Tra le patologie più comuni al mondo oggi c’è la carie dentaria. E la causa principale sta nel consumo eccessivo di zucchero.
Lo rivela una ricerca di salute pubblica legata ai problemi globali delle patologie orali. Pubblicata su Lancet, l’ha guidata Marco Peres, del Menzies Health Institute di Brisbane, in Australia. E indica che la carie negli adulti colpisce il 35% della popolazione mondiale. Più di un terzo del totale.
Il principale imputato sarebbero le bibite zuccherate, il cui consumo è sempre più elevato nel mondo.
Se parliamo di cure dentarie – spiega il dott. Peres – dobbiamo parlare di zucchero, e le bibite sono la maggior fonte nella dieta globale. Il consumo di bevande zuccherate è il più alto in Nord America e in America Latina, ma anche in Australia.
Qui, ricorda lo studioso, gli adolescenti consumano 20 cucchiaini di zucchero aggiunto al giorno. Tre volte tanto la dose raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si ferma a 6. E, spiega ancora il ricercatore, i tassi di carie australiani riflettono le statistiche mondiali.
Un bambino su tre all’età di 5 o 6 anni ha la carie nei denti da latte e all’età da 12 a 14 anni soffre di carie nei denti adulti.
Peres e il suo team sostengono che ridurre il consumo di zucchero aggiunto, inserendo una tassa sullo zucchero, è la chiave per combattere le carie nel mondo. Ma che ciò incontra ancora le resistenze dei governi e dell’industria alimentare.
Se combatti contro lo zucchero, il beneficio sarà in termini di riduzione dell’obesità, del diabete e anche della carie e della perdita dei denti. Sfortunatamente la retorica che tendiamo a sentire molto è che si tratta di responsabilità individuale: stai decidendo tu di non bere quella lattina di bibita.
Il problema, conclude il ricercatore, è che l’intero settore alimentare dello zucchero è stato plasmato per rendere davvero difficile alle persone di rinunciarci.
Sarebbero necessarie, suggerisce invece, nuove norme volte a sottolineare il problema. Come l’inserimento delle quantità di zucchero aggiunto sulle etichette degli alimenti, la modifica della “valutazione in stelle” sulla salute, in modo che i prodotti ad alto contenuto di zucchero non ricevano buoni punteggi, e la limitazione della pubblicità dei prodotti zuccherati ai bambini.
Fonte: Lancet