Site icon Melarossa

Depressione post partum: che cos’è, come si manifesta, cause, diagnosi e come uscirne

Depressione post partum: che cos'è, sintomi, cause, cosa fare, cure e prevenzione

La depressione post partum è una forma di depressione che si manifesta entro 4-6 settimane dopo il parto.

La sintomatologia che caratterizza questo disturbo comprende un marcato umore depresso, preoccupazione eccessiva in relazione all’accudimento del neonato, perdita di interesse e piacere nello svolgere attività che precedentemente erano ritenute gradevoli e divertenti.

Esistono diversi fattori che possono aumentare la probabilità che una donna sviluppi la depressione post partum. Tra questi fattori di rischio troviamo l’aver sofferto di baby blues nei primi 15 giorni dopo il parto, una storia pregressa di depressione o disturbi dell’umore, contingenze di vita altamente stressanti, personalità della mamma e temperamento del neonato.

La diagnosi differenziale con baby-blues, psicosi post-partum, disturbi d’ansia, disturbi ormonali, soprattutto della tiroide, è fondamentale.

La depressione post-partum non è specifica per le donne, può colpire anche i neopapà e se non trattata può cronicizzarsi. Il trattamento più efficace sembrerebbe essere la terapia cognitivo-comportamentale.

Cos’è la depressione post partum 

E’ un disturbo dell’umore che si manifesta con estrema tristezza, preoccupazione e ansia in relazione all’accudimento del neonato. È fondamentale saper identificare e distinguere la depressione perinatale dal baby blues.

La depressione post-partum, perinatale o depressione puerperale è un disturbo dell’umore caratterizzato da eccessiva e persistente tristezza, ansia e preoccupazione, perdita di interesse, disturbi del sonno e dell’appetito. 

Quando inizia?

Generalmente si manifesta con una frequenza di circa il 10-20% (circa 2 mamme su 10) e si presenta tra la prima e la sesta settimana successiva al parto. È un disturbo che potenzialmente può colpire qualsiasi neomamma, tuttavia esistono dei fattori predisponenti che aumentano la probabilità che ciò si verifichi. 

Questo disturbo è altamente invalidante anche se per molto tempo è stato trascurato, forse a causa del fatto che il parto e la gravidanza vengono visti come “naturali” per tutte le donne. 

Molte volte questo disturbo, ancora oggi, non viene diagnosticato perché si è ancora riluttanti a chiedere aiuto, si tende a pensare che sia “da deboli” farlo, si preferisce nascondere o minimizzare la situazione e la sintomatologia. La mancata diagnosi e il mancato intervento però si possono ripercuotere negativamente sul neonato, sulla relazione madre-figlio, sullo sviluppo emotivo del bambino. 

Nel DSM 5 (il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) la depressione post-partum non è riconosciuta come un disordine a sé stante ma ancora come un sottotipo della depressione maggiore, in cui, però, vengono definiti i criteri per la sua identificazione nel pre e nel post-parto. 

Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulla depressione.

Come si manifesta la depressione post partum?

La depressione post-partum non sempre è facile da individuare perché molto spesso si tende a sottovalutare, minimizzare o nascondere i sintomi per paura o vergogna. 

Sicuramente dare alla luce un bambino dovrebbe essere qualcosa di bello e un lieto evento, eppure, alle volte ci si sente assaliti da ansia, preoccupazione eccessiva, paura, angoscia, sensazione di incapacità nel gestire e prendersi cura di un’altra creatura. Non sono sensazioni sbagliate né ci si deve vergognare. 

Molte volte quando si sperimentano queste sensazioni ed emozioni ci si nasconde o si minimizza il problema, attribuendo le cause del disagio e delle preoccupazioni alla stanchezza. Altre volte ci si adatta e ci si conforma a ciò che gli altri pensano che noi dovremmo pensare e sentire in quei momenti: è nato un bambino, bisogna essere felici perché è una cosa bella, essere tristi fa di me “una cattiva mamma”, sicuramente “sono sbagliata”. 

