Sommario
Per epistassi – o sangue dal naso– si intende la fuoriuscita di sangue dalle fosse nasali. È un disturbo piuttosto comune, infatti circa il 60% della popolazione mondiale ne ha sofferto almeno una volta nella vita. Solo il 6% però presenta aspetti più gravi, tanto da richiedere un intervento tempestivo. Si tratta generalmente di un disturbo benigno, tuttavia non va sottovalutato in caso di emorragia abbondante e recidivante.
Le cause più comuni dell’epistassi sono secchezza delle mucose nasali o traumi locali. Ma può essere anche il sintomo di una patologia sottostante.
Per arrestare l’emorragia, può bastare una pressione sotto il ponte nasale, inclinando il tronco in avanti e sostenendo la testa con la mano libera. Nei casi più gravi o se l’emorragia non si arresta nell’arco di qualche minuto o è molto abbondante, è comunque opportuno rivolgersi al proprio medico o al pronto soccorso.
Sangue dal naso o epistassi: che cos’è
Epistassi, dal greco epìstaxis (stillare goccia a goccia), nell’antichità indicava semplicemente un gocciolamento di sangue proveniente da qualunque parte del corpo.
Oggi invece per epistassi si intende specificatamente uno o più episodi di sanguinamento dal naso.
È un disturbo che può destare preoccupazione, ma raramente è il segno di una malattia grave. Infatti, il naso è ricco di vasi sanguigni piuttosto delicati che, per questo motivo, possono sanguinare facilmente. Anche mettersi le dita nel naso, ad esempio, può creare un traumatismo della mucosa nasale, provocando sanguinamento, soprattutto nei bambini.
È dunque una manifestazione clinica piuttosto comune sia negli adulti, sia nei giovanissimi, che si evidenzia con un piccolo rivolo di sangue che fuoriesce dal naso o con un flusso più intenso. Ciò che conta è capire, soprattutto in caso di recidive frequenti, se è il sintomo di una patologia sottostante.
L’incidenza è superiore negli uomini (57%) rispetto alle donne (43%), con un andamento stagionale. Infatti, le visite mediche per epistassi sono più frequenti in inverno.
Epistassi: Classificazione
In base alla sede di origine, si distinguono due tipi di epistassi:
- anteriore, che parte dalla porzione anteriore del naso (il locus valsalvae del setto nasale)
- posteriore, che parte dai vasi più profondi e che genera un sanguinamento anche verso la faringe e le vie respiratorie, con possibile perdita di sangue dalla bocca.
Questi due tipi di epistassi possono anche coesistere (epistassi anteroposteriore).
Anteriore
Solitamente origina dalla zona frontale del naso, dai piccoli vasi sanguigni posti sulla cartilagine che separa le due narici (setto nasale). La maggior parte di queste epistassi, anche se possono generare un po’ di apprensione, non sono gravi.
Posteriore
Il sanguinamento parte dai vasi sanguigni nella regione posteriore del naso. È piuttosto raro, ma più difficile da trattare, poiché può coinvolgere vasi sanguigni più grandi rispetto a quelli anteriori.
Trovandosi poi dietro al naso, questi vasi sono più difficili da raggiungere e trattare. Tipicamente si manifestano in soggetti con aterosclerosi (che riduce o ostruisce il flusso sanguigno nelle arterie), con malattie emorragiche, che assumono farmaci anticoagulanti o che sono stati sottoposti a interventi chirurgici dei seni paranasali o a rinochirurgia.
Le cause della perdita di sangue dal naso
Solitamente l’epistassi si verifica per secchezza o irritazione della mucosa interna del naso o per rottura dei vasi sanguigni.
Però, è possibile distinguerla in base alle cause scatenanti.
Locale
E’ generalmente di origine traumatica e localizzata al naso (traumi nasali con o senza frattura, traumi alla base del cranio, ecc.).
Perdita di sangue dal naso sistemica
Dipende da condizioni di salute alterate, non circoscritte alla zona del naso, come ad esempio:
- patologie cardiovascolari (ipertensione, aterosclerosi, cardiopatie, ecc.)
- altre malattie sistemiche (che colpiscono cioè più apparati e/o organi).
Epistassi essenziale
E’ causata da patologie del naso come:
- riniti o infezioni nasali
- influenza
- allergie
- sinusiti
- polipi
- varici del setto nasale
- esposizioni solari
- tumori.
