Sommario
Cosa vuol dire empatia? ร la capacitร di comprendere i pensieri e gli stati dโanimo di unโaltra persona. Si tratta di una definizione dell’empatia che indica un processo che si attiva quando cessiamo di focalizzare lโattenzione soltanto sui nostri pensieri e sulle nostre percezioni, per attivare un reale interesse verso lโaltro.
Quindi, lโempatia non รจ solo โmettersi nei panni dellโaltroโ o come dicono gli anglosassoni โin your shoesโ, ma si basa su una relazione di scambio, in cui lโindividuo mette in secondo piano il suo modo di percepire la realtร , per cercare di comprendere le esperienze e le percezioni altrui.
Che cosa significa empatia? Definizione e significato
Per capire il significato dell’empatia dobbiamo partire dalla parola stessa. Il termine deriva dal greco en-pathos e tradotto letteralmente significa “sentire dentro”‘.
Lโempatia รจ quindi la capacitร umana di mettersi al posto degli altri per comprenderli meglio. Saper avvertire e interpretare le emozioni degli altri, comprendere la loro prospettiva ed essere capaci di dare una risposta anche affettiva.
Quindi, non solo โmettersi nei panni dellโaltroโ, ma saper attivare uno scambio, saper mettere in primo piano la percezione e la visione che l’altro ha della realtร , senza confonderla con la propria, al tempo stesso. Inoltre, essere capaci di comunicare la nostra partecipazione cosรฌ che l’altro la percepisca effettivamente.
Anche lโassertivitร o asserzione, intesa come la capacitร di esprimere sรฉ stessi nel rispetto degli altri, comprendendo i propri bisogni, le proprie emozioni ed obiettivi ha a che fare con l’empatia. Consente, infatti, di smorzare ogni conflitto e permette allโaltro di comunicare liberamente e di sentirsi accolto.
Ma come si dimostra l’empatia?
Significato di empatia
Le componenti dellโempatia sono state per la prima volta individuate dalla psicologa americana Norma Feshbach e sono le capacitร di:
- Capire gli stati emotivi degli altri.
- Assumere la prospettiva dellโaltro.
- Rispondere affettivamente alle emozioni provate dagli altri.
Le prime due componenti sono abilitร cognitive, mentre la terza riguarda la sfera affettiva ed emotiva.
Il contrario dell’empatia: la dispatia
Invece, con dispatia, si intende il rifiuto o lโincapacitร di condividere le emozioni e i sentimenti degli altri. Il termine รจ stato proposto dallo psichiatra J.L. Gonzรกlez per definire il processo volontario di esclusione di: sentimenti, atteggiamenti, motivazioni e pensieri indotti dagli altri.
Quindi non si tratta di un contrario di empatia che vuol dire indifferenza o di freddezza emotiva, ma di una azione mentale compensatoria allโempatia, con lโobiettivo di proteggere e di impedire che le emozioni altrui creino un disagio psichico.
Empatia e psicologia
Quali sono i tre principi alla base dellโempatia? Secondo lo psicologo Martin Hoffman: cognitivo, affettivo e motivazionale.
Lโempatia richiede la capacitร di immedesimarsi nellโaltro, un concetto affrontato da Daniel Goleman nel suo libro del 1995 Emotional Intellingence: Why It Can Matter More Than IQ. Ma cosโรจ lโintelligenza emotiva? La capacitร di riconoscere, accogliere e usare le proprie e altrui emozioni, affinchรฉ pensieri e azioni seguano di conseguenza in modo sano, consapevole e funzionale.
- Empatia cognitiva. ร la capacitร di percepire la prospettiva di unโaltra persona per comprenderne i pensieri, le emozioni e le azioni. Infatti, si intuisce il pensiero dellโaltro e se ne comprende il punto di vista, anche senza implicare necessariamente una condivisione emotiva. Quindi, si puรฒ riassumere con โcapisco ciรฒ che stai vivendoโ.
