Sommario
Il nervo vago, conosciuto anche come nervo pneumogastrico, appartiene ai nervi cranici. Sono 12 le coppie di nervi che originano all’interno della scatola cranica e portano le proprie innervazioni prevalentemente nella zona di testa e collo. Ma il nervo vago ha una particolarità.
Infatti, il suo nucleo di origine è sì vicino ad altri nervi cranici ma, a differenza degli altri, il nervo vago si dirama verso il basso.
Quindi, il nervo vago è un diretto “responsabile” del corretto funzionamento di tutti gli organi compresi tra il collo e la parte inferiore della cassa toracica. Dalla laringe alla parte superiore dell’intestino, passando per il cuore.
Inoltre, il ruolo del X nervo cranico non si “limita” all’innervazione motoria e sensitiva dei distretti ma rappresenta anche l’asse portante del sistema nervoso parasimpatico che insieme al sistema nervoso simpatico costituiscono il sistema nervoso autonomo.
I due sistemi hanno funzioni fisiologiche diverse ma che si integrano a vicenda. Il sistema nervoso parasimpatico può essere definito come la parte del sistema nervoso autonomo deputato alle funzioni di riposo e digestione. Interviene, di conseguenza, nelle attività come digestione, minzione, defecazione, lacrimazione, salivazione e eccitazione sessuale.
Se l’infiammazione del nervo vago rimane una teoria o meglio un termine errato per descrivere un determinato scenario fisico, d’altra parte molte persone hanno dovuto fare i conti con la sindrome vaso-vagale.
Parliamo di una sincope (svenimento) improvvisa solitamente determinata da una reazione a un forte stimolo, sia questo emotivo, fisico o visivo. Tuttavia, non è una situazione pericolosa ed è, in molti casi, autorisolutiva. Inoltre, esistono diverse tecniche per calmare o prevenire la sindrome vaso vagale.
Anatomia del sistema nervoso parasimpatico
Il sistema nervoso parasimpatico fa parte del sistema nervoso autonomo vegetativo ed è prevalentemente costituito dalle fibre del nervo vago. Mentre, il sistema nervoso autonomo regola tutte le funzioni inconsce e vitali del nostro organismo come:
- deglutizione
- digestione
- defecazione
- respirazione
- ritmo cardiaco, ecc.
Inoltre, monitora e regola insieme al sistema nervoso simpatico tutte le funzione degli organi.
Oltre al nervo vago, che termina con le sue ultime fibre all’altezza del colon trasverso, ci sono i nervi splacnici pelvici a comporre il SNA. Sono nervi che originano (corpi delle cellule nervose) nel canale midollare all’altezza della prima vertebra lombare e i loro rami (assoni) percorrono tutta la restante parte di canale fino a uscire dai fori sacrali e portare i propri rami a innervare gli organi bersaglio (organi innervati dal nervo vago). In questo caso, gli organi interessati sono tutti quelli dell’apparato genitale e una parte dell’intestino.
Il sistema nervoso parasimpatico non si ferma però qua. Altri nervi cranici intervengono come recettori e modulatori dei segnali nervosi del sistema parasimpatico.
Inoltre, il nervo oculomotore, terzo nervo cranico, il facciale (VII) e il glossofaringeo (IX) insieme alle fibre del nervo vago (X) sono i responsabili delle secrezioni digestive, di muco (ghiandole nasali), lacrimali e gestiscono lo sfintere della pupilla.
Anatomia dei nervi cranici
I nervi cranici sono dodici coppie e originano tutti dalle varie zone dell’encefalo. Al nome della funzione che ricoprono è associato un numero romano, questo indica il senso cranio-caudale (dall’alto verso il basso) di origine.
Tuttavia, esiste un nervo cranico 0, descritto solamente nel 1913, e afferisce al bulbo olfattorio. Ne è stata provata l’esistenza durante la vita intrauterina e la progressiva scomparsa durante l’adolescenza, anche se alcune tesi sostengono che la sua funzione persiste durante l’intera vita e sia responsabile della captazione dei fenomeni a livello inconscio.
