Sommario
Il bruxismo, dal greco βρύχω, brùcho, «digrignare i denti», è un disturbo comportamentale che influisce in maniera profondamente negativa sulla salute, sulla stabilità e sulla durevolezza dei denti.
Inoltre, è spesso accompagnato da moltissimi sintomi corporei, come cefalee e contrazioni paracervicali. Associato principalmente al digrignamento notturno dei denti, questo disturbo è in realtà molto più complesso e, nella maggior parte dei paesi del mondo, assolutamente sottostimato.
Le persone più giovani sono quelle maggiormente colpite e il fenomeno decresce con il passare degli anni. Si parla di bruxismo degli adulti e di quello dei bambini. Per la diagnosi, è sufficiente una visita medica del dentista, che ispezionerà la salute dei denti verificando l’usura, le lesioni, la sensibilità dei muscoli della mascella.
Il rimedio più utilizzato è il bite. Ma sono efficaci anche il training autogeno, il pilates, lo yoga, per stimolare un uso corretto ed equilibrato della muscolatura di tutto il corpo.
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Bruxismo: che cos’è
E’ l’abitudine a serrare (clenching) o digrignare (grinding) i denti.
Questo fenomeno è presente durante il sonno spesso inconsapevolmente e viene descritto con frequenza anche durante il giorno.
Quindi, è un’attività “parafunzionale” perché non rientra nella “funzione” propria della bocca, come altre abitudini che fanno parte della vita quotidiana, come masticare chewing gum.
L’American Academy of Sleep Medicine (2005), definisce il bruxismo come: “Una parafunzione orale caratterizzata dal digrignare o stringere i denti durante il sonno, associata ad un eccessivo numero di microrisvegli (arousal)”.
Invece, l’American Academy of Orofacial Pain lo definisce, come: “Un’attività parafunzionale diurna o notturna che comprende il digrignamento, lo sbattere, il serramento o l’attrito dei denti”.
Bruxismo primario e secondario
Si posso distinguere 2 tipi di bruxismo. Il primario o idiopatico, per le persone in buona salute che digrignano i denti per colpa dello stress. Invece, il bruxismo secondario può essere associato a:
- problemi del tavolato occlusale
- farmaci o altre sostanze (inibitori del reuptake delle catecolamine, antagonisti della neurotrasmissione dopaminergica)
- disturbi del sonno
- disturbi neurologici o psichiatrici
- altre patologie (carenze nutrizionali, disturbi sistema endocrino).
Epidemiologia
L’epidemiologia vede un’incidenza del bruxismo nella popolazione di circa l’8%, di questi circa un 50% sviluppa sintomi clinici e solo il 5% si rivolge allo gnatologo per un approccio terapeutico.
Le persone più giovani sono quelle maggiormente colpite. Infatti, il fenomeno decresce con il passare degli anni. Si parla di bruxismo degli adulti e di bruxismo dei bambini.
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Cause del bruxismo
L’eziologia prevede con certezza una multifattorialità.
Una prima ipotesi, ritenuta superata da tempo, ipotizzava che interferenze nell’occlusione dentale potevano scatenare questa attività.
Altri studiosi suggeriscono che sia legato allo stress (“con eccesso di energia”) in quanto l’associazione è costantemente notata dai pazienti stessi.
Invece, maggiori conferme trova l’ipotesi che il bruxismo faccia parte di una SAR (sleep aurosal response) o che sia espressione di una alterazione del sistema dopaminergico.
Infine, viene data qualche importanza all’impiego di farmaci che possono coinvolgere l’attività muscolare provocando bruxismo, tra questi alcuni neurolettici e antidepressivi (venlafaxina, fluvoxamina).
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Fattori psicologici
Stress e tratti di personalità sono frequentemente menzionati in relazione al determinarsi del bruximo.
A livello neurofisiologico possiamo schematizzare come lo stato emozionale dell’individuo sia controllato dall’ipotalamo, dal sistema reticolare e soprattutto dal sistema limbico.
L’influenza di questi centri si effettua tramite l’attivazione delle fibre fuso-motorie, che determinano la contrazione delle fibre muscolari intrafusali.
I fusi vengono così sensibilizzati a tal punto che i muscoli possono venir contratti di riflesso in seguito a qualsiasi minimo allungamento muscolare.
Si determina così un’iperattività muscolare che, nei casi di particolare tensione emotiva, può portare al digrignamento o serramento dei denti, anche in assenza di qualsiasi tipo di interferenza occlusale. Viene descritta una iperstimolazione del nucleo motorio del nervo trigemino.
Personalità e bruxismo
Per quanto riguarda la personalità con alti tratti nevrotici, i soggetti affetti da bruxismo differiscono dai soggetti di controllo per la presenza di:
- maggiori livelli di ostilità
- depressione
- sensibilità allo stress.
