Sommario
Il nome botanico della liquirizia è Glycyrrhiza glabra e significa “radice dolce”. Infatti, è dall’apparato radicale della pianta che si ottiene il classico “bastoncino” da tenere in bocca e succhiare per ricavarne tutta la sua aromatica dolcezza.
Non solo, si ricava anche un estratto che, lavorato e solidificato, si trasforma in gustosissime scaglie o caramelle nere. Le sue proprietà medicinali e dissetanti sono conosciute dall’antichità.
La liquirizia ha numerose proprietà antinfiammatorie e espettoranti. Nonché le sue radici aiutano a combattere i disturbi digestivi (dispepsia), le infiammazioni del sistema respiratorio e le malattie della pelle. Ha anche delle proprietà lassative ed è di aiuto a chi soffre di pressione bassa, mentre chi soffre di pressione alta deve evitarla.
Tuttavia, durante la gravidanza e l’allattamento, la liquirizia deve essere eliminata. Infatti, in gestazione si potrebbe verificare il passaggio di sostanze ormonali al feto poiché l’effetto ipertensivo della glicirrizina inibirebbe la normale funzione di filtro svolta dalla placenta.
Liquirizia: cos’è
La pianta da cui si ricava la liquirizia è una leguminosa appartenente alla famiglia delle Fabacee. La specie in botanica è conosciuta con il nome Glycyrrhiza glabra L. Questa è la specie più nota del genere Glycyrrhiza, ma non è l’unica. Infatti, ne esistono complessivamente venti specie.
Effetti della liquirizia sulla pressione
La liquirizia fa alzare la pressione e quindi è consigliata a chi soffre di pressione bassa, invece, chi soffre di pressione alta, deve moderarne il consumo.
Il principale costituente attivo della liquirizia è la glicirrizina, che viene successivamente convertita nell’intestino.
Nonostante molti benefici per la salute, i derivati della glicirrizina inibiscono un enzima che ossida il cortisolo in cortisone. Ciò genera alti livelli di cortisolo nel sangue e induce una lieve forma di apparente eccesso di mineralcorticoidi nel rene, e aumenta la resistenza vascolare sistemica.
Ma questo fenomeno, protratto nel tempo e correlato a un consumo eccessivo di liquirizia, crea uno stato di ipernatriemia (disturbo elettrolitico caratterizzato da un’elevata concentrazione di sodio nel sangue) e carenza di potassio nel sangue con conseguente aumento del volume dei liquidi, che possono causare gravi complicazioni potenzialmente letali, specialmente in pazienti già affetti da malattie cardiovascolari.
Inoltre, recenti studi hanno messo in correlazione l’assunzione di liquirizia e la pressione sanguigna rivelando aumenti statisticamente significativi sia nella pressione sistolica (5,45 mmHg) che nella pressione diastolica (3,19/1,74 mmHg).
Liquirizia: benefici per la salute
Diversi studi hanno osservato numerosi effetti benefici della liquirizia, alcuni già noti perché tramandati da una medicina popolare millenaria, altri meno noti ma dalle spiccate proprietà farmaceutiche.
I composti della liquirizia hanno dimostrato proprietà antinfiammatorie, antivirali, epatoprotettive, antiulcerose.
Tosse, raffreddore e disturbi intestinali
I flavonoidi hanno la capacità di inibire le infiammazioni nelle vie aeree dell’apparato respiratorio, rivelandosi degli ottimi calmanti di fenomeni asmatici, con azione espettorante e secretolitica.
Inoltre, i flavonoidi della liquirizia svolgono un effetto benefico sui disturbi infiammatori intestinali.
Azione preventiva contro dispepsia funzionale e ulcera
I sintomi generali della dispepsia funzionale comprendono pienezza addominale superiore, dolore epigastrico, eruttazione, gonfiore addominale, sazietà precoce, nausea, vomito, rigurgito, bruciore di stomaco e perdita di appetito.
Nel 2011, è stato condotto uno studio per valutare l’efficacia di un estratto di glycyrrhiza glabra nei pazienti affetti da dispepsia funzionale. L’estratto ha mostrato una riduzione significativa dei sintomi. La sua efficacia ha comportato un netto miglioramento nella qualità della vita dei soggetti trattati, mostrando di essere un prodotto sicuro e ben tollerato da tutti i pazienti.
