Protagoniste di tantissime ricette, dall’antipasto al dolce, le uova sono amate da tutti: solo in Italia ne consumiamo ben dodici miliardi ogni anno, sia tal quali, sia all’interno di pasta, prodotti da forno, dolci e creme. Ma come interpretare le informazioni che trovi sulle confezioni e impresse sul guscio?
Tutte le uova che trovi nei punti vendita sono di Categoria A, ovvero Fresche, cioè con meno di 28 giorni dalla data di deposizione. Tutte le altre, quelle utilizzate dall’industria o contenute in molte preparazioni per dolci, sono di Categoria B o C, ma, queste, per l’appunto, non le troverai mai nei negozi.
Ogni uovo, deve avere per legge una sua carta d’identità impressa sul guscio, composta da numeri e lettere, che consente di avere tutte le informazioni necessarie: analizza questo codice alfanumerico. Il primo numero riportato indica il tipo di allevamento della gallina che ha prodotto l’uovo: 0 = allevamento biologico, 1= all’aperto, 2 = a terra, 3= nelle gabbie;la sigla successiva specifica il Paese di produzione; seguono il codice del comune e la sigla della provincia dove si trova l’allevamento; infine troviamo il numero che corrisponde all’allevamento in cui è stato deposto l’uovo.
Altra distinzione che compare sulle confezioni di uova è tra la dicitura “fresche” e “extra fresche”: queste ultime sono definite tali entro 9 giorni dalla data di deposizione.
Poi ci sono le taglie (S, M, L, XL), che indicano il peso di ciascun uovo; il peso può essere indicato anche tramite le diciture “piccole, medie, grandi, grandissime”. Ecco i pesi corrispondenti: di taglia S sono le uova che pesano meno di 53 g; M dai 53 ai 63 g; L dai 63 ai 73 g; XL da 73 g in su. A volte può capitare di trovare la dicitura “uova a peso variabile”: in questo caso vuol dire che in quella confezione puoi trovare uova appartenenti alle diverse categorie di peso, ma con un peso del totale delle uova contenute nella confezione fisso e scritto sulla confezione stessa.
Non e’ invece obbligatorio riportare la data di deposizione e la data d’imballaggio; quindi è bene premiare i produttori che le indicano perché questo significa una maggiore trasparenza per i consumatori.
Claudia Manari