Sommario
Con la consulenza di Rosanna Ercole Mellone, divulgatrice della nutrizione.
Revisione scientifica a cura di Roberto Vannicelli responsabile scientifico dell’Accademia dell’Alimentazione Sportiva.
I soggetti affetti da bigoressia, detta anche vigoressia, sono convinti di essere sempre troppo esili e flaccidi. Inoltre, il vigoressico cerca di conformarsi al modello irreale di uomo pieno di muscoli, diffuso da max media e web. La bigoressia è un disturbo alimentare, che prende il nome da big “grosso” e orex “appetito” e consiste nella “fame di un corpo muscoloso”. Di conseguenza, per costruirsi una muscolatura massiccia, il malato di bigoressia adotta una dieta iperproteica, quasi priva di carboidrati e di idratazione.
Inoltre, pancia piatta, addome a tartaruga, bicipiti ipertrofici e muscoli tonici vengono ottenuti dal soggetto con lunghe ed estenuanti sedute in palestra.
Non solo, per scolpire la figura perfetta, i pazienti abusano di integratori e anabolizzanti steroidei, che aumentano la massa magra ma sono tossici. La bigoressia interessa soprattutto gli uomini, ma oggi colpisce anche le donne, che vogliono assomigliare ai maschi.
Le cause della malattia sono psicosociali tanto che il disturbo viene chiamato “complesso di Adone”. L’identificazione nel personaggio mitologico, sinonimo di bellezza maschile, è originata dal “complesso di inferiorità fisica”, all’origine della bigoressia.
Pertanto, il malato si guarda continuamente allo specchio e si vede sempre magro, anche se ha muscoli ben formati. Non solo, il chiodo fisso del corpo muscoloso porta il bigoressico all’isolamento e a disturbi psichici e fisici. Soprattutto gli anabolizzanti fanno ammalare reni, fegato e apparato cardiovascolare del soggetto, che può arrivare a una morte prematura.
La cura della bigoressia si basa sulla rieducazione alimentare e sulla terapia cognitivo-comportamentale.
Tuttavia, la prevenzione spetterebbe soprattutto alla scuola che dovrebbe insegnare ai giovani la dieta corretta per lo sport e i sintomi della bigoressia.
Bigoressia: che cos’è
La “fame di grossezza” (da big/grosso e orex/appetito) o “vigoressia” è un disturbo del comportamento alimentare. Pertanto, il malato ha una percezione alterata del suo corpo, si vede piccolo e magro e ricerca con ossessione un fisico perfetto. Quindi, per costruirsi muscoli voluminosi e asciutti, i soggetti, in maggioranza uomini, seguono una dieta ipocalorica e iperproteica.
Di conseguenza, allo scopo di scolpire il corpo, il bigoressico vive praticamente in palestra. Il paziente idolatra culturismo e fitness e pratica bodybuilding ed esercizi fisici in modo maniacale, per ore e senza limiti.
Inoltre, nella bramosia di una muscolatura atletica, l’individuo può assumere anche farmaci pericolosi, come gli anabolizzanti.
Quando diventa dipendenza
Il meccanismo del disturbo è simile a un “cane che si morde la coda”, spiega Roberto Vannicelli, responsabile scientifico dell’Accademia dell’Alimentazione Sportiva e membro della Sezione Antidoping del Ministero della Salute.
Infatti la bigoressia è una forma di dipendenza, dall’immagine distorta e cronica del proprio corpo. Purtroppo, il malato non è mai contento dei risultati ed è convinto di essere ancora magro, anche se ha ormai una figura “vigorosa”. Quindi, nel tentativo di avere un corpo ancor più muscoloso, si autoinfligge allenamenti e alimentazione sempre più squilibrati.
Per questi motivi, la patologia risulta una “dismorfofobia muscolare”, cioè una preoccupazione sbagliata e infondata per l’aspetto corporeo.