È bene fare attenzione alle sensazioni che si provano e alla loro durata nel tempo. All’inizio queste sensazioni sono normali perché si entra in una nuova realtà ma se questi sentimenti si protraggono nel tempo e durano almeno due-tre settimane allora forse potrebbe esserci un problema. 

Fai attenzione ai campanelli d’allarme, se ti senti sempre triste, irritabile e ti innervosisci facilmente, se non riesci a dormire o hai numerosi risvegli, se hai perso interesse nelle attività che svolgi quotidianamente o in quelle eccezionali che generalmente ti procuravano gioia. 

Differenza tra depressione post-partum, baby blues e psicosi post-partum

La depressione post-partum è un disturbo dell’umore che si manifesta con sintomi quali profonda tristezza, perdita di d’interesse, disturbi dell’appetito e del sonno, pensieri negativi, ansia, eccessiva preoccupazione.

Questa sintomatologia generalmente, compare entro le prime sei settimane dopo il parto anche se si può manifestare più in là nel tempo. 

È un disturbo che, se non preso in carico, difficilmente si risolve da solo, con la possibilità di cronicizzazione. Il baby blues è una condizione molto simile alla depressione post-partum, per sintomatologia, ma dalla quale si differenzia per diversi aspetti come intensità e gravità dei sintomi, durata, esordio. 

Il baby blues non è un disturbo ma un fenomeno fisiologico, una condizione transitoria e a rapida insorgenza (pochi giorni dopo la nascita) legata al calo dei livelli ormonali a seguito del parto. 

Generalmente si risolve spontaneamente nel giro di poche settimane ma se ciò non si verifica può sfociare in una depressione post-partum.

Per approfondimento sulla condizione del baby blues, puoi consultare il nostro articolo sul baby blues.

A differenza della depressione post-partum e del baby blues, la psicosi post-partum è una condizione molto più rara che si manifesta entro la prima settimana dopo il parto e si caratterizza per la presenta di sintomi psicotici quali:

Questo porta la madre a non riuscire ad accudire il figlio e sé stessa, in molti casi, ad avere pensieri negativi e comportamenti pericolosi verso di sé e il neonato.  

Sintomi della depressione post-partum

La depressione post-partum è una condizione psicologica che si manifesta con sintomi molto simili a quelli della depressione maggiore. Comprende sintomi fisici, psicologici, cognitivi e comportamentali.

Sintomi fisici

Comportamenti

Sintomi cognitivi

Disturbi psicologici

La depressione post-partum può essere accompagnata da sintomi psicotici come:

Conseguenze della depressione post-partum per il neonato

Nella depressione post-partum la neomamma non sente di riuscire ad entrare in contatto con il suo bambino e con le sue necessità. 

Non riesce a capire e a decodificare i segnali che il bambino invia, il significato dei suoi richiami e dei suoi pianti. Il panico e l’ansia legati a questa sensazione di incapacità (reale o percepita) la accompagna per la maggior parte del giorno. 

Per fronteggiare questa situazione e ridurre la loro ansia, queste mamme possono delegare altri per l’accudimento del figlio come partner, parenti, amici, babysitter. 

Altre volte invece diventano ipervigili e iniziano ad avere risposte comportamentali non congruenti con le richieste del bambino. 

In entrambi i casi, il comportamento della madre interferisce con gli scambi emotivi madre-figlio favorendo lo sviluppo di un attaccamento insicuro. 

Oltre a questo, i bambini la cui madre soffre di depressione post-partum hanno maggiore probabilità di incorrere in disturbi emotivi, sociali, psichiatrici, ritardi nell’acquisizione del linguaggio, deficit nella regolazione delle emozioni, ansia e problemi comportamentali. 

Depressione post-partum paterna

Può colpire anche il padre del neonato in circa l’8% dei casi. Generalmente i sintomi si manifestano tra il terzo e il sesto mese dopo il parto.