- Empatia emozionale. Si intende la risposta emotiva che deriva dalla consapevolezza che lโemozione condivisa proviene dallโemozione dellโaltro: condivisione vicaria, provare ciรฒ che prova lโaltro. Grazie allโempatia, si comprende e โsi senteโ lo stato dโanimo altrui, si percepisce il suo stato emotivo e la โqualitร โ del suo vissuto. Quindi, si puรฒ riassumerne con โprovo quello che provi tuโ.
- Empatia motivazionale. Si manifesta quando si vuole empatizzare con una persona che sta soffrendo, offrendo il nostro aiuto. Tale motivazione parte proprio dalla condivisione delle emozioni dellโaltro: il gesto di aiutare creerebbe uno stato di benessere nella persona empatica.
Disposizione empatica
Ma cosa vuol dire essere una persona empatica? E’ anche una questione di predisposizione, cioรจ quando si vuole empatizzare con una persona che sta soffrendo, offrendo il nostro aiuto. Tale motivazione parte proprio dalla condivisione delle emozioni dellโaltro: il gesto di aiutare creerebbe uno stato di benessere nella persona empatica.
Gran parte del mondo scientifico considera lโempatia come una predisposizione, un tratto della personalitร o unโabilitร che si possiede.
Si definisce come โdisposizione empaticaโ questa capacitร o attitudine individuale ad essere empatici.
Possedere una buona disposizione empatica vuol dire anche essere dotati di uno strumento relazionale importante sia nei ruoli professionali che sociali. Pensiamo a un insegnante, un allenatore, un avvocato, un poliziotto, ma anche a un genitore e a chi esercita una professione dโaiuto (psicologo, medico, infermiere, ecc.).
Quindi essere persone empatiche ci aiuta a:
- Comprendere meglio i bisogni e i pensieri delle persone che ci circondano (partner, colleghi, genitori, figli, amici, ecc.).
- Sentire e comprendere le emozioni, gli intenti, i pensieri e i bisogni degli altri per offrire un supporto adeguato.
- Capire con maggiore chiarezza la percezione che creiamo negli altri con le nostre azioni e le nostre parole.
- Affrontare con piรน efficacia la negativitร dellโaltro attraverso una migliore comprensione delle motivazioni.
- Diventare dei leader, partner, amici o genitori migliori.
- Comunicare in modo efficace con le altre persone.
Intelligenza emotiva ed empatia: quali sono le differenze?
Alcuni studiosi definiscono l’intelligenza emotiva come l’abilitร di identificare, comprendere, valutare e impiegare le proprie emozioni e quelle altrui. Ciรฒ significa che le persone con una spiccata intelligenza emotiva riescono a riconoscere e differenziare le proprie emozioni e quelle degli altri, utilizzando questa consapevolezza per orientare il loro pensiero e comportamento.
Piรน specificamente, l’intelligenza emotiva racchiude una serie di competenze essenziali che aiutano a gestire e ottimizzare il proprio comportamento e le interazioni sociali. Queste comprendono:
- Consapevolezza emotiva, per identificare le proprie emozioni e riconoscere gli stati emotivi.
- Regolazione delle emozioni, cioรจ l’abilitร di controllare le proprie emozioni in maniera costruttiva, evitando risposte impulsive o eccessive.
- Empatia, la predisposizione a comprendere i sentimenti altrui e ad adottare il loro punto di vista.
- Gestione delle relazioni, l’abilitร di creare e mantenere relazioni interpersonali positive, controllando le emozioni proprie e altrui.
Quindi, l’empatia รจ un aspetto chiave dell’intelligenza emotiva, poichรฉ รจ la capacitร di percepire e condividere le emozioni degli altri, osservando il mondo dalla loro prospettiva.
L’empatia รจ pertanto una parte dell’intelligenza emotiva, ma non ne esaurisce il significato. Chi possiede unโalta intelligenza emotiva non solo รจ empatico, ma possiede anche la capacitร di gestire efficacemente sia le proprie emozioni, sia quelle altrui.
