Sommario
Il Bullismo rappresenta un insieme di comportamenti aggressivi e di prevaricazione che vengono messi in atto da una o più persone (bulli) nei confronti di una o più vittime. Gli atti di aggressione possono essere fisici, verbali e psicologici. Si verifica, generalmente, nelle scuole e viene perpetrato da adolescenti nei confronti di altri adolescenti.
Questi comportamenti non sempre si fermano a questa età, alle volte perdurano e si manifestano negli ambiti più disparati, sul posto di lavoro, in ambiente sportivo, su internet.
Il bullismo ha delle conseguenze molto gravi per la vittima, sia a breve che a lungo termine. Possono comparire disturbi depressivi, psicosomatici, nei casi più gravi autolesionismo o suicidio.
Anche per il bullo, le conseguenze possono essere negative, come emarginazione, rischio delinquenza e disturbi del comportamento. La prevenzione e l’intervento sono fondamentali per arginare il fenomeno e i danni conseguenti.
Bullismo: che cos’è
E’ un comportamento intimidatorio e offensivo che viene agito da uno o più bulli nei confronti di una o più vittime.
Bullismo è un termine che viene dalla parola inglese “bull” che significa toro e dal verbo inglese “to bull” che significa opprimere e prevaricare.
E’ un comportamento offensivo e intimidatorio esercitato da un bullo o da un gruppo di bulli su di una vittima. Il comportamento che viene messo in atto è intenzionale, reiterato nel tempo e caratterizzato da uno squilibrio di potere reale o percepito tra le parti.
Questo atteggiamento si può riferire ad aggressioni fisiche e verbali, persecuzioni psicologiche ed emotive nei confronti di una o più persone.
Ma non sempre si manifesta in modo esplicito, alle volte si presenta sotto forma di:
- Sussurri.
- Pettegolezzi.
- Esclusioni.
- Risatine e sguardi.
- Isolamento sociale.
Sebbene il termine bullismo sia utilizzato prevalentemente in ambito scolastico, esso si riferisce a qualsiasi atto di prevaricazione agito verso qualcuno in qualunque ambiente. Generalmente questo comportamento di prevaricazione colpisce ed è messo in atto da adolescenti, tuttavia, il fenomeno non termina con l’età adulta.
Le conseguenze degli atti di bullismo riguardano tanto la vittima quanto il bullo stesso. I campanelli d’allarme per riconoscere una vittima di bullismo sono scatti d’ira, sbalzi d’umore, lesioni fisiche e distruzione di oggetti personali oltre che disturbi psicosomatici come mal di testa o di stomaco.
Se il comportamento del bullo non viene guidato e arginato, le conseguenze per lo stesso non sono positive né dal punto di vista psicologico né da quello sociale.
Tipologie di Bullismo
Può essere:
- Diretto, caratterizzato da aggressioni dirette alla vittima in prima persona, i ragazzi ne sono più facilmente vittime.
- Indiretto, basato su strategie di controllo sociale che comprendono la manipolazione degli altri o della situazione per portare la vittima all’isolamento sociale. Le ragazze sono più facilmente vittime di bullismo indiretto.
Possono essere individuate quattro tipologie di bullismo.
- Il bullismo verbale. È quello più comune e prevede l’utilizzo del linguaggio per offendere e aggredire la vittima. Quest’ultima viene presa in giro per una sua caratteristica, insultata e offesa, riceve urla e minacce. Spesso vengono messe in giro calunnie sul suo conto o viene chiamata utilizzando dei nomignoli, non sempre esplicitamente, dispregiativi.
- Violenza fisica. Prevede la presenza di azioni fisiche e violente verso la vittima, come spinte, colpi, strattonamenti, pugni e calci. Vengono messe in atto aggressioni, tormenti, furti o distruzione di oggetti di proprietà della vittima (soldi, cibo, oggetti personali).
- Bullismo sociale. E’ una forma indiretta di bullismo e comprende l’esclusione e il progressivo isolamento sociale della vittima. La vittima viene esclusa da compleanni, riunioni, cene, discussioni. Per far sì che l’esclusione sociale si rafforzi spesso vengono condivise menzogne, immagini e informazioni private o lesive della vittima.