Alti livelli di stress e ansia sono correlati con una diminuzione dei livelli di testosterone nell’uomo, che a loro volta sono collegati con un aumento di probabilità di insorgenza di depressione. L’ansia eccessiva per le nuove e importanti responsabilità a cui si deve andare incontro dopo la nascita del proprio figlio può essere molto alta e interagire con lo stress lavorativo, familiare e sociale, sfociando in depressione. 

Come per la donna anche per l’uomo, i sintomi includono umore depresso, agitazione, irritabilità, preoccupazione eccessiva, perdita di interesse.

I sintomi fisici di allarme riguardano l’eccessiva sudorazione, la mancanza di sonno e di appetito, sentimenti di impotenza ed esclusione dal rapporto madre-figlio. 

La depressione post-partum nei padri è più difficile da diagnosticare rispetto a quella delle neomamme perché ancor di più si tende a nascondere i sintomi e le problematiche per mantenere forte la propria immagine di sé. La probabilità che un padre incorra in questa patologia aumenta drasticamente se anche la compagna ne soffre. 

Le conseguenze sul bambino, in questo caso, risultano essere ancora più dannose aumentando il rischio di problemi comportamentali, sociali ed emotivi che possono perdurare fino a quasi quattro anni. 

Diagnosi differenziale

La depressione post-partum deve essere distinta sicuramente dal baby blues e dalla psicosi post partum, che condividono con essa molte caratteristiche legate alla sintomatologia. 

La depressione post partum deve essere differenziata anche dai disturbi d’ansia e dal disturbo ossessivo compulsivo. La depressione pst-partum si caratterizza infatti per la presenza di ansia eccessiva, preoccupazione e per la presenza, a volte, di immagini, pensieri intrusivi e minacciosi. 

Tali pensieri vengono contrastati con l’adozione di condotte compensatorie (temporanee) compulsive. Per tale motivo è necessario investigare la presenza di un disturbo d’ansia o ossessivo compulsivo, per poterli escludere. 

È necessario, inoltre, effettuale delle analisi cliniche al fine di identificare possibili cause organiche, come cause responsabili dell’instabilità emotiva, della stanchezza e della tristezza. Infatti, disturbi e patologie della tiroide o carenza di ferro possono provocare una simile sintomatologia. 

Cause e soggetti a rischio

La depressione post-partum non ha una causa specifica e molto spesso deriva dall’interazione di diversi fattori. È una patologia che può colpire qualunque donna anche se vi sono alcuni fattori che possono aumentare o diminuire la probabilità che ciò si verifichi. 

La depressione post-partum potenzialmente può colpire tutte le donne (l’incidenza per le donne occidentali è tra il 10 e il 20%). 

L’esatta eziologia della depressione post partum è sconosciuta, sicuramente sono diversi i fattori che possono concorrere allo sviluppo della patologia. 

Cause individuali e biologiche

Ormoni

Durante la gravidanza i livelli di progesterone ed estrogeni aumentano considerevolmente per aiutare il corpo ad accogliere meglio il feto e per prepararlo al parto.

Questi ormoni aiutano, tra le tante cose, a preparare il corpo all’allattamento, proteggere l’endometrio, ingrossare l’utero, e sopprimere lo sviluppo dei follicoli ovarici.

A seguito del parto si verifica una brusca caduta dei livelli di questi ormoni e ciò si ripercuote sui neurotrasmettitori, come la serotonina, coinvolti nella regolazione del tono dell’umore, sul senso di tranquillità.

Cambiamenti fisici

La spossatezza sia fisica che mentale dovuta al parto e al travaglio rende la donna più vulnerabile e soggetta a episodi depressivi. 

Con il parto la donna si ritrova ad affrontare una nuova realtà e questo può creare disorientamento e sentimenti di insicurezza e inadeguatezza nei confronti dei suoi diversi ruoli: di donna, di madre, di compagna.

