Sommario
La colposcopia è un esame clinico che consente un’indagine accurata della cervice uterina o collo dell’utero, vagina e vulva. Si tratta di un’indagine diagnostica che si serve di un particolare apparecchio: il colposcopio.
È un esame generalmente indolore, non è invasivo, non serve l’anestesia e dura non più di una visita ginecologica, circa 10-20 minuti.
Consente di individuare eventuali anomalie della vulva, della vagina, e del collo dell’utero, segni di infezione (come quella da HPV o Papilloma virus ad esempio) o la presenza di neoplasie benigne o maligne.
Rispetto al pap test, non è un esame di primo livello ma è prescritto dal ginecologo per approfondimento diagnostico. L’obiettivo di questo esame è porre una diagnosi precisa delle patologie del tratto genitale inferiore femminile, anche per un’adeguata scelta terapeutica.
È un test che si può eseguire con il sistema sanitario nazionale, con la ricetta del medico di base, o privatamente. In questo caso il costo si aggira sui 150 euro.
L’esame, inoltre, si può tranquillamente fare anche in gravidanza.
Che cos’è la colposcopia
La parola colposcopia deriva dal greco scopeo, che vuol dire “osservare” e kolpos che significa vagina. La sua definizione letterale è quindi “osservazione della vagina”.
E’ un esame che non comporta rischi per la donna. Si esegue per verificare la presenza di eventuali malattie o segni di infezione nella cervice, vagina e vulva.
È, infatti, un esame di II livello prescritto dal ginecologo in seguito ad anomalie cellulari evidenziate dal pap test. Serve anche a indagare la presenza di eventuali patologie della vagina e dalla vulva.
Consente l’osservazione diretta della vagina e dell’utero tramite uno strumento, il colposcopio, un microscopio binoculare.
Se poi, durante la procedura, il medico individua un’area alterata, può direttamente prelevare un campione di tessuto da analizzare in laboratorio (biopsia).
La colposcopia fu descritta per la prima volta nel 1925 in Germania da Hans Hinselmann. Fu il ginecologo tedesco a intuire per primo la possibilità di visualizzare il cancro della cervice nelle sue fasi più precoci, osservando le modificazioni dell’epitelio cervicale che non rientravano nella normalità, grazie al colposcopio.
Ma solo negli anni ’60 l’uso di questa metodica si diffonde anche nel resto dell’Europa per la diagnosi della Neoplasia Intraepiteliale Cervicale (CIN).
Oggi la colposcopia è parte integrante della moderna pratica ginecologica ed è impiegata per la valutazione del collo dell’utero, della vagina e dei genitali esterni.
Consente, infatti, la visualizzazione e la valutazione della cervice in tempo reale. Solitamente si prescrive la colposcopia alle donne con citologia cervicale anomala e/o test HPV (Papillomavirus) positivo.
Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Come funziona e quanto dura l’esame?
La colposcopia è un esame ambulatoriale che dura dai 10 ai 20 minuti e consente l’osservazione dettagliata dei tessuti genitali femminili.
Ci si sdraia su un lettino nella stessa posizione della visita ginecologica o per il pap-test. Il medico inserisce in vagina uno strumento, lo speculum, che permette di distendere le pareti per l’osservazione della vagina e del collo dell’utero.
Successivamente, si applica una soluzione a base di acido acetico ed una a base di iodio per facilitare l’identificazione di eventuali anomalie dei tessuti.
Si può avvertire una lieve sensazione di fastidio o bruciore.
In seguito, il medico posiziona lo strumento di ingrandimento, il colposcopio, a pochi centimetri dalla vulva.
Poi, il medico posiziona lo strumento di ingrandimento, il colposcopio, a pochi centimetri dalla vulva. Il collo dell’utero e la vagina sono tamponati con del cotone per assorbire eventuali residui di muco.
Il colposcopio è una sorta di grande lente di ingrandimento, come un potente binocolo, per osservare, attraverso l’obiettivo, la zona illuminata. Infatti, per l’esame, sono importanti due aspetti:
- Ingrandimento (generalmente tra 5x-20x).
- Illuminazione, cioè un sistema di lenti e una forte sorgente luminosa.
Una volta concluso l’esame, si può riprendere una normale attività. Tuttavia è possibile che, nei due giorni successivi, possano manifestarsi delle piccole perdite di sangue dalla vagina.
Durante la colposcopia, in caso di riscontro di anomalie, il ginecologo può prelevare un piccolo lembo di tessuto (biopsia) da esaminare in laboratorio come accertamento istologico.