Empatia e neuroni specchio
ร solo di recente che le Neuroscienze hanno scoperto le basi biologiche dellโempatia. Nei primi anni Novanta, un gruppo di ricercatori guidato da Giacomo Rizzolatti, presso lโUniversitร di Parma, scoprรฌ lโesistenza di un gruppo di neuroni altamente specializzati e presenti nella parte rostrale della corteccia ventrale premotoria che si attivavano in occasione di movimenti specifici.
Registrando lโattivitร elettrica della corteccia di un gruppo di macachi, i ricercatori notarono che la parte del cervello deputata a pianificare unโazione si attivava anche nel vedere un altro individuo compiere la stessa azione. Poi, ricerche successive hanno confermato la presenza di questi neuroni anche nellโuomo. Quindi, quando osserviamo una persona compiere unโazione, oltre alle aree visive si attivano anche circuiti cerebrali che normalmente si attivano durante lโesecuzione di quelle stesse azioni.
Tale scoperta ha aperto nuovi orizzonti per la comprensione delle relazioni umane, modificando lโinterpretazione del rapporto tra azione, percezione e processi cognitivi.
La ricerca, nello specifico, ha evidenziato lโesistenza di un meccanismo neurofisiologico in grado di chiarire molti aspetti della nostra capacitร di entrare in relazione con gli altri, come la capacitร di cogliere il significato delle azioni altrui, di imitarle e di comprenderne le intenzioni.
Il processo di rispecchiamento descritto da Rizzolati รจ un processo istantaneo, per cui non si puรฒ considerare unโimitazione, ma si tratta di comprensione diretta, cioรจ di unโesperienza interna che si traduce in azione senza la mediazione del pensiero.
Quindi, i neuroni specchio forniscono elementi di grande interesse per la spiegazione biologica dellโempatia: lโattivazione delle stesse strutture neuronali, sia nellโatto di compiere unโazione o di provare unโemozione, sia nellโatto di osservarla in un’altra persona.
Questo processo permetterebbe di cogliere il vissuto dellโaltro in maniera immediata, determinando unโesperienza diretta e fisiologica, diversa da un ragionamento o da un processo mentale.
Tipi di empatia: positiva e negativa
Empatia positiva
L’empatia positiva รจ la capacitร di un individuo di entrare in relazione emotiva con gli altri, quindi di partecipare alla gioia o al dolore altrui. Si differenzia dalla simpatia (dal greco sympatheia e piรน nello specifico da syn, โinsiemeโ e patheia, โsentimentoโ, quindi โsentire insiemeโ) che fa invece riferimento alla preoccupazione per qualcuno o al desiderio di vedere quella persona in uno stato di benessere.
ร quellโaffinitร che si ha con gli amici, ad esempio, basata spesso anche su esperienze comuni, ma non prevede la condivisione emotiva, il โsentire dentroโ tipico dellโempatia che comporta sicuramente piรน impegno e disponibilitร .
Empatia negativa
Invece, l’empatia negativa caratterizza chi non riesce a empatizzare con la sfera emotiva altrui, poichรฉ il proprio vissuto e le proprie emozioni prendono il sopravvento e ostacolano lโattenzione verso lโaltro. Quindi, questa barriera che impedisce di entrare in consonanza con lโaltro, puรฒ derivare da unโesperienza negativa presente o passata che blocca la capacitร di partecipazione emotiva.
Empatia nel rapporto genitori e figli
Per la crescita del bambino รจ fondamentale un ambiente in grado di agevolare il suo sviluppo fisico ed emotivo, una base sicura per creare quei legami necessari ad affrontare la vita. Infatti, educare basandosi sullโempatia vuol dire entrare in relazione con i figli, cercare di mettersi nei loro panni e osservare come vedono il mondo esterno.
In questo senso occorre superare il concetto che il bambino รจ una specie di contenitore vuoto da riempire. Invece, va ascoltato per capire cosa ha dentro di sรฉ e per aiutarlo a sviluppare le proprie potenzialitร .
Teoria dell’attaccamento
ร John Bowlby con la sua โteoria dell’attaccamentoโ a indicare come il legame relazionale che si crea tra il bimbo e le figure adulte che si prendono cura di lui (caregivers), รจ innato.
