto viene rilasciata la pressione, il flusso si ripristina e il dolore locale dovrebbe migliorare. Ma può essere necessario applicare più volte la compressione a una zona perché risulti efficace.
Contrattura muscolare: terapie fisiche
Ci sono molti strumenti di cui ci si può avvalere per la risoluzione delle contratture.
Tra questi, quelli che vengono maggiormente applicati sono:
Tecarterapia
La produzione di calore endogeno generata da questo strumento ha l’effetto di migliorare il microcircolo e la vascolarizzazione della zona favorendo il ripristino delle cellule coinvolte nel problema e l’eliminazione dell’infiammazione.
Con la tecarterapia, si riducono i tempi di recupero e il dolore. Attenzione, che per essere efficace essa non sempre va applicata localmente al dolore ma andando a ricercare l’origine del problema.
Laserterapia e ultrasuoni
Hanno funzioni sensibilmente diverse ma, nel caso della contrattura, il loro impiego viene utilizzato per somministrare calore alla zona, generando gli stessi effetti positivi visti per la tecar.
Tens
La tens (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation)) agisce direttamente sul dolore stimolando il rilascio di endorfine e riducendo i segnali nervosi legati alla trasmissione delle informazioni sul dolore; nel caso di contratture molto gravi può essere impiegata per la riduzione della sintomatologia.
Magnetoterapia
La magnetoterapia è utilizzata con lo scopo di ridurre l’infiammazione e quindi accorciare i tempi di recupero, deve essere applicata localmente con esposizioni di lunga durata.
Anche se al momento non ci sono studi che ne provino l’efficacia, tuttavia, nella pratica è uno strumento utilizzato con beneficio.
Kinesio taping
Tra le altre cose che possono essere utilizzate per il trattamento delle contratture c’è il kinesio taping.
E’ una banda adesiva ed elastica che non rilascia alcun principio farmacologico ma che applicata alla cute sfrutta l’elasticità della banda stessa per migliorare il drenaggio della zona, con il risultato di ridurre l’edema locale e migliorare la capacità di smaltimento delle sostanze infiammatorie.
Foam roller
Tra gli strumenti efficaci per dare sollievo al dolore, va menzionato anche il foam roller che consente di fare un automassaggio profondo.
Non ha sicuramente la profondità e la rilevanza di un massaggio applicato da terzi, ma permette una mobilizzazione del tessuto connettivo e muscolare, offrendo sollievo e riducendo i tempi di recupero.
Quindi, può essere di comodo utilizzo per il trattamento degli arti inferiori e della colonna vertebrale lombare e dorsale. Questo strumento è utile anche da utilizzare nel recupero post allenamento e per prevenire il rischio di recidive.
Quando rivolgersi al fisioterapista
Rivolgersi a un professionista per la risoluzione del problema è utile non solo per l’applicazione delle varie metodiche prima elencate, ma anche per capire se la causa che ha portato alla contrattura sia da identificarsi solo in uno sforzo eccessivo o se è possibile individuare alterazioni posturali o articolari che possono aver fornito un fattore predisponente.
In questo caso, prima della ripresa dell’attività, andrebbe risolta la causa scatenante il problema, per evitare recidive.
Quando la contrattura sarà in fase di risoluzione e quindi il dolore sarà meno acuto e la mobilità della parte risulterà meno compromessa, potrà essere ripresa l’attività.
Contrattura muscolare: quando riprendere l’attività
Inizialmente sarebbe opportuno reintrodurre dell’attività aerobica non specifica per il miglioramento della circolazione locale.
Questa fase può essere seguita da sessioni di stretching e rinforzo muscolare specifico, con una parte dedicata anche alla propriocezione, per ripristinare il corretto passaggio di informazioni tra la zona offesa e il cervello che deve continuamente avere informazioni circa tutte le sue strutture.
Tuttavia, lo stretching può spesso diventare controproducente se non eseguito nel modo e nel tempo corretto.
