Non solo body-shaming. Esiste anche il food-shaming, ovvero la critica nei confronti di determinate preferenze o necessità alimentari. E spesso ad essere colpite sono le persone che soffrono di intolleranze. Una persona su tre intollerante al lattosio o al glutine ha dichiarato di essere stata oggetto di atteggiamenti offensivi, critici, derisori, al limite del bullismo, per le sue esigenze a tavola. Lo rivelano i risultati di un sondaggio condotto da EatEnjoy, azienda di integratori a base di enzimi digestivi, e riportato dal Mirror.
Gli intolleranti? “Persone che mentono o seguono una moda”
Persone che mentono sulle loro esigenze nutrizionali o che eliminano alcuni alimenti per seguire le mode del momento: così è visto chi soffre di un’intolleranza secondo i dati raccolti dal sondaggio. L’indagine ha coinvolto 2000 inglesi, un quinto dei quali affetto da una qualche forma di intolleranza, per lo più a glutine e lattosio.
In dettaglio, è emerso che 4 adulti su 10 credono che la maggior parte delle persone che seguono una dieta priva di glutine lo faccia perché va di moda, non per motivi di salute. Il 39% pensa la stessa cosa di chi non mangia latte e derivati.
Un vero e proprio food-shaming che arriva addirittura a mettere in dubbio che l’intolleranza sia reale. Con il risultato che chi ne soffre si vede comunque servire i cibi che ha dichiarato di dover evitare: è successo a quasi la metà dei partecipanti. Un quinto di loro ha deciso di mangiare lo stesso gli alimenti a cui era intollerante, mettendo a rischio la sua salute. Una scelta dettata dal desiderio di veder cessare offese e critiche, fonte di disagio, imbarazzo, ma anche di rabbia (32%) e ansia (22%).
Il 70% degli intolleranti è convinto che la gente guardi con cinismo al loro problema, probabilmente perché non comprende quanto sia difficile convivere con tante limitazioni alimentari. Limitazioni che sono legate non a un capriccio ma a motivi di salute e che comportano cambiamenti anche radicali delle proprie abitudini.
Intolleranza a glutine e lattosio: cos’è e perché non bisogna sottovalutarla
L’intolleranza al lattosio e quella al glutine, come tutte le intolleranze alimentari, sono condizioni che, se non diagnosticate e trattate, possono tradursi in disturbi anche molto seri.
La celiachia, o intolleranza al glutine, è un’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in chi è geneticamente predisposto. Una patologia dal quadro clinico complesso, con sintomi di natura intestinale, come la diarrea, ma anche extraintestinale, come ulcere del cavo orale, dermatiti, alopecia, anemia, amenorrea, e possibili complicanze anche molto gravi, come il linfoma intestinale, se la celiachia non viene trattata. Contro la celiachia non esiste una cura. L’unica terapia disponibile per la completa scomparsa dei sintomi è l’esclusione totale dalla dieta, per tutta la vita, degli alimenti contenenti glutine.
Leggi il nostro articolo per scoprire di più su “Cos’è la celiachia? Primi sintomi, diagnosi, alimenti da evitare”.
L’intolleranza al lattosio si verifica per la carenza della lattasi, ovvero dell’enzima che scinde il lattosio per renderlo assorbibile a livello intestinale. Normalmente, questo enzima viene prodotto dalle cellule intestinali del duodeno. Quando non succede, la conseguenza può essere un’intolleranza, che fa sì che l’ingestione del latte e dei suoi derivati ricchi di lattosio scateni disturbi anche molto fastidiosi. Tra questi, dolori addominali, diarrea, senso di gonfiore, a volte anche mal di testa e affaticamento. Come per la celiachia, per prevenire la comparsa dei sintomi è importante evitare alimenti che contengono lattosio, sostituendoli con alternative prive di lattosio, come il latte delattosato o ad alta digeribilità.
Nel nostro articolo “Intolleranza al lattosio: cos’è e come affrontarla a tavola” ti spieghiamo tutto su questa intolleranza e su come conviverci facendo le giuste scelte alimentari.
Fonte: Daily Mirror.
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