- Cyberbullismo. È la forma più recente, che prevede l’utilizzo di internet come terreno per arrecare danno agli altri. Vengono messe in atto azioni di molestia, diffuse informazioni, video o immagini personali o lesive.
Caratteristiche
Il bullismo è caratterizzato da intenzionalità, reiterazione e squilibrio di potere.
È un comportamento aggressivo caratterizzato da atti violenti, reiterati nel tempo, pervasivi e con conseguenze a lungo termine. La definizione del bullismo che generalmente viene accettata prevede la presenza di tre caratteristiche principali.
Intenzionalità del comportamento
Il comportamento che viene messo in atto dal bullo è premeditato e si traduce in prepotenze dirette o indirette verso la vittima. Dietro il comportamento, c’è l’intenzione di far male o provocare danno. Queste prepotenze possono essere:
- Verbali.
- Fisiche.
- Emotive.
- Psicologiche.
La persistenza nel tempo e la reiterazione del comportamento
Le violenze sono continue nel tempo, non si fermano ad un singolo attacco, possono ripetersi per mesi o addirittura anni. Quindi, l’attacco non è legato ad uno scatto di ira temporaneo o isolato.
Squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce
L’asimmetria nella relazione tra vittima e bullo può essere di diverso tipo. Se il bullo è più forte fisicamente, attaccherà il più debole o più piccolo.
Se il bullo ha uno status sociale elevato, avrà maggiore influenza sul gruppo che lo seguirà anche nei suoi comportamenti aggressivi. Invece, se possiede delle capacità socio-cognitive (reali o percepite) superiori alla vittima, la maltratterà.
Bullismo: caratteristiche del bullo e della vittima
Bullo
Le ricerche hanno dimostrato che molti bulli presentano una personalità molto arrogante, spesso narcisista o tendente al narcisismo. Il narcisista si mostra presuntuoso e arrogante, estroverso, esibizionista ed egocentrico.
Alla base del suo atteggiamento c’è una grande vulnerabilità che racchiude tutte le sue fragilità, la paura di essere umiliato o rifiutato, il vivere sempre in continua competizione con il mondo, il non sopportare le critiche o i fallimenti, e la conseguente frustrazione.
I bulli presentano umore tendenzialmente negativo con:
- Scatti di rabbia.
- Frustrazione continua.
- Esplosioni comportamentali continue e prolungate nel tempo.
Inoltre, ricercano continuamente la gratificazione: vogliono tutto e subito e per ottenerlo fanno di tutto, ricorrendo ad atti violenti. Non provano empatia verso chi hanno di fronte.
Vittima
Tutti possono essere vittime di bullismo in qualunque circostanza o ambiente. Spesso la vittima non è tra coloro che godono di molta popolarità e alle volte si tratta di individui isolati. Alcune caratteristiche fisiche come l’essere in sovrappeso, l’avere una disabilità, rappresentano terreno fertile per i bulli.
Le caratteristiche sono solo scuse che il bullo utilizza per sfogare la sua rabbia sugli altri e per incrementare la propria autostima fondamentalmente bassa.
Protagonisti coinvolti in un atto di bullismo
Negli atti di bullismo generalmente intervengono diversi ruoli.
Il bullo
Il bullo generalmente è colui che prende l’iniziativa e mette in atto comportamenti aggressivi verso la vittima. Agisce in gruppi più o meno grandi ma è raro che durante gli attacchi sia solo.
Solitamente sceglie la sua vittima tra i compagni di scuola, colleghi di lavoro, compagni di sport.
La scelta ricade sul compagno che presenta delle caratteristiche differenti dalle sue, come:
- Colore della pelle.
- Sesso.
- Orientamento sessuale.
- Religione.
- Sensibilità.
- Disturbi cognitivi e/o motori temporanei o permanenti.
I seguaci
Sono coloro che aiutano il bullo direttamente attuando anche loro atti di violenza. Questi aiutano il loro bullo anche indirettamente incitando, applaudendo, ridendo e adulandolo per le sue gesta. Non hanno una posizione o un ruolo principale.
