Sommario
La tendinite, meglio definita come tendinopatia, è una condizione clinica caratterizzata da dolore, gonfiore e limitazione funzionale del tendine e delle strutture circostanti, che può manifestarsi in diverse aree del corpo, come piede, polso, spalla, braccio, mano e caviglia.
Il termine “tendinite” è talvolta usato impropriamente, mentre “tendinopatia” descrive meglio le problematiche di degenerazione del tendine.
Questa condizione comprende disturbi come la borsite e la tallonite, che spesso presentano sintomi come dolore cronico e limitazione dei movimenti, talvolta fortemente debilitanti.
Spesso il riposo o l’immobilizzazione con tutore o gesso e impacchi caldi o freddi, possono bastare, ma se necessario, si passa a cure più specialistiche.
L’ortopedico effettua specifiche manovre per definire il tipo di tendinite. Può eseguire anche infiltrazioni di cortisone e immobilizzare l’area con un tutore. Successivamente, indirizza verso la fisioterapia, con trattamenti come laser, ultrasuoni e tecarterapia.
Nei casi più complessi, il medico prescrive ulteriori esami, come radiografia, ecografia e, se necessario, una risonanza magnetica.
Tendinite: cos’è
La tendinite è un’infiammazione di un tendine, ovvero la struttura che collega il muscolo all’osso. Solitamente causata da sforzi eccessivi o movimenti ripetitivi, si manifesta con dolore localizzato, gonfiore e rigidità nella zona interessata. Le aree più comunemente colpite includono la spalla, il gomito, il polso, il ginocchio e il tendine d’Achille.
Nei casi più seri, il tendine può indebolirsi, aumentando il rischio di lesioni.
Tendini: cosa sono e quali sono le funzioni
I tendini sono strutture anatomiche che collegano i muscoli alle ossa, permettendo la trasmissione della forza muscolare alle ossa per consentire il movimento e stabilizzare le articolazioni.
Composti principalmente da collagene, elastina, acqua, proteoglicani e cellule chiamate tenociti, i tendini sono avvolti in una guaina che facilita il loro scorrimento e protezione.
La struttura dei tendini è molto robusta e flessibile: accumula fino al 70% dell’energia elastica totale e permette un allungamento fino al 4% della lunghezza a riposo. Tuttavia, hanno un ridotto apporto di sangue rispetto ai muscoli e sono metabolicamente meno attivi, il che ne limita la capacità di adattamento all’allenamento e li rende vulnerabili a lesioni come la tendinite.
Con l’avanzare dell’età, la funzionalità dei tenociti diminuisce e la produzione di collagene aumenta, portando a una ridotta elasticità e aumentando il rischio di lesioni.
Tra i tendini più rilevanti vi sono il tendine d’Achille, la cuffia dei rotatori della spalla e il tendine rotuleo del ginocchio.
La funzione principale è trasferire le forze dal muscolo all’osso, immagazzinando energia elastica che si rilascia alla cessazione della trazione per ottimizzare il risparmio energetico durante il movimento.
La capacità elastica consente un allungamento fisiologico fino al 5%, ma oltre l’8% si possono verificare micro-rotture o rotture complete. Un tendine debole o lesionato compromette la funzione del muscolo e dell’articolazione, richiedendo al muscolo uno sforzo maggiore e riducendo la sua forza.
Inoltre, i tendini svolgono un’importante funzione propriocettiva, contribuendo a informare il sistema nervoso sulla posizione e il movimento dell’articolazione.
Cause e fattori di rischio della tendinite
La tendinite è spesso dovuta a cause sconosciute e tende a manifestarsi in età media o avanzata, quando i tendini sono più deboli e soggetti a lesioni e infiammazioni. Questo indebolimento progressivo (noto come tendinopatia) è causato da piccole lacerazioni accumulate nel tempo, che possono portare a una rottura graduale o, talvolta, improvvisa del tendine.
Anche nei più giovani, però, la tendinite non è rara, specialmente in chi pratica sport intensi o svolge attività ripetitive. La tendinite della cuffia dei rotatori, ad esempio, è comune tra gli atleti.
Inoltre, alcuni disturbi articolari come artrite reumatoide, sclerosi sistemica, gotta, diabete e artrite reattiva aumentano il rischio di tenosinovite.
In alcuni casi, infezioni batteriche come la gonorrea possono causare tenosinoviti, specialmente nelle donne, e interessare tessuti come spalle, polsi, dita, anche, caviglie o piedi.
Fattori di rischio
Essendo una condizione multifattoriale, è la combinazione di uno o più fattori di rischio a determinarne l’insorgenza.
La tendinite è comune tra gli sportivi, specialmente nei tendini della cuffia dei rotatori, del capo lungo del bicipite, dei flessori ed estensori del polso e delle dita e del tendine d’Achille. L’infiammazione è spesso causata dal sovraccarico, poiché i tendini richiedono più tempo per adattarsi rispetto ai muscoli.
Gli sportivi di corsa, tennis e salto sono a più rischio di tendinopatie al tendine d’Achille, mentre i ballerini mostrano un’incidenza del 9%. Tendiniti a polso e dita colpiscono il 2% della popolazione, soprattutto sportivi e chi svolge lavori ripetitivi.
Le lesioni alla cuffia dei rotatori, invece, sono frequenti in sport come il baseball e il tennis.
Non parliamo solo di contesti sportivi ma anche lavorativi, per esempio un lavoro ripetitivo richiede delle pause frequenti e programmate per evitare un sovraccarico delle articolazioni utilizzate.
Intrinseci
- Età e sesso.
- Patologie pregresse su base ormonale e metabolica.
