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Ginkgo biloba: che cos’è, benefici, valori nutrizionali e usi in cucina

Ginkgo biloba: che cos’è, benefici, valori nutrizionali e usi in cucina

Il ginkgo biloba è una pianta dal genere Ginkgo e appartenente alla specie biloba originaria della Cina. É attualmente molto diffusa in tutte le zone temperate della terra per le sue proprietà medicinali e ornamentali.

Le sue foglie, infatti, contengono sostanze chimiche benefiche per la salute, tra cui i flavonoidi e i terpenoidi, che hanno proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie e vasodilatatrici.

È spesso utilizzato come integratore alimentare per migliorare la memoria, la concentrazione e le prestazioni cognitive. Alcune ricerche poi suggeriscono che può anche essere utile per trattare i disturbi dell’umore, come la depressione e l’ansia.

Il ginkgo biloba, infatti, è tra i primi 10 integratori più consumati al mondo.

Ginkgo biloba: che cos’è

Il suo nome deriva dal cinese yin che significa “argento” e dalla parola xìng che invece si riferisce alle albicocche. Letteralmente significa quindi “albicocca d’argento” e deve questa nomenclatura alla forma e al colore tipico dei suoi semi.

Invece, il termine ‘biloba’ è dovuto alla forma delle foglie, le quali appaiono con una incisione centrale che si riduce mano a mano che la pianta invecchia ma rimane comunque presente per tutta la sua vita. Si parla di una pianta senza fiore, nota anche come Gimnosperma.

Ma in particolare, è una specie della famiglia delle Ginkgoaceae assai appariscente soprattutto nel periodo autunnale, quando le foglie assumono un colore giallo molto intenso, quasi dorato, prima di cadere.

Infatti, il ginkgo biloba non produce fiori bensì matura direttamente dei semi che, essendo polposi, sono scambiati per frutti pur non essendolo. Questi rappresentano l’unica parte della pianta che può essere usata, insieme alle foglie, per produrre infusi o oli da usare in cucina o per uso topico.

Difatti sono ricchi in molecole antiossidanti e antinfiammatorie le quali rendono questa pianta utilissima nel trattamento di molte patologie, soprattutto a carico del sistema vascolare e del sistema nervoso.

Ci sono due categorie di molecole antiossidanti di cui la pianta è molto ricca. La prima consiste nei flavonoidi, molto utili per la salute dei nostri occhi, cuore, vasi sanguigni e fibre nervose. Inoltre, ci sono i terpenoidi, che supportano le piastrine rendendo più fluido il loro transito nei vasi sanguigni e contribuendo a dilatare i vasi stessi. Quindi, questa pianta è una vera e propria inestimabile fonte di sostegno per la salute del corpo e della mente.

È nota anche come fossile vivente. Infatti, attualmente è rimasta in vita solamente la specie Ginkgo biloba ma in passato esistevano diverse specie del genere Ginkgo, risalenti all’epoca primitiva. Basti pensare che suoi reperti fossili, risalenti al periodo del Giurassico, sono stati trovati in giacimenti di carbone.

Regala colorazioni autunnali uniche nel loro genere. Per di più, il ginkgo biloba è molto utilizzato in zone particolarmente inquinate quali le metropoli o le zone più trafficate delle piccole città. Si tratta anche di una pianta molto resistente al vento e, per questo motivo, spesso la si ritrova a svolgere “il compito” di barriera frangivento.

Valori nutrizionali del ginkgo biloba

Il ginkgo biloba non è un alimento, ma è utilizzato principalmente come integratore alimentare per le sue proprietà medicinali. Le foglie contengono alcune sostanze nutritive e composti attivi, come i flavonoidi, che hanno effetti benefici sulla salute.

In linea generale, tuttavia non ci sono informazioni complete sui valori nutrizionali delle foglie, poiché la maggior parte degli studi si concentra sui composti attivi e sulle proprietà terapeutiche della pianta. Tuttavia, alcune analisi hanno rilevato che le foglie di ginkgo biloba contengono alcune vitamine, come la C, e sali minerali come calcio, ferro, rame e zinco, anche se in quantità piuttosto basse.