La vittima
E’ una persona fragile (realmente o percepita come tale). Non ha molti amici e se li ha, hanno caratteristiche simili alle sue.
Il difensore
Non è sempre presente nell’azione sebbene svolga un ruolo molto importante. Il difensore è colui che:
- Prende le difese della vittima.
- Chiede aiuto.
- Sostiene e supporta la vittima.
- Cerca di far cessare l’atto di violenza.
Astanti passivi
Sono tutti coloro che osservano e assistono agli atti di violenza, che sanno e che sono coscienti di ciò che sta avvenendo ma che non fanno nulla.
Possono rimanere inerti per diverse ragioni come l’aver paura, il pensare che farà qualcosa qualcun altro, il pensare di non saper cosa fare.
Come riconoscere un bambino bullizzato: campanelli d’allarme
Le ripercussioni possono riguardare il non essere creduti o ritorsioni da parte del bullo che viene rimproverato.
Nonostante ciò, esistono delle avvisaglie che possiamo cogliere.
- Il bambino non vuole andare a scuola, spesso ha mal di pancia o mal di testa.
- Evita specifiche lezioni, come educazione fisica o piscina.
- Sono frequenti gli sbalzi d’umore e i disturbi del sonno con ripetuti incubi e risvegli notturni.
- Lesioni, escoriazioni, vestiti strappati, oggetti personali rotti o dispersi possono essere giustificati dal bambino come conseguenti ad una caduta o a giochi con gli amici.
- Richiesta eccessiva di soldi o altri beni ingiustificati.
- Diminuzione del rendimento scolastico.
- Isolamento sociale e assenza di amici del cuore (che fanno parte della classe).
Altre forme di bullismo
Può assumere diverse forme e manifestarsi in qualsiasi momento della vita e in ogni ambiente sociale.
Il bullismo può manifestarsi sotto molte forme e in diverse circostanze.
Mobbing
Una delle forme più diffuse sul posto di lavoro è il mobbing, una forma di bullismo indiretto, psicologico.
Generalmente si presenta come un comportamento ostile e persecutorio nei confronti della vittima al fine di:
- Emarginarla.
- Impedirle di svolgere il suo lavoro.
- Denigrarla.
- Ostacolare la sua carriera e spingerla a dimettersi.
Il mobbing può manifestarsi con:
- Calunnie.
- Pettegolezzi.
- Isolamento.
- Emarginazione.
- Non coinvolgimento nella vita aziendale e di gruppo.
- Diffusione di informazioni personali o false per screditare la vittima e le sue competenze e capacità.
Altre volte, la vittima può essere sommersa di lavoro, retrocessa di grado, demansionata. Perché un comportamento sia definito mobbing è necessario che vi siano più attacchi persecutori reiterati per un periodo di minimo 6 mesi.
Questi comportamenti aggressivi possono essere messi in atto dai colleghi (mobbing orizzontale) o da un superiore nei confronti di un sottoposto (mobbing verticale).
Il mobbing verticale, cioè quello praticato da un superiore o responsabile verso il suo sottoposto, viene differenziato in base al luogo e al contesto in cui si perpetra.
- Job bossing: quando i comportamenti avvengono sul posto di lavoro.
- Sport bossing: se i comportamenti avvengono in ambito sportivo da parte del tecnico, dell’allenatore o di qualcuno che occupa e svolge ruoli di importanza.
- School bossing: se i comportamenti avvengono a scuola nei confronti di studenti da parte di docenti, dirigenti e personale scolastico, o verso i docenti da parte dei dirigenti.
- Military bossing: se i comportamenti vessatori avvengono in ambito militare.
Cyberbullismo
E’ la manifestazione del bullismo online, esso è sperimentato dal 22% dei ragazzi che hanno subito bullismo. Il cyberbullismo viene definito come un insieme di azioni aggressive e di prevaricazione intenzionalmente dirette verso una o più persone attraverso l’uso della tecnologia.
Gli atti aggressivi possono essere rappresentati da:
- Messaggi.
- Video.
- Immagini.
- E-mail.
- Piattaforme social.
- Siti web.
- Telefonate.
