Sommario
Le malattie dei denti sono diverse e ognuna con caratteristiche ben precise e con diversi livelli di gravità. Sono piuttosto frequenti sia in età adulta, sia nei bambini e, se trascurate o non ben trattate, possono comportare conseguenze anche severe.
Le infezioni dentali sono diverse e hanno differenti cause: dalla carie (infezione batterica nei denti) che può causare mal di denti anche molto forti, alla formazione di placca e tartaro (depositi batterici), da gengiviti e parodontiti, alle lesioni di tipo traumatico e/o infiammatorie (ferite e irritazioni provocate da protesi, schegge di denti, granulomi, ascessi, ecc.), a problemi alle articolazioni della mandibola o altre disfunzioni cranio-facciali (malocclusioni).
Non sono quindi da sottovalutare, anche perché sono disturbi che non guariscono spontaneamente e possono acutizzarsi, poiché i tessuti dentali non si rigenerano da soli.
È dunque molto importante rivolgersi al dentista in caso di sintomi che coinvolgono i denti o le gengive.
Denti: come sono fatti
Sono piccoli organi duri che servono principalmente per la masticazione, la fonazione e la propriocezione (la capacità di percepire la posizione del corpo nello spazio) e sono posizionati all’interno di cavità ossee chiamate alveoli.
Hanno poi delle caratteristiche e dei nomi specifici. Ognuno di essi, infatti, svolge una sua funzione e ha una sua specifica posizione all’interno della bocca.
Le strutture ossee che li sostengono sono le ossa mascellari e l’insieme dei denti compongono le arcate dentali.
Uomini e donne sono dotati di due dentizioni distinte: la dentizione decidua o denti da latte (che inizia verso il sesto mese di vita), che sarà poi gradualmente sostituita dalla dentizione permanente (dal sesto anno di vita), attraverso la caduta dei denti decidui e l’eruzione di quelli permanenti.
Ma vediamo nello specifico da cosa è formato un dente.
Come sono composti?
Sono formati da 3 parti principali:
- Corona: è la parte esterna del dente, quella visibile. In base alla funzione che il dente è chiamato a svolgere, può avere diverse forme: più appuntita per i canini, appiattita per gli incisivi e piatta, con solchi e protuberanze, nei molari.
- Colletto: è la parte che collega corona e radice. Intorno al colletto si sviluppa la gengiva che ha una funzione protettiva nei confronti di germi e batteri. È la parte dove più facilmente si annidano i residui di cibo e dove si va a depositare la placca batterica, aprendo la strada a possibili patologie come gengivite e parodontite.
- Radice: è la zona del dente non visibile, quella che si inserisce nell’alveolo. Sostiene il dente e lo fissa all’osso. Incisivi e canini hanno una sola radice, i premolari possono averne una o due, i molari inferiori due, mentre quelli superiori tre.
Smalto, dentina, polpa e cemento
Sono poi composti da strati diversi. Dall’esterno verso l’interno, troviamo:
- Smalto: è la parte più esterna, quella visibile che ricopre la corona, ed è anche il tessuto più mineralizzato del nostro corpo, duro e resistente. È costituito da un 95% di sostanze minerali (idrossiapatite) e dal 4% di acqua e 1% di collagene. È vulnerabile alle sostanze acide e ai batteri della placca (detta anche dentale o batterica, è una sostanza che si deposita sulla superficie dei denti soprattutto negli spazi interdentali o vicino al colletto) e va protetto con un’accurata igiene orale.
- Dentina: si trova sotto lo smalto e serve per sostenere la corona dentale. Circoscrive la polpa sia nella corona che nella radice. Più morbida dello smalto, è costituita dall’80% da idrossiapatite e il 20% da materiale organico. Le cellule che la compongono sono gli osteoblasti. Se lo smalto è deteriorato può essere facilmente attaccata dai batteri o comportare una maggiore sensibilità dentale. Una piccola carie, quindi, anche poco visibile sullo smalto, si può propagare in profondità nella dentina.
- Polpa: racchiusa nella camera pulpare, è composta di tessuto connettivo molle che include i vasi sanguigni, una ramificazione del nervo trigemino e altri tipi di cellule, fra cui gli odontoblasti (cellule che formano la dentina); si sviluppa nella corona (polpa camerale) e si estende nelle radici (polpa radicolare).
- Cemento: è uno strato molto duro, simile a quello osseo, quindi parecchio mineralizzato. È costituito da cellule chiamate cementobalsti. Circonda e protegge le radici del dente e aiuta ad ancorare il dente all’osso alveolare attraverso le fibre del legamento parodontale, un complesso sistema di fibre connettivali che ammortizzano l’attività masticatoria.