Ginkgo biloba: valori nutrizionali per 100 g

MINERALI 
Sodio (mg)7
Fosforo (mg)124
Ferro (mg)1
Potassio (mg)510
Zinco (mg)0.34
Manganese (mg)0.113
Magnesio (mg)27
Calcio (mg)2
VITAMINE 
Tiamina (µg)220
Riboflavina (µg)90
Niacina (mg)6
Vitamina C (mg)15
Vitamina B5 (µg)160
Folati (µg)54
Vitamina A (µg)28

Fonte: Banca Dati USDA – Dep. of Agriculture Research Service

Ginkgo biloba: composizione chimica per 100 g

Energia (kcal)182
Proteine (g)4.32
Lipidi (g)1.7
Colesterolo (mg)0
Carboidrati disponibili (g)37.6

Fonte: Banca Dati USDA – Dep. of Agriculture Research Service

Ginkgo biloba: a cosa serve

Gli estratti di Ginkgo sono usati da più di 5000 anni dalla medicina tradizionale cinese per le loro proprietà anti-infiammatorie, antiossidanti e antiaggreganti. D’altra parte, sono testati da anni per il trattamento di differenti patologie, con risultati scientificamente provati ed estremamente validi.

Ad esempio, sono consigliati per il trattamento di problematiche relative a: sistema circolatorio, declino cognitivo e problematiche connesse con alterazioni del metabolismo. Quindi un integratore a base di ginkgo biloba può trovare indicazioni in alcuni disturbi e favorire l’azione della scelta terapeutica. Sarà comunque il medico a valutare l’opportunità di un’integrazione dietetica anche in base allo stato di salute.

Azione vasodilatatoria e miglioramento delle funzioni sessuali

Le varie molecole contenute all’interno di foglie e semi, note come ginkgolidi, mostrano un’importante azione vasodilatatoria. Di conseguenza, migliorano la funzionalità di alcuni sistemi quali quello riproduttivo e immunitario.

L’azione vasodilatatoria si esplica anche a carico dell’apparato sessuale. Infatti, se il sangue circola più efficacemente, è possibile mantenere l’erezione per tempi più lunghi e si suppone che possano esistere effetti benefici anche sulla libido delle donne.

Salute degli occhi

Anche in questo caso, si tratta di un effetto del miglioramento della circolazione ematica verso il nervo ottico. In particolare, si suppone che gli estratti di ginkgo biloba possano aiutare a coadiuvare la terapia farmacologica contro il glaucoma.

Ginkgo biloba: antistress

Le proprietà degli estratti di ginkgo biloba si manifestano soprattutto a carico del sistema nervoso centrale. Questo è anche il centro su cui essi mostrano i maggiori effetti connessi con lo stress, sia mentale che fisico. Tale stress ha indubbie ripercussioni sul nostro organismo, causando innalzamento del cortisolo e accumulo di radicali liberi nelle cellule.

In questo caso, l’estratto di Ginkgo, avendo una forte azione antiossidante, aiuta a contrastare gli effetti dell’innalzamento dei valori di tale ormone.

Effetti metabolici del ginkgo biloba

Nel caso del metabolismo lipidico, si è visto che gli estratti di questa pianta hanno un’influenza positiva sul miglioramento della funzionalità epatica e, di conseguenza, sull’utilizzo dei grassi. Interviene a ridurre fattori tipici dello stato infiammatorio, tra cui la produzione di interleuchina-6 e proteina C-reattiva avendo, pertanto, capacità di contrasto dell’insulino-resistenza.

Declino cognitivo

Con il termine declino cognitivo si intendono tutte quelle patologie che hanno a che fare con: perdita di memoria, percezione sensoriale, funzionalità cerebrale.

Rientra tra queste anche l’Alzheimer, in quanto si tratta di una patologia cerebrovascolare. In questo ambito, il terpene bilobalide, nonché i vari ginkgolidi contenuti negli estratti di ginkgo biloba, svolgono un’azione di contrasto contro la degenerazione del sistema vascolare.

Sono ancora oggetto di studio i possibili effetti benefici dei ginkgolidi e del bilobalide nel recupero delle funzioni cerebrali dopo danno da malattie quali: ischemia, ipossia e danno neuronale.