La liquirizia è stata segnalata anche per migliorare la secrezione di muco gastrico e per l’attività cicatrizzante antiulcera.
Uno studio su glabridina e glabrene (flavonoidi presenti nella radice di liquirizia) ha rivelato l’attività anti-Helicobacter pylori, e l’estratto di liquirizia ha anche mostrato un significativo effetto benefico su tutte le forme di infezione da parte di questo batterio. In un altro studio, la liquirizia, privata della glicirrizina, si è dimostrata efficace nell’alleviare l’ulcera della mucosa gastrica.
Questo effetto curativo era già noto da tempo, ma gli studi clinici sui pazienti, condotti a partire dagli anni ’70, hanno confermato il potenziale benefico della liquirizia nel trattamento di condizioni ulcerative e di disturbi gastrointestinali, come ulcera peptica, afte, malattie infiammatorie intestinali e così via.
Liquirizia per combattere lo stress
Grazie alla funzione di regolazione degli zuccheri nel sangue, alla liquirizia viene attribuita un’azione antistress che favorirebbe anche una migliore predisposizione al sonno.
Benefici in menopausa per diminuire le vampate
La liquirizia è una delle piante che tradizionalmente vengono utilizzate per alleviare i sintomi della menopausa.
Le ricerche scientifiche sono andate a fondo per valutare gli effetti della liquirizia sui sintomi della condizione di menostasi. Inoltre, si è osservato che la liquirizia non si comporta molto diversamente dall’effetto degli ormoni, attenuando in numero e durata le tipiche vampate di calore del climaterio. Risulterebbe particolarmente efficace nel ridurne la durata.
Liquirizia: modalità d’uso
Radice di liquirizia per combattere il raffreddore
Da 5 a 15 grammi al giorno, 3 volte/die. Da assumere dopo ogni pasto in polvere, infuso o decotto (da 2 a 5 g in 150 ml di acqua).
Tisana alla liquirizia per digerire e sgonfiare la pancia
Ingredienti
- 2 litri d’acqua.
- ½ bastone di liquirizia.
- 2 cucchiai di citronella secca biologica.
Preparazione
- Mettere l’acqua a bollire.
- Aggiungere la liquirizia e la citronella secca.
- Lasciare in infuso per 10 minuti.
- Filtrare e versare in una brocca per acqua.
Polvere di liquirizia come ingrediente naturale in bellezza
Come ingrediente cosmetico, la polvere di liquirizia è riconosciuta per le sue proprietà:
- Lenitive.
- Schiarenti (dà luminosità alla pelle).
- Antiossidanti: ottima come trattamento antirughe.
E’ indicata per pelli:
- Mature.
- Con eczema e psoriasi.
- Dermatita atopica.
- Pelle sensibile.
Cavo orale
La polvere di liquirizia è un rimedio naturale efficace per combattere l’alitosi.
Infatti, regala un alito fresco e profumato. Col tuo spazzolino, mescola in una ciotola mezzo cucchiaino di polvere con il tuo dentifricio abituale e spazzolati con cura i denti. Risciacqua.
Liquirizia: valori nutrizionali
L’analisi chimica dell’estratto delle radici ha una preponderanza di amidi e carboidrati (D-glucosio e di saccarosio) con una modesta quantità di grassi e proteine.
In particolare, la composizione è interessante per l’elevato contenuto di minerali e di composti molto preziosi, ovvero cumarine, saponine triterpeniche, steroli e flavonoidi. Soprattutto flavanoni, calconi, isoflavoni e isoflavonoli, che sono tutte sostanze con attività antiossidante e alcune di esse responsabili del colore giallo della radice.
In particolare, la sostanza che maggiormente caratterizza la liquirizia è la glicirrizina, nota anche come acido glicirrizico.
Infatti, i metaboliti della glicirrizina, l’acido glicirretico e la glabridina (un isoflavone, composto polifenolico), possono essere considerati i “principi attivi” più rappresentativi della radice, come quelli dei “farmaci” derivati, efficaci nella terapia di svariate patologie.
