Sommario
Il meno conosciuto dei DSA sicuramente è la Discalculia, un disturbo che interferisce in modo prepotente nella vita quotidiana dell’individuo.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), disturbi che si manifestano durante l’età evolutiva del bambino, hanno riscontrato un crescente interesse e sviluppo negli ultimi trent’anni grazie alla ricerca scientifica.
Questi sono disturbi del neurosviluppo, causati cioè da un “malfunzionamento del sistema nervoso” specifico per alcuni domini quali il calcolo, la lettura, la scrittura.
La discalculia evolutiva (dislessia dei numeri) è un disturbo dell’elaborazione numerica e del calcolo in matematica e sopratutto in aritmetica. Generalmente, si manifesta in soggetti che hanno un’intelligenza nella media. Non presentano danni neurologici, disturbi mentali, analfabetismo o poca conoscenza della lingua.
È un disturbo che può essere diagnosticato solo alla fine del terzo anno della scuola primaria sebbene non sia necessaria una diagnosi per intervenire, soprattutto perché alcuni sintomi sono visibili già in età pre-scolare.
Discalculia: cos’è
Fa parte dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento). E’ un disturbo del neurosviluppo che si presenta con difficoltà nel raggiungimento di adeguati livelli di rapidità e correttezza nelle operazioni di calcolo e processamento numerico.
Questo rende difficili quelle operazioni che tutti i bambini, dopo un certo periodo di esercizio, svolgono automaticamente, come ad esempio imparare le tabelline.
I bambini con diagnosi di discalculia hanno intelligenza nella media, assenza di deficit neurologici, sensoriali e di disturbi psichiatrici importanti, e un’istruzione adeguata.
Secondo il Department of Educational and Skilss (UK 2001), questo disturbo influisce sulla capacità di acquisire abilità numeriche.
Inoltre, i soggetti con discalculia possono avere le seguenti difficoltà.
- Non comprendere semplici concetti numerici
- Essere privi della capacità intuitiva di cogliere i numeri
- Avere difficoltà nell’apprendere i fatti numerici e le procedure aritmetiche.
Molto spesso il bambino con discalculia presenta comorbilità (presenza di altri disturbi che si manifestano in concomitanza con il disturbo discalculico) con la dislessia, un altro disturbo specifico dell’apprendimento. Questo rende difficile anche solo leggere e ricordare nel modo corretto i numeri e le operazioni aritmetiche semplici.
Il disturbo si presenta anche in comorbilità con i seguenti disturbi.
- ADHD o deficit dell’attenzione e iperattività
- Disturbi di coordinazione oculo-motoria
- Disturbi di memoria.
Discalculia evolutiva: tipologie
Secondo lo psicologo Ladislav Kosc possono essere identificate 6 tipologie di discalculia evolutiva.
Verbale: difficoltà di utilizzo verbale di termini matematici, della loro comprensione e del loro riconoscimento quando sono presentati verbalmente da altri.
Protognostica: difficoltà nella manipolazione degli oggetti matematici, difficoltà di comprendere la relazione tra concetti astratti e concetti matematici e difficoltà di comprendere il concetto di numerosità.
Lessicale: è legata alla difficoltà di leggere i simboli matematici e i numeri sebbene sia preservata la capacità di capire gli stessi concetti quando sono esposti verbalmente.
Grafica: è legata alla difficoltà di scrivere i simboli matematici e i numeri sebbene gli individui siano in grado di comprendere i concetti matematici.
Ideognostica: difficoltà di comprendere le relazioni e i nessi che sussistono tra le operazioni, difficoltà di eseguire calcoli mentalmente e di ricordare i concetti matematici dopo averli imparati.
Operativa: difficoltà di eseguire calcoli sia verbali che scritti. Tuttavia, questi individui sono in grado di comprendere i concetti matematici ma hanno difficoltà a manipolare i simboli e i numeri per eseguire un’operazione.
Quali sono le cause della discalculia?
Purtroppo, non esiste una risposta definitiva e certa a quale sia la causa della Discalculia, sebbene siano state avanzate differenti ipotesi.
E’ un disturbo del neurosviluppo dovuto a cause ancora non ben definite. Tuttavia, è sicuramente di natura neurobiologica e compromette il normale sviluppo delle abilità della cognizione numerica e quelle esecutive di calcolo.
È un disturbo a genesi multifattoriale in cui concorrono differenti fattori come sviluppo cerebrale, fattori genetici, cognitivi e ambientali.