Le funzioni dei nervi cranici sono numerose e una loro lesione porta spesso a gravi conseguenze, a volte incompatibili con la vita, o comunque a una notevole diminuzione della qualità della vita.
Nervo olfattivo (I)
Il nervo olfattivo è il primo nervo cranico che troviamo, dopo il nervo terminale o nervo cranico 0. Può essere considerato, insieme al nervo ottico, una parte del sistema nervoso centrale.
E’ un nervo di tipo sensitivo, ovvero ha l’unica funzione di ricevere informazioni dalle cavità nasali e trasportale all’encefalo.
Origina dalle cellule olfattive all’interno delle fosse nasali e si porta, con un breve e diretto percorso, nella fossa cranica anteriore, al bulbo olfattivo.
Nei neonati, è proprio il nervo olfattivo il primo a svilupparsi, consentendo di riconoscere la propria mamma dall’odore. Infatti, l’olfatto non guiderà l’individuo durante la sola età neonatale ma stimolerà le aree deputate alla percezione emozionale dell’odore per tutta la vita.
Quindi, ogni tipo di odore scatena una serie di reazioni positive o negative nella persona, dall’attrazione fisica a una sindrome vago-vagale. Olfatto e gusto sono strettamente correlati ed è per questo che durante un’influenza o in casi più gravi come l’anosmia, i cibi avranno quasi lo stesso gusto.
Nervo ottico (II)
Dopo l’olfatto, c’è la vista, con il nervo ottico. La sua funzione è prettamente sensitiva e consiste nel trasmettere le informazioni visive dell’occhio al cervello.
Il nervo ottico è una parte integrante del sistema nervoso centrale grazie alle sue caratteristiche fisiologiche e neurologiche, come la presenza di mielina intorno al nervo e le meningi.
Nervo oculomotore (III)
Se il nervo ottico è destinato alla sola trasmissione di informazioni nervose, il nervo oculomotore è il primo dei tre nervi misti che intervengono nella gestione nervosa dell’occhio.
Gestisce i muscoli intrinseci dell’occhio, involontari, e quelli estrinseci, volontari. La parte involontaria della muscolatura copre la funzione di accomodazione del cristallino e del riflesso ciliare, fondamentali per la messa a fuoco e la lubrificazione dell’occhio.
Mentre i movimenti volontari dell’occhio sono possibili grazie alla muscolatura estrinseca dell’occhio. Sono dei muscoli fissati nella parte esterna dell’occhio. Però, esiste una parte sensitiva del nervo oculomotore. Fondamentalmente, condivide delle vie neurologiche con un ramo del nervo trigemino.
Nervo Trocleare (IV)
Nervo unicamente motorio che ha il compito di ruotare l’occhio verso il basso e internamente.
Nervo Trigemino (V)
E’ un nervo misto costituito prevalentemente da fibre sensitive e da una piccola parte di fibre motorie. Il nervo trigemino gioca un ruolo chiave nella percezione del dolore in tutto il distretto facciale. Infatti, la nevralgia del trigemino è nota anche ai non addetti ai lavori, ad esempio come conseguenza di un’estrazione dentale o di un trauma facciale.
I rami sensitivi del trigemino si dividono in tre branche:
- la prima innerva la parte superiore della faccia e testa
- la seconda la zona della mascella e zigomi
- la terza branca è destinata alla mandibola.
Quindi tutti i rami sensitivi del trigemino ricevono informazioni e stimoli propriocettivi da tutte le strutture di:
- faccia
- denti
- meningi
- muscoli masticatori compresi.
Nervo abducente (VI)
Insieme al trocleare e oculomotore, il nervo abducente, gestisce la muscolature estrinseca dell’occhio. Innerva il muscolo retto laterale, la cui funzione è quella di muovere l’occhio verso l’esterno, appunto abducendolo. Su dodici paia di nervi cranici ben tre sono destinati unicamente alla gestione motoria dell’occhio, questo evidenzia come sia complesso e articolato il senso della vista.