In tutti i casi, l’obiettivo è quello di recare danno o disagio alla vittima.
Le caratteristiche di internet rendono il cyberbullismo una tra le forme di bullismo più infide.
- A differenza del bullismo in presenza può coinvolgere individui di tutto il mondo. Gli individui, indipendentemente dalla loro etnia, età, religione, classe sociale ed economica, forza fisica, possono essere bulli o vittime anche se nella vita reale non lo sono.
- Chi nella vita reale fa il bullo, su internet può diventare una vittima e viceversa.
- Il cyberbullismo riguarda tutti, non è limitato al periodo adolescenziale.
- L’anonimato di internet permette ai bulli di nascondersi dietro la tastiera e sfogare la frustrazione sulle vittime senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Si utilizzano strategie e collaborazioni per far sì che la vittima non sappia con chi sta interagendo.
- Le prevaricazioni possono avvenire 24 ore su 24 senza interruzione.
- Le offese e il materiale digitale usato contro la vittima possono viaggiare in tutto il mondo in pochi secondi. Il pubblico che assiste al predominio è molto più ampio.
Bullismo sessuale
Il bullismo sessuale racchiude tutti quei comportamenti e atteggiamenti che potrebbero (non necessariamente) precedere una violenza sessuale. Si tratta di comportamenti aggressivi atti ad intimidire e prevaricare la vittima. Il carattere delle aggressioni può essere fisico, verbale o psicologico ed ha a che fare con la sfera sessuale e intima della persona.
Etichettare e ridicolizzare una persona per la presenza o assenza di rapporti intimi, per il numero di partner (pochi o molti), per caratteristiche fisiche come forma, lunghezza e grandezza di parti del corpo legate alla sessualità. Fare commenti a sfondo sessuale per mettere a disagio, minacciare di diffondere informazioni (reali o false) relative alla sfera intima della persona.
Il bullismo sessuale non va confuso con l’aggressione o la violenza sessuale.
Il bullismo sessuale è molto frequente, il 33% degli episodi di cyberbullismo è di tipo sessuale.
Sexting e revenge porn
Tra i preadolescenti e gli adolescenti è molto diffuso il sexting. Il sexting è la pratica di inviare volontariamente ad un amico o amici e ricevere da un amico o amici, video o immagini più o meno esplicite relative alla sessualità.
Tutto ciò che passa in rete può rimanerci per diverso tempo ed è visibile a tutti. A ciò si aggiunge la possibilità che la persona “fidata” a cui si è inviato il materiale si vendichi per un torto subito (reale o percepito), un tradimento o la fine di un rapporto ri-postando in altri “gruppi pubblici” il materiale ricevuto, senza il consenso della vittima.
La pratica si chiama revenge porn o vendetta pornografica.
Bullismo omofobico
E’ caratterizzato da comportamenti verbali o fisici, diretti o indiretti, a sfondo sessuale, individuale o di gruppo.
Il bullismo, come abbiamo visto, viene perpetrato nei confronti di individui che appartengono a gruppi di minoranza o culturalmente stigmatizzati (obesi, disabili, omosessuali, identità di genere…).
Quando si parla di bullismo omofobico si fa riferimento agli atti di prevaricazione e prepotenza attuati nei confronti di persone a causa del loro orientamento sessuale (omosessuale – eterosessuale), della loro identità di genere (coerenza del genere biologico con quello che si sente di essere).
Si manifesta prevalentemente tramite azioni dirette e verbali come offese, prese in giro, minacce fisiche, ma anche indirettamente tramite la condivisione di informazioni reali o false relative alla omosessualità della vittima.
Cause del bullismo
Le cause del bullismo sono molteplici e riconducibili a diversi fattori individuali, o di gruppo.
Cause psicologiche e ambientali
Il bullismo sembrerebbe derivare dall’interazione di diversi fattori eziologici genetici, ambientali e culturali che si rafforzano vicendevolmente.
Fattori sociali
Molto spesso la cultura familiare o sociale in cui il bullo agisce è caratterizzata da scarsa tolleranza alla diversità. Questa intolleranza “autorizza” il bullo a prendersela con chi è diverso nella consapevolezza che troverà appoggio.