Bowly si riferisce soprattutto alla specifica relazione madre/bambino in cui i piccoli dimostrano il loro attaccamento attraverso schemi comportamentali di base: sorriso, pianto, aggrapparsi e suzione (non inteso come bisogno di cibo).
Questi schemi sono innati e istintivi e assicurano al bambino protezione e cure per la sopravvivenza. Quindi, il comportamento di attaccamento รจ in parte predeterminato e si sviluppa in base al corso degli eventi. Pertanto, la figura genitoriale assume un valore fondamentale per la crescita non solo fisica ma psichica ed emotiva.
Genitori: tipologie
Per Daniel Goleman, il “padre” dell’intelligenza emotiva, esistono 4 tipologie di genitore:
- Noncuranti: sottovalutano, ridicolizzano o ignorano le emozioni negative dei figli.
- Censori: rimproverano e puniscono i figli per la manifestazione dei loro sentimenti negativi.
- Lassisti: accettano le emozioni negative dei figli dimostrandosi empatici, ma non riescono a porre dei limiti al loro comportamento e dunque a guidarlo.
- Allenatori emotivi: simili ai genitori lassisti, sono invece capaci di parlare delle emozioni che prova il bambino, insegnandogli a definirle e a trovare insieme una soluzione.
Saper riconoscere le emozioni, essere empatici, significa tuttavia che il genitore deve diventare per primo consapevole delle proprie emozioni e allenarsi emotivamente.
Empatia a scuola
L’empatia รจ quellโabilitร che ci permette di sintonizzarci su quello che un’altra persona sente o che potrebbe pensare, consentendoci di interagire efficacemente nel mondo sociale.
ร sempre Carl Rogers, il padre โdellโintelligenza emotivaโ, che per primo introduce lโempatia come qualitร fondamentale di ogni relazione d’aiuto e definisce l’insegnante come un facilitatore d’apprendimento.
Le tre caratteristiche che un insegnante dovrebbe possedere sono: autenticitร , fiducia e rispetto e capacitร di ascolto (l’empatia).
Ma cosa deve fare un insegnante per creare un ambiente empatico? In termini pratici lโinsegnante dovrebbe:
- Creare un ambiente-classe accogliente.
- Aiutare gli alunni a scegliere gli obiettivi personali e a negoziare quelli del gruppo.
- Fornire strumenti e stimoli per l’apprendimento.
- Accettare e valorizzare ogni aspetto emotivo ed intellettuale del gruppo.
- Far parte del gruppo come risorsa e condividerne idee e sentimenti.
Tuttavia, si potrebbe considerare questa visione un poโ troppo idealistica e lontana dalla realtร , soprattutto se calata nel contesto scolastico italiano, con classi numerose e programmi scolastici rigidi e prestabiliti.
Lโimportanza della comunicazione
Eppure l’empatia รจ alla base di ogni comunicazione efficace, รจ un ascolto attivo privo di giudizio, in cui chi parla sente di essere realmente compreso e accettato.
Certamente non รจ empatica la tipica frase โpotresti fare di piรนโ, che stabilisce a priori che lo studente รจ pigro e svogliato. Infatti, sarebbe piรน utile chiedersi perchรฉ quello studente potrebbe fare di piรน e come aiutarlo. Perchรฉ la percezione che ognuno di noi ha di se stesso dipende molto da come si sente giudicato dagli altri, soprattutto se a giudicare รจ chi รจ chiamato a valutare le nostre capacitร .
Creare in classe un clima empatico – in cui si riesca ad ascoltare e comprendere cosa accade emotivamente negli studenti, accettandone le diverse personalitร e opinioni, anche se differenti dalle proprie, favorendo lโapertura e la discussione – non risolverร certamente tutti i problemi della scuola ma puรฒ aiutare la crescita individuale, che รจ il primo compito di ogni studente, come di ogni persona.
Empatia nella coppia
Stare in coppia vuol dire portare allโinterno della relazione amorosa ciรฒ che siamo, la nostra storia personale e tutte le esperienze positive o negative vissute. Piรน queste esperienze riguardano rapporti, anche familiari, basati sullโempatia, piรน sarร possibile essere accoglienti e pronti allโascolto attivo del partner.