Quanti e quali denti abbiamo?
In età adulta il numero dei denti è solitamente 32 e sono detti “permanenti”. In particolare:
- 8 incisivi
- 4 canini
- 8 premolari o bicuspidi
- 12 molari (che includono 4 denti del giudizio).
Invece, nei bambini, i denti sono 20 e chiamati “primari” o denti da latte; 10 nell’arcata dentale superiore e 10 in quella inferiore e sono rispettivamente:
- 4 incisivi
- 2 canini
- 4 molari.
I denti da latte iniziano a spuntare verso i sei mesi di vita e solitamente a tre anni i bambini hanno tutti i denti. Tra i 6 e i 12 anni iniziano poi ad essere sostituiti dai denti permanenti.
I denti, quindi, come abbiamo visto, svolgono importanti funzioni oltre a quella masticatoria e non sono tutti uguali. Ognuno di loro, infatti, ha un ruolo specifico che determina anche la loro forma. Vediamo quali sono:
- Incisivi (o denti anteriori) sono otto denti sottili (4 nell’arcata dentale superiore e 4 nell’inferiore) con i bordi taglienti e servono per mordere il cibo.
- Canini sono 4 denti situati accanto agli incisivi (2 nell’arcata superiore e 2 nella inferiore); sono affilati e a punta e servono per spezzettare il cibo.
- Premolari (o bicuspidi), sono 8 denti accanto ai canini (4 nella zona superiore e 4 in quella inferiore); hanno una forma appiattita con delle protuberanze (cuspidi) e servono per frantumare il cibo in parti più piccole.
- Molari sono 12 denti, i più forti che abbiamo, 6 nella parte superiore e 6 nell’inferiore. Servono per macinare e sminuzzare il cibo in piccole parti per essere inghiottito.
Cause e sintomi delle infezioni dentali
Le cause e la sintomatologia sono strettamente legate alla tipologia di malattia o del disturbo dentale e alla zona del cavo orale colpita. Tuttavia le infezioni batteriche sono le principali responsabili.
Perché anche nella nostra bocca vive una flora batterica che ha comunque una funzione protettiva. Ma in caso di eccessiva proliferazione di questi microorganismi, la barriera protettiva diventa la causa primaria dell’erosione dentale o delle infiammazioni parodontali.
Cos’è la flora batterica orale e a cosa serve?
Anche nella bocca è presente una flora batterica con funzione protettiva formata da protozoi, batteri e miceti.
Sono almeno 300 le specie diverse di batteri presenti nel cavo orale, tra cui gli streptococchi (S. Mutans, S. Mitior, S. Salivarius, S. Sanguis, S. Viscosus) e i lattobacilli (L. Casei, L. Acidophilis, L. Actynomices) che sono molto importanti per la salute orale, poiché si nutrono dei residui di ciò che mangiamo.
Infatti, trasformano lo zucchero presente nei residui alimentari in acido lattico e producono enzimi. Queste sostanze prodotte dai microrganismi sono però anche in grado di ammorbidire i tessuti duri del dente e originare una carie.
È quindi necessario che si crei un equilibrio. Ad esempio, se i batteri si riproducono troppo rapidamente, la saliva li “ripulisce” dalla bocca per incanalarli nello stomaco che li elimina.
Tuttavia la diminuzione della saliva o un aumento eccessivo del numero dei batteri (come succede se non ci laviamo i denti dopo il pasto), può alterare questo equilibrio e provocare nel tempo disturbi come la carie.
Denti: principali malattie e disturbi dentali
1 – Carie ai denti
È certamente la più nota e diffusa malattia del cavo orale, in particolare dei tessuti duri del dente.
Si tratta, infatti, di un progressivo deterioramento della superficie dentale (lo smalto), con la formazione di una cavità che lentamente penetra in profondità e raggiunge le parti più interne del dente (polpa e dentina).
Non c’è un’unica causa, perché la carie è determinata dall’interazione di diversi fattori. Tra questi c’è la presenza, tra le centinaia di specie di microbi presenti normalmente nella bocca, di alcuni specifici batteri che proliferano in base al tipo di cibi che assumiamo.
Lo zucchero, in particolare, aumenta il livello di acidità, favorendo lo sviluppo di batteri cariogeni. Si tratta di microrganismi capaci di sciogliere i minerali di cui è composta la parte esterna del dente, provocando in questo modo la sua lenta corrosione.
