Sommario
L’anguria è un frutto dissetante e remineralizzante che colora ogni estate. Chi pensa che sia soltanto acqua si sbaglia: è ricca di sali minerali, in particolare potassio e magnesio, contiene vitamine, ha un elevato potere saziante e un basso contenuto calorico, appena 16 in 100 g (una fetta spessa da circa 300 grammi ne apporta circa 50).
L’abbondante quantità di acqua rende poi l’anguria un frutto reidratante e rinfrescante, perfetto da consumare dopo lo sport o il movimento. Poi, il licopene contenuto in gran quantità nel cocomero, fa di questo frutto un potente antiossidante che facilita l’abbronzatura e protegge la pelle dai raggi solari.
Ci sono una cinquantina di varietà di anguria, di diverso aspetto: l’anguria gialla, baby, rotonda, ovale, con buccia dal colore verde acceso striato o maculato, con chiazze bianche o gialle.
Il sapore è zuccherino e si taglia a grandi fette da gustare fredde. In Sicilia è la base per un sorbetto chiamato “Gelu di muluni”.
Sarebbe meglio non mangiare l’anguria subito dopo i pasti poiché l’acqua che contiene distende le pareti dello stomaco (già dilatato dal pasto), rallentando la digestione. Quindi meglio consumarla come spuntino spezza-fame, al mattino o al pomeriggio. Occhio ai semi: meglio non ingerirli, poiché hanno un’azione lassativa.
Come si fa a capire che l’anguria è matura al punto giusto? Semplicemente si bussa sulla boccia: se il frutto risuona come se fosse vuoto, è pronta da assaggiare. Anche la presenza di chiazze gialle indica una corretta maturità.
Anguria: cos’è
All’anguria sono attribuiti diversi nomi scientifici: Cucurbita citrullus L., Citrullus vulgaris Schrad., Citrullus lanatus (Thunb.) Matsum e Nakai.
Si tratta del frutto della stessa pianta appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, come la zucchina, il melone o la zucca.
L’anguria, detta anche cocomero, è una pianta erbacea annuale, ha foglie grandi e pelose divise in tre. Potrebbe essere rampicante ma poiché il frutto è piuttosto grande, è una pianta strisciante.
È originaria dell’Africa, dove veniva coltivata già 5000 anni fa. Portata in Europa dagli Arabi, ama il clima caldo e in Italia le regioni dove se ne coltivano di più sono Emilia Romagna e Lazio.
Ha una forma ovale o rotonda, con buccia lucida verde scuro o verde chiaro striato. La polpa è dolce, croccante, sugosa, di colore rosso (o perfino gialla, arancio o bianco a seconda della varietà) e ricca di semi, che possono essere neri, bianchi o gialli. Si trova sui banchi del mercato tra luglio e agosto, quindi è un frutto tipicamente estivo, anzi il re indiscusso dell’estate.
Esistono una cinquantina di varietà di anguria, di aspetto diverso. Le più diffuse sono Crimson Sweet e Sugar Baby, mentre quelle coltivate in Italia sono soprattutto: l’anguria Romagnola (medio-grossa, buccia sottile, polpa rossa, semi gialli), il gigante di Fontarronco (tondo, buccia verde scuro e striature chiare, polpa fibrosa color rosso intenso, semi bianco-marrone, può arrivare a 15 kg di grandezza), l’anguria di Viadana, in provincia di Mantova, il cocomero di Pistoia e di Faenza (frutti sferici e di grandi dimensioni, polpa di color rosso vivo e semi neri).
Cocomero o anguria?
La parola cocomero, anche se più vicina al nome scientifico del frutto, è tipica delle regioni del centro-sud dell’Italia, mentre nel Nord si preferisce chiamare il frutto anguria.
Tuttavia, entrambi i termini, cocomero e anguria, sono di origine antica e si associano al cetriolo. Cocomero, infatti, deriva dal latino cucumis, con il quale veniva chiamato il cetriolo, ma l’origine effettiva potrebbe verosimilmente essere quella di un verbo greco che significa “esser gonfio”. Invece, anguria, dal greco antico angurion (che indicava propriamente il cetriolo selvatico), si diffuse in tutta l’Italia settentrionale.