Benessere cardiocircolatorio

La natura terpenica di bilobalide e ginkgolidi ha effetto sulla salute del sistema circolatorio in quanto sembrerebbe essere in grado di contrastare la formazione di placche aterosclerotiche.

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Ginkgo biloba: proprietà medicinali

Le proprietà del ginkgo biloba vanno associate all’azione terapeutica di una famiglia di terpeni, tra cui spiccano il terpene trilattone bilobalide e la sottofamiglia dei ginkgolidi. All’interno di questa sottofamiglia, ci sono alcune molecole più abbondanti, quali i ginkgolidi A, B e C e altre presenti, invece, solo in tracce, quali i ginkgolidi J, K, M, Q, e P.

Con riferimento alle proprietà antiossidanti, le molecole maggiormente presenti nell’estratto di ginkgo biloba (pari a circa il 10% del peso da secco), sono la Quercitina, la Procianidina e il Kaempferolo.

Il ginkgo biloba può essere usato per il trattamento di numerosi disturbi:

Come si assume il ginkgo biloba?

Il ginkgo biloba può essere assunto come estratto ottenuto sia dalle foglie che dal seme, sebbene quest’ultimo venga utilizzato molto raramente. Entrambe le formulazioni andrebbero assunte strettamente sotto supervisione medica e solo in caso di accertata necessità. Indubbiamente, dovrà essere il medico stesso a suggerire la corretta posologia.

Esclusivamente a titolo generico, senza indicazione terapeutica, la posologia più comune prevede l’assunzione di un preparato che sia titolato al 6% in terpeni flavonici di cui, almeno il 25% deve essere rappresentato dalle molecole della sottofamiglia dei ginkgolidi. Ciò corrisponde a compresse di circa 250 mg da assumere lontano dai pasti e da altre terapie farmacologiche che il paziente stia assumendo.

Inoltre, si sconsiglia di assumere estratti di ginkgo biloba per tempi superiori ai 4 mesi e comunque si suggerisce di effettuare interruzioni di circa un mese tra un trattamento e il successivo.

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Ginkgo biloba: dove si trova?

Gli integratori di ginkgo biloba in commercio sono il risultato di una lunga e attenta sperimentazione. Infatti, oltre ai reali benefici derivati dal loro consumo, devono essere valutati eventuali effetti collaterali. Per quanto riguarda questo aspetto, ne viene da sé che assumere prodotti che non abbiano seguito un idoneo processo di sperimentazione, potrebbe arrecare seri danni all’organismo.

Al momento di acquistare un estratto a base di ginkgo biloba, bisogna prestare attenzione alle certificazioni sanitarie del prodotto.

In aggiunta a ciò, sarebbe utile verificare se lo stesso prodotto sia incluso nella lista di integratori commerciabili in Italia. Questo elenco è consultabile sul sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e vincola le farmacie (soprattutto quelle online) a rifornirsi solamente attraverso canali ufficiali. Dunque, il consiglio è quello di evitare l’acquisto di prodotti di cui non sia certificata l’origine, e di procedere all’acquisto solo attraverso canali ufficiali. In altre parole, diffidiamo del prezzo scontato se il prodotto non possiede le giuste certificazioni di qualità.

Ginkgo biloba: usi alternativi

Oltre al trattamento sotto forma di estratto e sotto forma di integratore, è possibile utilizzare un infuso delle foglie di questa pianta così portentosa. I benefici che può apportare sono diversi. Scopriamone alcuni.

Circolazione del sangue

Versa 40-50 g di foglie in un litro di acqua bollente per circa 10 minuti. il consiglio è di berlo lontano dai pasti per usufruire al meglio dell’azione antinfiammatoria a beneficio del sistema circolatorio.

In alternativa, nella stessa quantità di acqua e per lo stesso tempo, possono essere messe a macerare fino a 100 g di foglie.

L’infuso può essere consumato fino a circa 3 tazze al giorno, meglio se una la mattina, una il pomeriggio e una prima di andare a dormire.

