Coldiretti ha stilato l’elenco dei cibi più contaminati, quelli cioè che contengono elementi nocivi per il nostro organismo e sono quindi da evitare. La black list è stata stilata sulla base degli ultimi rapporti elaborati dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sui residui dei fitosanitari in Europa e dal ministero della Salute sul “controllo ufficiale sui residui dei prodotti fitosanitari degli alimenti”.
L’attenzione alla qualità di ciò che mangiamo deve essere sempre prioritaria. Infatti, una corretta alimentazione è alla base del nostro benessere per il quale consigliamo di seguire i principi della dieta Mediterranea, alla quale si ispira Melarossa. Quindi, occorre mettere a tavola solo prodotti garantiti, ne vale della nostra salute e di quella dei nostri figli.
Cibi contaminati: la black list dei cibi da evitare
A salire sul podio della non edificante classifica sono i peperoncini piccanti provenienti da Repubblica Dominicana e India. A seguire, i prodotti meno sicuri sono, nell’ordine:
- bacche di goji provenienti dalla Cina
- riso dal Pakistan
- melograni dalla Turchia
- tè dalla Cina
- okra (o gombo), sorta di piccola zucchina importata dall’India
- dragon fruit proveniente dall’Indonesia
- fagioli secchi provenienti dal Brasile
- peperoni dolci
- olive da tavola provenienti dall’Egitto.
Questi ultime, per giunta, hanno un regime agevolato a dazio zero da parte dell’Unione Europea che ne facilita la diffusione.
Perché sono pericolosi
Gli alimenti della lista nera stilata dall’associazione dei produttori agricoli presentano elevati livelli di irregolarità.
Infatti, sono contaminati dalla presenza di insetticidi, che – sottolinea la Coldiretti – spesso sono banditi dalla legislazione nazionale ed europea. Tra questi:
- dicofol
- acephate
- permethrin
- chlorfenapyr
- methamidophos presenti nei peperoncini
- tricyclazole nel riso dal Pakistan
- isoprothiolane nei dragon fruit
- fenpropimorph
- procymidone
- propoxur
- methamidophos nei fagioli secchi brasiliani.
La Corte dei Conti europea ha più volte espresso preoccupazione per le sostanze chimiche negli alimenti denunciando il mancato rispetto degli standard di sicurezza nei cibi di provenienza extra Ue.
Cibi contaminati: come difendersi
Dai risultati delle analisi risulta che i prodotti alimentari importati, in Italia, sono ben 3 volte più pericolosi di quelli nazionali.
La situazione diventa più rischiosa per i cibi di origine extracomunitaria per i quali la percentuale di irregolarità, secondo l’Efsa, sale al 5,8%, ben otto volte superiore ai prodotti Made in Italy.
Per difendersi e assicurarsi la qualità in tavola, occorre controllare il Paese di origine del prodotto, che deve essere indicato sull’etichetta.
E’ questo un obbligo che riguarda la maggior parte degli alimenti in vendita. “E’ necessario però che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori”, ha concluso il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
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