Sintomatica
L’epistassi è la manifestazione clinica di disturbi o malattie come:
- malattia di Rendu-Osler-Weber (caratterizzata da un’alterazione strutturale dei vasi e da dilatazioni vascolari)
- ipertensione
- diabete
- leucemie
- neoplasie (in genere i tumori del rinofaringe, la zona tra naso e gola)
- patologie renali ed epatiche
- alcolismo
- inalazione di droghe come la cocaina o di sostanze irritanti (per cause ambientali o lavorative)
- malattie metaboliche
- terapie anticoagulanti.
Perdita di sangue dal naso: cause più comuni e meno comuni
Cause comuni:
- soffiarsi forte il naso
- dita nel naso
- piccole lesioni o traumi
- secchezza delle mucose nasali
- piccoli polipi nel naso
- ipertensione
- colpo di calore.
Cause meno comuni:
- infezioni nasali (raffreddore o sinusite)
- corpo estraneo
- perforazione o traumi del setto nasale
- arteriosclerosi
- malattie emorragiche
- tumori o altre gravi patologie pregresse
- sindrome di Rendu-Oslaer- Weber.
Perdita di sangue dal naso: sintomi e campanelli di allarme
Il sintomo più evidente dell’epistassi è la perdita di sangue dal naso. Possono essere poche gocce o una fuoriuscita più abbondante.
Generalmente si tratta di episodi non preoccupanti che si risolvono nell’arco di qualche minuto, ma in presenza di alcuni sintomi specifici è bene non sottovalutare la situazione.
Vediamo quali.
- Perdita eccessiva di sangue, debolezza e capogiri.
- Terapie farmacologiche con anticoagulanti.
- Frequenti recidive di epistassi senza cause evidenti.
Inoltre, l’epistassi può essere il sintomo di malattia emorragica come:
- macchioline violacee sulla pelle (petecchie)
- gengive sanguinanti
- feci scure o con tracce di sangue
- sangue nelle urine
- tosse con fuoriuscita di sangue
- mestruazioni abbondanti nelle donne.
Cosa si fa per bloccare l’uscita del sangue dal naso
- Pinzare con le dita le narici con una leggera pressione. Non bisogna mai sdraiarsi con la testa verso l’alto perché questa posizione aumenta l’afflusso di sangue peggiorando l’emorragia.
- Sedersi continuando a stringere il naso, piegando la testa in avanti con il mento verso il torace. In questo modo si chiudono le valvole delle vene del collo riducendo l’afflusso di sangue alla testa.
- Se possibile inserire nelle narici del cotone idrofilo imbevuto di acqua ossigenata.
- Allentare la pressione dopo qualche minuto e se non esce più sangue, soffiare delicatamente il naso per far fuoriuscire residui di sangue o piccoli coaguli. In caso di vomito non c’è da allarmarsi, in quanto il sangue ingerito può irritare le pareti dello stomaco.
- Evitare il cotone emostatico, poiché rimuovendolo dalle narici può causare piccole lesioni e quindi la ripresa del sanguinamento.
- Non assumere antinfiammatori o antidolorifici perché possono aggravare l’emorragia.
- Se nonostante queste manovre l’emorragia non si arresta, è necessario rivolgersi al pronto soccorso.
Epistassi: quando rivolgersi al medico
Se l’epistassi non si ferma nonostante gli accorgimenti sopra indicati, è opportuno rivolgersi al medico o al pronto soccorso.
La diagnosi si esegue con l’anamnesi del soggetto e l’esame obiettivo.
È importante capire la causa del sanguinamento, anche per la prescrizione degli esami da eseguire.
Si indagano quindi i possibili eventi scatenanti come:
- forti starnuti
- piccoli traumi al naso
- corpi estranei
- recenti infezioni delle vie aeree
- precedenti episodi di epistassi
- familiarità anche con eventuali malattie emorragiche che ostacolano la coagulazione del sangue
- farmaci anticoagulanti (per patologie pregresse).
Durante l’esame obiettivo il medico rileva anche la pressione e il battito cardiaco e controlla la cute per verificare la presenza di petecchie, ecchimosi e dilatazione dei piccoli vasi, sia nel naso che nella bocca e all’estremità delle mani e dei piedi.
Per osservare le cavità nasali, in caso di epistassi anteriore, basta una luce portatile, mentre per quella posteriore occorre usare un sondino flessibile a fibre ottiche.