A questo si aggiunge l’incapacità del bullo di creare relazioni sociali di successo. Egli ricercherà altri simili a lui, con le stesse ideologie e intolleranze, trovando sollievo nel rifiuto da parte degli altri.
Accudimento genitoriale
Alcuni studi suggeriscono che alla base del bullismo ci possa essere una relazione negativa con i genitori. In questa relazione, la madre in particolar modo è opprimente, punisce utilizzando la forza e l’aggressione per disciplinare ed educare.
Inoltre, non mostra interesse verso il figlio, coinvolge i figli in continui conflitti familiari. Molto spesso nelle famiglie dei bulli sono presenti numerosi litigi e violenze domestiche.
Tratti di personalità
Alcuni tipi di personalità come quella aggressiva, impulsiva, con bassa autostima e autoefficacia, hanno maggiore probabilità di manifestare comportamenti aggressivi.
Cause genetiche e biologiche
Cognitive e cerebrali
Alcune aree cerebrali che regolano il controllo degli impulsi, la capacità di comprendere la relazione causa-effetto e il rinvio della gratificazione (tutto e subito) sembrerebbero avere un funzionamento anomalo.
I comportamenti del bullo sono dettati dall’incapacità di elaborare nel modo corretto le informazioni che riceve interpretando in maniera scorretta gli stati mentali e le intenzioni altrui.
Il bullo non è in grado di comprendere cosa prova e sente la vittima (mancanza di empatia).
Non riesce a scegliere la risposta comportamentale più adeguata alla situazione in cui si trova per raggiungere il risultato che desidera.
Quest’ultimo deve necessariamente essere raggiunto subito per poter ottenere gratificazione immediata sia dal punto di vista fisico (voglio la merenda e me la prendo) sia da quello psicologico (ricerca di potere e attenzione).
Familiarità con o presenza di un disturbo neuropsicologico
La familiarità con un deficit verbale o nelle funzioni esecutive (attenzione, controllo degli impulsi, pianificazione per il raggiungimento di uno scopo, controllo delle emozioni) aumenta la probabilità di insorgenza di comportamenti aggressivi.
Questi disturbi ostacolerebbero la socializzazione e lo sviluppo dell’autocontrollo. Favorirebbero impulsività e difficoltà scolastiche, uno stile cognitivo orientato al presente e al soddisfacimento dei bisogni nell’immediato senza poter rimandare.
Bullismo: fattori di rischio
Fattori di rischio ambientali per il bullo
Stile educativo
L’uso della forza fisica (reiterata nel tempo) per impartire l’educazione e la disciplina ai figli, la mancanza di coesione familiare e l’inadeguatezza nello svolgimento dei ruoli genitoriali sono fattori di rischio molto importanti.
Modelli comportamentali
La presenza di violenza domestica, l’accettazione e la promozione da parte dei genitori della violenza come soluzione ai problemi e ai diverbi aumenta la probabilità che vengano messi in atto comportamenti aggressivi da parte dei figli.
Cultura
Società o famiglia che colpevolizzano la vittima o che declassificano gli atti di bullismo a semplici scherzi, che avallano gli stereotipi di genere, di etnia e religione contribuiscono alla manifestazione di atti di bullismo.
Abuso di sostanze stupefacenti o alcol
L’alcolismo o l’abuso di droghe sono i fattori di rischio più importanti. L’abuso di sostanze da parte di chi dovrebbe prendersi cura del bambino determina la creazione di un attaccamento insicuro del bambino e l’assunzione di condotte aggressive di questo.
Ritratto del bullo
Età
È più facile che il comportamento da bullo si manifesti in adolescenza.
Temperamento del bullo
Un temperamento caratterizzato da umore negativo, rabbia, bassa tolleranza alla frustrazione e bassa soglia di stimolazione fanno sì che l’individuo reagisca in maniera esagerata a minime provocazioni, reali o percepite.
Anemozionalità
Questo termine si riferisce all’incapacità di avere paura delle conseguenze, di provare empatia verso la vittima e di riconoscere le espressioni facciali negli altri.
