Le diagnosi di celiachia sono triplicate negli ultimi 40 anni. In meno di mezzo secolo, la celiachia è diventata da perfetta sconosciuta a malattia molto diffusa, complice la diagnosi molto più veloce. Ma tantissimepersone non sanno ancora di essere allergiche al glutine: a dirlo è l’Associazione Italiana Celiachia (Aic).
Celiachia, un problema che affligge oltre 200 mila italiani
Quando l’Aic nasceva, esattamente 40 anni, diagnosticare la celiachia non era così immediato come oggi. Potevano passare molti anni prima di arrivare alla scoperta della malattia e veniva riconosciuto appena un caso su mille. “Negli ultimi quarant’anni” spiega Giuseppe Di Fabio, presidente Aic, “le storie dei celiaci sono per fortuna molto cambiate. Quattro decenni fa erano storie di persone che lottavano per anni con sintomi che nessuno sapeva riconoscere. Oggi, invece, i pazienti con i sintomi classici “vengono riconosciuti molto velocemente, nei bambini a volte si pone la diagnosi anche prima di un anno di vita”. Ciò significa che, malgrado la patologia, tutti possono “vivere in modo normale e senza disturbi con la dieta di esclusione. Ovvero con prodotti senza glutine presenti non più solo in farmacia, ma in abbondanza in tutti i supermercati e nei negozi specializzati”.Il
I casi non diagnosticati e i pazienti “camaleonte”
Ma, secondo i dati dell’associazione, oggi ci sarebbero ancora moltissimi casi ancora sconosciuti al sistema sanitario: solo il 30% dei pazienti risulta diagnosticato rispetto a una popolazione attesa di 600.000 celiaci.
La diagnosi precoce è importantissima: è una forma indispensabile di prevenzione ed è perciò fondamentale. “Il celiaco inconsapevole che assume glutine si espone a complicanze anche gravi, spesso irreversibili, che ne compromettono la salute e gravano sull’intera collettività per i costi sanitari e sociali che ne derivano” ha spiegato Marco Silano, Coordinatore del Comitato Scientifico di Aic. Un fattore che complica in alcuni casi la diagnosi è il fenomeno dei “pazienti camaleonte”: “Si tratta di persone con sintomi non classici della celiachia e inizialmente non riconducibili a questa patologia, dall’osteoporosi all’infertilità”. I medici, dunque “devono essere ‘allenati’ a sospettare la celiachia di fronte a questi sintomi”.
L’importanza della formazione del personale medico
Va da sé che per avere un quadro clinico chiaro e sicuro la formazione, sia dei medici che dei pazienti, sia indispensabile. L’associazione sta promuovendo un percorso di aggiornamento, coinvolgendo circa 2000 medici di famiglia, pediatri, specialisti e dietisti in tutta Italia.
Dall’11 al 19 Maggio, durante l’annuale Settimana della Celiachia, saranno organizzati eventi particolari e iniziative ad hoc per informare e sensibilizzare i cittadini sulla malattia. Perché la celiachia è si una patologia importante, ma che non deve essere vissuta come invalidante, soprattutto a tavola. Melarossa lo sa bene e per questo ha creato una sezione che approfondisce la patologia e una di ricette gluten free: perché mangiare senza glutine non vuol dire mangiare senza gusto.
Fonte: Ansa