I bambini bruxisti sono apparentemente più ansiosi dei non bruxisti mentre i cinquantenni bruxisti solitamente sono single e hanno livelli di istruzione superiore.
I dolori tendono ad essere maggiormente disabilitanti la mattina al risveglio rispetto alle altre ore diurne e nei soggetti ansiosi qualsiasi forma di cefalea mattutina determina uno stato di allarme con una alimentazione dello stato ansioso.
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In alcune personalità lo stress può rappresentare un aumento di tensione (eccesso di energia) che determina agitazione o altra manifestazione violenta. Invece, in altre personalità, timide e/o insicure, si possono manifestare:
- ulcera gastrica
- ipertensione
- disturbi cardiaci
- cefalee
- bruxismo.
Infatti, viene riportata una diminuzione importante del fenomeno quando diminuisce lo stress della persona.
Dal punto di vista psicoanalitico, l’attività parafunzionale rappresenta una regressione alla fase orale dello sviluppo nella quale la bocca viene usata per sfogare:
- frustrazione
- stress
- rabbia.
Fattori Neurologici
In relazione al bruxismo sono stati descritti:
- traumi cerebrali
- infarto dei gangli della base
- paralisi cerebrale
- sindrome di Down
- epilessia
- malattia di Huntington
- malattia di Leigh
- setticemia meningococcica
- atrofia multipla sistemica
- ADHD (Attention Deficit Hiperactivity Disorder)
- atrofia olivo-ponto-cerebellare.
Tuttavia, i fattori neurologici più frequenti sono rappresentati dal Morbo di Parkinson, la Sindrome di Gilles de la Tourette, la Sindrome di Rett e le demenze, che come già accennato vedono coinvolta un’alterazione dei sistemi GABAergico e dopaminergico, in modo più o meno grave.
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Fattori Psichiatrici
Tra i fattori psichiatrici devono essere presi in considerazione il Disturbo Ossessivo Compulsivo, i soggetti affetti da Dipendenza da Sostanze come:
- anfetamine
- anfetamino-simili
- cocaina
- alcool.
Inoltre, nei forti fumatori, dipendenti da nicotina, questa stimola l’attività centrale dopaminergica.
I disturbi d’ansia possono prevedere la presenza di bruxismo, anche diurno. Al di là dell’inquadramento diagnostico-nosografico, in soggetti ansiosi, c’è anche il sintomo della cefalea al risveglio, frequente in questi casi e che alimenta:
- ansia
- rimuginazione ipocondriaca.
Perché si digrignano i denti: sintomi e conseguenze
I sintomi del bruxismo sono ben precisi e quindi individuabili dal dentista:
- dolore ai denti
- difficoltà nell’aprire e chiudere la bocca
- mal di testa
- dolore al collo
- maggiore sensibilità dentale.
Digrignare i denti, cioè farli sfregare gli uni contro gli altri, comporta un’usura dei denti stessi.
Invece, se prevale il serramento dentale (bruxismo statico), l’usura è minore, però si possono formare delle piccole lesioni dello smalto dovute alla pressione, fino a fratture dei denti e delle protesi.
La sollecitazione che i movimenti del bruxismo procurano sui denti si trasmette alla loro struttura di supporto, cioè l’osso dei mascellari e alle gengive provocando recessioni gengivali e riassorbimento osseo, con conseguente mobilità dentale.
Inoltre, crea un notevole affaticamento e dolore della muscolatura masticatoria non concedendole tempo per rilassarsi attivandola continuamente, soprattutto durante la notte, quando i muscoli dovrebbero riposare.
Quindi, questo affaticamento può estendersi anche ai muscoli del collo e delle spalle, dando origine a forme di cefalea oltre che a dolore facciale.
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Sospettare la presenza di bruxismo quando si verifica una di queste condizioni:
- Coscienza di digrignamento o serramento dei denti.
- Lesioni dentali.
- Affaticamento o dolore ai muscoli masticatori.
- Esagerato ingrossamento dei muscoli della guancia durante il serramento volontario dei denti.
- Cefalea di vari tipi.
- Dolori cervicali e/o alle spalle.
- Vertigini.
- Acufeni, tintinii, rumori all’orecchio, ovattamento delle orecchie.
- Sonno disturbato.
Altra sintomatologia comprende astenia mattutina.
Digrignamento o bruxismo: come si cura?
Poiché il bruxismo è una manifestazione che vede una multifattorialità si dovrebbe intervenire a livelli distinti.
Il primo specialista coinvolto è certamente l’odontoiatra il quale spesso per ridurre i danni provocati utilizza una “placca masticatoria” mobile, il bite, che ha una funzione protettiva.