Sviluppo cerebrale
Tra le possibili cause biologiche troviamo fattori anatomici legati allo sviluppo cerebrale. Per cui i bambini con discalculia presenterebbero una minor quantità di sostanza grigia nel lobo parietale, in particolare nel solco intraparietale, rispetto a bambini con sviluppo tipico.
Infatti, il lobo parietale sembrerebbe essere coinvolto nell’elaborazione della numerosità e nelle abilità numeriche. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che lesioni dei lobi parietali provocherebbero anche “acalculia”, incapacità completa di eseguire calcoli.
Geni ed ereditarietà
Potrebbe giocare un ruolo importante anche l’ereditarietà.
Infatti, alcuni studi, come quello di Shalev e colleghi nel 2001, hanno mostrato come fratelli e sorelle di bambini discalculici presentino anche loro lo stesso disturbo. La probabilità che questo avvenga è di cinque o dieci volte maggiore rispetto alla popolazione generale.
In altre parole, la probabilità che in una famiglia nasca un secondo figlio con lo stesso disturbo si aggira attorno al 50%.
Ambiente e fattori acquisiti
Anche fattori acquisiti come lesioni cerebrali ed esperienze di vita, soprattutto se perinatali, possono influenzare la manifestazione di questo disturbo.
Ad esempio, l’esposizione materna all’alcol e alle droghe e/o la nascita prematura del bambino potrebbero provocare effetti a lungo termine sullo sviluppo cognitivo dello stesso, influenzando anche lo sviluppo dell’acquisizione delle capacità di calcolo.
Discalculia e deficit cognitivo di memoria
D’altro canto, esistono anche delle teorie che postulano che il disturbo discalculico sia legato strettamente ad altri disturbi.
Come ad esempio i disturbi di memoria. Per cui il bambino avrebbe difficoltà a recuperare velocemente il risultato di addizioni semplici con somma dieci a causa dell’incapacità di tenere a mente gli addendi durante l’operazione di calcolo.
Tale deficit potrebbe derivare da una disfunzione di alcune connessioni neurali che potrebbero seguire percorsi differenti e più complessi rispetto ad un cervello con sviluppo tipico.
Modulo numerico innato
Modulo numerico innato e deficit della rappresentazione numerica: grazie ad alcuni studi si è ipotizzato che alla base di questo disturbo ci possa essere una difficoltà nell’acquisizione del concetto di numerosità.
Cioè una difficoltà nella comprensione e quantificazione di set di oggetti (concreti o astratti) anche di piccole dimensioni, compresi tra 1 e 4 ad esempio, rendendo difficoltoso, se non impossibile, il confronto tra quantità.
Secondo alcuni autori esisterebbe nel bambino un modulo numerico innato grazie al quale si è predisposti geneticamente a comprendere la numerosità e i concetti numerici di base.
Esisterebbe dunque una sorta di dizionario numerico abbozzato già alla nascita, geneticamente determinato, grazie al quale, con il tempo e l’esercizio, il bambino riesce ad elaborare senza difficoltà concetti e fatti aritmetici via via più difficoltosi sulla base di quelli precedenti.
Tale modulo, nel bambino discalculico non funzionerebbe nella maniera corretta.
A questo si aggiunge anche la teoria per cui tale disturbo potrebbe derivare da un malfunzionamento cerebrale di rappresentazione del numero.
Per cui i bambini con discalculia non sarebbero in grado di rappresentare mentalmente i numeri e conseguentemente non sarebbero in grado di codificare, comprendere e decodificare il significato dei numeri e dei calcoli con essi.
Deficit linguistico
Un’ultima teoria interpreta la discalculia come un deficit linguistico per cui il bambino avrebbe difficoltà.
Ad esempio, ad apprendere le tabelline perché vengono apprese in formato verbale come ad esempio “due per sei, dodici; otto per otto, sedici”.
In questo contesto, i risultati delle tabelline condividerebbero la porzione finale fonologica “dici”. Sarebbe in comune con molti risultati, il che causerebbe una confusione e risposte errate in bambini che presentano un deficit linguistico di base.
Discalculia: sintomi
La sintomatologia della discalculia è molto variegata, cambia da bambino a bambino. Inoltre, è molto spesso sovrapponibile in parte a quella di altri disturbi specifici dell’apprendimento.
La discalculia è un disturbo caratterizzato da una specifica difficoltà nell’abilità numerica, aritmetica, di calcolo, comprensione dei numeri e delle operazioni con gli stessi.
Infatti, la discalculia è un disturbo che diventa sempre più invalidante con il passare del tempo e con l’aumentare della scolarizzazione.
Nel disturbo, si presentano diverse difficoltà che possono interessare diverse aree della matematica che vanno dalla comprensione, alla memorizzazione, alla produzione di fatti matematici anche molto semplici.
