Sommario
La visita oculistica di base è la valutazione della capacità visiva e della funzionalità dell’occhio e delle parti che lo compongono per verificare l’eventuale presenza di disturbi o patologie oculari o fattori di rischio. Si distingue da quella di secondo livello (o specialistica) che è, invece, finalizzata alla cura di una specifica malattia, già identificata o sospetta.
Serve quindi per esaminare la salute dei nostri occhi e la loro capacità visiva, ma anche la presenza di malattie o di fattori di rischio (come il diabete o l’ipertensione, ad esempio) che nel tempo possono compromettere la nostra vista.
È molto importante eseguire una visita oculistica anche nel bambino per verificare il corretto sviluppo dell’apparato oculare.
Secondo i dati dell’OMS, la disabilità visiva colpisce circa 253 milioni di persone nel mondo ed è trattabile in oltre l’80% dei casi. In Italia, secondo le statistiche, sono circa 1,5 milioni gli ipovedenti e 220.000 i ciechi.
Che cos’è la visita oculistica?
La visita oculistica è la valutazione funzionale della capacità visiva dei nostri occhi. In altre parole, permette di stabilire lo stato di salute dell’occhio e di misurarne la capacità visiva, a varie distanze.
Grazie alla visita oculistica, infatti, è possibile verificare la presenza di patologie oculari che possano comportare una riduzione o la perdita della vista. Ma anche dei fattori di rischio rappresentati da patologie pregresse (patologie della tiroide, ipertensione, diabete, ecc.) che, se trascurate, possono portare allo sviluppo di malattie come la degenerazione maculare e il glaucoma.
È consigliato effettuare la prima visita oculistica nei bambini durante l’infanzia. Si può eseguire senza correre rischi anche sui neonati, soprattutto in caso di familiarità per alcune patologie oculari.
L’Associazione Internazionale per la Riabilitazione Visiva dell’Infanzia suggerisce una visita già verso i sei mesi di vita. È poi particolarmente indicata quando il bambino è inserito nella scuola materna, in cui il cambio di ritmo nella vita quotidiana può incidere sulla vista. Oppure in presenza di campanelli di allarme come quelli indicati in seguito.
Visita oculistica: a cosa serve?
Si tratta di una valutazione della capacità visiva attraverso l’osservazione dei vari segmenti dell’occhio (anteriore e posteriore). Infatti, lo scopo è verificare la presenza di eventuali patologie oculari come la degenerazione maculare o il glaucoma.
Quindi, la visita non serve solo a misurare la vista, ma anche a valutare lo stato di salute dei nostri occhi.
Grazie ai dati raccolti, l’oculista può dunque effettuare una diagnosi. In caso di patologie, prescriverà una terapia o consiglierà ulteriori approfondimenti diagnostici. Invece, in caso di disturbi della vista che richiedano la correzione con lenti, indicherà la correzione adeguata.
L’esame dura circa mezz’ora e non richiede una particolare preparazione. Chi porta però le lenti a contatto deve rimuoverle qualche giorno prima.
Ma quanto costa una visita oculistica? Il prezzo presso le strutture private oscilla in base alla Regione di appartenenza, ma anche in base agli esami e agli accertamenti aggiuntivi da eseguire. Una visita di base, comunque, ha un costo medio di 100 euro.
Visita oculistica per la patente
La visita oculistica è necessaria anche per prendere o rinnovare la patente di guida. Consente, infatti, di accertare l’acutezza visiva del guidatore per la sua salvaguardia e per quella degli altri, anche per capire se c’è la necessità di portare gli occhiali.
È opportuno indicare tuttavia che la visita oculistica per la patente non è una semplice visita ma deve rispondere a dei precisi parametri di misurazione stabiliti dal codice della strada. Ad esempio, per la patente di ciclomotori e automobili, si devono controllare questi specifici elementi:
- acuità visiva (con visione binoculare di almeno di 12/10 e il campo visivo di almeno 160°).
- Fotosensibilità all’abbagliamento e tempo di recupero.
- Daltonismo.
- Visione al crepuscolo.
Quando fare la visita oculistica?
In caso di patologie, è sempre consigliabile effettuare visite periodiche in accordo con il medico oculista. Ma anche la prevenzione è fondamentale, per intervenire tempestivamente e salvaguardare la vista.