I sintomi della carie sono quindi più o meno gravi, in base allo sviluppo di questo processo di demineralizzazione del dente.
Nella fase iniziale, infatti, il danno è solo superficiale e riguarda la parte esterna del dente. Si può avvertire una maggiore sensibilità dentale mangiando cibi freddi o caldi.
Tuttavia, man mano che la carie penetra più in profondità, il dente diventa sempre più sensibile e dolorante. Quando, infine, la carie raggiunge la polpa dentaria, ricca di terminazioni nervose e vasi sanguigni, il dolore può essere molto forte.
Infatti, rimanendo scoperta, la polpa si infiamma poiché entra direttamente in contatto con:
- Germi
- Residui di cibo
- Sbalzi di temperatura, ecc.
Scopri di più nel nostro approfondimento sulla carie.
2 – Bruxismo
Dal greco βρύχω, brùcho “digrignare”, il bruxismo è la contrazione involontaria dei muscoli masticatori in cui si serra con forza la mascella e si digrignano i denti. Può accadere anche che si serrino semplicemente i denti, mantenendo staticamente i denti stretti.
Si verifica prevalentemente di notte, quando si dorme (ma anche da svegli) e può causare vari disturbi come:
- Dolore alla mandibola
- Usura dei denti
- Mal di orecchi
- Cefalea.
Le cause possono essere diverse: stati di ansia e nervosismo, disallineamento delle arcate dentarie o malformazioni della mandibola, disturbi del sonno o psicologici, ecc. Nei bambini, può essere anche una modalità con la quale cercano di attenuare mal di denti o dolore da otite.
Generalmente il soggetto non si rende conto di digrignare i denti. Il più delle volte sono i familiari e i partner ad accorgersi del fenomeno. In altri casi è il dentista a notare l’abrasione dei denti.
Non essendoci dei trattamenti specifici e definitivi per il bruxismo, ci si può avvalere di un bite, un dispositivo che impedisce il contatto tra i denti. Ovviamente molto dipende anche dalle cause scatenanti. Se il problema è di natura emotiva o psicologica, è il caso di intervenire anche con tecniche di rilassamento o rivolgendosi a uno psicoterapeuta.
Scopri di più nel nostro approfondimento sul bruxismo.
3 – Infezione del dente del giudizio
I denti del giudizio sono dei molari e si chiamano così perché sono gli ultimi a spuntare (appaiono quando si è più “maturi”, tra i 17 e 21 anni). Normalmente sono quattro, due superiori e due inferiori e hanno il ruolo di masticare, tagliare e frantumare il cibo consumato.
L’età della loro comparsa può variare e, in alcuni casi, possono non spuntare mai. Questi molari sono comunque utili se si sviluppano correttamente e sono sani, altrimenti possono provocare infezioni gengivali o danni ai denti vicini e sono da estrarre.
Il dentista solitamente esegue una radiografia per essere sicuro del posizionamento della radice sull’osso e poi procede all’intervento. La manovra è relativamente rapida e il dolore post anestesia può essere controllato con antidolorifici da banco.
Il dente del giudizio richiede, tuttavia, un’attenzione speciale rispetto agli altri 28 denti, perché ha una posizione difficile sia per controllare la crescita, sia per la pulizia.
È quindi fondamentale recarsi regolarmente dal dentista al fine di prevenire eventuali complicanze.
Il dolore che può provocare può essere molto intenso, quindi nonostante gli antidolorifici è consigliabile recarsi subito dal dentista e capire come fare.
Scopri di più nel nostro approfondimento sul dente del giudizio.
4 – Parodontite
La parodontite (o piorrea nel suo stato avanzato) è un‘infiammazione del parodonto, cioè la struttura che sorregge il dente, che comprende:
- Legamento parodontale
- Gengive
- Cemento radicolare
- Osso alveolare.
Si sviluppa solitamente quando una gengivite, caratterizzata da abbondante placca e tartaro (un’aggregazione di batteri, residui di cibo, saliva e muco con sali di calcio e fosfato) sotto il margine gengivale, non è stata adeguatamente trattata. Poi, nella parodontite, si formano tasche profonde nel tessuto parodontale che possono ospitare specifiche tipologie di microrganismi più aggressivi e innescare il processo infiammatorio.
A causa dell’infiammazione, le gengive progressivamente perdono adesività sui denti, ha inizio il riassorbimento osseo, e le tasche parodontali diventano sempre più profonde. A causa della perdita progressiva dell’osso, i denti diventano mobili e le gengive arretrano.
Se non trattata, quindi, è una malattia che può portare alla perdita dei denti.