Liquirizia: controindicazioni e effetti collaterali
Come si è accennato, occorre prestare attenzione al dosaggio di liquirizia che si assume per non incorrere in possibili effetti collaterali. In linea generale, sia i bambini che le persone oltre i 55 anni d’età non dovrebbero assumerne dosi maggiori di quelle consigliate e per periodi prolungati di tempo.
Infatti, un eccesso di glicirrizina potrebbe creare uno squilibrio nella concentrazione di sali minerali nel sangue e potrebbe causare un’eccessiva ritenzione idrica con conseguente aumento temporaneo della pressione sanguigna.
Chi ha problemi di ipertensione può assumerla solo saltuariamente, entro le dosi consigliate.
Inoltre, la liquirizia è sconsigliata a chi soffre di ipopotassiemia e ipernatriemia, nonché a chi ha problemi di grave insufficienza renale.
Liquirizia in gravidanza
Durante la gravidanza e l’allattamento, la liquirizia è sconsigliata.
Infatti, in gestazione, si potrebbe verificare il passaggio di sostanze ormonali al feto poiché l’effetto ipertensivo della glicirrizina inibirebbe la normale funzione di filtro svolta dalla placenta.
Invece, nel corso dell’allattamento, l’eccesso di cortisolo nel sangue, causato dall’inibizione dell’enzima deputato alla sua trasformazione in cortisone, potrebbe determinare ipertensione, squilibrio minerale e ritenzione idrica sia alla mamma, che al neonato, attraverso un passaggio di sostanze nel latte.
Liquirizia e medicinali
Con l’assunzione di alcuni medicinali, la liquirizia va assolutamente evitata. In particolare, interferisce con alcune categorie di anticoagulanti, con i farmaci cardiocinetici, o cardiotonici, estratti dai fiori della digitale, farmaci digitalici, ad esempio, la digossina.
Inoltre, potrebbe rendere inefficaci i medicinali diuretici, medicinali per il controllo dell’ipertensione, i farmaci che vengono metabolizzati dal fegato, gli estrogeni e corticosteroidi.
In ogni caso, è sempre opportuno chiedere il parere del proprio medico.
Come consumare la liquirizia
Succhiare le radici essiccate di liquirizia, i cosiddetti “bastoncini”, è ancora in uso oggi. Il prodotto si trova in vendita in molti banchi di mercati e fiere, anche con l’antico nome popolare di “regolizia”.
Ma i grossi volumi li fa il suo estratto, entrando nella composizione dei prodotti dell’industria dolciaria e della liquoreria, nonché come agente colorante, dolcificante o aromatizzante di vari prodotti, sia alimentari che non, come ad esempio:
- Birra.
- Tè.
- Tisane.
- Decotti.
- Tabacco.
- Prodotti farmacologici.
Caramelle alla liquirizia
Alcune industrie dolciarie hanno svelato gli ingredienti base delle caramelle alla liquirizia, che sono:
- Estratto di liquirizia.
- Zucchero.
- Addensante (tipicamente amido/farina).
- Gomma arabica, gelatina (o una combinazione di questi due ingredienti).
Ingredienti aggiuntivi sono altri aromi come:
- Cera d’api (per lucidare la superficie).
- Cloruro d’ammonio e melassa, che dà alla liquirizia il suo caratteristico colore nero.
Usi in cucina
La liquirizia non è un prodotto facile da utilizzare in cucina. Sono veramente pochi i piatti che propongono fra gli ingredienti l’utilizzo di questo aromatizzante. Ovviamente, l’utilizzo che si presta di più fra tutti è finalizzato alla preparazione di dolci.
Anche, l’utilizzo della liquirizia nella liquoreria, sia industriale che artigianale, è molto diffuso.
3 – Liquore alla liquirizia
- 100 g liquirizia pura e a pezzettini
- 1200 g acqua
- 1100 g zucchero
- 1 l alcol a 90 gradi.
Scopri come preparare il liquore alla liquirizia.