Infatti, Il bite agisce come una barriera evitando il contatto diretto tra le cuspidi dei denti e anche permette di modificare la posizione della mandibola, migliorando l’attività dei muscoli e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporo-mandibolari.
Inoltre, è utile l’applicazione di tecniche di rilassamento, come:
- Training Autogeno
- Rilassamento Muscolare Progressivo di Jacobson.
Queste permettono di prendere coscienza del proprio livello di tensione muscolare, con la conseguente induzione di rilassamento.
A livello psicologico sono necessari colloqui di sostegno e/o maggiormente strutturati per individuare le cause originarie dello stress.
In altri casi, soprattutto per i disturbi d’ansia e per i DOC (Disturbi Ossessivi Compulsivi), dove l’intervento è più complesso sono previsti farmaci psicoattivi quali Benzodiazepine (a basse dosi) e serotoninergici.
Altri farmaci quali miorilassanti, calcio antagonisti e la clonidina sono impiegati più raramente. Utile è risultato l’impiego di propranololo e carbamazepina.
Tipi di bite per denti. Quale scegliere?
I bite per bruxismo sono di tre differenti tipologie.
- Preformati, con forma standard.
- Automodellanti, che prendono la forma della propria impronta dentale.
- Personalizzati, creati ad hoc dal dentista dopo aver preso l’impronta e aver verificato il tipo di problema da risolvere.
Come scegliere il bite dentale più indicato in caso di bruxismo? I dentisti consigliano i bite alti e con un buono spessore.
Infatti, quelli sottili rendono difficile il rilassamento della muscolatura durante il digrignamento. Attenzione, però, che il bite non sia nemmeno troppo alto. In questo caso, infatti, si rischia di tenere le arcate “aperte”.
Quindi, un buon bite è quello bilanciato, perché permette un’ammortizzazione ottimale dei denti e un buon andamento della terapia.
Quando scegliere il bite per denti in farmacia
Il bite da farmacia per bruxismo è un’alternativa al bite personalizzato creato dal dentista.
Puoi ricorrere a questo bite per denti se il tuo è un bruxismo lieve, curabile con un apparecchio semi-standard. Il principale vantaggio del bite da farmacia è che non devi prendere l’impronta in studio e conseguentemente prendere appuntamento dal dentista e quindi lo hai rapidamente.
Il miglior bite per denti disponibile in farmacia è quello modellante. È creato, infatti, con un materiale termoplastico che si adatta perfettamente alla forma della tua dentatura. Basta tenerlo a mollo in acqua bollente per pochi secondi, in modo che la resina diventi morbida. Dopodiché, lo inserisci sui denti per farne un calco preciso.
E se il calco non dovesse riuscire al primo tentativo? Nessun problema: puoi riprovarci più e più volte, perché il materiale non si rovina.
Quando ricorrere al bite fatto dal dentista
Il bite del dentista, a differenza di quello di farmacia, è uno strumento necessario quando ai problemi di bruxismo si uniscono quelli di maloccusione dentale.
Oppure, quando la gravità del bruxismo è tale da determinare problemi temporomandibolari.
Il bite per denti si inserisce in questi casi in una terapia più articolata, che sarà il dentista a valutare volta per volta, anche cambiando spessore e utilizzo del bite nel corso della cura.
Quindi, quello fatto dal dentista è un apparecchio personalizzato, fatto su misura per il singolo paziente e si tratta di bite durevoli nel tempo.
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Quanto costa un bite per denti
I prezzi dei bite per denti variano, ovviamente, a seconda del modello e della funzione terapeutica che hanno. Il prezzo dei bite del dentista è più alto e va da un minimo di 150/200 euro a un massimo di 1500 euro per bite inseriti nell’ambito di una terapia gnatologica. Questo perché fatti su misura e specifici per trattamenti medio-lunghi e fisioterapia temporo-mandibolare
Il bruxismo è un disturbo che coinvolge i muscoli masticatori, che durante il sonno oppure durante il giorno tendono a chiudersi provocando il digrignamento dei denti.
La fisioterapia per il bruxismo può essere una soluzione molto efficace per ridurre i sintomi ed evitare ulteriori problemi a chi soffre di questa patologia.
In particolare, se si è affetti da un dolore mandibolare, è consigliabile una fisioterapia temporo-mandibolare, che deve essere praticata da un fisioterapista esperto di ATM (Articolazione Temporo Mandibolare).
Fisioterapia per il bruxismo
L’articolazione temporo-mandibolare è una parte anatomica molto complessa.
Infatti, questa articolazione collega la mandibola all’osso temporale del cranio. La fisioterapia temporo-mandibolare prevede una serie di interventi che servono ad individuare la disfunzione all’ATM e la rieducazione della mandibola.
