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Ulcera gastrica: che cos’è, cause, sintomi, complicanze, diagnosi e cura

ulcera gastrica: cos'è, sintomi, cause, pericoli, cura e prevenzione

L’ulcera gastrica è una piccola lesione che si sviluppa all’interno della parete dello stomaco. In medicina si parla di ulcera peptica quando riguarda le vie digestive alte e comprende, oltre allo stomaco, anche il duodeno (ulcere duodenali).

In pratica, quando l’ulcera colpisce solo lo stomaco si definisce ulcera gastrica, mentre se interessa solo la prima frazione dell’intestino è chiamata ulcera duodenale.

I sintomi dell’ulcera gastrica sono il dolore nella zona addominale e la sensazione di bruciore allo stomaco che iniziano a stomaco vuoto (tra un pasto e l’altro o durante la notte), migliorano temporaneamente dopo mangiato e possono durare da pochi minuti a diverse ore.

La causa dell’ulcera peptica è soprattutto un’infezione batterica, nello specifico da Helicobacter pylori. Ma anche l’uso prolungato di farmaci antiinfiammatori come l’aspirina o l’abuso di fumo e alcool.

Secondo i dati sarebbero circa 4 milioni le persone che ogni anno soffrono di un’ulcera peptica. In particolare, l’ulcera gastrica colpisce soprattutto dopo i 60 anni, mentre quella duodenale i soggetti più giovani.

Ulcera gastrica: che cos’è

In medicina si parla di ulcera peptica, intendendo una lesione profonda che interessa il rivestimento interno dello stomaco (ulcera gastrica) oppure del duodeno, cioè la prima parte dell’intestino tenue collegata allo stomaco (ulcera duodenale). Se l’erosione è superficiale, invece, si parla di gastrite o duodenite erosiva e non di ulcera.

Tra le funzioni dello stomaco, vi è quella di produrre succhi gastrici, che sono acidi e quindi corrosivi, ma necessari per digerire il cibo e eliminare gli agenti patogeni. La mucosa dello stomaco è pertanto protetta dall’acidità dei succhi e da una speciale membrana che la riveste.

Nello specifico è composta da tre strati: epitelio, lamina e muscolaris mucosae. L’epitelio è formato da cellule che producono muco e bicarbonato e che proteggono la mucosa dalla corrosione dei succhi digestivi.

Quando questo equilibrio si altera, la zona della mucosa “esposta” diventa bersaglio di digestione del succo gastrico. Tale lesione è appunto l’ulcera gastrica.

Ulcera gastrica o peptica?

L’ulcera peptica è una lesione profonda, che forma una piccola cavità nella mucosa dello stomaco, oppure del piloro (apertura tra stomaco e duodeno), del duodeno (primo tratto dell’intestino tenue) o dell’esofago.

In base alla posizione della lesione si definisce ulcera gastrica, quindi allo stomaco, duodenale e esofagea. Colpisce soprattutto la mucosa gastrointestinale poiché si tratta di un tessuto sensibile all’azione dei succhi gastrici.

Succhi gastrici

Normalmente, l’organismo produce i succhi acidi per poter digerire i cibi ed eliminare eventuali microbi. Poiché gli acidi sono molto corrosivi, nello stomaco apposite cellule rilasciano muco che protegge la mucosa.

Il muco, ricco di bicarbonato, mantiene il pH a un valore più elevato, alcalino, di quello dell’acido gastrico.

Così, in condizioni normali, il rivestimento interno dello stomaco tollera gli acidi e si dimostra una barriera impenetrabile per loro. Le cellule epiteliali dell’organo partecipano alla difesa con un ricambio veloce che permette anche la riparazione simultanea di eventuali lesioni.

Tuttavia quando, per varie cause, la produzione di acidi aumenta e quella di muco diminuisce, la barriera mucosa viene alterata.

