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Mobbing: cosa vuole dire, come riconoscerlo, caratteristiche e strategie per difendersi, come uscirne

Mobbing: che cos'è, tipologie, significato, conseguenze per la vittima, come difendersi e uscirne

Il mobbing è un comportamento vessatorio, aggressivo e intimidatorio da parte di uno o più aggressori (mobbers) nei confronti di una vittima in un contesto lavorativo.

Lo scopo di questo comportamento è l’emarginazione, l’isolamento e l’allontanamento definitivo della vittima. I comportamenti vessatori includono il de-mansionamento, l’isolamento, il carico eccessivo di lavoro o la presenza di eccessivi e ingiustificati controlli.

Il mobbing può essere agito da parte di colleghi o da parte di un superiore. Si può manifestare in qualunque contesto lavorativo (azienda, scuola). Sebbene ad oggi non sia riconosciuto a livello giurisprudenziale, le azioni che lo caratterizzano molto spesso rappresentano reati punibili penalmente.

Quindi, riconoscere il mobbing, chiedere aiuto e denunciare è fondamentale per arginare questo fenomeno sociale in rapida espansione.

Mobbing: che cos’è

E’ un comportamento ripetitivo, metodico, aggressivo, ostile e persecutorio messo in atto nei confronti di qualcuno allo scopo di allontanarlo, emarginarlo, escluderlo dal contesto lavorativo. 

Mobbing è un termine che deriva dal verbo inglese “to mob” che significa assalire, attaccare.

Questo termine inizialmente fu usato dall’etologo Konrad Lorenz per indicare, nel mondo animale, un comportamento violento, di aggressività (mobbing behaviour) messo in atto da parte di un gruppo di animali della stessa specie nei confronti di un altro animale per escluderlo. 

Il termine, con l’attuale accezione in ambito lavorativo, nasce con Heinz Leymann, psicologo tedesco. Lo utilizzava per indicare dei comportamenti aggressivi nei confronti di un lavoratore da parte di un superiore (mobbing verticale) o di colleghi (mobbing orizzontale). 

I comportamenti vessatori e aggressivi che caratterizzano il comportamento (il terrore psicologico sul luogo di lavoro) hanno il fine di emarginare ed escludere qualcuno dal contesto lavorativo. 

La vittima è così allontanata, emarginata, isolata, criticata. Inoltre, gli affidano compiti umilianti o non idonei alla sua qualifica, viene de-mansionata e messa in ridicolo davanti a colleghi e superiori. 

Nelle peggiori delle ipotesi vengono agite delle azioni illegali e violente nei suoi confronti come aggressioni fisiche e sabotaggi

Il mobber ha sempre lo stesso obiettivo distruttivo: allontanare la vittima, per diverse ragioni che includono:

Alle volte, il mobbing viene esercitato dall’azienda stessa per ridurre il personale più facilmente liberandosi dei dipendenti “scomodi”

Caratteristiche legali 

Dal punto di vista della giurisprudenza gli elementi costitutivi sono 4:

Non esiste specificatamente il reato di mobbing. Tuttavia, le condotte persecutorie che vengono agite contro la vittima possono rappresentare degli illeciti che vanno a ledere l’incolumità individuale, la dignità e la libertà della persona. 

Rientrano in questi tutte le violazioni agli articoli costituzionali e del Codice civile che sanciscono:

Tipologie principali di mobbing

Può essere: 

Altre tipologie

Mobbing sul lavoro, a scuola e in famiglia

Il fenomeno si manifesta in maniera preferenziale sul posto di lavoro, nelle aziende, tuttavia, esso si può manifestare anche in contesti differenti. 

Il punto cruciale che definisce un comportamento di mobbing è la presa di mira di un individuo, il quale diventa “vittima”, con lo scopo di allontanarlo

Ma si può manifestare anche in ambito scolastico. In questo caso il comportamento vessatorio si fa nei confronti di uno studente da parte di un docente, nei confronti di un docente da parte di altri docenti o da superiori, nei confronti di un operatore scolastico da parte di colleghi, docenti o dirigenti scolastici.

