Sommario
Gli estrogeni sono ormoni sessuali femminili prodotti principalmente dalle ovaie che svolgono un ruolo fondamentale in diverse fasi della vita di una donna, come il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa, ma presenti in piccole quantità anche negli uomini.
Tra gli estrogeni più importanti c’è l’estradiolo, prodotto dalle ovaie a partire dal testosterone durante l’età fertile femminile.
Durante la gravidanza, invece, aumentano i livelli di estriolo, un altro estrogeno prodotto dalla placenta, mentre in menopausa prevale l’estrone.
Se gli estrogeni sono bassi possono causare sintomi come irregolarità mestruali, secchezza vaginale, vampate, stanchezza, sbalzi d’umore e perdita di densità ossea. È uno squilibrio ormonale che può verificarsi soprattutto in menopausa, ma anche in altre condizioni mediche o durante la gravidanza.
Gli estrogeni in quanto tali non sono contenuti negli alimenti in forma attiva come lo sono nel corpo umano. Invece, i fitoestrogeni si trovano in alcuni cibi e “imitano” l’azione degli estrogeni prodotti naturalmente dall’organismo.
Cosa sono gli estrogeni
Sono i principali ormoni femminili. Gli ormoni sono generalmente suddivisi in quattro classi molecolari principali:
- Amminici.
- Peptidici.
- Molecole derivate dagli acidi grassi.
- Steroidei.
Gli ormoni steroidei sono molecole sintetizzate a partire dal colesterolo e, tra questi, troviamo gli ormoni sessuali prodotti dalle gonadi e dalla corticale del surrene.
In questa classe di ormoni sono compresi gli androgeni (come il testosterone) e gli estrogeni (come l’estradiolo).
La loro principale funzione è quella di determinare lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari (caratteristiche non direttamente coinvolte nell’atto riproduttivo ma che possono contribuire allo sviluppo del seno o allargamento del bacino) rispettivamente nei maschi e nelle femmine.
Nelle donne esistono tre differenti tipologie di estrogeni:
- Estrone (E1): principale estrogeno prodotto nelle donne dopo la menopausa e sintetizzato a livello della pelle e dei tessuti adiposi.
- Estradiolo (E2): è l’estrogeno più importante. Viene prodotto a livello delle ovaie in modo massiccio fino alla menopausa e poi in quantità molto ridotta dopo la menopausa (in questo caso viene prodotto dall’E1 oppure a partire dal testosterone).
- Estriolo (E3): l’estrogeno che viene prodotto in grande quantità nella placenta.
Tuttavia, non vengono sintetizzati solo dalle donne e svolgono diversi ruoli importanti, non sempre legati all’ambito sessuale.
Vediamo meglio insieme chi li produce e per comunicare cosa.
Come si producono gli estrogeni
La produzione di estrogeni inizia nell’ipotalamo, una zona del cervello che stimola la secrezione di ormoni sessuali attraverso l’ormone luteinizzante (LH), rilasciato dall’adenoipofisi.
Le ovaie sono responsabili della maggior parte della produzione di estrogeni, in particolare dell’estradiolo, l’ormone che regola lo sviluppo sessuale femminile e le caratteristiche secondarie.
Tuttavia, anche altri tessuti, come fegato, muscoli e cuore, producono estrogeni grazie all’enzima aromatasi, che converte il testosterone in estradiolo.
Gli estrogeni, pur essendo predominanti nelle donne, sono presenti anche negli uomini in quantità minori.
A cosa servono gli estrogeni?
Le gonadi (testicoli nei maschi e ovaie nelle donne) sono deputate alla produzione di gameti e alla secrezione di ormoni sessuali. In particolare i testicoli secernono androgeni (come il testosterone) e le ovaie secernono estrogeni (come l’estradiolo) e progesterone.
Anche se comunemente ci si riferisce agli androgeni come agli ormoni sessuali maschili e agli estrogeni come agli ormoni sessuali femminili, essi sono presenti in entrambi i sessi, semplicemente in quantità diverse.
Dal momento che gli estrogeni vengono prodotti in quantità maggiore nelle donne, possiamo dire che la loro principale funzione è quella di:
- Stimolare e controllare lo sviluppo e il mantenimento del sistema riproduttivo femminile.
- Regolare il ciclo mestruale o la gravidanza nonché, nel caso specifico dell’estradiolo, stimolare la maturazione degli organi sessuali durante la pubertà e lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie.
Gli estrogeni agiscono però anche a livello di altri organi e tessuti esplicando diverse funzioni. Ad esempio, nel cervello sono coinvolti nelle funzioni cognitive, oppure stimolano la secrezione ghiandolare negli occhi rendendo la cornea meno rigida, ecc.