Perdita di sangue dal naso: cure e trattamenti
L’approccio più idoneo dipende dal tipo di epistassi e dalla causa dell’emorragia.
Epistassi anteriore
Generalmente si può tenere sotto controllo anche a casa, stringendo le narici per una decina di minuti seduti in posizione eretta. Se il sangue continua a uscire anche dopo aver ripetuto la manovra per altri 10 minuti, è meglio rivolgersi al medico.
Quest’ultimo solitamente inserisce dei tamponi imbevuti di anestetico (ad esempio la lidocaina) e di un farmaco come la fenilefrina che restringe i vasi sanguigni del naso. Si tengono poi premute le narici per una decina di minuti e si rimuove il tampone.
Si può anche utilizzare, in alternativa, una speciale spugna che rigonfiandosi ferma l’emorragia (sarà poi rimossa dopo un paio di giorni).
Nei casi più severi, si può cauterizzare la zona da cui esce il sangue con del nitrato di argento o con un elettrocauterizzatore.
Epistassi posteriore
In questo caso premere le narici non basta. Si può inserire nel naso uno speciale palloncino che si gonfia fino a comprimere la sede dell’emorragia. È necessario tuttavia somministrare un sedativo prima di inserire questi dispositivi nel naso, poiché sono piuttosto fastidiosi, anche per la respirazione.
Il medico può decidere poi per il ricovero in ospedale e somministrare una terapia antibiotica per prevenire l’infezione dei seni paranasali o dell’orecchio.
Se il palloncino non basta, sarà allora opportuno intervenire chirurgicamente con un endoscopio a fibre ottiche inserito attraverso la parete del seno paranasale. Invece, altre volte, si opta per l’inserimento di un piccolo catetere che raggiunge la zona dell’emorragia per ostruire il vaso emorragico (embolizzazione).
Esami diagnostici
Tra i possibili esami diagnostici per individuare la causa dell’epistassi ci sono:
- emocromo completo
- tempo parziale di tromboplastina (PTT, per verificare il tempo di coagulazione del sangue)
- endoscopia nasale
- radiografia del viso e del naso
- TAC.
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Rimedi naturali
Possono essere utili tutte quelle erbe che hanno un’azione protettiva sui capillari come:
- ippocastano
- mirtillo
- centella
- edera
- vitamina C.
Ma in particolare:
- infuso di ortica. L’ortica ha proprietà antinfiammatorie che possono ridurre l’irritazione delle muscose nasali. Tamponare le narici con una garza imbevuta di questo infuso, per qualche minuto, può aiutare a fermare l’emorragia.
- Infuso di equiseto. Questa erba ha proprietà antiinfiammatorie e favorisce la cicatrizzazione dei capillari mediante il lavaggio delle narici con il suo infuso.
- Aceto di mele. Aiuta a prevenire le infezioni e velocizza il recupero delle pareti dei vasi lesionati. Si applica sulle narici con un batuffolo imbevuto di aceto di mele diluito con acqua.
- Tisana di menta. La menta è un buon alleato per chi ha problemi di coagulazione del sangue. Bere una tazza di tisana alla menta, più volte al giorno, potrebbe alleviare i sintomi dell’epistassi.
- Acqua e sale. Il lavaggio delle narici con acqua e sale aiuta a eliminare i piccoli grumi di sangue che possono restare sulle pareti delle narici.
Sangue dal naso: si può prevenire?
La causa più comune dell’epistassi è la secchezza della mucosa nasale. Quindi, applicare un po’ di olio di vasellina nella zona interna del setto nasale può essere utile.
In caso di allergie, il trattamento con antistaminici può scongiurare il fastidioso prurito al naso e quindi il possibile sanguinamento per irritazione delle mucose.
Per chi, invece, passa molto tempo in ambienti climatizzati, è consigliabile l’uso di spray nasali e creme emollienti.
Infine, nei soggetti più anziani, è opportuno monitore la pressione sanguigna e la coagulazione del sangue.
Con la consulenza del Dott. Salvatore Marotta, specialista in Chirurgia di urgenza e Pronto soccorso, docente di Medicina del territorio presso il Dipartimento di Sanità Pubblica, Università Federico II (Napoli).
Fonti
- Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani- AOOI– Epistassi, C. Vicini.
- Centro medico Unisalus.
- Epistassi, F. Colaboni.
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