La biopsia generalmente non provoca dolore, soprattutto se eseguita sul collo dell’utero. Ma a volte può essere fastidiosa o anche dolorosa, soprattutto se eseguita a livello della vagina o della vulva.
Qual ora il medico lo ritenesse necessario si potrebbe ricorrere a una leggera anestesia locale.
Le tre fasi della colposcopia
Analisi dei genitali esterni e della vagina
Inizialmente si esegue una valutazione dei genitali esterni e della vagina. Si osserva, inoltre, l’eventuale presenza di secrezioni vaginali, che possono indicare l’esistenza di una vaginite micotica o batterica.
Qualora necessario è possibile detergere della cervice con una soluzione fisiologica per consentire una migliore la visualizzazione.
E’ possibile usare un filtro verde o blu, interposto tra la sorgente luminosa e la lente dell’obiettivo, permettendo una migliore visualizzazione dei vasi.In questa fase si osservano le caratteristiche macroscopiche della cervice, tra cui la forma dell’orifizio uterino esterno (lo sbocco all’esterno del canale cervicale).
Applicazione di acido acetico
Applicazione di acido acetico al 3 o al 5% che, lasciato agire per pochi secondi, aumenta la visibilità e permette di distinguere le aree normali da quelle anormali dell’epitelio di transizione squamo-colonnare cervicale (le cellule squamose sono quelle che rivestono l’esterno della cervice).
L’epitelio squamoso normale appare roseo. La presenza di aree cellulari anomale, invece, si manifesta con chiazze uniformi più o meno ispessite di colore bianco associata o meno ad altri reperti colposcopici caratteristici.
Quindi, sulle aree anomale si esegue, se il medico lo ritiene necessario, una biopsia mirata.
Applicazione della soluzione iodata di Lugol per il test di Schiller
L’epitelio normale assume una colorazione marrone scuro, quasi nera, mentre quelle anormali o in altre condizioni parafisiologiche ( per esempio dopo la menopausa), che non fissano la soluzione, restano chiare.
Un test di Schiller positivo indica la mancata colorazione e viceversa. Quindi, è un test che consente di definire i contorni e i limiti delle aree anomale.
Colposcopia: quando farla?
E’ un’indagine diagnostica per verificare la presenza di neoplasia intraepiteliale invasive ( CIN) della cervice uterina e per ricercare patologie della vulva e dalla vagina.
Infatti, è un esame di II livello nello screening per cervicocarcinoma (cancro della cervice), da eseguire dopo un test di I livello anormale (Pap test o test per HPV ad alto rischio).
Inoltre, può essere anche parte integrante della visita ginecologica, insieme al pap-test, per un controllo più accurato all’insegna della prevenzione.
Quindi, la colposcopia può essere utilizzata per:
- Approfondimento diagnostico dopo test di screening alterato (pap-test o HPV test) per la verifica di eventuali cambiamenti precancerosi nel tessuto della cervice, della vagina e della vulva (sospetto cancro della cervice).
- Accertamento diagnostico in presenza di leucorrea (abbondanti perdite vaginali), leucoxantorrea (perdite vaginali giallastre dall’aspetto purulento) e perdite ematiche anomale.
- Valutazione della risposta alla stimolazione estrogenica (in età fertile, in menopausa fisiologica o chirurgica o chemioterapica).
- Controlli successivi al trattamento della CIN.
- Diagnosi di infezione da HPV per tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia.
- Patologia vaginale e vulvare.
- Verruche genitali o altri segni di infezione.
- Infiammazione della cervice (cervicite).
È necessaria una preparazione?
Non è necessaria una specifica preparazione per sottoporsi alla colposcopia. Tuttavia è essenziale eseguirla a distanza di qualche giorno dall’inizio e dalla fine della mestruazione.
Inoltre, nelle 24 ore precedenti, è meglio evitare i rapporti sessuali e anche l’uso di:
- Tamponi vaginali.
- Candelette.
- Ovuli.
- Lavande o altri farmaci vaginali.
L’esame, infatti, non può essere eseguito durante il ciclo mestruale ed è anche opportuno evitare di sottoporsi al test in presenza di una forte infiammazione della mucosa vaginale.
Non c’è, invece, nessuna controindicazione per le donne in gravidanza.
Colposcopia e gravidanza
Un esame ginecologico approfondito in gravidanza con colposcopia può essere indicato anche se la donna non si è mai sottoposta o non l’ha fatto di recente, poiché non ci sono rischi per la gravidanza.
