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Martedì 19 febbraio 2019 è morto un re della moda.
Sopranominato “ Il Kaiser”, è l’uomo che ha reso famose a livello internazionale le case Chanel e Fendi.
Karl Lagerfeld, creatore, fotografo e sarto, è stato l’idolo di star e principesse.
Il “più parigino dei tedeschi” possedeva una personalità straripante: nel suo libro “Il mondo secondo Karl” dichiarò “dico sempre quello che penso e anche a volta quello che non penso”
Dalla sua gatta Choupette, a sua madre, senza dimenticare la sua dieta, (ri)scopriamo le frasi più famose del Kaiser.
karl Lagerfeld e Choupette
Nel 2015, Karl Lagerfeld confida a CNN di essere innamorato della sua gattina Choupette e che aveva preso disposizioni testamentarie a suo favore.
“E’ un’erede, se mi succede qualcosa, la persona che si occuperà de lei non avrà problemi economici”.
L’amore per Choupette fu come un colpo di fulmine: “Choupette – confessò una volta – era la gatta di un mio amico che mi chiese di farla accudire dalla mia governante per 2 settimane. Ma quando tornò gli dissi: ormai è mia!”.
La gatta birmana – “è una presenza meravigliosa, morbida, sfuggente ma soprattutto silenziosa” diceva di lei Karl – .fu protagonista di diverse campagne pubblicitarie, di un calendario e di un libro.
“Choupette” è anche il nome della borsa creata nel 2012 da Lagerfeld.
E’ una star dei social, ha il suo profilo Twitter ed su Instagram ha più di 240 mila follower.
Il kaiser e la sua mamma Elisabetta
“Ho avuto i genitori di cui avevo bisogno per il mio carattere: un padre che mi concedeva tutto e una madre che mi rimetteva al mio posto”.
Per ogni cosa, mia madre mi diceva: Mi somigli ma sei più sfigato”.
Karl Lagerfeld amava ripetere ad oltranza la frase che sua madre gli ripeté durante l’infanzia: “Per le tutte idiozie che hai da dire, parla più veloce, non abbiamo tempo da perdere”.
Da piccolo, voleva diventare pianista ma sua madre gli infranse il sogno: dopo un anno di lezione, mentre suonava, gli chiuse il pianoforte sulle dita, dicendogli “disegna, farai meno rumore”.
Ho sempre invidiato il suo pragmatismo cattivo ma divertente – dichiarò Karl – mi diceva sempre: ” hai le narici grosse, bisognerebbe chiamare un tappezziere per farci mettere delle tende””
In un intervista raccontò che “alla fine della sua vita, la mamma indossava solo Sonia Rykiel perché diceva che le mie creazioni erano impresentabili…”
Karl Lagerfeld e la moda
La sua carriera cominciò prima da Balmain, poi firmò un contratto da Jean Patou prima di diventare indipendente .
Collaborò con diverse case: con Chloé sul prêt-à-porter e gli accessori, con casa Fendi di cui realizzò anche il logo.
Poi, Chanel: “ Sono un specie di ninfomane della moda che non raggiunge mai l’orgasmo”.
Dal suo libro “Il mondo secondo Karl”: “La moda non è né morale né amorale, ma è solo nata per far stare di buon umore”.
Aveva una sua opinione decisa su chi indossa i pantaloni da jogging : “ sono per me un segno di sconfitta. Chi li indossa ha perso il proprio controllo della sua vita quindi si atteggia nell’indossarli”
Karl Lagerfeld e la sua dieta
Anche la sua dieta (quando scoprì le creazioni del genio di Dior, Hedi Slimane, Karl Lagerfeld si convinse a perder i suoi chili di troppo) fu drastica e travolgente: in 13 mesi, perse 42 chili.
Ci regalò una frase memorabile: “La dieta è l’unico gioco dove vinci perdendo”.
Karl lagerfeld e il suo stile unico
Da subito, Karl Lagerfeld si fa notare per il suo look particolare e il suo modo di portare i capelli lunghi.
Nel suo modo di essere, ci sono i cappelli, gli occhiali e gli accessori. Sono diventati famosi in tutto il mondo e sono riconoscibili in tutto il mondo.
Mascherano il suo sguardo da cane bastonato di cui l’unica responsabile era la sua miopia.
Sui famosi occhiali, il sarto spiega: “ per me gli occhiali sono il mio burqa, Un burqa per gli uomini.
Come tutti miopi, se non indosso gli occhiali, somiglio ad un cagnolino stupido che cerca di farsi adottare”.
Indossava sempre anche i mezzi guanti: “ li indosso da almeno quindici anni per evitare di avere macchie sulle mani, ma anche per evitare di stringere mani sudate”.