Il fenomeno può riferirsi, anche se più raramente, ai docenti come “vittima”, da parte di un sottoposto come, ad esempio, uno o più studenti, o a un dirigente da parte di uno o più docenti. Lo scopo è quello di isolare la vittima, farla allontanare. 

Un altro contesto in cui il mobbing si verifica è quello familiare. In questo caso il comportamento vessatorio si perpetra in ambito familiare nei confronti di un componente della famiglia.

Lo scopo è quello di spingere questo componente a prendere delle decisioni che altrimenti non avrebbe preso o a metterlo in discussione agli occhi degli altri componenti. 

Fasi e caratteristiche del mobbing

E’ caratterizzato da intenzionalità, sistematicità, durata nel tempo, ed è un fenomeno che si manifesta in ambito lavorativo. 

Caratteristiche principali

 Il comportamento è sistematico, pervasivo e con conseguenze a lungo termine. Esso è caratterizzato da diversi aspetti.

Le prime fasi 

Le ultime fasi del mobbing

Comportamenti della vittima e dei mobbers: esempi concreti

E’ un fenomeno che può colpire chiunque indipendentemente dal suo sesso, dal ruolo sociale che ricopre, dalla sua forza fisica e dal suo carattere. Chi è vittima di mobbing manifesta sintomi fisici e psicologici. 

Colpisce tutti indipendentemente dalle loro caratteristiche personologiche, dalla loro posizione sociale, dal loro genere, dal tipo di lavoro o di posizione che occupano.

Il mobbing crea nella vittima un mix di sensazioni ed emozioni

Comportamenti del mobbing sul lavoro

E’ caratterizzato da diversi comportamenti che vengono messi in atto con uno scopo preciso e che non sempre sono immediatamente percepibili dall’esterno. 

Mobbing familiare

E’ rappresentato da una serie di comportamenti vessatori e persecutori all’interno del contesto familiare e assume la forma di una violenza familiare.

Questi comportamenti si verificano soprattutto nei casi di divorzio o separazione concretizzandosi in strategie per escludere il coniuge dalle decisioni che riguardano i figli e la famiglia. 

Si differenzia in:

Comportamenti in famiglia

Il mobbing familiare è caratterizzato da comportamenti vessatori ed aggressivi che non sempre sono immediatamente percepibili dall’esterno. Come per il mobbing lavorativo, non esiste una legislazione mirata al mobbing familiare.

Tuttavia, le violenze e gli atti di prevaricazione possono rientrare in altre fattispecie di reati e illeciti che sono riconosciuti e punibili dalla legge. 

Seguono alcuni esempi.

Esempi di tali comportamenti possono essere:

Mortificazioni a scuola

Si manifestano come una serie di atti persecutori e vessatori nei confronti di qualcuno per emarginarlo, allontanarlo dal gruppo e umiliarlo pubblicamente.

Può prendere diverse forme. Infatti, un docente può essere preso di mira dai suoi colleghi (mobbing scolastico orizzontale) o dal dirigente scolastico (mobbing verticale discendente) che attua delle azioni volte a denigrarlo o a umiliarlo davanti agli altri.

Allo stesso modo un docente può prendere di mira un alunno che diverrà la sua vittima. Molto spesso il docente attribuisce all’alunno (o il dirigente scolastico al docente) votazioni negative, provvedimenti e richiami ingiustificati. 

Un’altra forma di mobbing scolastico è quella che si può verificare nel caso in cui un docente o un dirigente venga preso di mira da un suo sottoposto o da uno o più studenti (mobbing verticale ascendente).

In questo caso i comportamenti implicano:

Comportamenti 

Esempi concreti di mobing a scuola

Un docente appena arrivato in una nuova struttura viene rimproverato continuamente e senza motivo in pubblico (davanti ai genitori e ai colleghi) dal dirigente scolastico.

A questo docente vengono revocati gli incarichi, gli vengono negate le ferie e viene sottoposto a molteplici controlli (maggiori rispetto alla media). 