L’Accademia della Crusca propende per il termine cocomero ma ammette che con referenze storiche così antiche il termine “anguria” si sia guadagnato il pieno diritto di essere usato in alternativa a cocomero.
Anguria: valori nutrizionali
L’anguria è uno dei frutti più indicati per essere gustati nel periodo estivo. Le calorie sono appena 16 per 100 g di cocomero.
E’ composto per il 95% di acqua e presenta buoni quantitativi di vitamine, come il betacarotene (provitamina A) e quelle del gruppo B.
Anche i sali minerali (soprattutto potassio, rame e magnesio) sono presenti nell’anguria in gran quantità. Le sue caratteristiche nutrizionali lo rendono un frutto “funzionale” dal punto di vista nutrizionale proprio perché favorisce l’idratazione corporea e integra in maniera naturale i microelementi di cui il nostro corpo ha bisogno.
Come nel pomodoro, la polpa del cocomero è ricca di licopene, il carotenoide che gli conferisce il caratteristico colore rosso.
L’anguria ne contiene ben il 40% in più rispetto al pomodoro. Il licopene è anche un potente antiossidante, che insieme alle vitamine e alla “citrullina”, un aminoacido, fa del cocomero un alimento molto ricco di agenti antiossidanti.
Il cocomero è anche perfetto per chi segue una dieta ipocalorica. Oltre ad offrire un rapido senso di sazietà, grazie all’abbondanza di acqua, possiede effetti diuretici e drenanti e un apporto calorico molto limitato (16 calorie per 100 grammi di prodotto).
Gli zuccheri del cocomero sono di ottima qualità e facilmente assorbibili. Il sapore dolce del cocomero è dovuto solo parzialmente al tenore zuccherino: per buona parte dipende dalla presenza di sostanze aromatiche.
La fibra alimentare nel cocomero è piuttosto scarsa e praticamente nulla è la presenza di lipidi e proteine.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento su: l’anguria fa ingrassare?
Anguria: valori nutrizionali (100 g)
MINERALI | |
Sodio (mg) | 3 |
Potassio (mg) | 280 |
Calcio (mg) | 7 |
Fosforo (mg) | 2 |
Zinco (mg) | 0.10 |
Magnesio (mg) | 8 |
Ferro (mg) | 0.2 |
VITAMINE | |
Tiamina – B1 (mg) | 0.02 |
Riboflavina – B2 (mg) | 0.02 |
Niacina – B3 (mg) | 0.10 |
Vitamina B6 (mg) | 0.14 |
Folati totali (µg) | 2 |
Vitamina E (mg) | 0.10 |
Vitamina A (µg) | 37 |
Fonte dati: Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia e CREA Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
Anguria: composizione chimica (100 g)
Acqua (g) | 95.3 |
Energia (kcal) | 16 |
Proteine (g) | 0.4 |
Lipidi (g) | tracce |
Colesterolo (mg) | 0 |
Carboidrati disponibili (g) | 3.7 |
Fibra alimentare (g) | 0.2 |
Fonte dati: Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia e CREA Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
Anguria: calorie
Quante calorie ci sono nell’anguria? E chi è a dieta la può mangiare? Con appena 16 Kcal per 100 g di prodotto, l’anguria si posiziona tra i frutti meno calorici dell’estate. Quindi, una fetta di cocomero da circa 500 g apporta più o meno 80 Kcal, non troppi zuccheri e tanta acqua e fibra alimentare.
Ciò significa che l’anguria non fa ingrassare e può essere inserita tranquillamente in una dieta ipocalorica facendo sempre attenzione a bilanciare bene i nutrienti e quindi l’apporto calorico complessivo. Occorre anche tenere presente che parliamo di una fetta intera, non solo della polpa e che la buccia non è edibile, quindi le calorie scendono.
Infatti, anche se non fa ingrassare, è sempre bene non mangiarne in gran quantità ma consumarla con moderazione all’interno di una dieta sana ed equilibrata.
Contiene poi molta acqua, che insieme alle fibre, aumentano il senso di sazietà, aiutando a frenare l’appetito.
