“L’invenzione della felicità” è un’altra mostra da cogliere al volo prima della chiusura, prevista il 9 gennaio. E’ in corso a Trastevere in Largo Ascianghi 5 nei locali del bellissimo edificio razionalista realizzato fra il 1933 e il ’36 da Luigi Moretti per la Gioventù Italiana del Littorio, la GIL.
Da pochi anni è stato ristrutturato nella sua parte inferiore e adibito a sede di belle mostre organizzate dalla Regione Lazio. Quella che nacque come “Casa dei Balilla” è ora “WEGIL”. Uno spazio che in questo periodo ospita la mostra fotografica di Jacques Henri Lartigue e, al piano superiore, un elegante mercatino di Natale pieno di cose interessanti.
Un fotografo longevo
Nato nel 1894 e morto a 92 anni nel 1986, il francese Lartigue ebbe la sua prima macchina fotografica dal padre, anch’egli appassionato della materia, all’età di 6 anni! Di fatto, quindi, ha ripreso momenti (per lo più allegri, come fa intuire il titolo della mostra) di tutto il secolo scorso.
Corse automobilistiche, gente sulle spiagge, donne belle ed eleganti, comprese le sue tre mogli e molte attrici, ristoranti e festival cinematografici. Nelle 120 foto c’è la vita normale del Novecento, senza le tragedie delle quali c’è solo un accenno. Nella foto della prima jeep alleata che fa il suo ingresso nella Parigi abbandonata dalle truppe di Hitler.
Tutta la vita in un diario
Alcune gigantografie riproducono le pagine del diario che Lartigue tenne aggiornato per tutta la vita. Annotando il meteo e i suoi impegni, fino ad arricchirne le pagine con sapienti schizzi a matita. Del resto, prima di dedicarsi seriamente alla fotografia era stato soprattutto un pittore.
Come fotografo, d’altronde, riuscì a lavorare tanto, ma senza essere preso troppo sul serio. Fino a un incontro decisivo. Quello con il famoso collega Richard Avedon che, alla fine degli anni Sessanta, quasi costrinse Lartigue a pubblicare una summa della sua produzione fotografica nel libro “Diary of a century”, che ebbe un clamoroso successo.
Il famigerato “palazzo degli esami”
Uscendo da questa bella mostra non potete non ammirare su via Induno, di fronte all’edificio di WEGIL, un altro palazzo razionalista dove i meno giovani sono forse passati per sostenere qualche prova impegnativa.
Sulla facciata è definito “Sede degli esami per concorsi di Stato” ed è un po’ più antico, essendo stato costruito nel 1912 dall’architetto Del Bufalo. Dopo un secolo è diventato anch’esso sede di mostre ed eventi.
Una dolce sosta
Proseguendo poi verso il Tevere trovate, in via della Luce 21, il Biscottificio Artigiano Innocenti. Una bottega storica a gestione familiare aperta da più di un secolo.
Qui avrete solo l’imbarazzo della scelta fra molte decine di biscotti, senza contare le torte e qualche prodotto salato.
© Bruga
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