A ciò si aggiunge il fatto che durante tutta la gravidanza e a seguito del parto, la donna attraversa e subisce molti cambiamenti fisici, nel metabolismo, nel sistema immunitario e cardiocircolatorio che possono contribuire agli sbalzi d’umore e alla stanchezza. 

Depressione post partum e complicanze del travaglio e del parto

Le complicazioni post partum come l’episiotomia, il taglio cesareo, un lungo travaglio e la limitata autonomia, possono aumentare la probabilità di insorgenza del disturbo. 

Caratteristiche personologiche della madre

Le donne che presentano bassa autostima, autoefficacia, tendenza al perfezionismo, ipercriticità, sono più soggette a sviluppare questa patologia perché manifestano più frequentemente senso di inadeguatezza

Cause ambientali e situazionali

I disturbi del sonno del bambino incidono sul sonno della madre. La perdita del sonno è un fattore scatenante importantissimo che genera stanchezza e spossatezza fisica e mentale.

Ciò può rendere difficile mantenere la concentrazione o alterare la capacità di risolvere piccoli problemi quotidiani che dunque saranno percepiti come insormontabili. 

Inoltre, nel periodo post-partum la donna deve adattarsi a una serie di cambiamenti ed esigenze che possono riguardare:

Fattori concorrenti allo sviluppo della depressione post-partum possono essere problemi economici, disoccupazione, instabilità matrimoniale o di coppia, mancanza del partner, mancanza di supporto sociale e familiare. 

Diagnosi della depressione post partum

Per la diagnosi di depressione post-partum è necessario che per almeno 2 settimane si siano manifestati almeno 5 tra i seguenti sintomi:

Almeno uno dei 5 sintomi deve essere umore depresso o perdita di interesse o piacere. 

Questi sintomi devono causare disagio significativo e devono compromettere il funzionamento nelle diverse aree, sociale, lavorativa e familiare. Tali sintomi devono manifestarsi entro 4-6 settimane dal parto e non devono essere attribuibili ad altre condizioni mediche, psicopatologiche o abuso di sostanze.

Grazie alla diagnosi qualitativa, inoltre, viene specificato il grado di severità dei sintomi (medio, moderato, severo), se il disturbo è associato ad altre psicopatologie e il suo stadio (in remissione parziale o totale). 

Fattori di rischio e di protezione

Tra i fattori di rischio troviamo quelli biologici, psicologici e quelli sociali. 

Biologici

Psicologici

Sociali

Invece, tra i fattori protettivi possiamo trovare:

Cure e rimedi della depressione post partum: ecco come uscirne

Il trattamento per la depressione post-partum è psicoterapico, nei casi più gravi, sotto supervisione medica, è consigliato affiancare una terapia farmacologica.  

Il trattamento per la depressione post-partum è fondamentalmente psicoterapico, anche se nei casi più gravi l’affiancamento di una terapia farmacologica può essere di aiuto.

Tra i farmaci che vengono proposti generalmente troviamo antidepressivi e ansiolitici anche se alle volte viene prescritta una cura ormonale a base di estrogeni. 

Terapia cognitivo comportamentale 

La terapia cognitivo comportamentale aiuterà a modificare i pensieri negativi, a ridurre i tempi di guarigione e la possibilità di eventuali future ricadute.

Lo scopo ultimo è sempre quello del benessere psico-fisiologico. 

Attraverso un percorso costruito insieme al terapeuta, la terapia cognitivo-comportamentale:

Scopri il nostro approfondimento sulla terapia cognitivo comportamentale.

Prendersi cura di sé

La depressione post-partum è un disturbo serio e invalidante che si ripercuote su tutta la famiglia con conseguenze molto importanti.

La psicoterapia è fondamentale per ridurre la sintomatologia e riportare la paziente a uno stato di benessere psicofisiologico pre-disturbo. Se la sola psicoterapia non dovesse essere sufficiente, il medico o lo psichiatra suggeriranno l’utilizzo di famarci specifici per la persona. La donna che ha un ruolo attivo nel proprio cambiamento, può aiutare la guarigione e le terapie attraverso alcune attenzioni relativamente allo stile di vita. 

