Con la quarantena da Coronavirus, le scuole chiuse e i bambini a casa, giocare con i propri figli è una necessità. Ma è anche il migliore antidoto contro lo stress, un alleato per mitigare l’ansia e il nervosismo lasciandosi trasportare in un mondo di avventure e risate.
A sostenerlo è Jacqueline Harding, docente alla Middlesex University di Londra ed esperta internazionale nello sviluppo dell’infanzia e in neurofisiologia. Harding ha esaminato oltre 100 studi accademici nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia comportamentale per valutare gli effetti benefici del gioco, per i bambini ma anche per gli adulti. Il risultato? Giocare con i bambini può ridurre i livelli di stress, favorire il benessere, rinforzare il sistema immunitario e aumentare la resistenza psicologica e l’ossitocina chimica nel cervello. Questo ormone, fondamentale durante il travaglio e il parto e poi durante l’allattamento, recentemente è stato anche indicato come elemento chiave nelle interazioni sociali e nelle reazioni sentimentali, tanto da conquistarsi il soprannome di “ormone dell’amore”.
Ridere con i bambini: un po’ come fare jogging
Il merito di questi benefici è soprattutto della risata che caratterizza il gioco con i bambini e che produce gli stessi effetti positivi dello sport. Uno degli studi analizzati dalla dottoressa Harding descrive la risata come una sorta di “jogging interiore”, che fa abbassare la pressione sanguigna, riduce lo stress e rende le difese immunitarie più forti. Ecco perché giocare con i propri figli in questo periodo di quarantena è doppiamente importante. Per i bambini, che stando a casa non possono interagire con i loro amichetti, ma anche per le mamme e i papà. Giocare, infatti, aiuta i genitori a gestire meglio questa emergenza che li costringe a destreggiarsi tra esigenze completamente nuove. Tra le tante, proprio quella di lavorare da casa dovendo contemporaneamente badare ai figli.
Gioco con i bambini: 4 fattori che lo rendono benefico anche per gli adulti
Ci sono alcuni fattori fondamentali per rendere il gioco tra adulti e bambini benefico per entrambi. Eccone 4 a cui prestare attenzione.
- Contatto visivo: guardarvi negli occhi mentre giocate è un modo per leggere, l’uno nello sguardo dell’altro, il piacere che questa attività condivisa vi procura. Questo scambio scatena risposte neurobiologiche e fisiologiche positive, che per l’adulto si traducono nel rilascio di ossitocina, ormone che riduce lo stress. Ma questa interazione, questa vicinanza emotiva che si crea attraverso gli sguardi, si rivela benefica anche per lo sviluppo del bambino.
- Fantasia: per assaporare davvero il gioco con i tuoi figli, e godere al massimo dei suoi benefici, libera la fantasia. Questo significa abbandonare filtri e inibizioni e lasciarti andare completamente al gioco, inventando mondi, voci, personaggi. Buttarti a capofitto nel gioco, e diventare un vero compagno di gioco per tuo figlio, è proprio ciò che fa diminuire l’ansia, allenta lo stress e dà una sferzata positiva alle tue difese immunitarie.
- Coinvolgimento: aiuta tuo figlio a costruire il gioco che farete insieme. Questo crea un ulteriore terreno comune che aumenta il tuo coinvolgimento e rende l’attività condivisa ancora più bella e piacevole per entrambi. Puoi rispolverare qualche gioco della tua infanzia e farlo con tuo figlio. Approfittane anche per condividere con lui i ricordi e le sensazioni positive che ti suscitava da bambina.
- Una nuova routine quotidiana che includa anche il gioco: gran parte della fatica legata all’emergenza Coronavirus deriva dal fatto che ha totalmente scardinato la tradizionale routine quotidiana. Creane una nuova, stabilendo una serie di attività da fare insieme e individuando un’area della casa in cui farle. Compatibilmente con lo spazio che hai a disposizione, allestisci delle zone da dedicare a giochi e passatempi da condividere. Un vecchio lenzuolo posizionato sopra due sedie può diventare una tana, mentre un tappeto su un angolo del pavimento è un perfetto angolo della creatività in cui disegnare tutti insieme.
Fonte: D Repubblica.
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