Dunque la ferita risulta da uno squilibrio tra aggressori, tra cui batteri e sostanze gastro-lesive, e difensori, come un buon flusso ematico. Le pareti dello stomaco vengono così danneggiate e scavate, con perdita di sostanza, fino alla formazione dell’ulcera.

Ulcera gastrica: i sintomi

Sintomi dell’ulcera gastrica sono soprattutto il dolore alla bocca dello stomaco, che può essere sia diurno, sia notturno. Tuttavia, la presenza di un’ulcera gastrica o duodenale non sempre è associata ai sintomi. Infatti, circa il 75% delle persone colpite da ulcere peptiche, non manifesta alcun sintomo oppure avverte un senso di pienezza dello stomaco, difficoltà a digerire e nausea. È possibile però che si verifichi un’anemia dovuta alla perdita di sangue dalla lesione.

Soprattutto nelle fasi iniziali, pertanto, i sintomi possono essere poco specifici come nausea, vomito, mancanza di appetito ed eruttazioni. In altri casi, compaiono subito alcune complicanze come emorragia, perforazione, penetrazione negli organi adiacenti, restringimenti (stenosi). Sono i cambiamenti delle caratteristiche del dolore a indicare spesso le complicanze. Ad esempio:

Un dolore addominale improvviso e generalizzato può indicare una perforazione del viscere in cavità addominale. In questo caso è opportuno avvisare subito il proprio medico.

Bruciori e crampi

L’ulcera procura senso di bruciore e dolore epigastrico, ovvero nella parte superiore e centrale dell’addome. Il dolore, più forte nelle prime ore della notte, può essere trafittivo, urente, sordo e intenso.

Simile a un crampo, a una pressione pesante o a un senso di vuoto, il dolore ulceroso può espandersi anche al dorso. L’ingestione di cibo a volte allevia temporaneamente i sintomi e altre li inasprisce, in particolare nell’ulcera lungo la piccola curvatura.

Il dolore appare a volte mezz’ora dopo il pasto o al massimo entro 2-5 ore, abbinato a senso di pienezza ed eruttazioni. Inoltre, spesso l’ulcera causa inappetenza, con conseguente perdita di peso e malnutrizione.

Infine, l’erosione si accompagna a una sensazione di malessere generale e di peso locale, con cattiva digestione (dispepsia).

Nausea, vomito e feci nere

In alcuni casi, la malattia provoca rigonfiamento dei tessuti, o edema, fino all’intestino tenue. L’edema rende difficile il passaggio del cibo dallo stomaco al duodeno tanto da bloccarlo.

Di conseguenza, dopo i pasti, il soggetto con occlusione dell’intestino avverte meteorismo, nausea e vomito.

Inoltre, l’ulcera può sanguinare determinando vomito di sangue e feci nere. Se il sanguinamento è continuo possono subentrare anche i sintomi dell’anemia, con astenia, debolezza e capogiri.

Diagnosi ed esami

L’esame di prima scelta per la diagnosi dell’ulcera gastrica o duodenale è la gastroscopia (esofago-gastro-duodenoscopia – EGDS), un esame per ispezionare il tratto digestivo superiore.

La procedura prevede l’introduzione nello stomaco e nel duodeno di una sonda, dotata di una piccola telecamera, che si introduce dal naso o dalla bocca. Durante l’esame è possibile anche eseguire un test per rilevare l’eventuale presenza di Helicobacter pylori che si effettua su un pezzetto di tessuto prelevato dallo stomaco.

In caso di ulcera gastrica si esegue anche una biopsia per escludere la presenza di un tumore dello stomaco che, in alcuni casi, può “somigliare” a un’ulcera.

Biopsia e esame radiologico

Con la biopsia, non si esegue solo l’esame istologico, ma si può ricercare l’Helicobacter pylori. Lo “studio baritato del tubo digerente superiore”, o radiografia con contrasto, si effettua con un pasto marcato dal bario. La sostanza fluorescente inserita nel pasto è intercettata dai raggi X.