Dedicare del tempo a sé stesse garantisce la salute mentale e le capacità e le risorse necessarie per prendersi cura del bambino. 

Una buona qualità del sonno è importantissima per mantenere elevato il tono dell’umore ma anche la concentrazione e le forze. Farsi aiutare dal proprio partner e dalla famiglia per potersi ritagliare dei momenti di relax o di riposo è molto importante e aiuta la neomamma a non spingersi al limite dell’esaurimento.

È possibile far ricorso anche all’utilizzo di tisane ed erbe naturali, da concordare con il proprio medico soprattutto se si prendono farmaci. Questo perché le erbe potrebbero entrare in interazione con i farmaci e far diminuire la loro efficacia. 

Anche praticare sport, l’attività all’aria aperta con gli amici o con il proprio bambino o con il proprio partner e seguire un’alimentazione sana possono giovare alla depressione.

Come prevenire la depressione post partum 

La prevenzione è fondamentale perché, se la depressione non viene trattata, questa interferisce con il normale scambio emotivo tra madre e figlio e con lo sviluppo di uno stile di attaccamento sicuro nel bambino.  

La divulgazione e sensibilizzazione sono attività fondamentali per far conoscere e fornire informazioni scientifiche attuali e recenti inerenti la condizione della depressione post-partum. La divulgazione non solo permette di far conoscere e comprendere meglio questa condizione e la differenza con altri disturbi simili, ma permette anche di far acquisire maggiore consapevolezza del problema e del suo decorso. 

La depressione post-partum è una condizione patologica molto grave che interferisce con la creazione del legame naturale che si forma tra madre e figlio.

Sperimentare vergogna e colpa, per i sentimenti che si provano o per la preoccupazione e la sensazione di incapacità, non deve essere motivo di chiusura.

Devono spingerci a chiedere aiuto, a informarci e a prendere nuove informazioni. Non è un qualcosa di cui bisogna vergognarsi. La depressione post-partum è un disturbo grave tanto quanto altri tipi di depressione per la cui manifestazione concorrono diversi fattori personologici, fisiologici, ambientali e situazionali.

Prevenzione: cosa fare

L’arrivo di un bambino sicuramente è un lieto evento ma non privo di complicazioni e stravolgimenti. Di fondamentale importanza è l’intervento preventivo. 

Le neomamme hanno necessità di sentirsi al sicuro, non giudicate e libere di poter parlare, sfogarsi ed esprimere i propri sentimenti negativi. Come per le neomamme, queste caratteristiche dovrebbero poter valere anche per i neopapà.  

Cosa fare per prevenire o limitare gli effetti della depressione post-partum:

Se non sei tu a soffrire di depressione post-partum ma qualcuno che conosci, puoi incoraggiare la persona a rivolgersi a uno psicologo, un medico. Puoi anche aiutarla nella gestione delle attività domestiche o nell’approccio alla risoluzione dei problemi, offrile supporto emotivo e non giudicarla. 

Depressione post partum: test diagnostici specifici

Per la diagnosi è possibile usufruire anche della somministrazione di alcuni test, per lo più self-report.  

La versione postnatale presenta 39 item e valuta gli stessi fattori della versione precedente con l’aggiunta di altri tre che sono: stress legato all’assistenza del bambino, temperamento del bambino (difficile), baby blues. La donna deve rispondere “si” o “no” alle domande presenti nel questionario. 

Fonti
  1. Niccià, A. (2009). La depressione post-partum.
  2. Agostini, F., Monti, F., & Salvatori, P. (2009). DEPRESSIONE POST PARTUM E INTERAZIONE MADRE–BAMBINO A 3 MESI. International Journal of Developmental and Educational Psychology, 1(1), 29-39.
Exit mobile version