Quindi, il consiglio è di rivolgersi a professionisti del settore per scegliere gli esercizi migliori in base alla problematica e le tempistiche con cui proporli.
Ad esempio, una contrattura della zona lombare può facilmente essere messa in relazione con uno sforzo fatto per il sollevamento di un oggetto pesante. Mentre, quella della muscolatura del collo può essere ricondotta ad una postura scorretta mantenuta per molte ore durante il lavoro al PC.
Di fondamentale importanza è cercare la causa scatenante del problema e agire per modificarla o eliminarla se possibile.
Come prevenire una contrattura muscolare
Ci sono una serie di accorgimenti che possono essere utilizzati per prevenirle.
- Evitare sforzi eccessivi rispetto alla propria preparazione fisica, sia che si tratti di attività sportive o di vita quotidiana.
- Dedicare del tempo al riscaldamento muscolare prima di uno sforzo, preparando tutto il corpo e non solo i muscoli che saranno direttamente coinvolti.
- Ricordare che le basse temperature favoriscono gli infortuni, per cui dedicare più tempo al riscaldamento e se possibile fare uso di vestiario tecnico in grado di mantenere la temperatura.
- Rispettare i tempi di recupero, perché durante questa fase il muscolo è più predisposto al danneggiamento.
- Eseguire routine di stretching a caldo e mai prima di iniziare l’attività. Preferire sessioni di stretching attivo ed evitare i “rimbalzi” durante gli allungamenti.
- Idratarsi e alimentarsi in maniera bilanciata, infatti, una condizione di scarso nutrimento del muscolo o di disidratazione predispongono all’infortunio. Mantenere un corretto rapporto tra grassi omega 3 e omega 6, a favore dei primi che hanno un maggior potere antinfiammatorio e ridurre l’uso di sostanze alcoliche che hanno azione diuretica.
- Nel caso di presenza di disturbi posturali, affidarsi a professionisti che possano risolvere il problema per creare la miglior condizione possibile in cui muoverci.
Contrattura muscolare e alimentazione
Tra le cause di contrattura muscolare ci sono anche la disidratazione e gli squilibri elettrolitici, soprattutto deficit di sodio, potassio, magnesio e calcio. Possono esserci anche disturbi circolatori o malattie metaboliche che non consentono al muscolo di rifornirsi di energia (glucosio) e ossigeno, fondamentali per la sua attività.
È dunque molto importante seguire una corretta alimentazione ed evitare diete poco equilibrate.
La dieta mediterranea fornisce tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno per mantenere in salute il nostro apparato muscolare.
In particolare, occorre scongiurare una carenza di sali minerali. Le persone più soggette a tale deficit sono in particolar modo gli anziani, chi segue un regime alimentare non bilanciato, gli sportivi e chi assume alcuni tipi di farmaci che possono interferire sull’assorbimento di queste sostanze.
La prima regola è quindi una corretta idratazione, assumere vitamine come la C, ad esempio, che favorisce la salute del collagene, senza dimenticare i sali minerali.
Alimenti ricchi di magnesio sono: la crusca, i cibi integrali, la frutta a guscio, la verdura a foglia verde (spinaci e bieta), fagioli, cioccolata e bresaola.
Quelli più ricchi di calcio invece sono: il latte e i suoi prodotti come il Parmigiano, ma anche rughetta, mandorle, soia secca e acciughe.
I cibi che contengono potassio invece sono: banane, spinaci, kiwi, patate, fagioli, fichi secchi e datteri.
Ci sono anche alimenti che sarebbe meglio evitare o consumare con moderazione, come gli insaccati, gli alcolici e troppa carne rossa, che hanno un effetto infiammatorio.
Fonti
- La riabilitazione in ortopedia- Libreriauniversitaria.it.
- Anatomia funzionale di A.I. Kapandji.
- Muscular tension significantly affects stability in standing posture– Pubmed.