Occorre quindi una buona prevenzione: lavarsi i denti almeno tre volte al giorno, usare il filo interdentale e sottoporsi a regolari controlli dentistici per un trattamento tempestivo ed efficace.
Scopri di più nel nostro approfondimento sulla parodontite.
5 – Gengivite
La gengivite è un disturbo del cavo orale, piuttosto frequente, causato il più delle volte dalla scarsa igiene orale. Si manifesta con arrossamento, gonfiore e sanguinamento del tessuto gengivale. L’infiammazione si origina dall’accumulo della placca dentale, uno strato di batteri che si forma sulla superficie dei denti e tra gli spazi interdentali. Sono quindi i batteri ad irritare la gengiva provocando l’infiammazione.
Tra i sintomi più comuni della gengivite, ricordiamo: il gonfiore delle gengive – che diventano più rosse – il sanguinamento, l’alitosi, le recessioni gengivali, ma anche dolore e difficoltà masticatoria, ascessi e febbre.
Per prevenire la gengivite è consigliabile una corretta igiene orale e controlli periodici dal dentista. Inoltre, è molto importante lavare i denti dopo ogni pasto, con la tecnica corretta e con un’adeguata strumentazione (spazzolino, collutorio, filo interdentale).
Per questo, il dentista può aiutare a capire come e cosa migliorare per una corretta igiene del cavo orale.
Scopri di più nel nostro approfondimento sulla gengivite.
6 – Pulpite dentale
La pulpite è un‘infiammazione del dente che, come dice la parola stessa, colpisce la polpa. Può derivare da una carie, ma anche da otturazioni mal eseguite o carie non ben curate.
Il sintomo principale è il dolore, sia durante la masticazione, sia nella deglutizione di liquidi freddi o particolarmente caldi. Per questo può essere facilmente confusa con una semplice carie ma grazie all’esame radiografico e ai test di vitalità pulpare il medico specialista è in grado di fare una diagnosi precisa.
Il trattamento prevede diverse fasi che vanno dalla rimozione della carie al ripristino del dente danneggiato e talvolta all’estrazione dello stesso.
Scopri di più nel nostro approfondimento sulla pulpite dentale.
7 – Ascesso dentale
L’ascesso è tra i disturbi più frequenti del cavo orale. Causato da un‘infezione batterica, è piuttosto fastidioso e doloroso e può colpire grandi e piccoli.
È un rigonfiamento dovuto a un accumulo di pus (un liquido giallastro composto prevalentemente da batteri, plasma e globuli bianchi) localizzato solitamente intorno all’apice o alla radice di un dente. Si manifesta quindi con un gonfiore della guancia e un intenso dolore di tipo pulsante ed è la reazione evidente del nostro sistema immunitario che cerca di contenere e di eliminare l’infezione.
È, quindi, l’eccessiva crescita dei microorganismi presenti normalmente nella bocca (che trasformano lo zucchero dei residui alimentari in sostanze capaci di indebolire i tessuti duri del dente, come accade nella carie) a provocare l’infezione che può raggiungere i nervi e i vasi sanguigni della polpa dentale, causando disturbi dolorosi come nevralgie, pulpiti, ascessi, ecc.
In base alla localizzazione si distinguono due i tipi di ascesso: periapicale e paradontale. C’è poi l’ascesso ricorrente, che deriva, invece, dalla riacutizzazione di una precedente infezione non curata adeguatamente o di tipo cronico.
Scopri di più nel nostro approfondimento sull’ascesso.
8 – Granuloma
Il granuloma dentale è una formazione, localizzata generalmente nella parte apicale della radice del dente, di tipo granulomatoso. La causa è un’infezione batterica cronicizzata dovuta generalmente a una patologia dentale trascurata o non curata.
È composto di diversi tipi di cellule, come i globuli bianchi, macrofagi (le cellule “spazzino” che eliminano residui cellulari e batteri) e fibroblasti (del tessuto connettivo) e rappresenta la reazione del nostro sistema immunitario per arginare l’infezione. In altre parole, il nostro corpo crea una specie di barriera per ostacolare il passaggio degli agenti patogeni.
L’approccio terapeutico solitamente tende a essere conservativo. Con un’adeguata terapia canalare, infatti, si tende a favorire il riassorbimento del granuloma, evitando la perdita del dente.
Si chiama granuloma per il processo di “granulazione” che subisce il tessuto connettivo dentale, come reazione difensiva per fronteggiare i batteri che hanno invaso, anche parzialmente, l’endodonto (lo spazio all’interno del dente che racchiude la polpa dentaria).