Però, il problema più grave rimane quello relativo alla difficoltà di comprendere e capire il significato di numerosità e di attribuire di significato ai numeri.
Come si fa a capire che un bambino è discalculico
In generale il bambino o ragazzo discalculico può presentare diverse difficoltà ad eseguire le seguenti azioni.
- Capire il senso dei numeri e il concetto di numerosità, tanto da non riuscire ad associare una certa quantità ad un numero corrispondente.
- Effettuare stime.
- Identificare, nella lettura, nella scrittura e nel dettato i numeri, soprattutto se molto lunghi.
- Numerare progressivamente.
- Effettuare il conto alla rovescia.
- Memorizzare la tavola pitagorica.
- Comprendere il significato dei simboli quali meno, più, per, diviso e conseguentemente difficoltà nell’eseguire le quattro operazioni matematiche di base.
- Apprendere le regole per l’esecuzione dei calcoli ed eseguire velocemente e correttamente gli stessi.
- Allineare correttamente i numeri in colonna o utilizzare i decimali durante i calcoli.
- Eseguire calcoli a mente.
- Esecuzione di compiti in sequenza.
- Capire quali numeri e simboli sono necessari e pertinenti al problema.
- Difficoltà di coordinazione motoria, oculo-motoria, organizzazione spazio-temporale e visuo-spaziale.
Segnali in età prescolare
Sebbene i segnali e i sintomi siano più evidenti in età scolare e la diagnosi possa essere effettuata non prima del terzo anno di scuola primaria, è possibile individuare dei segnali di rischio anche in età prescolare.
In questo periodo il/la bambino/a:
- Non riesce ad associare i simboli numerici alle parole e non riesce e riconoscerli.
- Inverte i numeri nella scrittura o scrive i simboli al contrario.
- Confonde i numeri se sono fonologicamente simili.
- Non riesce ad associare un numero alla vita reale.
- Ha difficoltà nel ricordare i numeri e a contare.
- Ha difficoltà ad ordinare e classificare serie di oggetti sulla base delle loro caratteristiche.
- Evita i giochi in cui si fa uso dei numeri.
Scuola primaria
- Presenta difficoltà nel calcolo base aiutandosi con le dita.
- Ha difficoltà nell’acquisizione e nel recupero delle regole di calcolo iniziando, ad esempio, ad effettuare un’operazione in maniera errata (in una sottrazione sottrae il primo numero dal secondo).
- Non riesce a calcolare a mente.
- Fa fatica ad eseguire un problema che richiede diverse operazioni da fare in successione.
- Ha difficoltà a ricordare i numeri di telefono o i risultati di un gioco.
- Non riesce a leggere l’ora.
- Ha difficoltà nel distinguere destra e sinistra, con uno scarso orientamento.
- Evita i giochi in cui è richiesto l’uso dei numeri.
Liceo
In questo periodo le difficoltà risultano essere sempre più evidenti e importanti e trovano un riscontro nella vita quotidiana.
- Non riesce a misurare gli ingredienti di una ricetta, a stimare quanto sarà la spesa totale o a dare il resto.
- Ha difficoltà nel calcolo base aiutandosi con le dita.
- Non riesce a capire i grafici e le mappe.
- Ha difficoltà nel seguire le indicazioni e ha scarso orientamento, perdendosi di conseguenza.
- Non ricorda i numeri di telefono o i risultati di un gioco.
Sintomi nell’adulto
Anche gli adulti possono soffrire di discalculia e presentare le stesse difficoltà dei figli, soprattutto se si ha avuto una diagnosi tardiva.
In questo caso la diagnosi viene vissuta in maniera positiva perché finalmente si è riusciti a dare un nome all’insieme di sintomi e difficoltà con cui si ha avuto a che fare tutta la vita, generando un aumento della propria autostima, consapevolezza, benessere e autoefficacia.
Infatti, è possibile che le persone si ritenessero poco intelligenti o stupide.
In età adulta, la certificazione DSA può essere utile sia in ambito universitario che in quello lavorativo o concorsuale perché dà diritto alla fruizione di strumenti compensativi e dispensativi.
- Tempo supplementare
- Tabelle
- Calcolatrice
- Esame orale al posto di quello scritto, ecc.
Discalculia: diagnosi
La discalculia può essere diagnosticata a partire dal terzo anno di scuola primaria sebbene già in età prescolare sia possibile individuare fattori di rischio come il mancato raggiungimento del conteggio fino a dieci.
