Sarà capitato a molti di noi ex bambini di avere una nonna che con aria preoccupata si rivolgeva a noi esclamando: “Mangia figlio mio, che più la pelle è lontana dalle ossa e più sei bello!” Così, a conferma della teoria che “Grasso è bello!”, parmigiane, zabaioni e ogni tipo di cibo energizzante e rinvigorente era tutto per noi, senza limiti di porzioni e orario. Nonne così forse (e per fortuna) non ne esistono più, esistono invece regole dettate da una buona educazione alla salute che permetteranno ai nostri figli di vivere in forma e scongiurare il rischio di obesità. Il nostro nutrizionista Luca Piretta ci aiuta a capire e apprendere i fondamenti per una corretta alimentazione dei nostri figli.
Quante volte al giorno dovrebbe mangiare un bambino affinché cresca sano?
Sebbene non esistano dati specifici in merito al numero di pasti necessari, la cosa più importante è che i bambini facciano la prima colazione, oltre ai due pasti principali. Una abituale prima colazione riduce l’incidenza dell’obesità infantile e successivamente dell’età adulta. Inoltre secondo alcuni studi scientifici fare regolarmente la prima colazione riduce il rischio di malattie cardiovascolari e diabete mellito oltre a favorire il mantenimento della concentrazione scolastica.
Meglio colazioni, pranzi e cene abbondanti o meglio distribuire quantità e calorie nell’arco della giornata?
Molto meglio distribuire il totale calorico in 5 pasti. Questo serve per ammortizzare meglio i “buchi” tra un pasto e l’altro che portano il bambino a mangiare, magari in modo compulsivo, quando sente molta fame. Non bisogna dimenticare che i bambini svolgono attività anche molto intense durante la giornata e può essere utile fornire ricariche di energie programmate.
Di quante calorie ha bisogno in media un bimbo in età preadolescenziale?
Questo è molto difficile da stabilire, perché le taglie dei ragazzi possono essere molto variabili secondo i percentili di crescita e secondo le loro attività di sport e studio. Diciamo che possono oscillare tra le 2000 e le 2500 calorie.
Nostro figlio ha spesso fame e chiede continuamente di mangiare. Dobbiamo assecondarlo?
No. Bisogna educarlo a una corretta alimentazione che deve prevedere 5 o magari 6 pasti, ma tutti preordinati e composti da alimenti variabili in cui sono inclusi spesso frutta o yogurt.
La richiesta continua e insistente di cibo fuori pasto è sintomo di disfunzioni o problemi di salute? Se si, come possiamo affrontarli?
No. Spesso la continua richiesta di cibo può essere semplicemente il risultato di una scarsa alimentazione durante i pasti abituali. Questo può avvenire per tanti motivi: il cibo non piace al bambino (e in questo caso va educato ad assaggiare tutti i sapori), oppure può essere mal cucinato o servito a temperature sbagliate; il bambino è distratto dalla televisione a tavola o è solo e quindi mangia poco per andare subito a giocare; mangia subito prima del pasto. In questi casi, mangiare poco al pasto principale determina la comparsa della fame ripetutamente durante i fuori pasto. Altre volte la domanda continua di cibo non è altro che una richiesta di attenzione da parte dei genitori.
Può esistere una connessione fra la voglia di mangiare e la noia o il vivere gran parte del tempo in ambienti chiusi?
Sì. La noia può portare alla ricerca di un diversivo gradevole come può essere il cibo, e in questi casi si predilige principalmente il dolce.
Quali cibi dobbiamo preferire per gli spuntini fra un pasto e l’altro e quali dobbiamo assolutamente evitare?
Dipende dalle circostanze. Se il bambino deve fare uno sport è meglio dare carboidrati un paio d’ore prima (fette biscottate, un panino leggero, a volte anche una merendina), altrimenti sarebbe meglio andare su frutta e yogurt, macedonie, spremute con fette biscottate.
La strategia migliore per distrarre dal cibo nostro figlio.
Spiegare che il cibo non è un gioco ma un alimento e deve essere gestito come tale. Insomma l’educazione alimentare, come tutte le altre forme di educazione è un compito arduo, impegnativo, che richiede motivazioni da parte di chi la impartisce e di chi la riceve, ma è assolutamente necessaria.