A maggior ragione, la bigoressia è considerata una “anoressia inversa”. Come un anoressico, il bigoressico non si vede come è realmente e adotta mezzi estremi per modificare la propria figura secondo parametri illusori.
Al contrario dei malati di anoressia, i vigoressici non smettono di nutrirsi ma all’opposto mangiano frequentemente e si abbuffano di cibi proteici. Inoltre, I sofferenti di bigoressia evitano i carboidrati, come zucchero, pane e pasta, colpevoli secondo loro di fare “massa grassa”. Questi soggetti sono ingordi soprattutto di carne, uova e altri cibi e integratori proteici, in grado di plasmare i muscoli.
Particolarmente rilevante il fatto che i bigoressici bevono poco, per rendere asciutta la pelle e quindi far risaltare i muscoli sottostanti.
In conclusione, il disturbo è psicologico, definito perciò “complesso di Adone”, in riferimento al complesso di inferiorità fisica presente alla base.
Tuttavia chi persegue il modello della divinità greca, che rappresenta il mito della bellezza maschile, incorre in conseguenze fisiche e sociali.
Bigoressia: come si manifesta
La bigoressia è stata scoperta solo di recente, descritta scientificamente nel 1993 da Harrison Pope. Purtroppo, negli ultimi anni, la patologia è in progressione, anche se non si hanno dati sicuri, e colpisce soprattutto gli uomini. Tuttavia oggi anche molte donne desiderano muscoli ipertrofici, per assomigliare ai maschi.
I soggetti disturbati, cultori del corpo perfetto e non soddisfatti del proprio, manifestano chiari sintomi.
Depressione e vita in palestra
- l’umore dei malati è altalenante, con sbalzi repentini soprattutto di tristezza e depressione;
- si guardano continuamente allo specchio, per controllare la propria figura corporea. La verifica serve per vedere se hanno acquisito massa muscolare, ma anche per allontanare la paura di perderla;
- i soggetti si paragonano a persone, in particolare palestrate, che reputano più in forma di loro. La loro visione alterata li fa sempre sentire gracili, deboli e con muscoli flaccidi, poco sviluppati rispetto agli altri;
- pur avendo già muscoli da culturista, intensificano le sedute massacranti in palestra, anche se indisposti o infortunati;
- i “narcisi” insoddisfatti si sottopongono, mattina e sera, a lunghe ed estenuanti sessioni di bodybuilding, soprattutto di pesistica;
- bilanceri, manubri e altri attrezzi diventano i soli compagni dei vigoressici, che si isolano dal mondo “esterno” alla palestra. I soggetti trascurano tutto, lavoro, famiglia e vita sociale, per dedicarsi, anima e corpo, all’attività fisica.
Alimentazione e bigoressia
L ’alimentazione dei pazienti si modifica, in funzione dell’obiettivo di sviluppare i muscoli. La scarsa quantità di carboidrati prevista dall’interessato viene assunta solo a colazione. Ma d’altra parte, durante pasti, i bigoressici introducono massicce porzioni di carne, uova e altri cibi proteici, mentre quasi aboliscono i grassi e l’idratazione.
Se costretti a pranzare fuori, hanno il terrore di mangiare pizza, pastasciutta, gelato o altri piatti non consoni. Pertanto, fanno di tutto per evitare cibi esclusi dalla loro dieta e, in caso contrario, compensano con maggiore movimento.
Inoltre, in spiaggia o in occasioni simili, i malati si vestono con abiti larghi e pesanti. Sempre per non mostrare il loro corpo “inadeguato”, a volte i soggetti ricorrono a imbottiture strategiche.
La fissazione per la dieta e per il peso muscolare causano stress nel paziente, che può diventare ansioso e depresso.
Bigoressia: uso di integratori e vita sessuale inesistente
Spesso il bigoressico per aiutarsi può far uso di farmaci, a volte tossici o illeciti, anche acquistati in Internet. Purtroppo, in tanti abusano di steroidi anabolizzanti, con azione simile agli ormoni maschili, che aumentano la muscolatura e riducono il grasso.