La diagnosi di DSA è effettuata nell’ambito di trattamenti specialistici assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e deve essere comunicata dalla famiglia alla scuola del bambino.
La diagnosi può avvenire non prima della fine del terzo anno di scuola primaria. Per farla è necessario conoscere la storia clinica del bambino e della famiglia nonché:
- storia scolastica
- eventuali valutazioni dei docenti
- pagelle
- punteggi ottenuti ai test.
La diagnosi avviene principalmente nelle UONPIA (unità operative di neuropsichiatria dell’infanzia) presenti sul territorio nazionale e in centri privati convenzionati dal SSN (Sistema Sanitario Nazionale).
L’equipe effettua una valutazione e stila una diagnosi nel rispetto dei criteri dettati dalla Consesus Conference del 2007 e dalla Legge 170 del 2010 che garantiscono il diritto allo studio e allo sviluppo di chi soffre di un DSA. Fanno parte dell’equipe:
- neuropsichiatra infantile
- psicologo
- logopedista.
La diagnosi avviene a seguito di una serie di incontri e valutazioni.
Anamnesi familiare e personale
La prima visita è tenuta dal neuropsichiatra infantile che raccoglie l’anamnesi accurata del bambino e della famiglia.
Vengono raccolte, dunque, tutte le informazioni relative alla storia clinica del bambino e dei suoi familiari, inclusi gli interessi, le attività e il comportamento a casa e a scuola.
In questa fase è necessario tenere in giusta considerazione anche la valutazione di salute operata dal pediatra o dal medico di famiglia che si è occupato del bambino fino a quel momento, il rendimento scolastico e individuare i segnali di rischio.
Esame clinico neurologico
Il neuropsichiatra deve effettuare un esame clinico per valutare le condizioni fisiche generali del bambino.
Va affiancato anche un esame neurologico per escludere deficit visivi e/o uditivi che potrebbero giustificare il ritardo nel normale processo di acquisizione delle abilità numeriche e di calcolo.
La valutazione va effettuata sulla base dei risultati ottenuti in prove standardizzate e serve ad escludere patologie sensoriali, motorie, neurologiche, psichiatriche e cognitive.
Alle volte sono richiesti anche esami diagnostici per escludere malattie genetiche o malformazioni.
Esame neuropsicologico
Successivamente lo psicologo sottopone il bambino a prove standardizzate per la valutazione dell’intelligenza generale e numerica. Sono procedure esecutive delle abilità numeriche e di calcolo, prove che variano in base all’età e alla classe frequentata.
Dal canto suo, anche il logopedista e lo psicomotricista, non presente nell’equipe ma presente nei centri, procedono con le altre prove di linguaggio e i test visuo-motori.
Il ruolo di questi specialisti è quello di favorire il raggiungimento del maggior grado di autonomia possibile del bambino.
Esame funzionale
Durante la fase funzionale viene effettuata, mediante esami strumentali, l’analisi delle abilità complementari, siano esse integre o deficitarie. Inoltre, si analizzano i fattori ambientali, relazionali e di comorbilità.
Si effettua una diagnosi differenziale, un colloquio conclusivo di restituzione e la relazione scritta.
Come si certifica la discalculia?
Nella certificazione che viene rilasciata dal neuropsichiatra saranno contenute informazioni relative a:
- Anamnesi
- Eventuale familiarità del disturbo (se qualcun altro in famiglia presenta un disturbo specifico dell’apprendimento)
- Elenco dei test standardizzati effettuati, con i risultati
- Comportamento
- Strategie compensatorie che il bambino ha sviluppato e riesce ad effettuare
- Indicazioni circa il percorso riabilitativo che dovrebbe effettuare, con suggerimenti da inserire nel Piano Didattico Personalizzato che la scuola deve presentare alla famiglia per sostenere l’alunno nel percorso di apprendimento.
Discalculia: cure, supporto e trattamento
Parlare di terapia non è corretto quando si parla di DSA, questi disturbi non sono “malattie” curabili con una terapia. Infatti, si tratta di disabilità croniche, permanenti che possono essere solo migliorate attraverso strategie di supporto e riabilitazione.
Ad oggi esistono pochi studi che abbiano approfondito l’efficacia dei diversi interventi riabilitativi per la discalculia sebbene la ricerca sia in continuo sviluppo. L’uso di strumenti compensativi e la fruizione di misure dispensative rappresenta il primo passo per aiutare i bambini a raggiungere un buon livello di apprendimento e ridurre il disagio e le difficoltà.
La legge 170 del 2010 inerente le “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” ha l’obiettivo di garantire agli individui con diagnosi di discalculia o di un altro DSA eguali possibilità di studio e successo scolastico e di sviluppo delle proprie capacità rispetto agli altri studenti con sviluppo tipico.
