Per tutte le donne che risultano portatrici delle mutazioni dei geni BRCA 1 e BRCA 2, l’intervento di mastectomia preventiva rappresenta una possibilità concreta per ridurre al minimo le probabilità di sviluppare un tumore al seno.
Cos’è la mastectomia preventiva
È la celebre attrice americana, Angelina Jolie, ad aver acceso i riflettori sulla questione della mastectomia preventiva: ovvero l’asportazione delle ghiandole mammarie, se si è portatrici del “gene Jolie”, come ormai è stato informalmente ribattezzato. L’intervento, infatti, è stato praticato dalla star di Hollywood quando l’opinione pubblica non sapeva ancora nulla, o molto poco, sui geni BRCA 1 e BRCA 2.
Nel 2013 la scelta dell’attrice provocò molto clamore, ma ora l’Inps ha stabilito che, alle donne che decideranno di sottoporsi alla mastectomia prima dell’insorgere del cancro al seno, deve essere riconosciuta una corretta percentuale di invalidità. Un risultato importante, reso possibile grazie alla collaborazione con l’associazione aBRCAdaBRA, fondata per sostenere i portatori delle mutazione genetiche Brca, e la Federazione italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia (Favo).
Un passo avanti per la prevenzione del tumore al seno
Secondo Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo, federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, la decisione dell’Inps rappresenta un enorme passo avanti, in linea con le più recenti innovazioni in campo medico e genetico. L’INPS ha fornito indicazioni precise sulla base delle quali, anche per chi è solo portatrice di un rischio genetico ma decide per questo di rivolgersi alla chirurgia preventiva, verrà valutata una corretta disabilità. In futuro, la decisione dell’Inps potrebbe estendersi ad altri casi simili.
Angelina Jolie: il perchè della sua scelta
Nel maggio del 2013 Angelina Jolie rivelò al New York Times di essersi sottoposta a una duplice mastectomia per prevenire il rischio di sviluppare un cancro al seno. L’attrice motivò la sua scelta spiegando pubblicamente che la mutazione genetica che aveva ereditato la esponeva a una probabilità dell’87% di sviluppare un tumore al seno. Proprio quel tumore che ha provocato la morte della madre, della nonna e della zia. La scelta della Jolie ebbe il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle mutazioni Brca1 e Brca2, fino ad allora note quasi esclusivamente agli addetti ai lavori.
Fonte: Affari Italiani