Il preparato risulta molto utile per preparare bagni caldi contro i geloni alle mani e ai piedi.

Olio per combattere l’emicrania

Ingredienti

Mescolare bene i tre oli e applicare alcune gocce di questa miscela sulle tempie per beneficiare dell’effetto lenitivo.

Infuso contro la depressione lieve

Ingredienti

Lasciare in infusione in acqua molto calda per circa 10 minuti e filtrare l’infuso prima di consumarlo. Ad ogni modo, il consiglio è di consumarlo lontano dai pasti.

Ginkgo in cosmetica

Eccellente antiossidante, è utile per combattere l’invecchiamento cutaneo perché stimola la sintesi del collagene. Inoltre, rinforza i capillari sanguigni evitando la comparsa della couperose.  

Inoltre, migliora la circolazione sanguigna e aumenta resistenza e elasticità dei vasi capillari. E’ quindi raccomandato nel trattamento delle gambe pesanti e gonfie ma anche della cellulite.

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Crema per gambe stanche e pesanti

Ingredienti

Preparazione

Mescolare l’olio di mandorle con l’aloe vera. Poi aggiungere il ginkgo e l’olio essenziale di rosmarino. Mescolare bene con un cucchiaio di legno. Versare la crema in un contenitore e metterla in frigo per 2 ore. Massaggiare ogni giorno le gambe dalle caviglie fino alle cosce.

Uso in cucina del ginkgo biloba

Nella tradizione cinese, si mangia l’embrione del seme, dopo averlo privato del rivestimento legnoso e dello strato carnoso. Il seme viene fatto fermentare per eliminare l’acido butirrico, una sostanza che conferisce un sapore rancido al seme stesso.

Attraverso questo processo, e dopo tostatura, l’embrione contenuto nel seme diventa commestibile e utilizzabile in cucina. Secondo la cultura tradizionale cinese, si ritiene che il seme possieda virtù digestive e per questo viene consumato soprattutto dopo pasti particolarmente abbondanti.

Sempre in Cina, il seme di ginkgo, privato della polpa, viene messo a bollire finché non inizia a rompersi. Tale trattamento stimola il rilascio di una sostanza viscosa che viene utilizzata per preparare una sorta di porridge noto come congee.

Un ulteriore utilizzo dei semi riguarda la loro parte legnosa. Infatti, in Oriente, per la precisione in Giappone, questa viene utilizzata per preparare un piatto tipico noto come chawanmushi.

In Occidente,, non esistono preparati a base di questa pianta il cui unico utilizzo in cucina riguarda la preparazione di infusi fatti facendo bollire le foglie fresche oppure facendo infondere le foglie secche in acqua bollente.

Per quanto riguarda le foglie, queste possono essere usate facilmente per preparare un infuso in cui questa parte della pianta viene messa a macerare in acqua.

Ricetta con ginkgo biloba

Chawanmushi

Ingredienti per 2-3 persone

Preparazione:

  1. Togli la pelle e il grasso al pollo e mettilo a bagno nel sake.
  2. Taglia il gambo agli shiitake e dividili in 4 spicchi. In caso di funghi secchi, tienili un pò a bagno in acqua tiepida.
  3. Versa in un contenitore 30 cc di acqua, un cucchiaino di sakè, un cucchiaino di mirin, un cucchiaino di sale, un cucchiaino di salsa di soia e mescola il tutto fino a che il sale non si sia completamente sciolto.
  4. In una ciotola a parte, sbatti le uova e poi versaci dentro il composto precedentemente preparato miscelandolo bene.
  5. Prepara le ciotole da utilizzare mettendo sul fondo il kamaboko, qualche seme di Ginkgo, un fungo shitake, un pezzo di pollo imbevuto nel sake o un gamberetto.
  6. Versa il composto preparato, filtrandolo con un colino nelle ciotole, fino a riempirle per tre quarti della loro misura.
  7. Se hai un cestello per la cottura a vapore, sistemaci le tazze dentro, altrimenti dovrai crearne uno con una pentola dal fondo alto. Metti nella pentola uno straccio e qualche foglio di carta assorbente poi le ciotole e riempi la pentola con 2 o 3 centimetri di acqua.
  8. Copri la pentola con un coperchio, lasciando uno spiraglio per la fuoriuscita del vapore.
  9. Metti la pentola sul fuoco, porta l’acqua a ebollizione e appena bolle, fai cuocere per circa 12 minuti.
  10. Per verificare che il composto sia cotto, infila nella ciotola, uno stecchino o uno spaghetto e verifica che si sia solidificato e che non presenti parti liquide.