Gli individui con discalculia hanno diritto ad uno specifico supporto didattico e all’uso di provvedimenti dispensativi e misure compensative al fine di ridurre le difficoltà cui vanno incontro durante il processo di apprendimento e la successiva valutazione dei docenti.
Piano Didattico Personalizzato
L’intervento congiunto degli insegnanti, della scuola, dei genitori dei bambini con un Disturbo Specifico dell’Apprendimento e degli specialisti risulta nella stesura del Piano Didattico Personalizzato (PDP).
E’ un documento contenente i dati relativi all’alunno, la tipologia del disturbo del bambino, la descrizione del funzionamento delle abilità del bambino (deficitarie e non), come l’insegnante intende intervenire, di quali misure compensative e dispensative il bambino ha bisogno, quali saranno le modalità di valutazione e verifica in base alle necessità personali di ogni alunno con DSA.
Misure dispensative e strumenti compensativi
Le misure dispensative riguardano l’esonero da alcune attività come:
- lettura ad alta voce
- dettato
- copiatura
- prendere appunti
- memorizzare poesie
- formule
- definizioni.
Prevedono anche la possibilità di essere esonerati parzialmente o totalmente da una prova oppure di avere un tempo supplementare per la stessa. Inoltre, le dovranno essere programmate, orali e valutate sulla base del contenuto e non della forma.
Invece, gli strumenti compensativi permettono di compensare le difficoltà che lo studente manifesta. Inoltre, comprendono tutti quegli strumenti che possono garantire allo studente di affrontare, nel migliore dei modi, i compiti e le valutazioni. Per esempio:
- formulari
- calcolatrici per le verifiche
- schemi
- mappe per lo studio.
L’utilizzo di provvedimenti dispensativi e misure compensative è da ritenersi sempre valido a qualunque livello di istruzione, anche universitario.
Software
Alcuni studi recenti hanno dimostrato l’efficacia di interventi specifici che prevedono l’utilizzo di programmi per le competenze matematiche.
Ad esempio, il Catch Up Numeracy, evoluzione del Numeracy Recovery, è un software che permette di potenziare capacità quali:
- conteggio verbale di numeri e oggetti
- ordinamento degli stessi
- stima di quantità
- scrittura e lettura dei numeri, delle decine e delle centinaia
- trasformazione numero-parola
- memorizzazione di numeri
- risoluzione di problemi che prevedono un confronto tra quantità.
Number race
Un altro software utile allo sviluppo delle abilità matematiche è il Number Race che si può utilizzare con bambini sotto gli otto anni.
Questo programma permette di sviluppare il concetto di numerosità imparando a manipolare quantità numeriche in forma verbale e simbolica attraverso il confronto tra quantità e compiti di associazione numero-spazio.
Attraverso altri compiti il software si propone di aiutare a sviluppare strategie aritmetiche e di mantenere alti i livelli di attenzione e motivazione attraverso l’inserimento di avatar con i quali i bambini possono interagire quando utilizzano questo gioco.
Realtà virtuale e discalculia
È stato dimostrato che la realtà virtuale può incrementare le prestazioni dei bambini con discalculia attraverso l’immersione in una realtà tanto interattiva quanto intensiva.
Uno dei giochi che sono stati proposti è il Tom’s Rescue, il cui obiettivo è quello di salvare una tartaruga con l’aiuto di una scimmia chiamata Caco.
Le diverse sessioni hanno l’obiettivo di sviluppare e potenziare un’abilità specifica. iI bambino può scegliere da quale attività iniziare e quale fare, anche più volte.
Tra le abilità che si vuole potenziare troviamo le abilità di calcolo (addizione, calcolo mentale e moltiplicazione), ragionamento visuo-spaziale, identificazione di simboli aritmetici, geometrici e conteggio.
Percorso psicoterapeutico
Un altro fattore da tenere in considerazione è legato agli aspetti psicologici, che giocano un ruolo chiave nell’adattamento del bambino alle terapie e all’ambiente circostante.
Questi bambini hanno una bassa autostima che agisce anche sul tono dell’umore. Quindi è di fondamentale importanza fornire un valido supporto e abbinare, ove necessario, un percorso terapeutico personalizzato.
Infatti, da un lato aiuta a potenziare le abilità compromesse del bambino e dall’altro salvaguarda gli aspetti psicologici come autostima, umore e benessere strettamente legati alle abilità sociali.