Una bella fetta di cocomero è dunque concessa a dieta, magari lontano dai pasti per non appesantire la digestione.
Anguria: proprietà e benefici per la salute
L’anguria è un frutto estivo apprezzato da grandi e piccini per il suo sapore dolce e rinfrescante. Oltre a essere deliziosa, l’anguria offre anche diversi benefici per la salute.
È importante notare che, come per qualsiasi alimento, è consigliabile consumare l’anguria con moderazione e come parte di una dieta equilibrata.
Ecco alcuni dei principali vantaggi per la salute.
Antiossidante e antinfiammatorio
L’anguria rappresenta un’ottima fonte di antiossidanti. Il licopene, insieme ad altri carotenoidi e alla vitamina E, costituisce un corredo in grado di contrastare l’attività nociva dello stress ossidativo prodotto nell’organismo dai radicali liberi, causa dell’invecchiamento cellulare e di malattie degenerative croniche.
Gli antiossidanti presenti nell’anguria possono poi aiutare a ridurre l’infiammazione nel corpo. Questo può avere diversi benefici per la salute, poiché l’infiammazione cronica è associata a diverse malattie.
Rinforza il sistema immunitario
In sinergia con gli altri carotenoidi e antiossidanti, il betacarotene rinforza il sistema immunitario e svolge un ruolo protettivo importantissimo per moltissime funzioni biologiche dell’organismo, costituendo un fondamentale baluardo difensivo per prevenire e combattere tante patologie e disfunzioni.
In particolare, sembra abbia la capacità di aumentare la resistenza contro le infezioni e interviene nei processi di smaltimento delle tossine da parte del fegato.
I carotenoidi, come la vitamina A, stimolano infine la produzione di linfociti T, globuli bianchi nel sangue che fungono da spazzini a difesa dell’organismo.
Aiuta l’idratazione
L’anguria è composta per circa il 92% di acqua, il che la rende un’ottima scelta per mantenere l’idratazione durante i mesi estivi caldi. Consumare anguria può aiutare a ristabilire i livelli di fluidi nel corpo e prevenire la disidratazione. Idratarsi correttamente, infatti, è alla base non solo di un buono stato di salute generale ma di qualunque dieta per perdere peso.
L’alto contenuto di acqua presente nell’anguria può aiutare anche a mantenere la pelle idratata e luminosa. Inoltre, grazie ai micronutrienti che contiene, favorisce la salute della pelle e combatte i danni dei radicali liberi.
Grazie alle proprietà diuretiche e depurative, il suo consumo può apportare benefici anche in caso di gonfiore dovuto a ritenzione idrica.
Poi, il potassio è utile per eliminare le tossine dal sangue che altrimenti si depositerebbero sui reni compromettendone la corretta funzionalità.
Anguria per proteggere il cuore e la pressione arteriosa
L’attività antinfiammatoria delle cucurbitacine entra in gioco contro patologie causate da alti livelli di infiammazione che interessano l’intero apparato cardiocircolatorio.
A questa azione si unisce anche l’effetto del potassio contenuto nell’anguria, che produce effetti benefici sulla circolazione e sulla pressione arteriosa.
La combinazione del licopene con le vitamine C ed E può rallentare la progressione aterosclerotica nelle persone che soffrono di colesterolo alto. La vitamina C svolge un ruolo importante perché aiuta a rallentare il tasso di ossidazione del colesterolo LDL e contribuisce alla stabilizzazione della placca arteriosa e alla riduzione di rigidità e inspessimenti arteriosi sia negli uomini che nelle donne in post menopausa.
Anche la citrullina, un aminoacido presente nel cocomero, esercita effetti salutari sul cuore e sulla circolazione.
Favorisce la diuresi e il controllo del peso
Il cocomero ha proprietà diuretiche, quindi può stimolare la produzione di urina e favorire l’eliminazione delle tossine dal corpo. Questo può essere utile per sostenere la salute dei reni e promuovere l’effetto detox. Non solo, in questo modo contrasta la cellulite e la ritenzione idrica.