Nervo facciale (VII)
Il nervo facciale contiene fibre sensitive e motorie suddivise in due rami.
Il primo, il nervo facciale propriamente detto, innerva i muscoli destinati alla mimica facciale. Mentre il secondo ramo, nervo di Wrisberg, arriva con le sue fibre sensitive e viscerali alle ghiandole:
- lacrimali
- salivari
- nella zona della lingua
- del padiglione auricolare e parotide.
Tuttavia, Il nervo di Wrisberg, seppur facente parte del nervo facciale, per la sua funzione e decorso può essere considerato un nervo a se stante.
Nervo vestibolococleare (VIII)
Il nervo vestibolococleare o statoacustico è un nervo sensitivo e trasmette informazioni derivanti dall’orecchio interno.
L’orecchio è un sistema fondamentale per l’udito ma non solo. All’interno di questo organo, sono presenti delle strutture anatomiche deputate al controllo dell’equilibrio. Quindi, i due rami del nervo vestibolococleare hanno il ruolo di innervare le strutture destinate all’udito (ramo cocleare) e al mantenimento dell’equilibrio (ramo vestibolare).
Glossofaringeo (IX)
Nervo misto che gestisce la deglutizione. Le sue fibre motorie arrivano al muscolo costrittore della faringe e altre strutture muscolari deputate allo spostamento del bolo alimentare (impasto di cibo masticato) nella prima parte dell’apparato digerente.
Invece, le fibre sensitive hanno un territorio di innervazione molto più ampio. Dalla percezione del gusto nella parte posteriore della lingua fino alla ricezione di informazioni dai barocettori delle carotidi.
Nervo vago (X)
Il nervo vago o pneumogastrico è un nervo misto, il più complesso e diramato di tutti e dodici i nervi cranici.
Il nervo “vagabondo”, è da questa terminologia latina (vagus) che deriva il suo nome, ha origine nel tronco encefalico e innerva con fibre sensitive e motorie la maggioranza delle strutture anatomiche presenti tra testa e colon trasverso.
Quindi, il nervo vago interviene in quelle che sono considerate tutte le attività fisiologiche vitali, dal battito cardiaco alla deglutizione. Dalla produzione di enzimi a livello epatico agli scambi gassosi polmonari.
Inoltre, è il ramo principale del sistema nervoso parasimpatico.
Accessorio del vago (XI)
Nervo motorio destinato al movimento e supporto della testa. Il nervo accessorio del vago, a differenza degli altri nervi cranici, ha sia un’origine cranica che spinale. Nel suo decorso cranico mantiene stretti rapporti con il nervo vago mentre le fibre provenienti dal midollo spinale innervano il muscolo trapezio e sternocleidomastoideo.
La sua innervazione ci fa intuire la ricerca del corpo umano di mantenere le funzioni vitali anche in caso di lesioni gravi, in caso di una lesione midollare alta (tetraplegia) il nervo accessorio del vago garantirebbe il vitale sostegno della testa.
Ipoglosso (XII)
La lingua è così importante per il corpo umano che l’evoluzione ha portato l’essere umano ad avere un nervo dedicato solo ai movimenti della lingua.
Il nervo ipoglosso è un nervo puramente motorio e si occupa di tutti i movimenti della lingua.
Anatomia del nervo vago
L’anatomia e la fisiologia del nervo vago evidenziano le particolari caratteristiche che lo differenziano dagli altri nervi cranici.
Il nervo vago presenta il suo nucleo, origine, dal tronco encefalico. Il tronco encefalico fa parte dell’encefalo ed è suddiviso in tre parti, è una struttura molto complessa e svolge molte funzioni vitali per l’essere umano.