Ginkgo biloba: controindicazioni ed effetti indesiderati

Un consumo elevato di estratti di ginkgo biloba potrebbe presentare diverse tipologie di effetti collaterali. Tra i sintomi: emicrania, spossatezza e malessere generalizzato, disturbi gastrointestinali e, soprattutto se assunto in dosi massicce, diarrea.

Sarebbe meglio, inoltre, non consumare estratti di Ginkgo in casi di contemporanea assunzione di salice o di aglio. L’assunzione combinata, potrebbe causare danni alla mucosa gastro-intestinale.

Interazione con principi attivi di farmaci

Data l’azione vasodilatatrice generata dalle sostanze terpeniche contenute nella pianta, sarebbe meglio evitare di assumerlo contemporaneamente a terapie anticoagulatorie. Oppure se si assumono alcuni tipi di principi attivi come l’acido acetilsalicilico, diuretici tiazidici, trombolitici e ergotammina.

Alterazione del sistema nervoso

Tra le molteplici interazioni, il Ginkgo, soprattutto se sotto forma di estratti concentrati, potrebbe ridurre l’effetto di farmaci antiepilettici, beta-bloccanti e antidepressivi, per via della sua azione sul sistema nervoso centrale.

Gravidanza e allattamento

A scopo cautelativo, si sconsiglia di assumere infusi o integratori in caso di gravidanza e di allattamento. Non si conoscono ancora del tutto le proprietà del gingko biloba, compresi i possibili effetti per il feto.

Ginkgo biloba: botanica

Il ginkgo biloba ha un aspetto molto elegante e può raggiungere altezze pari a circa 20-30 metri.

Generalmente assume forme molto più slanciate negli esemplari di sesso maschile mentre la sua chioma appare molto più ampia nelle femmine e questo è dovuto a un miglioramento delle strategie riproduttive. Infatti, i gameti maschili sono così portati più in alto e possono fecondare con maggiore facilità gli ovuli femminili, grazie all’azione del vento. A loro volta, grazie alla chioma più ampia, un numero maggiore di fiori femminili può essere così fecondato.

É una specie in cui esistono le piante maschio e le piante femmina. Questa divisione dei sessi è un carattere ancestrale e sottolinea l’origine molto antica di questa specie.

Le foglie di ginkgo biloba

Le foglie sono la parte più caratteristica di questa pianta e consentono di riconoscerla facilmente. Per inciso, appaiono con una tipica forma a ventaglio, con una incisione centrale. Negli individui più giovani, tale incisione è molto marcata mentre diventa progressivamente meno netta, mano a mano che la pianta invecchia. Queste foglie appaiono dotate di un lungo picciolo e si raggruppano in ciuffi di 5-8 foglie.

In aggiunta, hanno un colore verde molto intenso durante tutto l’anno che muta verso il giallo acceso in autunno, conferendo un aspetto estetico alla pianta.

In considerazione di ciò, si pensa che la forma delle foglie abbia ispirato lo scrittore tedesco Goethe nella realizzazione dell’opera poetica “Ginkgo biloba“. Per questa ragione, lui affrontò il concetto del contrasto tra sentimenti di unione e divisione. Per fare ciò, si riferì alla foglia di ginkgo, intera ma allo stesso tempo incisa profondamente pur senza dividersi mai completamente.

I fiori e i frutti

Questa pianta appartiene al gruppo delle Ginkgophyta e si tratta di piante a seme, ovvero che maturano il loro ovaio, dopo la fecondazione, senza la produzione di un fiore e di un frutto. Al contrario, maturano strutture riproduttive note come strobili, generalmente a forma di cono rovesciato. Questi strobili producono direttamente cellule riproduttive che la pianta maschile trasporta verso quella femminile, grazie al vento, secondo un’impollinazione nota come anemofila.