Gli studi dimostrano che i problemi comportamentali di coloro che mostrano piattezza emotiva permangono nel tempo e tendono ad aggravarsi.
Cerebrali
Molte ricerche sostengono che un danno o un malfunzionamento delle regioni prefrontali del cervello, che regolano e inibiscono il comportamento, può indurre a comportamenti violenti ed esplosivi.
Distorsioni attributive
Quando una situazione viene interpretata male, attribuendo un significato distorto a ciò che si vede o si sente, si tenderà a rispondere in maniera coerente con ciò che si pensa sia avvenuto.
In questo caso, si attribuiranno agli altri pensieri, parole e azioni ostili (anche se in realtà non lo erano) e ci si concentrerà su alcuni dettagli (come uno sguardo) trascurando tutto il resto.
Questa incapacità di elaborare correttamente le intenzioni altrui aumenta la probabilità di mettere in atto comportamenti aggressivi.
Fallimento scolastico o sociale
L’insuccesso scolastico o in altre attività della vita sociale (sportiva o familiare) ha ripercussioni sull’autostima dei bambini o ragazzi. Questi cercano di compensare le sensazioni di svalutazione con comportamenti prevaricativi, che riportano sensazioni di potere.
Fattori di rischio ambientali per la vittima di bullismo
Stile educativo
Uno stile educativo iperprotettivo è un fattore di rischio. Infatti, l’iperprotezione dei genitori rende i figli fragili, incapaci di gestire le situazioni e incide sulla loro autoefficacia relazionale facendoli sentire più deboli di quanto in realtà non siano.
La vittima subirà passivamente le angherie e sarà più vulnerabile agli attacchi del bullo.
Attaccamento insicuro
La relazione con i genitori, ma soprattutto con la madre, rappresenta un grande fattore potenzialmente di rischio per il bambino. Se l’attaccamento è insicuro, il bambino manifesterà credenze negative su sé stesso e sulle sue capacità, con scarso sviluppo dell’autostima e della autoefficacia.
Caratteristiche dell’individuo e della società
Essere straniero, possedere una disabilità, essere donna, essere omosessuale, essere in sovrappeso, avere una caratteristica particolare può rendere il bullo di turno più incline ad atti di violenza ed aggressivi.
Soprattutto quando questi atti vengono derubricati a semplici scherzi o quando vengono accettati dal gruppo, dalla società e dagli adulti. Questo perché è più facile agire la violenza o istigare contro il diverso piuttosto che contro qualcuno che per qualche caratteristica ci assomiglia.
La focalizzazione sul particolare diverso e non sulla somiglianza permette al bullo di prevaricare e alla vittima di essere prevaricata.
Personalità della vittima di bullismo
- Temperamento. Un temperamento caratterizzato da instabilità emozionale e incapacità di controllare le emozioni fa sì che l’individuo venga isolato o si isoli dal gruppo attirando l’attenzione del bullo.
- Personalità. Una personalità caratterizzata da ansia, bassa autostima, bassa autoefficacia, insicurezza, incapacità di relazionarsi con gli altri, è un grande fattore di rischio per la vittima. Queste caratteristiche la rendono molto appetibile agli occhi del bullo.
- Disturbi dell’umore. La presenza di disturbi dell’umore, come la depressione, rende l’individuo più vulnerabile agli attacchi del bullo. Questo vedendo che le sue azioni sono efficaci nel provocare danno facilmente, reitererà il comportamento.
- Distorsioni attributive dirette verso sé stessi. Molto spesso la vittima presenta bassa autostima e bassa autoefficacia, tende a colpevolizzarsi per tutto. Alle volte la vittima pensa di aver provocato il bullo, altre volte cerca la sua amicizia per innalzare la propria autostima ma, in questo modo, si offre al bullo su di un piatto d’argento.
- Isolamento sociale. L’isolamento è un forte fattore di rischio che aumenta la probabilità che si venga attaccati e presi di mira da un bullo.
Conseguenze e complicazioni del bullismo
Il bullismo ha delle conseguenze a breve e a lungo termine per la vittima e per il bullo.
Vittima
Conseguenze a breve termine
- Lesioni fisiche e distruzione di oggetti personali.