Le cause dell’infezione possono essere diverse: una carie trascurata, una frattura del dente oppure una devitalizzazione non ben riuscita. Infatti, i batteri possono proliferare nelle parti del canale radicolare non trattate (o “dimenticate”) durante la devitalizzazione, provocando l’infiammazione della polpa dentaria (con conseguente necrosi, cioè la morte cellulare) e attivando la risposta del sistema immunitario. Solitamente è asintomatico.
Scopri di più nel nostro approfondimento sul granuloma.
9 – Alveolite
Si tratta dell’infiammazione dell’alveolo, la cavità ossea in cui sono situate le radici dei denti. È un’infezione che si origina tipicamente dopo l’estrazione di un dente, di solito quello del giudizio.
Solitamente guarisce da sola in qualche giorno o dopo qualche settimana dall’esordio dei sintomi. Si manifesta con un dolore anche intenso nella zona di estrazione che può estendersi all’orecchio e alla mandibola e che peggiora con la masticazione.
Il trattamento prevede l’uso di antinfiammatori e antibiotico, come da prescrizione medica.
10 – Malocclusione dentale
Si verifica quando i denti dell’arcata superiore non sono correttamente allineati con quelli dell’arcata inferiore.
Ciò comporta un’alterazione delle principali funzioni dei denti come quelle masticatorie e fonetiche e possibili ripercussioni in altre parti del corpo.
La prima zona corporea che ne risente è certamente la bocca, con difficoltà nella masticazione, dolori mandibolari e affollamento dei denti (una condizione che si verifica quando all’interno della mascella non c’è spazio a sufficienza e i denti tendono a inclinarsi o a sovrapporsi per ricavarsi lo spazio necessario).
Questo implica anche una maggiore predisposizione a malattie dentali come carie, gengiviti e parodontiti.
Inoltre, il mancato equilibrio tra mascella e mandibola si ripercuote anche nella zona temporo-mandibolare causando:
- Dolore cervicale
- Cefalea
- Mal di orecchi o acufeni (ronzii agli orecchi)
- Mal di schiena.
La sintomatologia è comunque collegata al livello di gravità della malocclusione. Si può curare, infatti, con apparecchi ortodontici mobili o fissi, mentre le forme più gravi (dovute solitamente ad anomalie genetiche) richiedono un intervento di ortodonzia correttiva.
Denti, cura e trattamento
La cura dei denti si effettua principalmente dal dentista, mediante trattamenti ortodontici ed endodontici (cioè dei tessuti interni del dente). In molti casi, come per gli ascessi, ad esempio, si prescrive anche l’antibiotico per aiutare l’organismo a combattere l’infezione.
Tuttavia è opportuno ricordare che senza rimuovere le cause alla base della malattia dentale, il rischio di recidiva e di riacutizzazioni è molto alto. Per questo motivo è importante rivolgersi sempre a un medico dentista, evitando il fai da te, e adottare semplici regole di prevenzione.
Anche per semplici trattamenti estetici come lo sbiancamento dei denti, è consigliabile rivolgersi sempre a un professionista per evitare conseguenze sulla salute dentale.
Denti: prevenzione delle malattie dentali
Per una buona salute orale la prevenzione è molto importante. Tra le cause principali dei problemi ai denti, infatti, c’è proprio la scarsa igiene orale e una alimentazione non corretta che favoriscono lo sviluppo di carie, tartaro e lesioni del cavo orale.
Ecco 5 semplici regole per una buona prevenzione:
- Usare un dentifricio a base di fluoro. Questo tipo di prevenzione contro la carie è utile a qualsiasi età.
- Avere cura dei propri denti e gengive. Lavarsi i denti almeno dopo i tre pasti principali, passare il filo interdentale e usare un buon collutorio riduce significativamente la formazione della placca e previene le gengiviti.
- Evitare il fumo. Oltre agli altri rischi per la salute, i fumatori sono molto più soggetti ai disturbi gengivali rispetto ai non fumatori.
- Seguire una sana alimentazione. Adulti e bambini dovrebbero evitare cibi ricchi di zucchero come dolci, snack e bibite zuccherate. Mangiare frutta e verdura, invece, ricca di fibre stimola la salivazione che, a sua volta, elimina i batteri e i residui di cibo dai denti.
- Andare regolarmente dal dentista, anche per individuare i primi sintomi di malattia e intervenire tempestivamente. Anche una pulizia dei denti professionale può prevenire molti problemi futuri.
Fonte
- Epicentro-salute del cavo orale.