2 – Gelato alla liquirizia
Ingredienti
- 250 ml di panna fresca
- 200 ml di latte
- 40/50 g di liquirizia in polvere
- 60 g di zucchero.
Preparazione
- Versare il latte e lo zucchero in un pentolino e aggiungere la polvere di liquirizia.
- Accendere il fornello a fiamma bassa e girare finché lo zucchero e la liquirizia si saranno sciolti completamente. Appena sciolti, spegnere e fare freddare versando il composto in un recipiente. Lasciar riposare.
- Aggiungere la panna e mescolare energicamente, attivare la gelatiera e versare il composto, lasciandolo mantecare per una mezzora.
Liquirizia: botanica
La Glycyrrhiza glabra è la specie più comune.
Ha un portamento cespuglioso, con fusti eretti che raggiungono un’altezza di circa un metro. Sono fusti semplici e flessuosi caratterizzati da evidenti striature longitudinali e provvisti di brevi ma numerose ramificazioni laterali.
Queste portano foglie imparipennate nel numero da 9 a 15, di intenso colore verde, di forma allungata ovale o ellittica, con la base arrotondata e il vertice leggermente a punta. Le foglie risultano vischiose e appiccicose al tatto a causa di una sostanza secreta da ghiandole disposte sulla pagina fogliare inferiore.
Stagionalità
Le infiorescenze compaiono da giugno a luglio, sono di colore blu-lilla o tendenti al violaceo e formano racemi che partono dall’ascella delle foglie composti anche da una trentina di fiori.
Come è caratteristica delle leguminose, la pianta sviluppa un frutto composto da un baccello coriaceo, glabro o con poche setole, all’interno del quale si trovano i semi. Il legume è di colore marrone rossiccio e contiene da 2 a 6 semi scuri a forma di fagiolo, ma più piccoli.
Radice di liquirizia
La parte della pianta che più interessa non è quella aerea, bensì l’apparato radicale, da cui si estrae la liquirizia.
Infatti, il vegetale sviluppa un grosso rizoma legnoso centrale da cui si formano alcune radici secondarie, solitamente non più di cinque che a loro volta generano numerosi stoloni, una sorta di ramificazioni striscianti che si allungano scorrendo sul suolo, o appena sotto il terreno, fino a raggiungere 6-8 metri di lunghezza dopo 3 o 4 anni di età.
Ma sono proprio le radici e gli stoloni delle piante adulte a costituire la parte legnosa che viene raccolta, essiccata e lavorata per l’estrazione della liquirizia. Si presentano come lunghi rami con una corteccia di colore marrone scuro e un interno fibroso di colore giallo e dal gusto dolce e aromatico.
Lavorazione della radice
Le radici di liquirizia vengono prelevate dalla pianta in autunno.
Quindi, dopo essere state ben ripulite da piccole radici secondarie e sottoposte ad accurato lavaggio, vengono tagliate in pezzi omogenei e avviate all’essiccazione. Un processo effettuato in luoghi aperti, ventilati e soleggiati oppure in forni e condotto lentamente a temperatura controllata non superiore ai 40°C.
Al termine, i “bastoncini” di liquirizia vengono conservati in appositi locali asciutti.
Bastoncini di liquirizia
I bastoncini possono essere masticati anche così al naturale. Tuttavia, la parte più consistente viene avviata ad una successiva fase di estrazione del succo. L’operazione viene effettuata a caldo per discioglimento in acqua bollente.
Il succo così ottenuto viene filtrato dai residui legnosi della radice e poi chiarificato e concentrato attraverso bollitura con una progressiva evaporazione dell’acqua.
Il denso concentrato, raffreddandosi si solidifica in una sostanza densa, lucida e profumatissima che viene infine spezzata da appositi macchinari secondo le forme e le grandezze desiderate.
Liquirizia : storia
La specie Glycyrrhiza glabra è originaria dell’area mediterranea centro orientale e dell’Asia minore.
Asia
La radice era conosciuta fin dall’antichità. È accertato che se ne parla ampiamente nel più antico erbario cinese, il Pen Ts’ao Ching, la cui stesura verrebbe fatta risalire ad oltre 5.000 anni fa, opera leggendaria dell’imperatore Shennong (“Dio-Contadino”), figura mitologica e padre dell’agricoltura cinese. La pianta costituiva già allora un’importante fonte vegetale curativa.