Nonostante il sapore dolce, l’anguria è povera di calorie, quindi può essere una valida alternativa salutare per soddisfare il desiderio di zuccheri, limitando l’apporto calorico.
Infine, grazie alle proprietà diuretiche e depurative, il suo consumo può apportare benefici in caso di gonfiore dovuto a ritenzione idrica.
Potenziale afrodiasiaco
L’effetto vasodilatatorio della citrullina è stato messo in relazione con un presunto effetto afrodisiaco, poiché la vasodilatazione permetterebbe un miglior afflusso sanguigno all’organo genitale maschile favorendone l’erezione.
Purtroppo, anche se la citrullina esercita perfettamente tale funzione vasodilatatoria ed elasticizzante dei vasi, è impensabile che essa possa manifestarsi con una tale mirata intensità d’azione da risultare afrodisiaca.
Sicuramente un consumo costante gioverà ai vasi sanguigni, che faciliteranno certe funzioni, ma per il resto ci vuole ben altro!
La citrullina, del resto, è soprattutto presente nella parte bianca della scorza del cocomero, che di solito non si mangia. Inoltre, gli studi che ne hanno messo in relazione gli effetti afrodisiaci sono stati compiuti con alte concentrazioni di questa sostanza, non presenti in natura.
Alleata della vista
I carotenoidi del cocomero, come il betacarotene e il licopene, intervengono anche nel processo visivo proteggendo la retina e aumentando la capacità di visione in condizioni di scarsa illuminazione.
Altri carotenoidi, come la zeaxantina, coadiuvano la funzione del betacarotene, alimentando il tessuto retinico dell’occhio e fornendo protezione dai raggi UV.
Infatti, la vitamina A svolge anche un ruolo preventivo contro la degenerazione maculare, tipica patologia senile.
Contro l’osteoporosi
Uno studio americano, pubblicato su Osteoporosis International, ha messo in luce il ruolo del licopene contro l’osteoporosi.
È stato dimostrato, infatti, che il licopene è in grado di ridurre il livello di N-telopeptide, una molecola che viene prodotta quando le ossa si fratturano.
Aiuta il metabolismo dell’insulina
Alcuni studi dimostrano che i fitonutrienti presenti nel cocomero possono migliorare il metabolismo dell’insulina e degli zuccheri nel sangue.
In particolare il succo di cocomero aiuta a ridurre lo stress ossidativo e a migliorare la resistenza all’insulina, patologia in cui l’organismo produce l’insulina ma le cellule resistono ai suoi effetti, provocando così il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica.
Anguria: controindicazioni
Spesso l’anguria risulta poco digeribile. Vediamo perché.
- Se mangiata in grandi quantità, soprattutto dopo i pasti, i succhi gastrici sono diluiti dall’acqua contenuta nell’anguria, prolungandone i tempi di permanenza gastrica, e cioè rallentando la digestione. La cosa migliore migliore sarebbe quella di consumare questo frutto a piccole dosi (circa 300 g) più volte nell’arco della giornata, soprattutto nella mattina e come spuntino nella merenda pomeridiana.
- Il consumo giornaliero di più di 30 mg di licopene può causare nausea e diarrea.
- I carboidrati del cocomero appartengono a una tipologia a catena corta, denominata FODMAP, che alcune persone non riescono a digerire perfettamente. La permanenza di questi zuccheri nel tratto intestinale può causare sintomi digestivi come gonfiore, crampi intestinali, diarrea e gas intestinali. Per evitare questi fenomeni, è sufficiente attenersi a dosaggi non eccessivi.
Mangiare il cocomero è permesso anche ai diabetici, perché gli zuccheri sono presenti in misura molto limitata. Ma in questo caso è comunque opportuno un consumo moderato, tale da non apportare un carico di zuccheri superiore ai 15 g, che equivale a una porzione di non più di 300 g.
Devono prestare attenzione al consumo del cocomero i soggetti intolleranti ai salicilati naturali, sostanze molto simili all’aspirina, presenti in molti tipi di frutta e verdura. Inoltre, l’anguria è in grado di attivare l’istamina. Se si soffre di allergie alle graminacee o al polline è preferibile evitarne il consumo perché potrebbe far scaturire reazioni incrociate.
