Sommario
Il mapo, o tangelo, è un agrume ibrido, cioè un incrocio tra un mandarino e un pompelmo.
Appunto “MA” e “PO” sono le sillabe iniziali dei nomi dei suoi genitori, quelle che compongono il suo nome vagamente esotico. Ma di esotico non ha nulla: è un frutto del tutto italiano, creato in Sicilia nel 1950.
Il naturale colore della buccia del frutto, verde brillante o gialloverde, può risultare poco invitante agli occhi di tanti consumatori, abituati alla calda colorazione arancione degli agrumi come arance, mandarini e clementine. Tuttavia, sotto quella scorza che sembra appartenere ad un frutto immaturo, si cela un agrume dal sapore molto gradevole, con spicchi arancioni dalle note agrodolci e profumate simili a quelle del mandarino, ma più delicate ed aspre.
Il mapo si coltiva in Italia dal 1972, ma è ancora accolto con diffidenza dai consumatori, poco inclini a provare esperienze gustative nuove. Come altri agrumi è ricco di sostanze protettive per la salute e, anche grazie alla sua precocità, costituisce il primo baluardo contro le comuni affezioni da raffreddamento.
Mapo: che cos’è
La pianta è classificata in botanica con il nome di Citrus x tangelo (la x del nome indica che si tratta di un ibrido). Appartiene alla vasta famiglia delle Rutaceae e specificatamente al genere Citrus, quelli che solitamente chiamiamo agrumi.
Come tante altre specie di agrumi, anche il mapo è il risultato di un’ibridazione tra due specie differenti. In questo caso si tratta dell’incrocio tra il mandarino “Avana” e il pompelmo “Duncan”. Un ibrido tutto italiano ottenuto nel 1950 dagli studiosi del Centro di ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee di Acireale.
I frutti sono delle bacche chiamate “esperidi” poco più grandi di un mandarino. Sono caratterizzati da una sottile buccia (epicarpo) ricca di ghiandole contenenti oli essenziali. Anche a maturazione completa del frutto la buccia rimane principalmente verde o gialloverde, dando l’impressione di risultare ancora acerbo.
All’interno, invece, il frutto custodisce un endocarpo giallo-arancio uniforme suddiviso in spicchi costituiti da tante vescicole ripiene di un succo dal sapore gradevolmente acido e profumato, che unisce l’asprezza amarognola del pompelmo alla dolcezza e all’aromaticità del mandarino.
Coltivazione e stagionalità
Il mapo matura e si raccoglie nei primi mesi autunno-vernini. Si trova sui banchi dei reparti di ortofrutta tra ottobre e gennaio, in anticipo rispetto agli altri agrumi invernali.
Affinché la pianta possa svilupparsi adeguatamente ha bisogno di un habitat caldo, non troppo umido, caratterizzato da inverni miti, con temperature al di sopra di 0°C e non superiori ai 38°C.
Il periodo vegetativo ideale è tra i 12°C ed i 30°C, in condizioni di protezione da venti eccessivi e su terreni di coltivazione fertili sciolti o di medio impasto, profondi e ben irrigati ma senza ristagni, con pH neutro o quasi.
In Italia, le regioni di produzione del frutto sono principalmente la Sicilia e la Calabria.
Benefici e proprietà del mapo
Antiossidante e antinfiammatorio
Come tutti i frutti del genere Citrus, la vitamina C contenuta nel mapo è un composto che svolge un’importante attività antiossidante e antinfiammatoria.
E’ considerato a buon titolo tra gli agrumi utili ad una prima difesa dalle malattie della stagione invernale.
Sicuramente i flavonoidi sono tra i composti bioattivi più importanti ed abbondanti nel mapo. Una ricerca ne ha identificati undici nel succo, riscontrando la loro interessante attività antiossidante, in grado di eliminare i radicali dell’ossigeno (i noti “radicali liberi”) responsabili dello sviluppo di molti stati patologici, e di ridurre il ferro.
Protegge l’apparato cardiocircolatorio
La vitamina C non solo è in grado di stimolare la risposta del sistema immunitario, ma è utile nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Numerosi studi suggeriscono un‘interazione protettiva della vitamina C e dei flavonoidi degli agrumi verso l’apparato cardiovascolare. Sembra che i composti bioattivi presenti nei frutti, una volta assorbiti e metabolizzati, possano accumularsi all’interno della membrana cellulare modificandone la composizione, la fluidità e la funzionalità.
Inoltre, il consumo di mapo migliora le difese antiemolitiche e la funzione piastrinica, rendendo le piastrine meno ricettive agli stimoli di attivazione e riducendo il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari.
In un quadro preventivo, si è anche osservato che gli agrumi hanno dimostrato un miglioramento dello stato antiossidante plasmatico, in grado di mitigare gli stressori ossidativi che potrebbero contribuire all’aterogenesi.
Protegge i tessuti della pelle e degli organi e rallenta l’invecchiamento
La vitamina C contenuta nel mapo interviene anche in numerosi processi biochimici come la biosintesi del collagene, della carnitina, della norepinefrina, l’attivazione di ormoni peptidici, il catabolismo della tirosina e molti altri che producono effetti benefici sui tessuti e sull’intero organismo.