In base alla velocità del passaggio del mezzo di contrasto è possibile misurare il tempo di svuotamento gastrico e altri parametri. Invece, l’esame radiologico aiuta a definire la gravità e le dimensioni dell’ulcera.

Infine, analisi del sangue e delle feci e l”urea breath test” vengono prescritti nel sospetto di una infezione da Helicobacter pylori.

Cause dell’ulcera gastrica o peptica

A cosa è dovuta l’ulcera gastrica? Nelle persone sane le mucose dello stomaco e del duodeno, come abbiamo visto, sono protette da una serie di barriere. Qualsiasi circostanza che alteri questa protezione (fumo, alcool, farmaci antinfiammatori, infezione da Helicobacter pylori) o che aumenti la produzione di succhi gastrici favorisce la comparsa dell’ulcera.

Spesso, la causa, come abbiamo visto, è una infezione provocata da un batterio, l’Helicobacter pylori, oppure dall’assunzione prolungata di altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’aspirina.

Ma anche il fumo di sigaretta o l’alcol possono irritare e corrodere la mucosa e aumentare la quantità di acido gastrico prodotta, così come lo stress o i cibi troppo piccanti. Certo si tratta di fattori che singolarmente non causano un’ulcera allo stomaco ma possono favorirla, acuirla e ostacolare il processo di guarigione.

Stile di vita

Tanti sono i fattori che possono alterare il rivestimento protettivo, aumentare l’acidità gastrica e contrastare la riparazione della mucosa. Tra questi, numerosi comportamenti alimentari e di vita sbagliati influenzano la comparsa e la progressione dell’ulcera.

Il fumo di sigaretta rallenta lo svuotamento gastrico, riduce la produzione di bicarbonato e aumenta il reflusso dal duodeno allo stomaco. Quindi, i fumatori sono più predisposti all’ulcera dei non fumatori e le loro ferite guariscono più lentamente.

Anche l’abuso di alcol rientra tra i motivi più incisivi della comparsa dell’erosione dato che riduce la quantità di bicarbonato del muco.

Allo stesso modo, l’eccesso di caffè o di sostanze nervine, compreso il cioccolato, stimola la secrezione gastrica e risulta irritante. Però anche l’abbondante assunzione di cibi grassi fa svuotare lo stomaco in tempi più lunghi, esponendolo agli effetti dell’iperacidità.

In caso di gastrite, infiammazione della mucosa, l’ulcera sopraggiunge più facilmente e mostra le stesse alterazioni del rivestimento. Infatti la gastrite, che precede sempre l’erosione, è caratterizzata da una minore emissione di bicarbonato nel muco.

Stress

Anche lo stress è stato messo in relazione con l’ulcera dato che può incrementare la secrezione di acido. Specialmente dopo eventi traumatici, un lutto, incidenti o malattie gravi, il disagio psicologico si può ripercuotere sull’apparato digestivo.

Infatti, in seguito a stress elevato o continuo è possibile che si verifichi la gastrite, la quale anticipa l’erosione della mucosa dello stomaco. Inoltre, una più elevata frequenza di ulcera è stata evidenziata in soggetti con personalità fragile, afflitti da complessi o dipendenze.

Anche l’esposizione a situazioni di forte conflittualità potrebbe avere un ruolo nella comparsa dell’erosione.

Farmaci e Helicobacter pylori

Ma le due cause di ulcera gastrica più comuni sono alcuni farmaci e l’Helicobacter pylori. Molti medicinali, infatti, come aspirina, corticosteroidi e prodotti antinfiammatori non steroidei, o FANS, possono irritare la mucosa dello stomaco.

I FANS abbassano la concentrazione di bicarbonato nel muco e inibiscono la produzione di prostaglandine, sostanze protettive della mucosa.