Un operatore scolastico (bidello) viene umiliato davanti agli studenti da parte di un docente o di un dirigente scolastico. Quindi, viene caricato di lavoro extra che lo trattiene nella struttura scolastica per molto tempo dopo la fine dell’orario lavorativo, viene de-mansionato o gli vengono affidati compiti che non rientrano nel suo contratto di lavoro. 

Cause e fattori di rischio del mobbing

Sono da ricercare nell’interazione tra ambiente, organizzazioni lavorative e dinamiche di gruppo. 

In linea generale non è mai un singolo fattore a scatenare il comportamento mobbizzante. Infatti, molto spesso è l’interazione di diversi fattori legati all’ambiente organizzativo, caratteristiche umane, e alle dinamiche di gruppo e sociali.

Questi fattori interagiscono tra di loro rinforzandosi a vicenda. Inoltre, il comportamento del mobber può essere favorito o meno dal comportamento della vittima.

Il comportamento della vittima può essere favorito o meno da quello del mobber. I comportamenti di mobber e vittima possono essere facilitati o meno dall’ambiente e dall’organizzazione lavorativa. 

 Cause 

Fattori di rischio psicologici

Personalità del mobber

Per la vittima non esistono fattori caratteriali che la espongono maggiormente al rischio di essere mobbizzata. Tutti sono possibili vittime indipendentemente dalla posizione lavorativa che occupano, dalla loro forza fisica, dal loro carattere, dal loro impegno, dalla loro vita sociale.

Per il mobber, le cose sono diverse. Alcuni tipi di personalità, come quella aggressiva e impulsiva, hanno maggiore probabilità di manifestare comportamenti di mobbing.

Sono stati riscontrati collegamenti tra il disturbo paranoide, borderline, antisociale di personalità con atti di mobbing.

Alcune caratteristiche della personalità del mobber includono:

Esperienze passate

Tutti abbiamo delle aspettative riguardo la nostra vita e obiettivi da raggiungere. Tutti abbiamo delle esperienze passate. L’uso della forza fisica (reiterata nel tempo) in ambito familiare, per impartire l’educazione e la disciplina ai figli, la mancanza di coesione familiare e l’inadeguatezza nello svolgimento dei ruoli genitoriali sono fattori di rischio molto importanti.

Se lo stile genitoriale impartito è molto punitivo l’individuo cercherà di proteggersi dagli eventuali attacchi anche nelle relazioni esterne alla famiglia.

Spesso colpisce per non essere colpito. Inoltre, quando un bambino cresce in un ambiente in cui nessuno si prende cura di lui è possibile che la continua ricerca di approvazione e rassicurazione che il bambino fa, si tramuti in difficoltà o incapacità di esprimere le proprie emozioni, sentimenti e bisogni.

Quindi, la rabbia verrà veicolata altrove e non diretta sull’oggetto causante questo sentimento. 

Fattori di rischio ambientali

Tra i fattori di rischio ambientali (relativi al contesto lavorativo) che aumentano la probabilità di mobbing troviamo:

Conseguenze principali nella vittima di mobbing

Le conseguenze del mobbing riguardano tanto l’aspetto fisico tanto quello psicologico.

Quindi, possono manifestarsi con diversi livelli di intensità e possono colpire chiunque. Riguardano soprattutto la salute fisica e le perdite economiche. Il mobbing non è stress ma lo stress può essere causato dal mobbing ed esserne una conseguenza.

Come dimostrare il mobbing e come agire

Non è definito e riconosciuto in quanto reato. Tuttavia, molti comportamenti mobbizzanti rientrano in altre fattispecie di reati che invece sono punibili. La prova della presenza del mobbing spetta al lavoratore. 

Per attivare una causa per mobbing il lavoratore avrà l’onere della prova cioè dovrà dimostrare di essere vittima di mobbing. Quindi, il lavoratore deve dimostrare:

Inoltre, deve dimostrare che tali comportamenti che il datore di lavoro ha posto in essere non derivino e non rappresentino “normali azioni” di controllo delle attività.

Infine, deve poter dimostrare che tali azioni non siano episodi transitori di fisiologica conflittualità sul posto di lavoro e che non si risolvono in periodi di breve durata. 