Invece, se questo tipo di esperienze non ha fatto parte del nostro bagaglio personale? Si puรฒ โimparareโ lโempatia? La risposta รจ sรฌ.
Capire la sfera emotiva dellโaltro
Lโascolto รจ sicuramente la prima abilitร da apprendere. Ma ascoltare non vuol dire solo โsentireโ ciรฒ che viene detto ma comprendere anche ciรฒ che non รจ detto a parole, ovvero decifrare la sfera emotiva dellโaltro.
Quando si ascolta empaticamente, si trasmette allโaltro lโimportanza di quello scambio e ciรฒ alimenta la fiducia e la relazione. Si puรฒ capire dove si trova lโaltro emotivamente.
Ma la dinamica รจ un poโ piรน complessa e richiede anche lโazione. Perchรฉ allโinterno di una coppia non basta capire che il partner sta soffrendo. Essere empatico vuol dire anche riuscire a dare una risposta efficace, adeguata e coerente con il bisogno specifico del partner.
Empatia e coppia: accettare la diversitร
Per essere empatici in coppia รจ necessario anche accettare le diversitร . ร facile andare dโaccordo con chi ha le nostre stesse opinioni o quando si provano le stesse emozioni. ร difficile invece entrare in relazione con la diversitร e accettare che il mondo emotivo o le opinioni dellโaltro abbiano lo stesso valore delle nostre. Lโaccettazione del partner, delle sue caratteristiche e della sua personalitร , รจ certamente un fattore essenziale nella relazione dโamore e lโempatia puรฒ sicuramente venirci in aiuto.
Quindi, lโempatia รจ una capacitร molto importante nella coppia, aumenta il grado di intimitร e di vicinanza reciproca ed รจ unโoccasione di crescita non solo per la relazione, ma per le persone che ne fanno parte: sentirsi accolti, rispettati e non giudicati sono momenti necessari per il benessere psicologico di ognuno.
Empatia e psicoterapia
Lโascolto di uno psicoterapeuta allโinterno di un percorso terapeutico รจ un chiaro esempio di empatia attiva. Fa parte delle abilitร del terapeuta di ascoltare in maniera attenta, accogliente e senza giudizi. ร una forma di ascolto che offre diversi vantaggi:
- Consente di sentirsi accettati.
- Stimola nei pazienti la possibiltร di sviluppare empatia.
- Migliora la qualitร del dialogo.
Comprendere le emozioni e gli stati d’animo altrui รจ essenziale in questโambito e riuscire a immedesimarsi negli altri dimostra una matura intelligenza emotiva.
Facendo propri questi principi, si puรฒ crescere in empatia e arricchire le proprie relazioni sociali.
Empatia: si puรฒ misurare?
Se l’empatia รจ la capacitร di immedesimarsi nello stato emotivo di un’altra persona, senza confonderlo con il proprio, รจ indubbiamente difficile valutarla mediante un test. Infatti, lโempatia รจ un costrutto complesso e non esiste un approccio unilaterale, che puรฒ essere cognitivo o affettivo. Pertanto รจ piuttosto difficile stabilire dei metodi di misurazione validi. Tra le tante tecniche di misurazione si posso elencare le piรน utilizzate:
- Empathy scale. Si basa sulla misurazione di 4 aspetti principali: autoconsapevolezza, buon carattere, anticonformismo e sensibilitร .
- Questionnaire Measure of Emotional Empathy (QMEE). Questo questionario valuta la reazione empatica alle esperienze affettive degli altri, sia positive che negative. Le femmine ottengono in genere punteggi nettamente piรน alti rispetto ai maschi.
- Iterpersonal Reactivity Index. Misura aspetti come: fantasia-empatia (identificazione con personaggi di cinema, teatro, letteratura); perspective taking (adottare il punto di vista altrui); preoccupazione empatica (compassione e preoccupazione verso persone che vivono esperienze spiacevoli); disagio personale (ansia e disagio causati dallโassistere a esperienze spiacevoli di altre persone; incapacitร di coping e distanziamento).