Adulti
A parte le specifiche indicazioni mediche, per gli adulti, la Società Oftalmologica Italiana consiglia di eseguire visite oculistiche:
- prima di iniziare l’attività lavorativa.
- Verso i 39-40 anni, poiché è in questa fase della vita che inizia a manifestarsi la presbiopia (difficoltà alla lettura da vicino).
- Dopo i 50 anni (ogni 2-3 anni), come prevenzione per il glaucoma (danno progressivo del campo visivo e del nervo ottico spesso associato a pressione alta degli occhi).
- Dopo i 65 anni (almeno una volta l’anno e in base alle prescrizioni mediche).
In presenza di patologie (ipertensione arteriosa, diabete, malattie reumatiche, terapia con farmaci che condizionano la salute degli occhi, ecc.), invece, è opportuno un controllo ogni 1-2 anni, a prescindere dall’età.
Bambini
Per quanto riguarda i bambini, il primo controllo è effettuato alla nascita, per verificare l’eventuale presenza di malformazioni o patologie congenite. Successivamente, è consigliabile una visita oculistica in queste fasce d’età o in presenza di campanelli di allarme:
- 3 anni per valutare lo sviluppo anatomico-funzionale dell’occhio e individuare eventuali patologie.
- 5-6 anni (scuola primaria), poiché a questa età i bambini iniziano a leggere e a scrivere. Quindi un esame oculistico è utile per verificare le capacità visive indispensabili per un corretto; apprendimento e per verificare il regolare sviluppo della motilità oculare.
- All’inizio delle scuole medie, fino ai 14 anni, poiché è in questo periodo che possono manifestarsi disturbi della rifrazione come la miopia, ipermetropia e astigmatismo, anche se lievi.
Visita oculistica: campanelli di allarme nei bambini
- Malattie oculari ereditarie.
- Malattie contratte in gravidanza.
- Sofferenza neonatale.
Segni oculari specifici come:
- arrossamento degli occhi.
- Fastidio alla luce.
- Lacrimazione abbondante o assente.
- Strabismo.
- Abbassamento delle palpebre.
- Pupille bianche.
- Iridi irregolari nella forma e nel colore.
Comportamenti inconsueti come:
- sguardo assente.
- Difficoltà a seguire gli oggetti n movimento (dai 3 mesi).
- Frequenti cadute.
- Difficoltà ad evitare gli ostacoli.
- Eccessivo avvicinamento per guardare gli oggetti.
- Posizione anomala del capo.
- Mal di testa.
Visita oculistica: esami essenziali
Anamnesi generale
Si raccolgono le informazioni generali sullo stato di salute, in particolare sugli occhi.
Esame ispettivo
Si osserva l’allineamento degli occhi, eventuali alterazioni o anomalie della motilità oculare, delle palpebre e dell’apparato lacrimale.
Biomicroscopia o esame alla lampada a fessura
Attraverso un microscopio binoculare, si possono esaminare:
- palpebre.
- Congiuntiva.
- Sclera.
- Parte anteriore dell’occhio (cornea, iride e cristallino).
Grazie a lenti addizionali, si possono esaminare anche la retina, il corpo vitreo, la testa del nervo ottico e verificare lo stato dei vasi retinici, che indicano la salute “vascolare” del soggetto.
Quindi, è un test che permette di individuare molte patologie oculari e non solo. Infatti, molte malattie sistemiche e neurologiche si manifestano inizialmente anche con alterazioni del fondo oculare.
Cheratometria
È la valutazione specifica della curvatura della cornea e dell’astigmatismo.
Valutazione della refrazione
Si valuta la presenza di vizi o difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo).
Infatti, l’occhio umano è costituito da un sistema complesso di lenti che serve a mettere a fuoco sulla retina gli oggetti osservati. A volte, si verificano degli errori refrattivi che non permettono una chiara e nitida visione. La rilevazione del difetto visivo si esegue con un’apparecchiatura computerizzata detta autorefrattometro. È una procedura che consente la misurazione oggettiva del difetto visivo che andrà poi corretto con occhiali, lenti a contatto o interventi laser.
Esame della vista (o misurazione del visus)
L’esame permette di misurare l’acuità visiva, cioè la capacità dell’occhio di mettere a fuoco e distinguere gli oggetti (sia da vicino, sia da lontano), con o senza la correzione delle lenti. Si tratta di leggere lettere o numeri o altri caratteri in sequenza e di dimensioni sempre più piccole.
