Il 28 luglio è la Giornata mondiale dell’Epatite.
Per l’occasione le associazioni lanciano l’allarme: è urgente diffondere i vaccini.
Giornata Mondiale delle Epatiti
Il 28 luglio si celebra la Giornata mondiale delle Epatiti.
È stata scelta questa data in onore di Baruch Blumberg, scienziato vincitore del premio Nobel, che ha scoperto il virus dell’epatite B (HBV), ha sviluppato un test diagnostico e un vaccino. Il 28 luglio è, infatti, il giorno del suo compleanno.
Esistono cinque principali ceppi del virus dell’epatite, denominati tipi A, B, C, D ed E.
La differenza risiede nella modalità di trasmissione, nella gravità della malattia, distribuzione geografica, prevenzione e approcci terapeutici. I ceppi più diffusi sono quelli di tipo A, B e C.
La Giornata mondiale delle Epatiti è un’occasione per intensificare gli sforzi nazionali e internazionali, incoraggiare azioni e impegno da parte di tutti sui rischi della patologia.
Infatti, la malattia riguarda più di 320 milioni di persone in tutto mondo.
Epatite: servono più vaccini
In Italia, l’impegno per sconfiggere le epatiti viene portato avanti dalla Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) e dall’Aisf (Associazione italiana per lo studio del fegato).
Sono queste associazioni a denunciare la scarsa copertura dei test e del trattamento delle epatiti.
È questa la lacuna più importante da affrontare per raggiungere l’obiettivo di eliminazione globale della malattia entro il 2030.
Infatti, l’Epatite B può essere prevenuta con il vaccino, mentre l’Epatite C si può curare con farmaci efficaci.
Per questo, l’Organizzazione mondiale della sanità aveva fissato l’obiettivo della sua eliminazione entro il 2030.
Il nostro paese è ben lontano dal raggiungimento dell’obiettivo.
Come riportato dai dati dell’ISS, nel 2020 sono stati segnalati 19 nuovi casi di epatite C acuta, con un’incidenza di 0,04 casi per 100mila abitanti. Un dato sottostimato a causa della pandemia.
“Serve un rilancio per la diffusione di vaccini, screening e trattamenti. In questo anno e mezzo vi è stata una diminuzione significativa sia delle diagnosi che dei pazienti trattati per l’eradicazione dell’Epatite C”, sottolinea il direttore scientifico del Simit Massimo Andreoni.
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