Il lavoratore dovrà fornire prove sotto forma di:

Come difendersi

La persona che pensa di essere vittima di mobbing può inviare una lettera di diffida nei confronti del proprio datore di lavoro. Il lavoratore dovrà conservare una copia della diffida inviata. Con questa lettera comunica la presenza di un comportamento vessatorio nei propri confronti.

Quindi, viene esplicitato che tali condotte hanno creato disagio psicologico e fisico e che se perdureranno si potrà procedere dinanzi ad un giudice. Una comunicazione di questo tipo è preferibile sia redatta da un legale di fiducia che sappia offrire alla vittima tutti gli strumenti ed esplicitare le diverse e migliori possibilità di azione nei confronti del datore di lavoro. 

La condotta mobbizzante può essere denunciata presso gli sportelli mobbing presenti sul territorio che offriranno anche indicazioni sull’assistenza e sulle strade percorribili. Inoltre, per le spese legali, sarà possibile richiedere il patrocinio a spese dello stato qualora ci fossero i presupposti reddituali richiesti. 

Il lavoratore, agendo una denuncia civile, potrà ottenere un risarcimento del danno morale, fisico, psicologico e lavorativo. Qualora le vessazioni e le azioni fossero di competenza penale, il lavoratore potrà intraprendere un’azione penale nei confronti del datore di lavoro. 

Come reagire

Se sei vittima di mobbing non disperare, non sei solo/a. 

Come superare esperienza da mobbing

Il mobbing è caratterizzato dalla presenza di comportamenti aggressivi e non sempre facilmente e prontamente identificabili. La vittima molto spesso non viene creduta. La prevenzione è fondamentale tanto quanto l’intervento repentino ed efficace. 

L’attività di divulgazione e quella di sensibilizzazione sono fondamentali per prevenire l’insorgenza del mobbing nell’ambiente lavorativo. Quindi, conoscere e favorire la condivisione di informazioni utili su questo argomento è fondamentale per far sì che le vittime di mobbing non si sentano sole e senza speranze. 

Sapere di non essere soli e sapere che si può fare qualcosa, che c’è qualcuno disposto ad aiutare e a mettersi dalla nostra parte è un fattore molto importante per non cedere e abbattersi. Essere vittima di mobbing non significa essere deboli, che te la sei cercata, che non sei all’altezza del tuo lavoro o compito. 

Anche chi occupa posizioni gerarchicamente elevate nel contesto lavorativo può essere vittima di mobbing. Ma la paura di non essere creduti o delle ripercussioni, di essere soli contro il mobber e sapere che l’azienda (alle volte) non è dalla tua parte ti può far tacere. Le vittime di mobbing molto spesso soffrono in silenzio, non denunciano. 

Inoltre, la maggior parte delle volte la vittima si sente causa del problema: “non sono all’altezza”; “sono io che sono sbagliato/a”; “tutti si trovano nella mia situazione ma solo io non sono capace”. 

Quando il proprio ruolo professionale e il proprio lavoro vengono messi in discussione si determina spesso la messa in discussione di tanti aspetti di sé con effetti negativi sulla propria autostima. Tutti questi pensieri impediscono di vedere la situazione con occhi oggettivi. 

Prevenzione da parte dell’azienda

Anche l’azienda dal canto suo può fare prevenzione attraverso diverse strategie. 

Cosa puoi fare per gestire lo stress creato dal mobbing

Terapia cognitivo comportamentale 

La terapia cognitivo comportamentale è mirata a modificare gli schemi disfunzionali alla base del comportamento disadattivo per raggiungere un benessere psicologico nel quotidiano (familiare, lavorativo ecc.). 

Nelle vittime di mobbing la bassa autostima, l’auto-colpevolizzazione, lo stress, l’ansia e la perdita dell’autoefficacia rappresentano tutti pensieri negativi che alimentano il senso di insicurezza e portano verso un circolo vizioso depressivo.

Attraverso un percorso tra paziente e terapeuta:

Fonti
  1. Bartalucci, T. (2010). Conoscere, comprendere e reagire al fenomeno del mobbing. Comitato Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Firenze.
  2. PREVENIRE, C. P. IL MOBBING: CONOSCERE PER PREVENIRE.
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