Origine
Dalla sua origine, il nervo vago, si porta verso il basso uscendo dalla base cranica grazie a un foro (foro giugulare o foro lacero posteriore).
Si insinua nella vicina guaina carotidea del collo. Una guaina composta dalla vena giugulare interna e l’arteria carotide (prima interna) comune che, insieme al nervo vago, vengono racchiuse in un unico fascicolo vasculoso nervoso da una vera e propria guaina.
Il corpo umano ricerca sempre l’economia del gesto, eseguire tutti i processi fisiologici con il minor dispendio energetico possibile. Essendo alcuni organi del nostro organismo impari (cuore, fegato, stomaco ecc..) anche il percorso vascolare e nervoso potrebbe variare tra il lato destro e sinistro del corpo. Così come, in questo caso, le innervazioni dei vari organi.
Innervazione
Proseguendo verso la base del collo, il nervo vago di destra e sinistra seguono due percorsi diversi e innervano strutture differenti.
Entrambi i nervi vaghi decorrono lateralmente all’arteria carotide comune e in prossimità della clavicola, prendono contatti con il nervo frenico.
Per la presenza dell’arco aortico, ci sono però alcune differenze tra lato sinistro e destro del corpo all’altezza della clavicola. Il nervo vago di destra e sinistra percorrono gli spazi tra i vasi nervosi con una direzione sovrapponibile ma incontrando vasi e nervi diversi da un lato e dall’altro.
Poi, entra nella zona toracica dove entrambi i rami decorrono sui due lati della trachea per poi passare anteriormente all’esofago (ramo sinistro del vago) e posteriormente (ramo destro). Seguendone il decorso sfoceranno nella zona sotto diaframmatica, addominali.
Innervando con il suo ramo sinistro la zona anteriore e mediale dello stomaco, termina in corrispondenza del plesso (insieme di vasi e/o nervi) gastrico anteriore.
Invece, il ramo destro del vago procede nella zona postero laterale dello stomaco per poi terminare nei pressi dell’arteria celiaca.
Durante il percorso dei suoi due rami principali, il nervo vago, rilascia una fitta rete di rami minori destinati alle strutture e organi presenti tra collo e parte superiore dell’addome.
Molti dei rami del nervo vago interagiscono tra di loro formando dei plessi ed entrano in comunicazione diretta o indiretta con diversi nervi spinali.
Funzioni del nervo vago
Le funzioni del nervo vago, visto il suo decorso e territorio di innervazione, sono molteplici.
Infatti, Il nervo vago interviene in:
- funzioni parasimpatiche, come diminuzione della frequenza cardiaca e aumento delle secrezioni di tutto il tratto digerente;
- aumento della salivazione in bocca, delle secrezioni gastriche, pancreatiche e intestinali.
A livello intestinale aumenta la peristalsi, transito del contenuto intestinale. È causa della vasodilatazione di tutti i vasi innervati e contrazione dei muscoli bronchiali.
Ha un’altra importante funzione sensitiva viscerale. Ovvero trasporta le informazioni provenienti dagli organi innervati al cervello. Oltre a influire sulle modificazioni fisiologiche dell’organo stesso ne monitora anche lo stato.
Inoltre, riceve informazioni sensitive dalle meningi e dalle mucose del tratto digerente, sfruttando la sua funzione sensitiva somatica generale.
È anche responsabile delle percezioni gustative della lingua (funzione sensitiva speciale).
Essendo un nervo misto possiede anche una parte motoria dedicata a una serie di muscoli che intervengono nella masticazione e deglutizione, nonché della fonazione.
Visto il suo decorso anatomico e le sue funzioni, la sua importanza nella vita quotidiana è scontata.
Disturbi del nervo vago
La raucedine e eventuali problemi di deglutizione possono essere degli indicatori di disfunzioni e patologie a carico del nervo vago nel suo tratto superiore. Ma i segni e sintomi di una possibile compromissione del nervo pneumogastrico sono numerosi e spesso in comune con altre patologie.