Estrogeni nella donna
I livelli di estrogeni nelle donne sono bassi durante l’infanzia, ma aumentano drasticamente durante la pubertà, fase in cui svolgono le loro principali funzioni:
- Stimolare la maturazione degli organi sessuali durante la pubertà.
- Determinare lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie.
- Regolare il ciclo mestruale. La caduta degli estrogeni e del progesterone in assenza di un embrione impiantato, porta infatti alle mestruazioni.
- Modulazione della gravidanza.
I livelli di estrogeni si riducono man mano con l’avanzare dell’età e in modo particolare intorno ai 40 anni si assiste ad una riduzione drastica della sintesi di questi ormoni, fenomeno che porterà all’ingresso nella menopausa.
Da questo momento la sintesi degli estrogeni sarà di molto ridotta ed è qui che potrà essere evidente a molte donne che gli estrogeni hanno anche altre funzioni che esulano dall’aspetto sessuale/riproduttivo.
Estrogeni bassi: sintomi
Le conseguenze più comuni dovute alla riduzione dei livelli di estrogeni nelle donne sono:
- Aumento del grasso addominale. Gli estrogeni giocano un ruolo importante nella determinazione del numero, della grandezza e della localizzazione degli adipociti (cellule del tessuto adiposo). In particolare, favoriscono la deposizione del grasso a livello di cosce e glutei (meno dannoso e caratteristico del sesso femminile) e del grasso addominale.
- Riduzione della massa muscolare e ossea. Sono coinvolti nel mantenimento della densità minerale ossea e nella deposizione di tessuto muscolare. Di conseguenza, una riduzione della loro sintesi determina una maggior predisposizione a sarcopenia (perdita di massa muscolare), fragilità ossea e fratture.
- Declino cognitivo. E’ un fenomeno che può presentarsi più accelerato nelle donne dopo la menopausa. Infatti, ci sarebbe una maggior prevalenza di Alzheimer nelle donne piuttosto che negli uomini. Tutto ciò potrebbe essere dovuto al fatto che, come diversi studi hanno messo in evidenza, gli estrogeni hanno effetti protettivi nei confronti delle cellule neuronali.
- Invecchiamento della pelle. La riduzione dei livelli di estrogeni nelle donne dopo la menopausa è associata ad una varietà di cambiamenti cutanei che possono comportare un più rapido invecchiamento cutaneo.
- Altri disturbi comuni. Tra questi, la secchezza vaginale (nota anche come vaginite atrofica), poiché quando i livelli di estrogeni si abbassano, le pareti vaginali perdono spessore e non riescono più a mantenere la giusta idratazione. Anche le vampate di calore sono un altro sintomo legato alla riduzione degli estrogeni. Si manifestano con improvvisi aumenti della temperatura corporea e del flusso sanguigno al viso e al collo, seguiti da una sudorazione intensa, senza una causa apparente.
Estrogeni alti
Come capire se ho gli estrogeni alti? Un eccesso di estrogeni può influenzare la salute. Questi ormoni, infatti, favoriscono l’accumulo di tessuto adiposo e la ritenzione idrica (riducono l’escrezione di urina, causando ritenzione di liquidi).
Inoltre, livelli elevati di estrogeni aumentano il rischio di insulino-resistenza, infertilità, ovaio policistico e di sviluppare alcuni tipi di cancro, come quello al seno.
Il modo più efficace per mantenere i livelli di estrogeni sotto controllo è gestire il proprio peso corporeo. Nell’organismo femminile, infatti, circa due terzi degli estrogeni sono prodotti dal tessuto adiposo.
Gli estrogeni nell’uomo
Gli estrogeni, sebbene associati alle donne, svolgono un ruolo importante anche negli uomini.
Solo il 20% degli estrogeni maschili è prodotto dai testicoli, mentre il resto deriva dalla conversione del testosterone grazie all’enzima aromatasi, presente in vari tessuti come il tessuto adiposo, il cervello, la pelle e le ossa.
Gli estrogeni maschili influenzano lo sviluppo dei testicoli, la spermatogenesi, il comportamento, l’umore e la composizione corporea, promuovendo l’accumulo di grasso in zone specifiche.
Inoltre, contribuiscono alla salute delle ossa. Con l’età, tuttavia, la sintesi di estrogeni e testosterone negli uomini diminuisce.
Una carenza di estrogeni nell’uomo può favorire l’insorgenza di alcune condizioni come diabete, sovrappeso, problemi cardiovascolari, osteoporosi, sarcopenia, riduzione della libido e un maggior rischio di tumore alla prostata.
Cosa sono gli estrogeni naturali o fitoestrogeni
Sono composti di natura non steroidea presenti in alcune piante. Si tratta di sostanze vegetali con una struttura chimica simile a quella degli estrogeni e per questo possono legarsi ai recettori degli estrogeni nell’organismo, influenzando vari processi biologici. In modo particolare sono simili all’estradiolo (E2).