I semi del cocomero contengono poi sostanze dalle proprietà lassative. Quindi, in caso di intestino sensibile è bene evitare di mangiarli.
Infine, è consigliabile non far mangiare il cocomero ai bambini con meno di tre anni, poiché le sostanze aromatiche presenti possono risultare poco digeribili.
Anguria: come si mangia
Il cocomero solitamente si consuma fresco a fette o in macedonia di frutta.
Per questioni di ingombro, si può dividere in due parti e conservare in frigorifero. Il fresco permette di bloccare la maturazione dell’anguria, evitando che la polpa diventi farinosa e fibrosa, ma anche di raffreddare il frutto, che così risulta ancora più dissetante.
È preferibile tagliare di volta in volta le quantità di cocomero che si desidera consumare e riporre immediatamente la restante parte al fresco in frigorifero. Il cocomero si conserva per 3-4 giorni al massimo.
Una volta aperto, va protetto con una pellicola trasparente che isoli la polpa, che può assorbire facilmente sapori e odori degli altri alimenti conservati in frigorifero.
Anguria: come si sceglie
La scelta dell’anguria è un’operazione che un tempo si faceva attraverso l’intaglio di un tassello quadrato di assaggio.
Questa procedura, attualmente, non è più possibile eseguirla se si acquista un cocomero intero. Per capire se il cocomero è al giusto grado di maturazione ci si deve quindi affidare ad una serie di prove:
- il tambureggiamento sulla superficie del prodotto: occorre avere un buon orecchio per interpretare il suono e ricondurlo al suo stato di maturazione. Se è buono, deve emettere un suono sordo, ma di un tono pieno, non troppo basso (indice di eccessiva maturazione) né troppo acuto.
- Se non si è del tutto convinti, si passa alla fase successiva. Il cocomero scelto va soppesato: se si presenta ben sodo e pesante rispetto alle sue dimensioni, vuol dire che contiene abbondante acqua, quindi che il frutto è buono.
- Mentre si soppesa il cocomero, si può passare alla terza fase dell’esame: il picciolo non deve apparire secco e, controllando il capo opposto del picciolo, questo deve risultare cedevole a una leggera graffiatura. Se da quel punto fuoriesce del succo, significa che siamo in presenza di un frutto maturo e zuccherino.
- La buccia si dovrà presentare cerosa e brillante.
- Il cocomero maturo, infine, ha sempre una porzione di buccia giallastra in corrispondenza del punto di appoggio al terreno. L’assenza di tale macchia indica una raccolta precoce e, quindi, un prodotto acerbo.
- Un ulteriore indizio è rappresentato dalla presenza di sfumature giallastre sulla buccia, che indicano la perdita di clorofilla, segno che il cocomero è ben maturo.
- Assolutamente da scartare i frutti con una scorza molle o crepata.
Il cocomero che avrà superato tutti gli esami potrà essere acquistato, portato a casa e gustato nel modo che si preferisce.
Cocomero: usi in cucina
L’anguria viene generalmente consumata fresca, tagliata a spicchi o a fette. A dadini, a palline o a pezzettini è ottima anche in macedonia, magari servita proprio nell’anguria scavata e decorata. Può essere consumata in ogni momento della giornata, dalla colazione alla cena. Nei pasti principali si può servire come antipasto, perché smorza il senso di appetito senza appesantire, ma è ideale anche come frutta a fine pasto o come accompagnamento per un dessert, ma in porzioni non eccessive.
Le ricette con l’anguria
L’anguria si presta anche alla realizzazione di piatti freschi e veloci. E’ un ingrediente insolito in insalate, con il prosciutto, o insieme a un formaggio fresco come la crescenza o la feta. Con il succo si possono preparare ottimi sorbetti, smoothie, granite o cocktail rinfrescanti.
Il gusto fresco e dolce dell’anguria può rappresentare un interessante contrasto con carni e pesce. Questo la rende ottima per preparare fantasiose ricette o semplicemente come guarnizione per colorati piatti estivi.
