Da qualche anno il glutine fa molto parlare di sé e il mercato del senza glutine in Italia vale 237 milioni di euro all’anno. L’1% della popolazione italiana è affetta da celiachia, cioè da allergia al glutine, ma anche tra chi non soffre di questa patologia si sta diffondendo l’abitudine – o forse dovremmo dire la moda? – di mangiare cibi gluten free.
Star come Gwyneth Paltrow hanno bandito il glutine dalla loro alimentazione per “sentirsi meglio”. I supermercati, i ristoranti, i libri di ricette, i blog hanno iniziato a promuovere il “senza glutine “ e tutti pensano che sia più sano eliminare il glutine.
La spesa
Per comprendere l’entità del fenomeno basta andare a fare la spesa. Se fino a qualche anno fa le persone allergiche o intolleranti al glutine avevano grande difficoltà a trovare cibo gluten free, ormai gli scaffali dei supermercati ne sono pieni. Per i celiaci e per i non è un mercato in piena espansione, che solo in America è cresciuto del 30 % ogni anno.
Parola all’esperto
Il gluten free è diventata una vera ossessione alimentare: fa bene purché sia senza glutine! Ma è davvero così? Ne abbiamo parlato con Luca Piretta, medico nutrizionista della SISA, per capire se questa proteina fa veramente male alla nostra salute. Se eliminarla dalla nostra alimentazione può aiutarci a ritrovare la forma. Oppure se si tratta solo di un fenomeno di moda.
Luca, prima di tutto cos’è il glutine?
Il glutine è una proteina contenuta in alcuni cereali. Quelli che la contengono sono frumento, avena, orzo, segale, kamut, farro. E’ invece assente nel riso, mais, miglio, sorgo, grano saraceno, quinoa e amaranto. E’ stato scoperto che questa proteina rappresenta il fattore “trigger” di una patologia, il morbo celiaco, che può comparire solo in alcuni individui geneticamente predisposti.
In che cosa consiste la dieta senza glutine?
Consiste in una dieta che non contempli gli alimenti contenenti il glutine. Il glutine si trova non solo nei cereali sopra citati, ma anche nella birra e in tanti altri prodotti dell’industria alimentare. Come creme spalmabili o alcuni formaggi perché viene utilizzato anche come addensante. Oggi però il glutine aggiunto come elemento addensante deve essere segnalato in etichetta. In commercio esiste attualmente una ricca scelta di prodotti da forno (compresa pasta e pizza) nel cui impasto sono state usate farine prive di glutine.
Molti pensano che i loro problemi gastrici siano legati all’intolleranza al glutine o alla non digeribilità al glutine. E’ sbagliato accusare sempre questa proteine?
Nella maggior parte dei casi sì, perché le patologie correlate al glutine difficilmente si manifestano con sintomi “gastrici”. Sono molto più frequenti i disturbi intestinali, come gonfiore, dolori addominali e diarrea. Per questo è importante che sia un medico o un gastroenterologo a decidere se, dopo aver effettuato gli accertamenti diagnostici del caso, possa essere utile o meno seguire una dieta priva di glutine.
E’ giusto togliere dalla propri alimentazione il glutine anche se non si è intolleranti ? Il glutine può essere considerato tossico per i non intolleranti?
No. Purtroppo questa è una tendenza di questi ultimi tempi che ha visto il diffondersi di questa consuetudine soprattutto tra i “puristi” dell’alimentazione. Questi vedono nel glutine uno spauracchio da evitare a qualunque costo, rischiando di impoverire la propria alimentazione. Il glutine deve essere eliminato assolutamente dalla dieta degli individui affetti dal morbo celiaco o da una condizione definita di ipersensibilità al glutine. A tutt’oggi non esiste alcuna altra ragione scientifica che giustifichi l’eliminazione del glutine.
E’ consigliabile seguire una dieta senza glutine o è un fenomeno di moda?
Sulla base delle attuali conoscenze scientifiche non è assolutamente consigliabile una dieta senza glutine nei soggetti che non siano celiaci o che non abbiano una condizione di ipersensibilità al glutine. Si rischia di non raggiungere un adeguato apporto di carboidrati complessi, come previsto dal modello alimentare mediterraneo. In Italia, dove il morbo celiaco è considerato piuttosto frequente, la prevalenza di questa patologia si aggira intorno a 1 su 100 abitanti. Quindi dovremmo aspettarci questa tendenza di dieta senza glutine o leggermente più alta se inseriamo anche coloro affetti da ipersensibilità al glutine.
La dieta senza glutine è un aiuto a perdere peso?
No. Studi recenti hanno osservato come gli individui affetti da celiachia tendono per lo più a seguire un’alimentazione eccessivamente ricca di grassi per compensare la riduzione quotidiana dei carboidrati. Questo determina un maggior apporto calorico.
A chi segue la gluten free diet che cosa consigli?
Di essere certo di aver fatto una scelta ponderata, frutto di una diagnosi (e oggi la diagnosi di celiachia si può fare con una certa facilità), valutata e discussa con il proprio medico o con il gastroenterologo di fiducia. A chi la sceglie per moda dico che rischia soltanto un’alimentazione più monotona e impropria. Senza alcun vantaggio scientificamente dimostrato. A chi la fa perché affetto da morbo celiaco consiglio al contrario di essere molto rigoroso e attento, anche alle etichette alimentari.
Nei supermercati si trovano sempre più prodotti senza glutine: si possono consumare regolarmente? Perché? Sono più digeribili?
Sì, possono essere consumati regolarmente da tutti. Sono essenziali per arricchire la dieta dei celiaci. Ma attenzione perché, per motivi di tecnologia alimentare, spesso sono più ricchi di grassi rispetto agli omologhi con glutine.
Tra una pasta normale e una pasta senza glutine, qual è la più sana?
Sono sane tutte e due. Semplicemente quella con il glutine deve essere evitata da chi ha la celiachia e da chi ha l’ipersensibilità al glutine. Questo perché per loro, ma solo per loro, la pasta glutinata non è “sana”.