Il fisioterapista interviene con delle manovre specifiche sui muscoli facciali e su quelli temporali, ed esegue anche dei trattamenti intraorali, per detendere le strutture contratte.
Il fisioterapista per la cura del bruxismo si avvale anche di strumenti in grado di produrre delle vibrazioni meccaniche che, grazie alla loro azione, portano ad un miglioramento della contrattura.
Per questo tipo di trattamenti si rivela particolarmente efficace la laser terapia che agisce sulle fasce muscolari con notevoli benefici.
Il percorso riabilitativo può prevedere 1 o 2 sedute alla settimana. Tutto dipende dell’entità del problema che bisogna affrontare, che può essere più o meno grave.
Infine, il fisioterapista, durante la cura del bruxismo, può consigliare al paziente anche una serie di esercizi specifici da svolgere a casa.
Cura del bruxismo: osteopatia
Un ulteriore rimedio efficace contro il bruxismo è l’osteopatia, che aiuta a ridurre le tensioni muscolari a livello del collo e delle spalle. Inoltre, permette anche di intervenire sulla cervicale e sui problemi posturali.
Come l’osteopata cura il bruxismo
L’osteopata per curare il bruxismo, esegue dei trattamenti mirati al riposizionamento della mandibola, un intervento fondamentale per riequilibrare il tono della muscolatura masticatoria, che può essere la causa stessa del bruxismo.
L’osteopata svolge una manipolazione sull’aerea cranio-sacrale, sull’apparato masticatore e sul tratto cervicale della colonna vertebrale, che porta a diminuire le tensioni presenti in queste zone.
Restituendo una corretta postura cervicale e ridando il giusto tono alla muscolatura coinvolta nella masticazione, si possono ridurre il digrignamento dei denti, diminuire la compressione dentale quando i denti vengono chiusi e far scomparire quasi del tutto i problemi di cefalea muscolo-tensiva legati al bruxismo.
Questo porta un notevole miglioramento a livello di qualità di vita nella persona che ha problemi di digrignamento dei denti.
La fisioterapia e l’osteopatia possono essere un importante supporto alla terapia odontoiatrica ma la prima tappa per iniziare un percorso di cura del bruxismo deve essere proprio la visita dal dentista.
Rimedi naturali per la cura del bruxismo
Per contrastare il bruxismo possiamo ricorrere ai rimedi naturali capaci di agire sul sistema nervoso centrale, contrastando ansia e tensione nervosa e rilassando la muscolatura orale. Ecco i più indicati.
Melissa
Nota fin dall’antichità per il suo effetto ansiolitico e miorilassante, la melissa è considerata il miglior sedativo vegetale per il sistema nervoso.
E’ particolarmente indicata in tutti i casi di bruxismo associato ad ansia e nelle somatizzazioni di origine nervosa, per la sua capacità di rilassare la muscolatura liscia e di riequilibrare il sistema neurovegetativo.
Utile anche contro le emicranie e l’insonnia, si assume in Tintura madre, nella dose di 40 gocce diluite in un po’ d’acqua 2 volte al giorno, lontano dai pasti.
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Tiglio
Ricco di flavonoidi e mucillaggini dall’azione antisettica ed antinfiammatoria sulle mucose, il tiglio è considerato un eccellente antistress naturale per le sue straordinarie proprietà rilassanti.
Ottimo in tutti i casi di bruxismo da stress e tensione nervosa, può essere usato come infuso anche in gravidanza o allattamento e nei bambini.
Modo d’uso: macerato glicerico di Tilia Tomentosa MG 1DH, 50 gocce diluite in acqua mezz’ora prima di coricarsi.
Rimedi omeopatici
Staphisagria è il rimedio omeopatico consigliato nel bruxismo che compare dopo una forte frustrazione emotiva su base affettiva, o dopo aver subito un’ingiustizia, un sopruso o una mortificazione che hanno generato rabbia e risentimento.
Si assume alla diluizione 15CH, nella dose di 3 granuli tre volte al giorno, fino a miglioramento.
Belladonna è l’omeopatico indicato nel bruxismo da tensione nervosa, con gengive gonfie, rosse e sanguinanti. Si assume alla diluzione 9CH, 3 granuli la sera prima di coricarsi.
Oligoelementi e vitamine
Per contrastare lo stress è utile l’oligoelemento Zinco: se ne assume una fiala la sera, prima di coricarsi. Molto utile è anche un’integrazione di Vitamina B5 o acido pantotenico, che aiuta a ridurre il nervosismo. Se ne assumono 500 mg 2 volte al giorno.
In collaborazione con lo studio dentistico Mazzei & Partners di Roma.
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