- Sovrappeso/obesità.
- Ipertensione.
- Problemi ortopedici come dismetria degli arti.
- Squilibri muscolari.
- Utilizzo di cortisonici e steroidi per lunghi periodi.
- Alterata funzione dell’articolazione, eccessiva rigidità o iperlassità.
Estrinseci
- Calzature inadeguate.
- Lavori ripetitivi con compressioni ripetute e svolti a basse temperature.
- Errata postura protratta nel tempo.
- Microtraumi ripetuti sull’articolazione.
- Tipo di sport (salto, corsa ecc.).
- Volume e/o intensità di allenamento eccessivi.
Quali sono i sintomi della tendinite
I segni e sintomi della tendinopatia sono caratteristici e lasciano pochi dubbi a un attento esame clinico. I sintomi si presentano a livello locale e sono: dolore, gonfiore, calore, sensazione di rigidità (perdita di funzione parziale dell’articolazione).
Seppure i segni e sintomi sono estremamente simili a un’infiammazione acuta è bene ribadire come il processo infiammatorio sia protagonista sono nelle prime settimane della tendinopatia.
La sintomatologia può essere acutizzata da una lesione o, ancor peggio, dalla rottura del tendine. In questo caso la patologia diventa estremamente debilitante per il paziente.
Una tendinopatia cronica risulta essere limitante per il paziente, anche nello svolgimento delle sue semplici attività quotidiane. Oltre a essere una vera sfida clinica per lo specialista.
Diagnosi
La diagnosi di tendinopatia si basa su un’attenta anamnesi del paziente, la sua storia clinica e un esame clinico. È importante, come in un tutte le sedute diagnostiche, escludere eventuali altre patologie.
Il medico potrà procedere con esami di diagnostica per immagini nel caso in cui abbia dubbi sulla patologia e voglia confermare le sue ipotesi.
Con la diagnostica per immagini (ecografia, RMN) e/o l’esame istologico è possibile definire quale tipo di tendinopatia colpisce il paziente. Nel caso in cui fossero presenti dei processi infiammatori a carico del tendine, potrà essere diagnosticata la tendinite.
Come curare la tendinite
In caso di tendinopatia il trattamento è solitamente conservativo, fatta eccezione per i casi di rottura del tendine dove l’intervento chirurgico risulta necessario.
Nei primi giorni è consigliato evitare, nel limite del possibile, tutte le attività che interessano l’articolazione colpita e quelle che si pensa possano essere la causa del problema. Fasciature applicate da un professionista possono promuovere la guarigione del tendine. Alla compressione è opportuno associare degli impacchi di ghiaccio da circa 15 minuti, ripetuti anche 5-6 volte al giorno.
Infine, l’elevazione del segmento corporeo colpito favorisce il ritorno venoso, linfatico e la risoluzione del processo infiammatorio.
Farmaci
Durante il periodo acuto è possibile utilizzare farmaci antinfiammatori e integratori antiedemigeni (che impediscono la formazione di edemi), secondo le disposizioni del medico. Quindi, gli antinfiammatori (FANS) possono rivelarsi utili nelle prime settimane della comparsa della sintomatologia, quando il processo infiammatorio è ancora attivo.
Tuttavia, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e cliniche, il costo/beneficio dei FANS in caso di tendinopatia è spesso negativo, per questo motivo sono sempre meno utilizzati.
Fisioterapia
Un ruolo chiave nella gestione e risoluzione della tendinopatia lo gioca l’attività motoria e la fisioterapia. Sono entrambi strumenti in grado di velocizzare lo stato di guarigione del tendine, evitare eventuali ripercussioni sull’articolazione e altri sistemi corporei, ridurre il rischio di cronicizzazione e migliorare lo stato di salute generale del paziente.
Inoltre, il fisioterapista può lavorare con movimenti specifici (attivi e passivi) su:
- Miglioramento della mobilità dell’articolazione.
- Rinforzo muscolare.
- Recupero dell’elasticità del tendine colpito da tendinopatia.
L’attività motoria e gli esercizi specifici, oltre alla seduta fisioterapica, devono essere svolti in autonomia dal paziente a casa. L’obiettivo è quello di creare uno stimolo frequente sul tendine per promuovere il processo di guarigione. Esercizi che devono essere svolti anche dopo la scomparsa della sintomatologia.
Nel caso in cui la lesione tendinea sia estremamente grave (rottura) oppure se il trattamento conservativo non porta a un miglioramento della sintomatologia nell’arco di 6-12 mesi, la soluzione chirurgica si rivela essere la più indicata.
Prognosi e decorso
I tempi di recupero da una tendinopatia sono spesso lunghi. Parliamo di circa 12 mesi per un recupero completo, se il paziente è stato sottoposto al trattamento conservativo fin dai primi giorni della comparsa dei sintomi.
I tempi di recupero così lunghi si trasformano spesso in una prova psicologica per il paziente, il quale deve imparare a convivere e gestire la sintomatologia oltre a dedicarsi quotidianamente agli esercizi di recupero.
Conclusioni
La tendinite è l’infiammazione di un tendine, comunemente causata dal sovraccarico o da movimenti ripetitivi, che danneggiano le fibre tendinee. Le aree più a rischio sono spalla, gomito, polso, ginocchio e il tendine d’Achille.
Gli sportivi, in particolare quelli che praticano corsa, tennis e sport di salto, sono spesso soggetti a questo disturbo per via dell’elevata intensità di allenamento che non consente un adeguato recupero.
La tendinite si manifesta con dolore, rigidità e gonfiore, che limitano il movimento.
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Fonti