1- Gel di anguria
Calorie totali: 922 kcal / Calorie a spiedino: 248 kcal
Ingredienti per 4 persone
- 1 l succo di anguria
- 100 g zucchero
- 80 g amido per dolci
- 8 fiori di gelsomino
- 20 g gocce di cioccolato
- 10 g pistacchi tritati
- cannella in polvere q.b.
Scopri come preparare il gelo di anguria.
2- Smoothie di fragola e anguria
Calorie totali: 132 kcal / Calorie a persona: 66 kcal
Ingredienti per 2 persone:
- 150 g di fragole
- 450 g di anguria in pezzi
- il succo di 1 lime
- 1 bicchiere di ghiaccio
- menta fresca q.b.
Scopri come preparare lo smoothie di fragola e anguria.
3 – Sorbetto all’anguria
Calorie totali: 252 kcal / Calorie a persona: 126 kcal
Ingredienti per 2 persone:
- 400 g di anguria pulita e priva di semi
- 120 ml di acqua fredda
- il succo di 1 lime o di 1 limone
- 1 albume
- 30 g di zucchero.
Scopri come preparare il sorbetto all’anguria.
Anguria: usi alternativi
I semi dell’anguria sono commestibili e in certi paesi vengono salati, tostati e consumati come spuntini oppure vengono macinati per produrre farine con cui si preparano focacce e dolci. Hanno un buon contenuto di grassi insaturi e amido.
Nella Russia meridionale si produce una particolare birra attraverso la fermentazione del succo zuccherato e bollito del cocomero.
Nel Mantovano, zona vocata alla produzione della mostarda mantovana, si usa una varietà di cocomero locale, molto rara, a polpa bianca, che viene tagliata a fettine sottili, quindi ammollata per alcuni giorni in uno sciroppo di acqua e zucchero. Successivamente viene aromatizzata con la senape. Questa mostarda di cocomero è particolarmente indicata per accompagnare formaggi stagionati, ma anche alcuni salumi molto grassi come il lardo, dato il suo gusto sgrassante e acidulo.
Con particolari varietà di cocomero si producono marmellate.
Infine, in Italia esiste una scuola molto apprezzata di intaglio della frutta. Con il cocomero in particolare vengono realizzate delle sculture che sono vere e proprie opere d’arte. Lo stesso accade a Praga nella Repubblica Ceca, dove si pratica il watermelon carving, ovvero l’intaglio dell’anguria. Peccato che durino solo il tempo di vita del cocomero.
Botanica: anguria
La pianta è una grossa erbacea annuale rampicante il cui stelo si sviluppa in un fusto ramoso, prostrato e strisciante. Dal fusto si ramificano altri steli, lunghi fino ad alcuni metri, forniti di cirri e grandi foglie cuoriformi, profondamente divise a segmenti lobati.
L’apparato radicale è molto esteso e scende in profondità oltre che in superficie. I fiori sono gialli, per lo più unisessuati, oppure ermafroditi con fiori maschili o femminili separati. Ma si possono presentare anche varietà con entrambi.
Impropriamente considerato un frutto, il cocomero è una peponide, ovvero una bacca modificata di forma sferica o ovoidale, di dimensioni e peso variabili. La scorza esterna (epicarpo) è liscia e dura, di colore verde scuro uniforme o striata di verde chiaro longitudinalmente.
L’interno del frutto costituisce la parte commestibile ed è carnoso, mentre i semi sono piccoli, numerosi, appiattiti, scuri, di forma ovoidale e distribuiti nella polpa dell’endocarpo, che solitamente è di colore rosso, ma si possono avere varietà a polpa gialla, arancione o bianca.
La pianta del cocomero predilige climi caldi e ben soleggiati, con terreni profondi e sciolti, ben concimati e con ampia disponibilità idrica.
La semina si esegue fra aprile e maggio. Per giungere a maturazione, l’anguria richiede temperature di almeno 25 °C. La raccolta dei frutti avviene scalarmente da fine giugno a settembre.