- Disturbi psicosomatici come mal di testa, mal di stomaco, insonnia, stanchezza cronica, enuresi notturna.
- Isolamento sociale, bassa autostima e bassa autoefficiacia, svalutazione di sé, insicurezza.
- Problemi scolastici o sul posto di lavoro, difficoltà di concentrazione e abbandono scolastico o dimissioni.
Conseguenze a lungo termine:
- Flashback e disturbo post-traumatico da stress.
- Disturbi dell’umore come depressione, disturbi d’ansia, disturbi del comportamento (aggressività).
- Disturbi psichiatrici (disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria, tentativi di suicidio e suicidio).
- Problemi di gestione della rabbia.
- Problemi e difficoltà nelle relazioni sociali che possono essere limitate e instabili.
Ripercussione per il bullo a breve termine
- Calo nel rendimento scolastico o lavorativo, difficoltà di apprendimento.
- Isolamento sociale e rifiuto dei compagni a causa del suo comportamento.
- Abbandono scolastico, licenziamento, bocciatura.
A lungo termine
- Disturbi della condotta, comportamento deviante e antisociale.
- Abuso di sostanze e problemi con la legge.
- Violenza in famiglia e nelle relazioni sociali e intime.
Prevenzione, test e trattamenti
Il bullismo è caratterizzato dalla presenza di comportamenti di prevaricazione, aggressivi e impulsivi. La prevenzione è fondamentale tanto quanto l’intervento repentino ed efficace.
Prevenzione
Le attività di divulgazione e sensibilizzazione sono fondamentali per prevenire l’insorgenza del bullismo in ogni ambiente e a qualunque età.
Nel contesto scolastico la prevenzione implica la promozione dello sviluppo delle life skills.
Con il termine life skills si intende un insieme di abilità cognitive, emotive e relazionali di base utili per riuscire ad acquisire un comportamento adattivo che sia efficace, positivo, adeguato e responsivo nei confronti della vita quotidiana sul piano individuale e relazionale.
Le life skills sono indispensabili in tutti gli ambiti (anche lavorativo), possono essere suddivise in tre grandi aree.
Emotive:
- Consapevolezza di sé.
- Buon livello di autostima e autoefficacia.
- Gestione delle emozioni e dello stress.
Relazionali:
- Comunicazione efficace ed assertiva.
- Empatia.
- Relazioni efficaci.
Cognitive:
- Pensiero critico.
- Pensiero creativo.
- Problem solving.
- Presa di decisione.
Lo sviluppo e il miglioramento delle life skills implicano il potenziamento delle abilità verbali.
Queste sono necessarie per poter interagire più efficacemente con gli altri, per spiegare il proprio stato emotivo o situazionale e comprendere quello altrui.
Lo sviluppo del pensiero critico, flessibile e creativo è fondamentale per evitare e ridurre la possibilità di attribuzioni sbagliate delle intenzioni e parole altrui. Queste, infatti, sono tipici fenomeni che avvengono nei bulli.
Educazione socio-affettiva
L’educazione socio-effettiva è un metodo educativo che ha come obiettivo lo sviluppo della conoscenza e dell’accettazione di sé, della fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità.
Permette lo sviluppo di comportamenti di collaborazione, rispetto, tolleranza, solidarietà.
Attraverso diverse metodologie è possibile fornire agli studenti gli strumenti utili a migliorare tali capacità e competenze.
Circle time
Il circle time è un’attività che permette agli studenti, una volta disposti in cerchio, di esprimere a turno la propria opinione, sentimento, emozione in merito ad una questione.
La consegna per ogni studente è quella di esprimere sé stesso non giudicando l’altro, rispettando i turni di parola, l’opinione e la diversità dell’altro.
Role playing
Con il “role playing” o gioco di ruolo si simulano situazioni reali professionali, sociali, eventi storici, politici o inventati (film, romanzi) e gli studenti devono interpretare questi ruoli cercando di comprendere come i personaggi agirebbero in quelle date circostanze.
Vengono migliorati l’ascolto attivo, la collaborazione, l’empatia, la capacità di risolvere problemi e prendere decisioni.