Psicomotricità
L’alunno con discalculia molto spesso è accompagnato da difficoltà visuo-spaziali e di movimento dettate dall’incapacità di stimare le distanze tra lui e un oggetto o tra oggetti diversi.
Qui entra in gioco la psicomotricità che pratica un intervento rieducativo che considera il corpo e il movimento come ganci per arrivare alle funzioni cognitive.
In questo modo, aiuta il bambino nell’acquisizione di competenze motorie e nel rafforzamento delle abilità deficitarie. In questo caso, delle abilità visuo-spaziali, di stima di coordinazione oculo-motoria, manualità fine, orientamento spaziale e temporale e differenziazione destra-sinistra.
Trattamenti alternativi
Con l’avanzare della tecnologia, molte ricerche si sono concentrate sulla possibilità di migliorare le capacità cognitive in condizioni normali e patologiche attraverso strumenti esterni che vanno a modulare l’attività cerebrale.
Parliamo di tecniche di stimolazione che prevedono la somministrazione di piccole scariche elettriche o magnetiche (a bassissima intensità, non percepibili e non invasive) che stimolano i circuiti cerebrali “alterati” nei DSA.
Sono tecniche sempre più usate in ambito clinico e di ricerca. Hanno trovato anche applicazione nel campo militare, sportivo e cognitivo.
L’uso prolungato sembrerebbe essere un’opportunità terapeutica per chi ha un disturbo discalculico evolutivo o acquisito (a seguito di ictus o malattie neurodegenerative) facilitando e aiutando a migliorare le capacità numeriche e di calcolo.
Discalculia: prognosi
Purtroppo, i DSA sono disturbi geneticamente determinati a prognosi organica.
La discalculia, come anche la dislessia, la disortografia e la disgrafia sono disturbi del neurosviluppo geneticamente determinati le cui cause sono da ricercarsi in un malfunzionamento cerebrale di qualche tipo.
Come accennato precedentemente, la discalculia, in particolare, è caratterizzata da enormi difficoltà e probabilmente è il DSA con maggiore impatto sulla vita dell’individuo.
Sebbene il disturbo sia di tipo cronico, a prognosi organica, il corso e l’espressività del disturbo variano da bambino in bambino e possono essere influenzati da diversi fattori quali una diagnosi precoce e un intervento e un trattamento altrettanto precoci.
Anche il livello di scolarizzazione e la capacità di adattamento del bambino e di accettazione da parte dei familiari e dell’ambiente sono fattori importanti per l’evoluzione del disturbo.
Importante è anche la presenza di comorbilità con altri disturbi quali ADHD, DSA, disturbi dell’umore o della condotta.
Inoltre, è importante anche il livello e la gravità del disturbo oltre che la condizione familiare e sociale in cui si ritrova l’individuo.
Per le forme lievi l’uso di strategie compensatorie e dispensatorie sarà sufficiente a garantire un adeguato raggiungimento degli obiettivi scolastici e formativi.
Invece, quando si ha a che fare con forme gravi sarà necessario, in aggiunta all’ausilio di strumenti compensativi, intraprendere percorsi di potenziamento mirati. Oltre a lavorare con il supporto della famiglia, della scuola e di professionisti per rafforzare le funzioni deficitarie ed elaborare delle strategie compensatorie per oltrepassare gli ostacoli.
Sebbene, dunque, la prognosi sia geneticamente determinata, è necessario sottolineare come attraverso percorsi di potenziamento delle abilità deficitarie, tempestività nell’intervento e adeguatezza dello stesso, sia possibile ottenere benefici e ottimi risultati nella vita scolastica, lavorativa e privata.
Discalculia: cosa fare in casa
Anche i genitori possono, attraverso il gioco, aiutare il bambino con discalculia a potenziare le abilità numeriche e di calcolo.
Infatti, il gioco è un utile strumento che permette ai bambini di divertirsi e allo stesso tempo di imparare senza annoiarsi e perdere la motivazione a continuare.
Giochi da tavola
Possono essere usati giochi classici e facilmente reperibili come il gioco dell’oca, il Monopoli, il Domino, il Memory.
Ma anche le carte dove sono richieste abilità matematiche di base come il confronto tra:
- quantità
- riconoscimento dei simboli e dei numeri
- operazioni matematiche di addizione e sottrazione
- conteggio (dei soldi, dei dadi, delle caselle, delle carte).
Giochi all’aperto
Una delle problematiche che incontrano i bambini con discalculia è rappresentata dalla difficoltà di stimare la distanza, risultando impacciati nei movimenti.