I medici cinesi la chiamavano “Gan Cao” e la prescrivevano contro la tosse, i disturbi epatici e le intossicazioni alimentari.
In Giappone, nello Shosoin, il deposito imperiale a Nara, è conservato il più antico esemplare di liquirizia, introdotto dalla Cina a metà dell’VIII secolo.
Mediterraneo
Come in Asia, anche sul versante mediterraneo, la liquirizia era conosciuta ed utilizzata per le sue proprietà medicamentose. Si riporta che nella tomba di Tutankhamon sia stato rinvenuto un fascio di radici tra il ricco corredo riservato al trapasso del faraone all’“altro mondo”, datato 1323 a.C.
Nell’antica Grecia, il famoso medico Ippocrate di Kos (n. 460 a.C) ha lasciato, nei suoi tanti lavori di ricerca, indicazioni sulla liquirizia quale ottima soluzione per combattere tosse e faringiti. Anche Teofrasto di Ereso, filosofo e botanico, erede della scuola aristotelica, vissuto alla fine del IV secolo a.C., ne consigliava l’uso per guarire l’asma e le ulcere.
La chiamava “radice scita”, per la rinomata consuetudine d’uso da parte della popolazione nomade asiatica. Invece, Galeno di Pergamo (n. 129 d.C.) la raccomandava per la sua efficacia nella guarigione delle ferite.
Liquirizia in Calabria
Le testimonianze documentali riportano che il consumo di liquirizia era molto diffuso nel Seicento e nel Settecento. La valle calabrese del Crati poteva già allora contare su estese coltivazioni che arrivavano a interessare gran parte del litorale ionico e ampie fasce della costa tirrenica.
La Calabria è attualmente la regione in assoluto più rappresentativa, seguita dall’Abruzzo e dalla Sicilia.
Questa regione vanta un prodotto a cui è stata riconosciuta la Denominazione d’Origine Protetta (Liquirizia di Calabria DOP), ottenuta in virtù del prezioso lavoro di valorizzazione svolto nella coltivazione della varietà di Glychirrhiza glabra spontanea localmente chiamata “cordara”.
La Calabria è anche la sede della più antica e longeva azienda di produzione della liquirizia: la “Amarelli” a Rossano Calabro. È una tra le più antiche fabbriche al mondo nella lavorazione di Glycyrrhiza glabra, giunta alla quattordicesima generazione dalla sua fondazione (1731), nonché l’unica attiva in Europa.
L’industria dolciaria agli inizi del Novecento inserì la liquirizia tra gli ingredienti delle caramelle. Il primato spetta agli Stati Uniti che ebbero il merito di sfruttare il business della “black licorice”, un impasto a base di liquirizia che rivoluzionò il settore della produzione di caramelle e di dolci similari.
Liquirizia: botanica
E’ un’erbacea perenne che cresce spontanea nei luoghi sabbiosi dal piano fino a 1000 metri s.l.m. Predilige terreni ricchi, argillosi, grassi, profondi e umidi, che si trovano nelle vallate in riva ai fiumi.
La sua diffusione è molto vasta e interessa un po’ tutti i paesi europei, ma soprattutto quelli meridionali con clima temperato, sebbene la pianta tolleri bene il gelo. Si trova in alcuni paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo (Algeria, Egitto, Libia) e in Medio Oriente (Cipro, Israele, Giordania, Libano, Siria).
Moltissimi anche i paesi asiatici dove cresce la pianta di liquirizia, dall’Armenia, la Georgia, l’Azerbaigian, il Tagikistan, il Turkmenistan, l’Uzbekistan, fino all’India e alla Cina passando dall’Afghanistan, l’Iran, l’Iraq, la Mongolia, il Pakistan e la Russia asiatica.
Infine, alcune specie interessano anche l’Australia e le Maldive. Invece, negli Stati Uniti d’America, si trova solo nella parte a sud-ovest, ovvero Arizona, California, Colorado, Nevada e Utah.