Ginkgo biloba: semi

I semi possiedono un involucro carnoso ricco di acido butirrico, una sostanza dalle proprietà urticanti. Come risultato di ciò, il contatto con la pelle può scatenare eczemi e irritazioni fino a vere e proprie dermatiti. Per poterlo usare, il seme è sottoposto a un processo di fermentazione grazie al quale viene privato dell’involucro esterno.

La dispersione dei semi non sfrutta l’azione diretta degli animali ma si ottiene semplicemente facendoli cadere al suolo. Ad oggi, la raccolta dei semi è manuale, poi vengono impiantati o si procede allo sviluppo di una nuova pianta geneticamente identica alla pianta madre, mediante la produzione di talee.

I semi poi andrebbero messi in un terreno molto ricco in torba (quindi molto ricco in nutrienti) ma anche sufficientemente drenato, grazie all’aggiunta di circa ¼ del totale di sabbia.

In aggiunta, la piantumazione andrebbe fatta in autunno, perché il seme ha bisogno del freddo per poter germinare. Difatti, il ghiaccio crea delle fratture nel rivestimento legnoso del seme attraverso le quali potranno uscire le prime foglioline della pianta. Queste prendono il nome di cotiledoni e spunteranno dal terreno nel periodo tardo primaverile, verso maggio.

Ginkgo biloba: storia

Storia passata

La storia di questo meraviglioso albero si intreccia con le virtù che gli vengono attribuite da secoli.

Infatti, tra i primi autori di questo successo evolutivo rientrano sicuramente i monaci giapponesi che hanno per anni venerato il ginkgo biloba come albero sacro. Infatti, ritenevano questo maestoso fossile vivente in grado di proteggere dagli spiriti cattivi garantendo a chi lo possiede di essere immune dalla loro azione.

Quindi, ancora oggi è possibile osservare esemplari plurisecolari di questa specie accanto ai templi di:

Si pensa che sia stata proprio la cura che questi monaci hanno garantito a questa pianta nei secoli, a far sì che essa sia stata tramandata fino ai giorni d’oggi.

Storia recente

In tempi molto più recenti, un evento straordinario ha contribuito a incrementare il fascino intorno a questa specie.

Subito dopo la seconda guerra mondiale, nell’ambito dell’enorme devastazione dovuta all’esplosione dell’ordigno nucleare, la città di Hiroshima appariva spettrale. A contribuire a tale aspetto hanno giocato un ruolo importante le molte specie di alberi completamente carbonizzati e ridotti a moncherino. Ma proprio da alcuni moncherini carbonizzati di ginkgo biloba, nella primavera successiva, si è verificato un evento straordinario. Infatti da essi è rinata la vita e sono riusciti a gemmare con nuove foglie. Si tratta nello specifico di sei alberi, i quali sono attualmente ancora in vita e vengono venerati come delle divinità per il loro simbolismo. Non a caso indicano la possibilità di rinascita dopo le disgrazie, anche quelle più cruente. Questo aspetto crea un dualismo con la pianta di olivo, alla quale è associato lo stesso simbolismo ma dalle culture occidentali.

Ginkgo per eliminare l’inquinamento

Accanto alle motivazioni storiche che rendono questa specie unica in tutto il mondo, recentemente se ne è associata una nuova. Infatti, si è visto che questo albero è un ottimo bioaccumulatore, ossia una specie in grado di eliminare l’inquinamento atmosferico con un’altissima efficienza.

La Coldiretti, nel 2018, in una revisione delle specie a maggiore capacità di ‘mangiare lo smog’, ha inserito il ginkgo biloba molto in alto in questa classifica.

Difatti le sue virtù gli hanno permesso di vincere la “medaglia di legno”, classificandosi come quarto in questa speciale classifica green.

Non a caso, soprattutto nel nord Italia, questa specie è molto utilizzata nelle alberate stradali. Il ginkgo biloba è in grado di catturare fino a 2,8 tonnellate di CO2 in 20 anni, al pari dei più noti tiglio, frassino e olmo.

Fonti:

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