Una patologia a carico del nervo vago, sia essa traumatica, genetica o secondaria porterà con buone probabilità a problemi cardiaci, respiratori e digestivi.
Inoltre, il nervo vago influenza il tono dell’umore, una patologia a carico dei distretti innervati potrebbe quindi aumentare il rischio di ansia e depressione.
In caso di sintomatologia sospetta, sarà il medico a verificare tutti i riflessi vagali ed eventualmente prescrivere ulteriori indagini mediche.
Però, esiste una problematica legata al nervo vago, non definita come patologia, ma potenzialmente pericolosa anche se autorisolutiva e momentanea. La sindrome vaso vagale.
Nervo vago e deglutizione
Dal momento che introduci del cibo in bocca, si attivano una serie di complessi meccanismi per permettere al nostro organismo di accogliere il bolo alimentare. Infatti, i processi digestivi hanno inizio all’interno della bocca con la produzione di saliva e stimolazione delle secrezioni gastriche.
Ma oltre a un aspetto biochimico, il corpo deve gestire l’aspetto fisico. Il cibo ovviamente ha una massa e necessita di spazio, ed è qua che entra in gioco il riflesso vaso vagale.
Prima che il cibo arrivi allo stomaco, il riflesso vagale si attiva rilassando la muscolatura liscia dello stomaco, permettendogli quindi di immagazzinare anche grandi quantità di cibo. Quindi, il nervo vago controlla la contrazione delle pareti muscolari di esofago, stomaco e intestino per permettere al cibo di essere digerito e processato nel migliore dei modi.
Però, è possibile che questa trasmissione nervosa venga perturbata o ancora peggio interrotta. In questo caso, il riflesso vagale verrebbe meno, le pareti muscolari dei visceri non si rilasserebbero e la conseguenza sarebbe un aumento della pressione all’interno dello stomaco. La soluzione fisiologica a questo problema è il riflesso del vomito.
Sintomi vagali
Il nervo vago influisce sul corretto funzionamento degli organi ed è in grado di influenzare il sistema nervoso parasimpatico.
La sindrome vaso vagale presenza un’eziologia (origine della malattia) non del tutto chiara, mentre la sintomatologia può essere confusa con dolori e disturbi comuni.
Infatti, alcuni dei sintomi causati da un aumento del tono vagale sono:
- debolezza
- sensazione di ansia
- tachicardia
- nausea
- dolore al collo
- sensazione di vertigini
- mal di testa.
Ma il sintomo più significativo e pericoloso è proprio la sincope causata da una rapida vasodilatazione periferica. In poche parole, il sangue confluisce principalmente agli arti riducendo quindi l’apporto di sangue al cervello con una conseguente perdita dei sensi.
Un aumento del tono vagale (iperattivazione) può però portare a una vera e propria sincope, ovvero uno svenimento.
Tuttavia, è una situazione transitoria e con prognosi positiva ma potenzialmente pericolosa proprio per la perdita dei sensi e per l’impossibilità di previsione della sincope. Infatti, un improvviso svenimento potrebbe esporre la persona stessa a traumi.
Pur essendo imprevedibili è possibile però esaminare dei segni presenti qualche istante prima della crisi.
Pallore, sudorazione improvvisa e nausea sono segni di un possibile aumento del tono vagale.
Eventi che possono aumentare il rischio di una sincope vaso vagale
Inoltre, esistono eventi e situazioni che possono aumentare il rischio di una sincope vaso vagale:
- situazione molto stressante o emotiva;
- improvvisi e repentini cambi di postura;
- dolore molto intenso;
- sensazioni estremamente spiacevoli (vista del sangue)
- tempo eccessivo in piedi in posizione statica (guardie).
In caso di sincope, è necessario sdraiare la persona a terra con le gambe rialzate e attendere l’attenuazione della sintomatologia.
