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Il pasto resta un momento di scontro. Tuo figlio non mangia, diventa aggressivo con i suoi fratelli, si alza spesso e disobbedisce. Tu perdi la pazienza e lui va a letto senza cena. Che frustrazione! Ti sei mai chiesta perché succede? Sei sicura di non commettere qualche errore? Ecco 5 cose che devi evitare perché il pasto non si trasformi in un incontro di boxe.
Avere ritmi sregolati
Non rispettare gli orari dei pasti o addirittura saltarne uno può compromettere l’appetito del tuo bambino, portandolo a rifiutare il cibo oppure a cercarlo fuori dai pasti principali che devono essere quattro: colazione, pranzo, merenda e cena. Cerca di mantenere una regolarità nella successione di questi momenti della giornata ed evita di proporgli alimenti fuori pasto.
Scegli con cura gli alimenti, assicurandoti che siano gustosi e proposti in modo appetitoso. Questo non vuol dire che devi scegliere solo cibi fritti, molto conditi o molto dolci.
Le verdure e la frutta, se proposte nel modo giusto, possono essere più appetitose di una porzione di patatine fritte. Non sai come fare? Prova le ricette della rubrica Ricette Sane.
Mangiare con la tv accesa
Ogni volta che il cucchiaio si avvicina tuo figlio serra la bocca, rifiutandosi di aprirla? La soluzione non è strillare, punirlo oppure distrarlo accendendo la tv o portando a tavola giochi e libri da sfogliare. Il momento del pasto dovrebbe essere un’occasione in cui la famiglia si riunisce, chiacchiera, ride e scherza. Cerca quindi di evitare scontri, tensioni e distrazioni, fai, invece, in modo che lui si senta rilassato e sia ben concentrato su ciò che mangia. Solo in questo modo svilupperà una coscienza alimentare e imparerà a vivere il momento del pasto come piacevole.
Per aiutarlo e invogliarlo a mangiare, puoi usare dei piatti con decorazioni divertenti, che stuzzichino la sua curiosità oppure impiattare gli alimenti abbinando forme e colori.
Insistere perché mangi
Ti sei mai chiesta perché non finisce mai tutto quello che ha nel piatto? Se altezza e peso del tuo bambino sono entro i limiti delle tabelle di crescita, se è vivace e attivo, non dovresti preoccuparti e non dovresti considerarlo inappetente. Il suo organismo sa regolarsi in base alle sue necessità e forse, semplicemente, la porzione che ha ricevuto è troppo abbondante. Non pretendere, dunque, che lui finisca tutto ed evita di insistere, perché potresti creare tensioni che a lungo andare avrebbero delle ripercussioni sul suo appetito. Piuttosto rivedi le quantità: servi porzioni piccole ed aspetta che sia lui a chiedere di fare il bis.
Proporgli cibi non tagliati
Secondo uno studio condotto dalla Cornell University, servire a tuo figlio una coscia intera di pollo o una mela non tagliata lo costringono ad usare di più gli incisivi, rendendolo più aggressivo con i suoi coetanei, molto più disobbediente con gli adulti ed estremamente irrequieto a tavola.
Se sogni un pasto sereno, rilassato, in cui addirittura puoi riuscire a chiacchierare con il tuo bambino, allora la strategia è tagliare a pezzi non troppo grossi la carne, la verdura, la frutta prima di servirgliela. Lui resterà buono al suo posto, mangiando senza farti disperare.
Usare il cibo come punizione o come merce di scambio
“Se non mangi la pasta, stasera niente tv”, “se non finisci la carne, vuol dire che non mi vuoi bene”. Frasi che a volte scappano dalla tua bocca nel disperato tentativo di riempire lo stomaco del tuo bambino. Una strategia fallimentare che trasforma il cibo in una prova d’amore o in un ricatto, modificando completamente la percezione che il bambino ha dei pasti e legando fame ed appetito ad aspetti emotivo-psicologici, piuttosto che ad una risposta istintiva dell’organismo.
Ugualmente sbagliato è usare il cibo come merce di scambio: “se mangi la verdura, ti darò la cioccolata”. Il messaggio che passa è che la verdura è un cibo cattivo, da mangiare come un obbligo, mentre la cioccolata è il cibo buono, vissuto come un premio. E tuo figlio continuerà a strillare e rifiutare di mangiare zucchine, melanzane o bietole ogni volta che gliele proporrai.