Inoltre, gli antiossidanti del mapo contribuiscono efficacemente nel rallentamento dei processi degenerativi dell’organismo e quindi dell’invecchiamento, dalla comparsa dei suoi segni più banali, come le rughe o la perdita dei capelli, fino ai più gravi.
Effetto gastroprotettivo del mapo
Il composto svolge una forte azione inibitoria della secrezione gastrica e dell’acidità, riducendo l’infiammazione e lo stress ossidativo e ripristinando l’architettura istologica.
Valori nutrizionali
Trattandosi di un incrocio, il mapo sostanzialmente conserva la stessa composizione chimica dei frutti delle piante originarie. Sono molto lievi le differenze delle concentrazioni di micronutrienti e dei relativi effetti sulla salute.
Il mapo è, come tutti gli agrumi, un frutto ipocalorico ricchissimo di acqua e di fibre, un terzo delle quali solubili. È una buona fonte di minerali, soprattutto di potassio e di calcio.
Il quadro vitaminico eccelle nel contenuto di vitamina C: con soli due frutti si può raggiungere la quantità giornaliera raccomandata. Inoltre, anche per le altre vitamine, come quelle del gruppo B soprattutto di B1, B6 e di folati (vit. B9), il frutto costituisce una risorsa da non trascurare.
Questo agrume possiede anche altri metaboliti secondari (fitochimici) che lo rendono prezioso per la salute umana. Tra questi possiamo annoverare i flavonoidi, i carotenoidi, i limonoidi, le cumarine e acidi organici che donano al mapo proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Mapo: usi in cucina
Oltre ad un consumo al naturale, si presta per essere inserito a crudo in insalate, a cui dona un sapore agrodolce molto interessante, sostituendo brillantemente il limone come condimento, e conferisce note profumate molto appetitose. Alcuni spicchi possono essere tagliati in due o tre parti e mischiati alle foglie di insalata. Al condimento si può aggiungere il succo di un mapo spremuto al momento del consumo.
Con il frutto si possono realizzare anche macedonie invernali, con kiwi, mele, pere ed altri agrumi. Nei dolci, gli spicchi di mapo possono ottimamente guarnire le preparazioni.
Per ogni altro modo di utilizzo è sempre bene ricordare di evitare di disperdere le sue caratteristiche migliori, cioè bontà, profumo e proprietà nutrizionali.
Infatti, la parte più preziosa, la Vit. C, è termolabile ed è sensibile alla luce. Quindi, è preferibile evitare di cucinarlo e, se si utilizza il mapo per succhi o centrifugati, questi vanno consumati subito.
Guida all’acquisto
Il mapo è già entrato tra le referenze di molte catene della grande distribuzione organizzata e si trova quasi sempre anche nei punti di vendita nei mercati presso i banchi ben forniti. Non è comunque tra i prodotti di punta, perché la richiesta ancora non è abbondante e la produzione è limitata.
I mesi migliori per acquistare il mapo sono quelli tra ottobre e gennaio.
Al momento dell’acquisto il mapo deve avere la colorazione tipica del frutto, cioè verde brillante con qualche nota gialla. Il frutto deve essere turgido, sodo, ma non duro né troppo morbido.
Meglio preferire il prodotto di provenienza italiana, che ne garantisce qualità e freschezza.
Mapo: come consumarlo
Grazie al suo gradevole sapore dolce e asprigno e alla facilità di consumo e di trasporto, il mapo è uno di quei frutti che trovano il favore di tutte le classi di età, apprezzati dai bambini come dai più anziani.
Costituisce quindi una risorsa tanto valida e pratica per condurre una alimentazione corretta e per assicurarsi un apporto di acqua e nutrienti in qualsiasi momento della giornata: è pronto da mangiare, non richiede di essere lavato prima del consumo né utensili particolari per essere sbucciato o tagliato, ha una giusta consistenza risultando di facile fruizione anche per i soggetti a ridotta capacità funzionale o di masticazione, come gli anziani o i bambini.
In più, essendo utile anche nella modulazione del metabolismo lipidico e nell’apporto idrico, favorisce in maniera naturale ma efficace la perdita di peso e il reintegro di acqua e sali minerali.
Il consumo avviene normalmente al naturale, previa asportazione della buccia che risulta un po’ più aderente di quella del mandarino o della clementina.
I semi di questi frutti possono essere tranquillamente mangiati, perché non sono nocivi alla salute.
Il mapo si conserva bene per qualche giorno a temperatura ambiente. Meglio però conservarli in luogo fresco o in frigorifero dopo l’acquisto in modo da prolungarne la durata e la disponibilità, possibilmente non oltre i 15 giorni.
Per godere della bontà di questi splendidi frutti, è possibile congelare gli spicchi da utilizzare in qualsiasi momento nella stagione calda per aromatizzare bevande e macedonie.
Tra i metodi di conservazione, è possibile sperimentare delle confetture, associandolo anche ad altri agrumi.