In questo caso, per migliorare queste abilità si potrebbe ricorrere a giochi da fare all’aperto in cui bisogna completare un percorso ad ostacoli che, ad esempio, includa il gioco della campana, un canestro, un bersaglio da colpire e così via.
Semplici soluzioni per far divertire il bambino in sicurezza imparando e potenziando le abilità visuo-spaziali deficitarie.
Giochi nel quotidiano
Potresti chiedere al bambino se si ricorda come si prepara un piatto o cucinare insieme a lui/lei, ripetendo le quantità degli ingredienti necessari per la realizzazione della ricetta.
Vanno ripetute tutte le operazioni da fare in sequenza. Ad esempio, puoi chiedere al bambino di tagliare una torta in parti uguali o distribuire le polpette in numero uguale a tutti i commensali e così via.
Un’altra idea è farlo giocare anche con i numeri di telefono.
Gioco di ruolo
Puoi utilizzare il role playing, o gioco di ruolo. Richiede ai partecipanti di fingere e di immedesimarsi in un ruolo sociale differente dal loro e permette l’apprendimento attraverso l’imitazione e l’azione.
Oppure fingere di essere al supermercato per comprare alimenti pagando (cliente) e dando il resto (commerciante).
Discalculia: i migliori test psicometrici
Esistono prove di primo livello che permettono di effettuare uno screening veloce e globale in grado di individuare rapidamente i soggetti a rischio.
Forniscono una rapida valutazione delle difficoltà nel calcolo, a cui vengono affiancate prove di secondo livello che consentono di valutare più approfonditamente il problema.
Tra le prove di primo livello troviamo l’AC-MT, l’SPM, la BIN e la MAT-2. Mentre tra le prove di secondo livello troviamo ABCA, il BDE-2.
1 – AC-MT 6-11 anni
- Editore: Erickson
- Autore: Cesare Cornoldi , Daniela Lucangeli , Nicoletta Perini
- Collana: Test e strum. valutazione psicol. educat.
Test di valutazione delle abilità di calcolo Cesare Cornoldi, Daniela Lucangeli e Monica Bellina, Erikson, 2012.
Queste sono prove di primo livello per effettuare un rapido screening collettivo. La prova è divisa in diverse parti.
Una prima parte della durata di circa 20 minuti in cui i bambini, collettivamente, vengono sottoposti a delle prove con carta e matita in cui si chiede loro di effettuare operazioni matematiche, trasformazioni di cifre, ordinamento crescente e decrescente e prove di giudizio di numerosità.
La seconda parte della prova è da effettuare individualmente, qui il bambino deve sostenere prove di calcolo a mente, enumerazione, dettato e rievocazione dei numeri.
2 – Test per 11-14 anni
Test di valutazione delle abilità di calcolo Cesare Cornoldi, Chiara Cazzola, Erikson, 2003.
Anche questa versione è suddivisa in due parti, una collettiva e una individuale a cui se ne aggiunge una terza che include la risoluzione di problemi matematici.
3 – Test delle abilità di Soluzione dei Problemi Matematici (SPM)
Di Daniela Lucangeli, Patrizio Emanuele Tressoldi e Michela Cendron, Erikson, 1998.
È una batteria di test che si può somministrare a bambini dagli 8 ai 13 anni.
Tale batteria include la valutazione della comprensione numerica, della rappresentazione, categorizzazione, della pianificazione e ordinamento di sequenze e dello svolgimento del problema.
Infine, è presente anche una parte in cui si chiede al bambino quanto è sicuro di aver eseguito correttamente tutto il procedimento e di aver dato la risposta esatta.
4 – BIN
Test di valutazione dell’intelligenza numerica di Adriana Molin, Silvana Poli e Daniela Lucangeli, Erikson, 2007.
Questa batteria di test può essere somministrata ai bambini dai 4 ai 6 anni e consiste in diverse prove inerenti la valutazione della letto-scrittura dei numeri, della comprensione del concetto di numerosità e confronto tra quantità, prove di enumerazione, conteggio e completamento di serie di ordinamento di grandezze.
5 – ABCA
- Lucangeli, Daniela(Autore)
Test delle abilità di calcolo aritmetico di Daniela Lucangeli, Patrizio Emanuele Tressoldi e Carmela Fiore, Erikson, 2003.
È una batteria di test che può essere somministrata ai bambini che frequentano il terzo e il quarto anno della scuola primaria (8-10 anni).
Consiste in prove di calcolo scritto, prove di comprensione del numero e della numerosità, prove di verifica dell’uso corretto dei simboli, prove di produzione orale e scritta dei numeri come le tabelline, l’incolonnamento dei numeri, il conteggio di elementi, l’enumerazione in avanti e indietro e prove di dettato.
