Cefalea a grappolo: non un semplice mal di testa ma un disturbo che può diventare fortemente invalidante e condizionare in modo pesante la vita lavorativa di chi ne soffre. Uno studio del Karolinska Institutet di Stoccolma ha calcolato la misura di questo impatto e i risultati sono allarmanti: chi soffre di cefalea a grappolo perde in media il doppio dei giorni di lavoro rispetto a chi non convive con questo disturbo. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Neurology.
Cefalea a grappolo: il più terribile dei mal di testa
La cefalea a grappolo, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, è caratterizzata da un dolore lancinante che colpisce un solo lato della testa, concentrandosi spesso nella zona intorno all’occhio.
È la forma più grave di mal di testa e, fortunatamente, anche la più rara. Può manifestarsi a qualsiasi età, ma in genere tende a comparire dopo i 20 anni e a colpire soprattutto gli individui di sesso maschile.
Di solito si presenta con attacchi ripetuti, riuniti a “grappolo”, che durano parecchie settimane (generalmente da 4 a 12). Questi periodi vengono definiti “attivi” e si alternano con periodi di remissione, della durata di mesi o, a volte, anni.
Le crisi di mal di testa si possono ripetere ogni anno, per parecchi anni, e possono durare per tutta la vita, condizionandola pesantemente.
Cefalea a grappolo: come influisce sulla vita lavorativa
Per misurare quanto la cefalea a grappolo influisce sulla vita lavorativa, i ricercatori del Karolinska Institutet hanno esaminato tutte le persone in età lavorativa che sono state curate, in Svezia, per cefalea a grappolo tra il 2001 e il 2010. Si tratta di un totale di oltre 3000 pazienti che si sono rivolti all’ospedale o ad uno specialista. Poco più di 16.000 persone che non soffrivano di cefalea sono state incluse nella ricerca come gruppo di controllo.
Gli esperti hanno quindi confrontato il numero di giorni di malattia presi nel 2010 dai membri dei due gruppi. Chi non aveva problemi di cefalea si era assentato in media per meno di 7 giorni. Chi invece soffriva di questo disturbo aveva fatto il doppio delle assenze: ben 16 giorni.
“Questi risultati – ha detto Christina Sjöstrand, l’autrice dello studio – indicano chiaramente che la cefalea a grappolo interferisce con la capacità lavorativa delle persone”.
Fonte: SkyTG24.