Gli “schiavi” dei pettorali ampi e dell’addome piatto, per formare la “tartaruga” si imbottiscono di integratori proteici. Soprattutto l’aminoacido carnitina è preferito dai super-sportivi per bruciare i grassi e trasformarli in energia durante gli sforzi fisici.
Non solo, il malato non è attratto dal sesso o da altre attività ludiche che per lui sono distrazioni e lo distolgono dal suo scopo. Infine la fame di una forma perfetta, sempre più muscolosa, diventa un “chiodo fisso” che non permette altro nella vita del soggetto.
Cause della bigoressia
La bigoressia interessa soprattutto gli uomini di età tra i 25 e i 35 anni. Ma la malattia può manifestarsi anche al di sopra dei 40 anni, secondo il dottor Vannicelli. L’esperto cita il caso di un maratoneta cinquantenne dilettante che non aveva mai fatto sport. Volendo superare i propri limiti, il neo-atleta si è costretto ad allenamenti massacranti e ad altre pratiche compulsive. A fronte di un misero risultato, di 3,5 ore invece di 4 per il percorso stabilito, il soggetto è così diventato bigoressico.
Nello sviluppo della malattia, non si riscontrano degenerazioni fisiche o fattori biologici che possano esserne all’origine.
Cause psicosociali
Il fenomeno va dunque ricondotto a cause psicosociali. Ad esempio, max media, Internet e soprattutto social propongono agli uomini un modello idealizzato di corpo tutto muscoli, sinonimo di mascolinità ma irraggiungibile.
Pertanto, soggetti influenzabili, perché con caratteristiche psicologiche che predispongono alla vigoressia, fanno un feticcio della figura muscolosa a cui vogliono conformarsi.
Soggetti a rischio
Certamente i culturisti e gli assidui delle palestre sono più a rischio di questa patologia.
Ma anche chi entra per la prima volta in palestra e si confronta con i presenti, frequentatori da anni, può giudicarsi negativamente. Considerandosi mingherlino, il principiante decide di diventare un palestrato come gli altri e adotta i sistemi della bigoressia. Purtroppo, gli adolescenti timidi, depressi o vittime di bullismo possono arrivare a soffrire della malattia.
Non solo, gli individui poco mascolini e con scarso appetito sessuale sono potenziali bigoressici. In effetti, queste persone credono di diventare più uomini sviluppando muscoli ipertrofici che invece sono una copertura del problema.
Cause psicologiche
Le molle che fanno scattare nell’individuo l’ossessione di un corpo muscoloso possono essere
- insufficiente autostima
- introversione
- voglia di rivalsa sugli altri
Per i bigoressici, la potenza dei muscoli equivale al potere sugli altri, da ottenere a costo di sacrifici disumani. All’opposto, copiare il fisico di Adone è fine a sé stesso e non porta ad altro che a psiche e fisico perturbati.
Tra le migliaia di casi di bigoressia in Italia, se ne contano alcuni nel sesso femminile. Anche le donne non resistono al fascino moderno di un corpo muscoloso stereotipato. I motivi della bigoressia al femminile sono quasi uguali a quelli degli uomini. In aggiunta le donne vogliono trasformarsi da sesso debole a forte, imitando le “doti” maschili.
Per difesa o per rivincita, soprattutto in caso di soprusi, oppure per prevalere, le giovani desiderano costruirsi una muscolatura voluminosa.
Tuttavia bicipiti e pettorali scolpiti non sono in dotazione alla fisiologia femminile e quindi la riuscita rimane comunque insoddisfacente.
Vigoressia: conseguenze
La solitudine è la compagna assidua della bigoressia. Purtroppo, l’allontanamento dagli altri è inevitabile per il malato che quasi lo ricerca per potersi allenare senza essere distratto. In seguito alla vigoressia, i soggetti riducono o evitano completamente le occasioni mondane e vivono barricati nel loro mondo.