Le coltivazioni dell’anguria in Italia
Le principali coltivazioni in Italia si trovano in Puglia, in Campania, nel Lazio, in Emilia-Romagna e nella pianura lombarda, oltre ad alcune varietà a frutto piccolo, in Sardegna.
Tra queste aree, la Regione Emilia-Romagna vanta il riconoscimento a livello europeo della denominazione IGP dell’Anguria Reggiana IGP che abbraccia tutta la provincia di Reggio Emilia.
Sono numerose, invece, le denominazioni di cocomero iscritte tra i Prodotti Tradizionali Agroalimentari (PAT), ovvero:
- Cocomero tipico di San Matteo Decima in Emilia Romagna.
- Sindria call’e boi (si tratta di un prodotto consumato allo stato fresco, che proviene dalla varietà di anguria tipica denominata “Call’e Boi” coltivata dagli agricoltori della comunità di Gonnosfanadiga) in Sardegna.
- Anguria di Siracusa in Sicilia.
- Cocomero della Val di Cornia in Toscana.
- Cocomero gigante, Gigante di Fontarronco, Cocomero della Val di Chiana.
Differenze tra le varietà
Le varietà differiscono fra loro per caratteristiche particolari, normalmente finalizzate a migliorarne il successo produttivo e commerciale. L’obiettivo è raggiungere un mix bilanciato delle varietà migliori, una maggiore resistenza alle malattie e un aspetto particolare (colore e spessore della buccia o della polpa).
Le varietà vengono selezionate anche in base alla destinazione d’uso (fresco o marmellate e conserve): in questi casi vanno tenute sott’occhio la precocità dell’anguria, il contenuto zuccherino, la resistenza al trasporto e alla conservazione, l’omogeneità e la produttività.
Si possono ricondurre le varietà in commercio a tre tipologie principali:
- La prima, quella coltivata soprattutto in Italia, che ha come varietà di riferimento più nota la “Crimson Sweet”. È l’anguria dalla forma sferica e ovale, con buccia verde scuro e striature verde chiaro e la polpa di un bel colore rosso acceso.
- La seconda tipologia fa riferimento alla “Sugar Baby”, la varietà di dimensione più piccola e rotonda con una buccia dal colore verde uniforme.
- La terza e ultima ad affacciarsi in commercio è quella dei “Cocomeri baby” che hanno dimensioni molto ridotte (2-3 kg) e forma sferica. Presentano un ridotto spessore della buccia e una polpa soda e croccante. Sono molto apprezzati proprio perché hanno dimensioni più facili per il trasporto e si possono consumare entro breve tempo. Questo li rende ideali soprattutto se si vive da soli o in coppia.
Cenni storici
Il cocomero è una pianta originaria dell’Africa meridionale tropicale. Venne rinvenuta allo stato selvatico dal noto esploratore David Livingstone nel deserto del Kalahari (un’area che ricopre Botswana, Zimbabwe, Namibia e Sudafrica). La varietà selvatica del cocomero ha una polpa amara anziché zuccherina.
Dall’Africa meridionale, prima che Livingstone ne rinvenisse la varietà capostipite, il cocomero si diffuse nell’Africa del nord.
I geroglifici degli antichi egizi ne documentano ampiamente la presenza nelle coltivazioni e nella vita quotidiana. Al cocomero veniva riservato un ruolo sacro e la sua origine era attribuita al seme di Seth, il dio del deserto, delle tempeste e del disordine. Veniva lasciato nelle tombe dei defunti come mezzo di sostentamento per l’aldilà.
Dall’Egitto alla Grecia il passo è breve: anche le popolazioni elleniche ne conoscevano e apprezzavano le proprietà. Furono i Mori a completarne la diffusione e la coltivazione nel resto dell’Europa che si affaccia sul Mediterraneo.
Con la colonizzazione delle Americhe, il cocomero raggiunge il Nuovo Continente dove si diffonde rapidamente. Nei primi del ‘700 entra addirittura nelle pratiche di coltivazione di molte tribù di Indiani-americani del sud del Paese.
Fonti
- Banca dati- CREA.
- Healthline, The Top 9 Health Benefits of Watermelon.
- Cleveland Clinic, Why Watermelon Should Be Part of Your Diet.