Questโultimo รจ uno dei questionari piรน utilizzati nella ricerca sulla responsivitร empatica e denota buone caratteristiche psicometriche di stabilitร e coerenza interna.
Carenza di empatia
I processi neurofisiologici coinvolti nellโempatia coinvolgono varie aree cerebrali complesse che, spesso, svolgono anche altre funzioni. Per questo motivo, la diminuzione delle capacitร empatiche puรฒ essere associata a disturbi o patologie, in particolar modo nei disturbi della personalitร .
Ci sono due categorie di disturbi molto complessi e difficili da trattare, con eziopatogenesi multifattoriale e poco nota, e che predispongono a condotte antisociali anche gravi: psicopatia e psicosi.
Anche nei pazienti affetti da schizofrenia si denota un deficit di empatia e di riconoscimento delle emozioni altrui, ma รจ soltanto un sintomo tra i tanti e raramente rappresenta un problema per la sicurezza sociale.
Persone antisociali
Le persone antisociali o gli psicopatici manifestano un basso livello di empatia, se non completamente assente (anche se possiedono una buona capacitร di riconoscere alcune emozioni altrui, specialmente la paura), nessuna sensibilitร verso i problemi degli altri, spregiudicatezza e indifferenza verso norme e valori. Sono refrattari a ogni tipo di terapia e la loro intelligenza, generalmente nella norma o anche al di sopra della media, ostacola la loro individuazione prima che abbiano compiuto dei danni concreti.
Sono i genitori e i familiari a sperimentare per primi la difficoltร e la frustrazione del rapportarsi con persone (compresi bambini e adolescenti) con gravi deficit di empatia o di riconoscimento delle emozioni altrui.
Empatia e autismo
Ad esempio, nella sindrome dello spettro autistico, soprattutto nelle forme medio-gravi, sono presenti numerosi disturbi della comunicazione verbale e non verbale, associate spesso ad alcune forme di ritardo cognitivo.
Infatti, il bambino autistico รจ refrattario alla comunicazione diretta, non riconosce molti tipi di emozioni o non vi risponde adeguatamente. Invece, sembra preferire il contatto e l’attivitร con gli oggetti piuttosto che con le persone e, spesso, si chiude in un mutismo o un soliloquio incomprensibili agli occhi dei genitori e degli insegnanti.
La comunicazione umana, nel senso piรน generale del termine, รจ ricca di scambi emozionali, con o senza partecipazione empatica, pertanto รจ naturale che il sintomo piรน difficile da accettare da parte dei parenti di pazienti autistici sia proprio il deficit di empatia e di riconoscimento delle emozioni.
Carenza di empatia in ambito neurologico
In ambito neurologico invece si รจ evidenziato che lesioni delle aree frontali cerebrali, in particolare la corteccia prefrontale, comportano alterazioni comportamentali che ostacolano la comunicazione e lโinterazione sociale. Le demenze frontali, come ad esempio il morbo di Alzheimer, cosรฌ come ictus o alcuni traumi cranici, determinano la โsindrome frontaleโ.
E’ una condizione che apporta significativi cambiamenti nella condotta sociale, nella personalitร , nella capacitร di autocontrollo, in quella empatica e nella disinibizione del paziente.
Differenza tra empatia femminile e maschile
Lโempatia รจ spesso considerata, anche grazie a numerosi stereotipi culturali, come una qualitร tipicamente femminile, poichรฉ consente di assolvere al meglio il compito materno. E gli uomini? Esistono delle differenze tra empatia maschile e femminile?
Se per empatia si intende la capacitร di comprendere le emozioni e il punto di vista di unโaltra persona, si tratta di un processo che comporta lโattivazione di funzioni complesse su molti livelli, associando elementi cognitivi e affettivi, ma anche sociali e culturali.