Sindrome del nervo vago: trattamenti e cure
Trattandosi di una sindrome ed essendo la sua origine non del tutto chiara, non esistono tutt’ora farmaci specifici per curare la sindrome vaso vagale.
Tuttavia, il medico potrebbe prescrivere farmaci che impediscono una discesa troppo brusca e accentuata della pressione arteriosa.
Gestione dell’ansia
Inoltre, è possibile limitare il numero delle crisi cercando di evitare (se riconosciuti) eventi e situazioni che potrebbero innescarla. Essendo spesso correlata a periodi o eventi stressanti, potrebbe essere produttivo seguire dei percorsi psicologici per la gestione dell’ansia e stress. Proprio per questo motivo, i soggetti che presentano attacchi di panico sono più a rischio di una sincope vagale rispetto alla media della popolazione.
Come calmare le crisi del nervo vago
Oltre alla terapia psicologico-comportamentale, è possibile limitare i sintomi della crisi vaso vagale con delle manovre fisiche da eseguire autonomamente con il fine di evitare la brusca discesa della pressione e il conseguente svenimento. Le manovre sono tre e molto semplici da eseguire.
- Hand grip. Stringere con la mano e con tutta la forza possibile una semplice pallina anti stress o meglio di gomma, fino alla scomparsa dei sintomi.
- Arm-tensing. Agganciare una mano con l’altra all’altezza del petto e tirare con la massima forza possibile verso l’esterno. Mantenere la posizione il più possibile o fino alla scomparsa dei sintomi.
- Leg crossing. In posizione ortostatica (in piedi) incrociare le gambe e cercare di contrarre tutti i muscoli delle gambe e l’addome. Anche in questo caso la contrazione va mantenuta il più possibile.
Stimolazione vagale
Mentre la sincope vaso vagale porta a un brusco abbassamento della frequenza cardiaca e della pressione, esistono casi opposti nei quali si cerca di attivare una risposta vagale per limitare la sintomatologia del disturbo.
Infatti, la stimolazione viene utilizzata specialmente durante crisi di tachicardia perché l’attivazione del nervo vago favorisce la diminuzione dei battiti cardiaci.
Difatti, le manovre per aumentare il tono vagale sono essenzialmente due, entrambe devono essere eseguite solamente da personale medico.
Massaggio del seno carotideo (MSC)
Una volta evidenziato, sul lato del collo, l’impulso carotideo, si procede con un massaggio verticale della zona per favorire l’abbassamento di pressione.
Per questioni anatomiche, è più efficace massaggiare il lato destro rispetto al sinistro ma in entrambi i casi si possono ottenere risultati contro la sincope seno-carotidea.
La funzione del massaggio del seno carotideo è quella di inviare informazioni ai recettori nervosi presenti in questa zona. Questi recettori inviano informazioni nervose in grado di modificare il ritmo cardiaco.
Riflesso oculo-cardiaco
Una breve ma intensa pressione dei bulbi oculari, con le palpebre abbassate, può portare a una stimolazione vagale con relativo abbassamento del battito cardiaco e pressione arteriosa.
Manovra di Valsava
La manovra di Valsalva, nonostante venga utilizzata prevalentemente per disturbi o problemi relativi all’udito, può essere praticata anche per aumentare il tono vagale.
Pur essendo una manovra semplice deve essere effettuata dal personale medico perché un errore durante il protocollo potrebbe portare a importanti effetti collaterali.
La manovra di Valsalva consiste nel mantenere un’apnea assoluta, ovvero prendere fiato ed espirare a glottide chiuda (bocca chiusa e naso tappato). Questo procedimento porta ad un aumento considerevole della pressione intratoracica con una conseguente diminuzione del battito cardiaco.
Per questo motivo presenta una serie di controindicazioni e deve essere eseguita sotto la supervisione di personale medico.
Bibliografia
- Prometheus. Schunke M., Schulte E., Schumacher U. Edizioni Utet. 2007.
- Fisiologia medica. Conti F. Editore Edi Ermes. Vol.1.