Brainstorming
Il brainstorming rappresenta un’attività durante la quale il gruppo è posto davanti ad un problema da risolvere. Il problema può riguardare la scuola, una problematica sociale, lavorativa o ambientale.
Attraverso la comunicazione e lo scambio di informazioni, idee e la definizione di obiettivi più semplici e propedeutici da raggiungere, si cerca di giungere ad una soluzione.
Con questa attività vengono sviluppati pensiero critico e creativo, capacità di problem solving e presa di decisione. Vengono anche sviluppate le capacità relazionali necessarie per interagire in gruppo e la cooperazione.
Bullismo e cyberbullismo: test diagnostici preventivi
Negli ultimi anni è stato introdotto un nuovo strumento per la valutazione del clima emotivo del gruppo in classe al fine di prevenire il bullismo e il cyberbullismo.
- TPB – Test Prevenzione Bullismo (Nicola Botta, Anna Accetta, Isa Zappullo, 2020). Il test standardizzato e validato in italiano misura il livello di disadattamento sociale dell’individuo tra i 9 e i 18 anni di età. Grazie al TPB è possibile ottenere un’istantanea delle modalità di gestione delle relazioni dell’individuo in diverse occasioni misurando il disadattamento psico-sociale e identificando i possibili comportamenti a rischio. È un test semi-proiettivo in cui si utilizzano delle tavole (disegni) che riproducono alcune situazioni di vita sociale scolastica, familiare o di gruppo. I disegni sono neutri, privi di caratteristiche indicanti emozioni (espressioni facciali), gesti, prossemica. Per ogni tavola sono presenti 5 affermazioni che descrivono l’immagine neutra attribuendo intenzioni differenti agli attori: adattive, neutre o disadattive (bullismo).
- Questionario di Olweus (1991). È un questionario atto a rilevare comportamenti di bullismo e vittimizzazione per i ragazzi che frequentano la quarta elementare fino alla terza media. È composto da 28 item suddivisi in due sezioni relative alla prepotenza subita e agita. Il questionario fornisce solo degli indicatori che dovrebbero essere monitorati e tenuti sotto controllo al fine di non superare i limiti e sfociare in comportamenti violenti e lesivi. Il questionario è anonimo.
Bullismo: come affrontare il problema con la TCC
La terapia cognitivo comportamentale è mirata a modificare gli schemi disfunzionali alla base del comportamento disadattivo per raggiungere un benessere psicologico nel quotidiano (familiare, lavorativo ecc.).
Infatti, il comportamento del bullo è spesso associato a:
- Ansia.
- Bassa autostima e bassa autoefficacia.
- Scarso controllo degli impulsi.
- Attribuzione di pensieri.
- Intenzioni e comportamenti disfunzionali.
Invece, nella vittima possono manifestarsi scarsa autostima, comportamenti autolesivi, pensieri negativi su di sé, che alimentano il suo senso di insicurezza portandola in un circolo vizioso depressivo.
Benefici della terapia
Attraverso un percorso tra paziente e terapeuta, la terapia:
- Aiuta il paziente ad individuare e a mettere a fuoco la relazione tra pensieri, sentimenti e situazioni.
- Utilizza interventi psicoeducativi per l’acquisizione di maggiore consapevolezza dei propri e degli altrui stati emotivi e pensieri.
- Riduce i comportamenti impulsivi e automatici.
- Aiuta a prendere consapevolezza degli schemi disfunzionali aiutando a sostituirli con pensieri funzionali e positivi.
- Migliora l’autostima e il senso di autoefficacia e aiuta a potenziare i meccanismi di protezione e di fronteggiamento (delle situazioni) positivi.
- Aiuta a migliorare le abilità sociali e a controllare i comportamenti inopportuni e impulsivi nel bullo.
- Aiuta a comprendere la relazione tra il proprio comportamento e gli effetti che ha sul prossimo, a migliorare l’empatia e la capacità di attribuzione.
Fonti
- Rossi, M., Sterpa, C., & Ottolini, A. (2009). Conseguenze del bullismo sulla vittima. Quaderni Italiani di Psichiatria, 28(3), 117-123.
- MIUR– Ministero dell’ Istruzione