Sembra un paradosso ma gli uomini troppo muscolosi possono subire un calo della libido, trascurare il sesso e avere performance sessuali deludenti.
La vita dei bigoressici si svolge quindi a circolo chiuso. I soggetti frequentano solo chi ha gli stessi interessi e non pensano ad altro che a un corpo muscoloso e tonico.
Al lavoro, a scuola e nei rapporti con la comunità, i malati assumono atteggiamenti anti-sociali.
La mancanza di contatti umani nei bigoressici provoca molto presto ripercussioni negative, con danni economici, professionali ed affettivi.
Invece, la bigoressia nelle donne è più patologica, viste le condizioni abnormi inflitte da palestra e farmaci alla delicata fisiologia femminile.
Inoltre le malate preferiscono rapporti e relazioni sentimentali solo con i bigoressici e possono atteggiarsi a comportamenti poco femminili.
Disturbi associati alla bigoressia
Nei primi tempi della malattia, il bigoressico manifesta alterazioni dell’umore e può provare angoscia, ansia e depressione.
Anche il ritmo sonno-veglia è deteriorato nel malato che può sperimentare stanchezza, debolezza e facilità agli infortuni.
Ma con il progredire del delirio dei muscoli a tutti i costi, sopraggiungono i disturbi fisici.
Il self-service di anabolizzanti, che sottintende un consumo eccessivo e senza controllo, produce uno squilibrio del metabolismo e degli ormoni.
Il vigoressico, sottoposto a iperstimolazione ormonale, può quindi presentare:
- ginecomastia
- atrofizzazione dei testicoli
- scarso o nullo desiderio sessuale
Bigoressia: complicanze
Inoltre, l’esperto Vannicelli avvisa che, nel lungo periodo, i reni e il fegato dei pazienti possono danneggiarsi.
A causa dell’alimentazione iperproteica e dell’uso di farmaci, i due organi, che filtrano le sostanze, lavorano troppo. Tutto il resto dell’organismo può risentire dei problemi renali ed epatici e ammalarsi.
In particolare, la ritenzione di sodio e di scorie nei reni provoca ipertensione nel soggetto.
L’iperglicemia, dovuta a dieta scorretta e surplus di ormoni, può indurre insulino-resistenza, con possibilità che insorga il diabete di tipo 2.
Per colpa della disidratazione, il sangue del bigoressico diventa più spesso e sconquassa così l’organismo.
Gli squilibri fisici del paziente colpiscono soprattutto i sistemi nervoso e cardiovascolare, con la comparsa di:
- psicosi
- ipertrofia cardiaca
- varie patologie
Infine, con il progredire della condotta morbosa, il bigoressico può andare incontro al decesso, in giovane età.
Cure e rimedi
Il bigoressico si sente normale e perfetto per cui non ammette di essere malato e di aver bisogno di cure. Come un tossicodipendente, il soggetto non può fare a meno delle sue “dosi” quotidiane di palestra, farmaci e proteine.
Il paziente può rivolgersi al medico solo se sopravviene un evento clinico significativo, come il grave rimpicciolimento dei testicoli.
Pur seguiti da un dottore, i bigoressici non tornano indietro, ma rallentano soltanto i loro ritmi esasperati. Al massimo, i pazienti si fermano ai risultati raggiunti, che comunque non vogliono perdere.
Dieta
Il primo intervento medico può essere sull’alimentazione, con consigli dietetici opportuni. Uno sportivo, raccomanda Vannicelli, non deve assumere proteine per il 70% delle calorie giornaliere, come fanno i bigoressici. Invece, l’alimentazione dell’atleta, per avere energia e muscoli plastici, può comprendere fino al 30-40 % di proteine e non di più.
Lo specialista deve convincere il bigoressico a reintrodurre gradatamente nella dieta i carboidrati, soprattutto complessi.