Olio essenziale
L’olio essenziale del mapo, assai raro in verità, può essere utilizzato insieme ad altri oli vegetali (olio di mandorla, jojoba, germe di grano, olio di cocco) come unguento per migliorare la circolazione. In aromaterapia, l’olio essenziale degli agrumi migliora l’umore e contrasta stati d’ansia.
Qualche goccia in un bicchiere d’acqua è utile contro le infiammazioni gengivali, contro le afte o per risolvere problemi di alitosi.
Questo agrume, in virtù dei suoi oli essenziali molto profumati, è l’ingrediente per eccellenza di un liquore chiamato “Mapo Mapo”. La bevanda, ottenuta per infusione idroalcolica dolcificata di agrumi, viene prodotta da “Barbero 1891”, società del gruppo Campari. Ha un sapore dolce, dalle note molto aromatiche.
Si presenta di colore rosato, si beve liscio, ma molto freddo (come alternativa al limoncello) e si presta alla preparazione di svariati cocktail alcolici.
Controindicazioni / Effetti collaterali
Non sono stati rilevati fino ad oggi effetti collaterali specifici legati al consumo del mapo, né sono state rilevate interazioni con l’assunzione di farmaci o altre sostanze.
Tuttavia, trattandosi di un ibrido del pompelmo, non è esclusa l’ipotesi che il frutto possa in qualche modo avere le stesse controindicazioni del “genitore” e interferire con l’assunzione di alcuni farmaci tra cui statine, anti-ritmici, agenti immunosoppressori e bloccanti del canale del calcio.
Per questa ragione, in caso di dubbi, è bene consultare il proprio medico curante.
Botanica: la pianta del mapo
La pianta è un albero abbastanza vigoroso, con radici profonde e fittonanti. Cresce rapidamente, raggiungendo fino a 12 m di altezza. La chioma è simile a quella dell’arancio, globosa ed espansa, ma i rami esterni tendono a pendere in basso.
I rami più forti presentano lunghe spine. L’apparato fogliare è molto denso, sempreverde e composto da foglie verde scuro di forma leggermente allungata soprattutto al vertice.
I fiori sono di colore bianco e molto profumati, così da attirare api e altri insetti pronubi da fine inverno fino a primavera inoltrata.
Varietà
Esistono poche varietà di mapo in commercio.
Quelle più comuni sono Minneola, Orlando, Page, Sampson e Seminole. Possiedono caratteristiche organolettiche identiche fra loro, cambiano però alcuni aspetti quali la presenza più o meno abbondante di semi, l’adattabilità ad habitat leggermente differenti, i periodi di maturazione e le dimensioni dei frutti.
Il frutto del mapo potrebbe essere confuso con altri ibridi di agrumi, sempre di recente introduzione nei mercati.
Uno di questi è chiamato Miyagawa, un incrocio tra una clementina e un pompelmo. Ha una forma meno tondeggiante, più vicina a quella di un mandarino, con un evidente schiacciamento ai poli. Questo frutto visto dall’esterno ha la stessa buccia verde e gialla ma l’interno è di un arancione molto acceso, è molto più dolce del mapo ed è apireno, cioè senza semi.
Un altro ibrido simile è l’Oroblanco, nato negli stessi anni del mapo, in California, dall’incrocio tra un pompelmo e un pomelo.
Di dimensioni molto più grosse del mapo (sembra un grosso cedro) presenta una buccia spessa verde, ma tendente molto al giallo. L’interno ha le sembianze di un limone, ma con vescicole molto pronunciate immerse in un mesocarpo spugnoso bianco molto abbondante.
Non è per nulla amaro, la polpa è dolce e succosa e sta già appassionando molti consumatori anche per la sua composizione nutrizionale dalle notevoli proprietà benefiche. Gli scienziati israeliani stanno reclamando i diritti di questo prodotto e già nel 1984 hanno presentato una domanda di brevetto all’Università della California.
Mapo: cenni storici
La pianta, come accennato, ha una storia relativamente breve. La selezione dell’ibrido è stata ottenuta per la prima volta nel 1950 grazie ad una equipe di agronomi dell’ACM (Centro di ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee) di Acireale.
Il Centro è un’istituzione di pubblica utilità nata nel lontano 1866. Successivamente è divenuto Istituto Sperimentale di Agrumicoltura e dal 1956, il Centro poté disporre di un campo sperimentale di 25 ettari in contrada Palazzelli di Lentini, nel quale vennero condotte le coltivazioni sperimentali di vari agrumi e loro ibridi, tra cui il mapo.
Nel 2004 il Centro è confluito all’interno del Consiglio di Ricerca in Agricoltura (C.R.A.) insieme ad altri Istituti di sperimentazione agricola.
La pianta ottenuta dai ricercatori venne messa in coltura estensiva solo una ventina di anni dopo, nel 1972. Da allora sono sorte le prime coltivazioni in Italia e si è creato un nuovo mercato italiano su questo agrume.
All’estero, l’ibridazione italiana venne messa in coltivazione prima, tanto che alcune fonti disconoscono la maternità del nostro Paese, considerandolo un ibrido giunto dalle coltivazioni di oltreoceano e più precisamente da quelle statunitensi in California e in Florida.
Fonti
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