Invece, la biopsia dovrebbe essere effettuata solo nel caso di un fondato sospetto di cancro alla cervice uterina. Infatti, anche se non comporta un concreto rischio di aborto, può causare sanguinamento nella zona del prelievo e per questo sarebbe meglio evitarla.
La diagnosi di tumori cervicali in gravidanza è comunque un evento abbastanza raro.
È un esame doloroso?
Generalmente no, ma è possibile avvertire un senso di fastidio o un lieve bruciore al momento dell’applicazione dell’acido acetico o delle soluzioni iodate, oppure si può percepire una piccola puntura in caso di biopsia.
La biopsia in colposcopia: risultato anomalo
Solitamente il medico comunica subito il risultato dell’esame o rilascia il referto. In base all’esito, può anche prescrivere ulteriori accertamenti o terapie da seguire.
Diverso è il caso della biopsia, che richiede un’analisi istologica in laboratorio per la quale possono servire alcune settimane.
Sebbene una colposcopia e una biopsia negative non escludano con certezza la presenza di un cancro, la probabilità è davvero remota.
Invece, se i risultati di una colposcopia con biopsia sono in contrasto con l’esito di un pap-test recente, può essere necessario ripetere la biopsia. In alcuni casi, si prevede un tipo di biopsia un po’ più estesa. In questa circostanza, la procedura ha anche uno scopo curativo, poiché il tessuto malato può essere asportato completamente.
Una colposcopia con biopsia positiva per la presenza di cellule cancerose è, invece, sufficiente per porre diagnosi di cancro del collo dell’utero. Tuttavia sono indagini che non forniscono informazioni sufficienti sull’estensione del tumore e sul livello di profondità.
Il tipo di trattamento può prevedere l’escissione (rimozione) chirurgica delle cellule anomale con anestesia locale, oppure un intervento chirurgico se la parte da togliere è abbastanza estesa
Risultato normale
In questo caso non sono state identificate cellule atipiche e non è necessario eseguire alcun trattamento. Tuttavia è consigliabile effettuare sempre lo screening per scongiurare rischi futuri, soprattutto è importante eseguire il test per il Papilloma virus (HPV) potenzialmente oncogeno.
Colposcopia: risultato anomalo
Sono state individuate delle cellule anomale nella cervice, indicate con il termine Neoplasia Intraepiteliale Cervicale (CIN). Non si tratta di cancro, ma c’è il rischio che possa diventarlo ed è una situazione da tenere sotto osservazione. Quindi, è consigliabile anche una biopsia.
I diversi tipi di risultati bioptici anormali e il loro significato sono:
- CIN 1: è improbabile che le cellule diventino cancerose; non è necessario alcun trattamento ma un controllo annuale per verificare il tipo di evoluzione.
- CIN 2: esiste una moderata possibilità che le cellule diventino cancerose e solitamente si consiglia di rimuoverle.
- CIN 3: la probabilità che le cellule diventino cancerose è alta e si raccomanda un trattamento chirurgico per l’asportazione.
Il tipo di trattamento può prevedere l’escissione (rimozione) chirurgica delle cellule anomale con anestesia locale, oppure un intervento chirurgico se la parte da togliere è abbastanza estesa.
Quanto costa la colposcopia?
Il prezzo dipende da chi eroga la prestazione, se il servizio sanitario nazionale (con la prescrizione medica) o un centro privato.
Nel primo caso, il costo dell’esame e di un’eventuale biopsia si aggira sui 70 euro, mentre privatamente i costi sono più alti (almeno 150 euro) e oscillano anche in base al tipo di esame istologico da fare.
Colposcopia e post-esame: indicazioni e possibili disturbi
Nei due giorni successivi alla biopsia possono comparire dolori vaginali o leggere perdite ematiche che non devono preoccupare.
Il tipo di trattamento può prevedere l’escissione (rimozione) chirurgica delle cellule anomale con anestesia locale, oppure un intervento chirurgico se la parte da togliere è abbastanza estesa.
Le complicazioni e i rischi della colposcopia sono, infatti, eventi piuttosto rari, poiché si tratta di una procedura sicura.
Ma in presenza dei seguenti sintomi è opportuno contattare subito il vostro medico.
- Forte sanguinamento.
- Infezione.
- Dolore pelvico e/o addominale.
- Febbre e brividi.
In collaborazione con la Dott.ssa Flavia Costanzi, medico chirurgo in formazione specialistica in Ginecologia ed Ostetricia.
Fonti
- Istituto Superiore di Sanità.
- Momento Medico Editore.
- Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro.
- Journal of prenatal medicine.