Agendo in modo simile agli estrogeni, possono contribuire a ridurre i sintomi della menopausa come le vampate di calore e l’osteoporosi e possono aiutare a prevenire malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, demenza senile o invecchiamento cutaneo.
Quindi, i fitoestrogeni nella dieta vengono digeriti e metabolizzati dai batteri nell’intestino, assorbiti nell’intestino e coniugati nel fegato e, una volta in circolo, restano nel plasma fino a quando non vengono definitivamente escreti con le urine.
I loro effetti benefici dipendono da diversi fattori tra cui l’età, lo stato di salute, la microflora intestinale, ma anche dalla disponibilità della molecola nell’alimento.
Rientrano più comunemente, tra i fitoestrogeni, quattro composti di origine naturale.
- Isoflavoni: sono i fitoestrogeni più studiati e ne è particolarmente ricca la soia e i suoi derivati (tempeh e tofu) ma anche il trifoglio rosso e altri legumi.
- Stilbeni: ne è un esempio il resveratrolo, contenuto nell’uva e nelle arachidi.
- Cumestani: fitoestrogeni presenti in alcuni legumi, nell’erba medica (alfa-alfa) e nel trifoglio.
- Lignani: fitoestrogeni contenuti soprattutto nei semi di lino.
In contrasto con le indicazioni benefiche che questi composti possono avere sulla salute, i fitoestrogeni hanno sollevato preoccupazioni poiché potrebbero agire come interferenti endocrini, indicando la possibilità di causare effetti avversi sulla salute.
Alimenti che contengono fitoestrogeni
I benefici derivanti dal consumo di cibi ricchi di fitoestrogeni probabilmente superano i potenziali rischi, quindi questi alimenti possono essere consumati in modo sicuro con moderazione.
Alcuni degli alimenti più ricchi di fitoestrogeni includono:
- Soia e derivati: la soia contiene isoflavoni, una classe di fitoestrogeni particolarmente potente.
- Semi di lino: ricchi di lignani, un altro tipo di fitoestrogeno.
- Cereali integrali: contengono quantità moderate di fitoestrogeni.
- Legumi: ceci, lenticchie e fagioli hanno quantità variabili di fitoestrogeni.
- Frutta e verdura: in particolare mele, melograni, carote e broccoli.
- Semi di sesamo e girasole: ricchi di lignani.
Anche se i fitoestrogeni possono influenzare l’equilibrio ormonale in modo simile agli estrogeni, il loro effetto è molto più blando rispetto agli ormoni prodotti naturalmente dal corpo.
Estrogeni e terapia ormonale
Il termine terapia ormonale fa riferimento all’utilizzo di ormoni come estrogeni e/o progesterone sotto stretto controllo medico con lo scopo di prevenire/ridurre l’incidenza di alcune patologie o condizioni fisiologiche.
Esistono quattro particolari condizioni per cui può essere suggerita una terapia ormonale.
- Fastidiosi sintomi vasomotori della menopausa (vampate di calore, difficoltà a dormire, problemi di memoria ecc.).
- Prevenzione della perdita di massa minerale ossea, tipica delle donne dopo la menopausa.
- Ipoestrogenismo (estradiolo ridotto per varie cause tra cui una ridotta attività di ovaie e testicoli).
- Sindrome genitourinaria della menopausa (secchezza vaginale, prurito, episodi di urgenza nella minzione ecc.)
Diversi studi hanno suggerito che la terapia ormonale sostitutiva con estrogeni, nelle donne prima dei 60 anni e da non più di 10 anni in menopausa, possa apportare diversi benefici.
- Prevenzione della perdita di massa minerale ossea con conseguente riduzione del rischio di osteoporosi e fratture.
- Riduzione del rischio di aumento di peso nelle donne dopo la menopausa.
- Riduzione delle vampate di calore, degli episodi di insonnia e/o di perdita di memoria e di altri eventi tipici della menopausa.
La terapia ormonale dovrebbe essere personalizzata in relazione all’età, al periodo in cui è iniziata la menopausa, ai benefici effettivi rispetto a terapie non ormonali e ai rischi correlati all’utilizzo di estrogeni.
Conclusioni
Gli estrogeni sono ormoni basilari per la salute sia delle donne che degli uomini. Nelle donne, regolano il ciclo mestruale, la gravidanza e la salute delle ossa, mentre negli uomini contribuiscono alla spermatogenesi e alla composizione corporea.
Una carenza di estrogeni può causare problemi come osteoporosi, riduzione della libido e alterazioni metaboliche, mentre un eccesso aumenta il rischio di obesità e malattie cardiovascolari. Mantenere un equilibrio ormonale è quindi fondamentale per la salute generale.
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Fonti
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