L’Italia è uno dei Paesi al mondo con il tasso di natalità più basso. E tra le cause di questa situazione ci sono anche ragioni di natura economica: avere un figlio costa e non sempre le famiglie riescono a sostenere le spese. Un dato confermato anche dall’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat. Secondo l’indagine, nel corso degli ultimi 3 anni, circa 210.000 famiglie hanno chiesto un prestito per sostenere i costi legati alla gravidanza o al primo anno di vita del figlio. Passato questo periodo il quadro non cambia. E anzi, con l’arrivo delle spese legate al nido privato o alla babysitter, sono ancora più numerosi i genitori costretti a fare affidamento su terzi per far quadrare il bilancio familiare.
I costi dei 9 mesi di gravidanza
Fare un figlio costa, e anche parecchio. Secondo quanto emerso dall’indagine, per le sole spese “ordinarie” legate ai 9 mesi di gravidanza (visite, analisi, farmaci, abbigliamento, culla) in media si spendono 3.411 euro per il primo figlio. E 2.754 euro dal secondo in poi. La prima gravidanza, insomma, pare costare il 24% in più.
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Nella maggior parte dei casi sono stati i nonni a saldare il conto (43,5%), ma sono molte, circa 125.000, le famiglie che hanno chiesto un prestito già durante i 9 mesi della gravidanza. In particolare, nel 5,2% dei casi il prestito è stato chiesto ad un familiare, mentre nel 3,4% a una società di credito. A livello territoriale, la tendenza a chiedere un prestito è maggiore nelle regioni del Meridione, più bassa tra le famiglie del Nord Est.
I costi del primo anno di vita del bimbo
Durante il primo anno di vita del bebè i costi sono addirittura più alti. E tra pannolini, pappe, vestitini, visite e altri beni, il conto totale arriva, in media, a 3.577 euro per il primo figlio (poco meno, 2.811 euro, dal secondo in poi).
Anche in questo caso sono molti, quasi il 40% dei rispondenti, coloro che hanno dichiarato di aver fatto fronte a tali costi ricorrendo a terzi. Ancora una volta, spesso sono stati i nonni o i familiari stretti a sostenere le spese di tasca propria (29,1%).
Mentre sono circa 155.000 le famiglie che hanno chiesto un prestito (9,8%), suddivise tra coloro che si sono rivolte ad un familiare (6,2%) o a una società di credito (4,6%).
In questo caso, si fa maggiore ricorso al prestito nelle regioni del Centro Italia e, ancora, al Sud. Diminuiscono, invece, coloro che sostengono spese straordinarie dopo l’arrivo del figlio. Solo il 16% ha cambiato l’auto, il 10,1% ha ristrutturato casa e appena l’8,7% ne ha acquistata una.
Nido privato e babysitter
Per quanto riguarda gli asili nido, comparto dove l’Italia è da sempre carente sul fronte pubblico,
- circa il 40% delle famiglie ha fatto ricorso ad una soluzione a pagamento
- il 31,7% ha iscritto il figlio ad un nido privato
- il 12,5% ha scelto una babysitter per accudire i piccoli in assenza dei genitori
Considerevoli i costi: per il nido privato nel 2019 gli italiani hanno speso, in media, 531 euro al mese. Gli importi variano sensibilmente lungo lo Stivale, in una forbice compresa tra i 639 euro mensili rilevati nelle regioni del Nord Ovest e i 430 euro/mese nel Meridione.
Per far fronte a queste spese l’8,5% degli intervistati, pari ad oltre 41mila famiglie, ha chiesto un prestito a familiari o società di credito. Percentuale che raggiunge il 15% nelle regioni del Nord ovest, dove i costi sono nettamente più alti.
Di poco inferiore la spesa affrontata di chi ha scelto la babysitter. Nel 2019 le famiglie italiane che hanno utilizzato questo servizio hanno pagato, in media, 464 euro al mese.