Secondo alcune ricerche, la misurazione dellโempatia mediante self-report potrebbe indurre a risposte influenzate dallโidentificazione dei partecipanti agli stereotipi culturali, in cui ci si aspetta dalle donne un certo grado di empatia e di moralitร , mentre per lโuomo una reazione scarsamente empatica sarebbe normale, perchรฉ non รจ socialmente unโabilitร richiesta.
Empatia e testosterone
Ma allora in cosa si differenzia lโempatia maschile e quella femminile? Secondo alcuni esperimenti gli uomini riuscirebbero ad essere empatici solo per immedesimazione, mentre sono meno inclini allโempatia emotiva. Ciรฒ vuol dire che empatizzano solo se quello che ascoltano presenta delle affinitร con la propria storia personale. Quindi il genere maschile ha una modalitร diversa per esprimere empatia.
Esistono basi biologiche per spiegare tale diversitร ? Secondo uno studio condotto da Jack van Honk, professore del Dipartimento di Psichiatria presso lโUniversitร di Cape Town (Sud Africa) esisterebbe una relazione tra empatia e testosterone, un ormone maggiormente presente nel corpo maschile che influenza lo sviluppo cerebrale e il suo comportamento sociale.
Durante un esperimento รจ stato chiesto a 16 donne di eseguire un test nel quale dovevano comprendere lo stato emotivo di alcune persone guardandole negli occhi.
Alle donne cui era stato somministrato testosterone in pastiglie prima del test, le abilitร empatiche calavano del 75%.
Empatia: cenni storici
La parola empatia deriva dal greco, en-pathos โsentire dentroโ.
Giร Platone e Aristotele erano consapevoli del processo di immedesimazione che si attivava nellโarte, in particolar modo nel teatro, tra spettatore ed eroe tragico. Difatti, pubblico e protagonista soffrivano insieme, diventavano tuttโuno. Ma per i Greci lโempatia non aveva il significato che oggi le attribuiamo. Tolomeo parla di โpassione fisicaโ e lo stesso Aristotele di โpietร e compassioneโ.
ร solo nella seconda metร del Settecento, in Germania, che appare il termine Einfรผhlung, โsentire dentroโ, che nasce in pieno Romanticismo per descrivere, soprattutto nellโarte e nella filosofia, la fusione tra uomo e natura come nuova percezione del mondo. Mentre, il filosofo Robert Vischer nel 1873 la definisce โla capacitร di percepire la natura esterna, come interna, appartenente al nostro stesso corpoโ.
Significato di empatia: definizione di Edith Stein
Sarร Theodor Lipps nel 1906 a utilizzare la parola Einfรผhlung per descrivere lโempatia come funzione psicologica fondamentale per la partecipazione emotiva.
Invece, nel 1917, sarร Edith Stein a fare un passo avanti nella definizione di empatia come comunicazione intersoggettiva: โlโempatia รจ l’atto paradossale attraverso cui la realtร di un altro, di ciรฒ che non siamo, non abbiamo ancora vissuto o che non vivremo mai e che ci sposta altrove, nellโignoto, diventa elemento dellโesperienza piรน intima cioรจ quella del sentire insieme che produce ampliamento ed espansione verso ciรฒ che รจ oltre, imprevistoโ.
Empatici si nasce o si diventa?
Si puรฒ diventare empatici o รจ unโabilitร ereditata dalla nascita? La riposta รจ sรฌ, ci si puรฒ โallenareโ allโempatia. Ecco alcune utili strategie per potenziare un atteggiamento empatico nei confronti degli altri. Come sviluppare l’empatia in 4 mosse:
- Ascolto attivo, sospendendo pregiudizi e giudizi.
- Riconoscere e gestire le emozioni altrui e degli altri.
- Entrare emotivamente in contatto con gli altri per comprenderli.
- Interagire con persone diverse, anche con chi abbiamo poco in comune, puรฒ aiutare a sviluppare lโempatia.
Con la consulenza della Dott.ssa Teresa Cosentino, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale; Docente presso lโAssociazione di Psicologia Cognitiva e Scuola di Psicoterapia Cognitiva s.r.l.; Socio ordinario della Societร Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC); Membro del Comitato di Redazione della rivista โCognitivismo Clinicoโ.
Fonti