Le righe che si riescono a leggere sono i decimi, ovvero la misurazione quantitativa della vista. È previsto anche l’esame della vista da vicino.
Tonometria
La misurazione della pressione endoculare (cioè interna all’occhio) permette di identificare o escludere patologie come il glaucoma. Il valore pressorio è dato dalla circolazione dell’umore acqueo, un liquido prodotto dall’occhio. Se tale liquido non circola o defluisce correttamente, la pressione intraoculare aumenta.
Per eseguire la misurazione è necessario instillare negli occhi un collirio anestetico e un colorante, la fluoresceina.
Esame del fondo oculare o esame della retina
Si esegue dopo la dilatazione della pupilla con delle gocce specifiche. Per circa due ore, il collirio provoca un offuscamento della vista, quindi è consigliabile non guidare l’auto nelle ore successive al controllo.
Con questo esame è possibile osservare alcune strutture anatomiche come il nervo ottico (o papilla ottica), il centro della retina (o macula), la circolazione dei vasi retinici e la periferia della retina, zona anatomica in cui si può verificare un distacco di retina.
Visita oculistica: esami di secondo livello
Sono esami specifici da eseguire in caso di patologia certa e diagnosticata o nei casi dubbi o sospetti. I principali sono:
Esame del film lacrimale
Si tratta del sottile strato liquido che ricopre la superficie anteriore dell’occhio. L’esame più eseguito è il test di Schirmer, che permette di misurare quantitativamente la componente acquosa delle lacrime.
Si esegue ponendo una striscia sottile di una speciale carta assorbente tra la palpebra inferiore e l’occhio del paziente.
La misura della lunghezza del segmento bagnato esprime la quantità della secrezione lacrimale acquosa. Ad esempio, questo esame è importante per rilevare eventuali effetti collaterali di farmaci specifici, come quelli assunti per le malattie del sistema immunitario.
Sensibilità a contrasto
La capacità dell’occhio di riconoscere le diverse tonalità di uno stesso colore, ad esempio il grigio. Normalmente questa sensibilità è molto elevata, ma si deteriora in alcune malattie come la cataratta, patologie del nervo ottico e a causa di alcuni interventi chirurgici.
Il test stabilisce il valore minimo del contrasto che il soggetto è in grado di percepire (il “valore soglia”). Il valore soglia non è costante, ma varia con:
- età
- Acutezza visiva.
- Qualità della correzione ottica (lenti a contatto o occhiali).
- Diametro della pupilla e alcune malattie, come ad esempio il diabete, ecc.
Esame del campo visivo
E’ la porzione di spazio percepita dall’occhio quando fissa un punto dinanzi a sé.
È una delle funzioni visive fondamentali. Lo studio del campo visivo indica il tipo di difetto eventualmente presente e la malattia scatenante (come il glaucoma). Detto anche campimetria, si esegue con uno strumento ad alta precisione, il campimetro.
L’esame dura almeno 20-30 minuti per occhio.
Visita oculistica e principali disturbi della vista
Se vuoi saperne di più sui principali disturbi della vista negli adulti e nei bambini, scopri il nostro approfondimento sulle malattie dell’occhio e i disturbi oculari.
Che differenza c’è tra visita oculistica e visita ortottica
Rispetto alla visita oculistica, la visita ortottica mira a diagnosticare o escludere la presenza di anomalie a carico dell’apparato neuromuscolare dell’occhio (alterazioni a carico dei muscoli oculari e deficit dei nervi che controllano tali muscoli) e le alterazioni che ne derivano:
- visione doppia.
- Confusione.
- Strabismo.
- Ambliopia.
- Anisometropia.
- Paralisi oculari, ecc.
Permette quindi di valutare il grado di collaborazione tra i due occhi (visione bioculare). Grazie alla visita ortottica, si può anche monitorare l’eventuale evoluzione di una patologia già diagnosticata.
Comunemente dura 15-20 minuti e comprende la misurazione e la valutazione di:
- acuità visiva.
- Motilità oculare.
- Senso della profondità e della visione tridimensionale.
- Convergenza (la capacità dei due occhi di compiere un movimento simmetrico se stimolati a convergere).
- Accomodazione (capacità dell’occhio di mantenere nitida la visione degli oggetti alle diverse distanze).
Fonti