Tumore del colon: scoperte cellule dormienti che resistono alle terapie. Si tratta di una piccola popolazione di cellule in stato di “dormienza” o “quiescenza” che, a differenza delle cellule tumorali, non si moltiplicano attivamente ma sono caratterizzate da un maggiore potenziale cancerogeno e da un’aumentata resistenza alle terapie. La ricerca che le ha individuate potrebbe offrire un contributo per lo sviluppo di terapie più efficaci per questo tipo di tumori.
Lo studio, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, coordinato dalla dottoressa Ann Zeuner del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare e sostenuto dalla Fondazione AIRC, aggiunge un importante tassello alle conoscenze sulla chemioresistenza e sulle cellule staminali tumorali, che rappresentano un traguardo cruciale nella lotta ai tumori. Il lavoro è pubblicato sulla rivista Journal of Experimental and Clinical Cancer Research.
Tumore del colon: cos’è e quali sono i fattori di rischio
Il tumore del colon colpisce circa cinquantamila italiani ogni anno e rappresenta uno dei più diffusi tumori maligni insieme a quelli del polmone e della mammella. Una patologia la cui incidenza è maggiore tra i 60 e i 75 anni, con poche differenze tra uomini e donne. Tra i suoi fattori di rischio:
- la dieta: un’alimentazione ad alto contenuto di grassi e proteine animali e povera di fibre è associata a un aumento dei tumori intestinali;
- la genetica: la presenza, nella famiglia di origine, di malattie come le poliposi adenomatose ereditarie e il carcinoma ereditario del colon-retto su base non poliposica aumenta la predisposizione ad ammalarsi di tumore del colon-retto;
- l’età: l’incidenza è 10 volte superiore tra le persone di età compresa tra i 60 e i 64 anni rispetto a quelle che hanno 40-44 anni;
- il fumo;
- le malattie infiammatorie croniche intestinali (come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn);
- una storia clinica passata di polipi del colon o di pregresso tumore del colon-retto.
I tumori del colon si distinguono, generalmente, in tumori del colon vero e proprio e tumori del retto, ovvero dell’ultimo tratto dell’intestino. Questo tipo di neoplasia è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo organo. Ecco perché l’identificazione delle cellule dormienti e dei loro meccanismi di sopravvivenza è un passo importante per sviluppare terapie più efficaci per questo tumore.
Cancro al colon: dalla ricerca, nuove conoscenze per sconfiggerlo
“Le cellule tumorali quiescenti – spiega la dottoressa Zeuner – si possono paragonare ai semi delle piante. Possono infatti rimanere inattive a lungo e resistere a condizioni ambientali avverse per poi risvegliarsi e rigenerare un tumore a distanza di molti anni. “Per questo – sottolinea l’esperta – è molto importante studiarle e capire i loro punti deboli, in modo da eliminarle mentre si trovano nello stato dormiente o almeno impedire loro di risvegliarsi.”
Allo studio hanno contribuito le ricercatrici Federica Francescangeli, Maria Laura De Angelis e Marta Baiocchi e i collaboratori Prof. Vito D’Andrea e Filippo La Torre (Università La Sapienza) e Ruggero De Maria (Università Cattolica del Sacro Cuore).
Fonte: Ansa