7 – Test BDE-2
- Biancardi, Andrea(Autore)
Batteria per la discalculia evolutiva di Andrea Biancardi, Christina Bachmann e Claudia Nicoletti, Erikson, 2016.
È una batteria di test che valuta le abilità matematiche in bambini che vanno dal terzo anno di scuola primaria al terzo anno di scuola secondaria di secondo grado (8-14 anni).
Questa batteria indaga tre macroaree.
La prima macroarea indagata è incentrata sulla valutazione delle abilità numeriche, si chiede di contare, leggere, scrivere e ripetere i numeri.
La seconda macroarea è legata alle abilità di calcolo, qui si chiedono le tabelline, il calcolo a mente e le operazioni scritte.
Invece, l’ultima macroarea è stata creata al fine di valutare il senso del numero, qui si chiede al bambino la linea dei numeri, le triplette e il calcolo approssimativo.
Inoltre, se ne aggiunge una quarta, opzionale, che si somministra a partire dal quarto anno di scuola primaria ed è volta ad indagare la risoluzione di problemi attraverso l’esecuzione di problemi aritmetici con risposta multipla.
Discalculia: complicanze
Come ripetuto più volte, la discalculia ha un impatto veramente prepotente sulla vita quotidiana del bambino e dell’adulto, la quale viene influenzata in maniera negativa.
La discalculia è un disturbo invalidante che rappresenta un ostacolo non solo durante la scuola ma anche e soprattutto una volta che la si è terminata.
Infatti, sono molte le occasioni della vita quotidiana in cui usiamo principi più o meno complessi di matematica. Ad esempio, quando facciamo la spesa, o quando dobbiamo dare il resto, oppure quando dobbiamo leggere l’orario o stimare la distanza dall’autovettura davanti alla nostra.
Difficoltà a scuola e nel mondo del lavoro
La più grande complicazione legata ad un disturbo discalculico è rappresentata dalla difficoltà di finire le scuole e di trovare e mantenere successivamente un’occupazione lavorativa.
Molto spesso chi ha un disturbo dell’apprendimento abbandona la scuola per immettersi nel mondo del lavoro, dimostrando come questa condizione possa influire sulle scelte di vita e lavorative.
Chi invece riesce, avendo compensato le proprie difficoltà, ad arrivare ai livelli universitari presenta delle difficoltà in alcune circostanze e nel successivo inserimento nel modo del lavoro.
Gestione del denaro
Collegato a questo punto vi è la scarsa capacità di gestione del denaro sia in entrata che in uscita e scarsa gestione e valutazione del tempo che passa.
Inoltre, gli individui con discalculia, avendo delle difficoltà nella stima delle distanze, presentano delle difficoltà anche di coordinazione e nell’esecuzione di movimenti, non riescono a valutare la velocità di un oggetto (una pallina lanciata verso di loro ad esempio) comportando delle difficoltà anche nel condurre un veicolo, sia esso un’auto o una bici.
Incapacità di orientamento
Un’ulteriore difficoltà consiste nelle scarse capacità di orientamento e di discriminazione della destra e della sinistra.
Molto spesso hanno difficoltà ad immaginare un percorso e quindi hanno molte difficoltà nel raggiungere una data posizione finale.
Tutto questo ha delle conseguenze psicologiche molto pesanti sull’individuo con discalculia. Gli alti livelli di ansia da prestazione producono delle ripercussioni sull’autostima e sul tono dell’umore.
Tale condizione comporta molte difficoltà nell’instaurare interazioni sociali soddisfacenti e conduce molto spesso al ritiro sociale.
Discalculia: prevenzione
La discalculia può essere diagnosticata a partire dal terzo anno di scuola primaria.
Tuttavia, già in età prescolare è possibile identificare i bambini a rischio ed eventualmente iniziare un percorso preventivo e di rafforzamento delle competenze e capacità deficitarie nel bambino.
Sicuramente un ruolo cruciale in questa fase è svolto dai genitori e dagli insegnanti, che devono cogliere i segnali, valutare la situazione e intervenire tempestivamente.
La prevenzione e il contrasto al disagio scolastico è un ulteriore punto da tenere in considerazione quando parliamo di DSA.
Infatti, la bassa autostima, il ritiro sociale, i disturbi dell’umore e il sentimento di inferiorità, la frustrazione e i sentimenti di incapacità possono essere sempre in agguato in questi bambini che molte volte pensano di essere stupidi o vengono presi in giro per le loro difficoltà.
Fonti
- MIUR.
- Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella psicopatologia dell’Apprendimento. ( AIRIPA).
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