Contrariamente a quanto crede il malato, questi nutrienti non fanno ingrassare ma invece forniscono all’organismo energia prolungata. L’abolizione dei carboidrati mette a rischio la salute del bigoressico, che potrebbe soffrire di patologie cardiovascolari e di tumori.
Infine, il “mister muscolo” dovrebbe essere riabituato a bere, quasi esclusivamente acqua, in modo regolare e in quantità corretta.
Solo bevendo a sufficienza, il bigoressico può scongiurare la disidratazione e le sue conseguenze e aiutare i reni nel loro compito.
Medicinali
Per il medico, è impegnativo persuadere il vigoressico a non assumere più i farmaci e a ridimensionare le sedute in palestra.
In supporto al cambiamento, il curante può prescrivere al malato gli antidepressivi.
Contro tristezza e sfiducia del bigoressico, sono efficaci i farmaci che lavorano sull’aumento di serotonina. Infatti, il neurotrasmettitore della serenità e del buonumore risulta carente nel malato.
Terapia
Ma l’arma più potente per combattere la bigoressia è, come per gli altri disturbi del comportamento alimentare e non, la terapia cognitivo-comportamentale.
Innanzitutto da parte dello psicoterapeuta vanno ricercate le motivazioni che hanno condotto il soggetto alla “fame di muscoli”. Il bigoressico deve essere guidato a riconoscere i suoi pensieri deformati, per poterli modificare.
Scoperti i “grilletti” della malattia, ovvero i fattori scatenanti, il bigoressico deve esercitarsi a dominarli, con il terapeuta e poi a casa, da solo.
Il paziente deve anche imparare ad accettare i deficit fisici, esorta il dottor Vannicelli. Infine, Il soggetto deve capire che il peso giusto è un traguardo e non un problema e che un corpo è bello solo se accompagnato dall’armonia interiore.
Prevenzione
Quando i sintomi sono evidenti, la bigoressia può essere riconosciuta, secondo il DSM-Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Per il responso della malattia, anche solo 2 criteri sui 4 espressi sono sufficienti:
- dieta e sport per il soggetto vengono prima di tutto, a discapito della vita sociale;
- l’individuo non mostra mai in pubblico il suo corpo, perché non lo ritiene all’altezza degli altri;
- l’immagine di sé travisata e fissa e gli allenamenti faticosi prendono il sopravvento e fanno isolare l’interessato dal mondo che lo circonda;
- il soggetto esegue sempre e continuamente l’attività fisica sfibrante, anche in caso di malessere o infortunio.
Primi segni della malattia
Chi sta intorno al soggetto può accorgersi dei primi segnali che preludono al disturbo e prevenire la sua effettiva comparsa. Inoltre, vanno messe sotto stretto controllo le persone che hanno predisposizione alla malattia, per cause psicologiche e modi di vivere.
In particolare, bisogna prestare attenzione ad alcune avvisaglie:
- convinzione di essere scarsamente dotati di muscoli
- interesse eccessivo per la forma e il peso del corpo
- volontà di configurarsi al modello di uomo muscoloso, imposto dalla cultura moderna
Ruolo della scuola e delle istituzioni
Come per gli altri disturbi del comportamento, la prevenzione dovrebbe coinvolgere la scuola, a parere dell’esperto. Inoltre, nelle ore di educazione fisica, ai ragazzi andrebbero spiegati gli stili di vita anomali e la dieta scorretta, tipici della bigoressia.
E’ utile anche insegnare ai giovani l’uso più appropriato degli alimenti nell’attività fisica. In ogni caso, gli insegnanti di educazione fisica e i personal trainer vanno informati e formati riguardo al disturbo nel corso dei loro studi.
Tuttavia una piccola percentuale di loro potrebbe rivelarsi indifferente al problema per cui ci vorrebbe una maggior cultura medico-sportiva sull’argomento.
Infine, campagne sociali dovrebbero sensibilizzare l’opinione pubblica sui sintomi e i danni della bigoressia, che non è ancora ben conosciuta dal pubblico.