Invece, i corticosteroidi procurano alterazioni del flusso sanguigno, con un effetto lesivo della mucosa. Tuttavia, nella maggior parte dei pazienti curati con corticosteroidi e FANS non subentra l’ulcera.

L’Helicobacter pylori, invece, è responsabile nel 50% dei casi di ulcera gastrica. Dopo l’infezione, il microrganismo cresce al di sotto della mucosa, nello strato di muco, dove è meno esposto all’acido. Quindi, l’ulcera si verifica perché il germe produce tossine che interferiscono con il sistema gastrico anti-acido.

Tuttavia, numerosi soggetti con infezione da Helicobacter pylori sono asintomatici e altri accusano i disturbi della gastrite, come la cattiva digestione.

Gastrite cronica

La gastrite cronica, a livello dell’antro pilorico, è ancor più collegata all’instaurarsi dell’ulcera. Infatti, la patologia è provocata da reflusso dal duodeno per cui molta della bile secreta da questo invade la mucosa gastrica.

La bile si comporta da acido debole e quindi neutralizza la sintesi di bicarbonato nelle cellule gastriche.

Possibili complicazioni

La maggioranza delle ulcere guarisce senza alcuna conseguenza, ma in alcuni casi possono sopraggiungere delle complicazioni che possono aggravare il quadro complessivo.

Penetrazione

Un primo problema può essere la penetrazione, cioè quando l’ulcera attraversa gli strati muscolari dello stomaco e prosegue in altri organi. Arrivata a fegato, pancreas o altri siti, la lesione provoca un dolore intenso, penetrante e persistente. Inoltre, il sintomo da penetrazione può farsi sentire anche al di fuori dell’area colpita, ad esempio al torace.

Se la terapia farmacologica non riesce a risolvere il disturbo, è necessario l’intervento chirurgico.

Perforazione

L’ulcera può anche perforare la parete anteriore dello stomaco verso la cavità dell’addome e formarvi un’apertura. In questo modo, i succhi acidi gastrici possono invadere lo spazio del peritoneo (peritonite) e provocare danni anche gravi.

In questi casi, l’infezione può diffondersi rapidamente nel sangue e propagarsi ad altri organi.

Il sintomo più comune della peritonite è la comparsa di un dolore addominale improvviso che peggiora gradualmente. In questo caso è necessario contattare subito il proprio medico. Infatti, la perforazione di un’ulcera con peritonite è un’emergenza che richiede il ricovero in ospedale e l’intervento chirurgico.

Emorragia

Quando l’ulcera coinvolge anche un vaso sanguigno può verificarsi un sanguinamento protratto nel tempo. In questo caso non ci sono sintomi evidenti ma la perdita di sangue può causare anemia e, di conseguenza, affaticamento, affanno, pallore e palpitazioni.

Se, invece, l’emorragia è grave e rapida può esserci la comparsa di vomito o di feci di colore nero o con sangue.

Occlusione

L’ostruzione dello sbocco gastrico è una complicanza molto rara anche grazie alla disponibilità di farmaci molto efficaci nel ridurre l’acidità gastrica e l’infezione da Helicobacter pylori.

È causata dalle cicatrici che si formano nel processo di guarigione dell’ulcera allo stomaco, che ostacolano il passaggio del contenuto dello stomaco nel duodeno. Può provocare:

Ulcera gastrica: come si cura?

Il trattamento per l’ulcera gastrica o peptica si basa su farmaci capaci di ridurre l’acidità dei succhi gastrici. Per l’infezione da Helicobacter pylori, invece, è necessario associare anche una terapia antibiotica per debellare l’infezione.

Se l’ulcera, invece, è causata dall’uso di farmaci antinfiammatori (FANS), sarà il medico a valutare la possibilità di usare farmaci alternativi.

Durante la terapia è consigliabile evitare stress, alcol, cibi piccanti e il fumo, per attenuare i sintomi. Tuttavia anche seguire una dieta che eviti alcuni alimenti è sicuramente utile ed è anche una forma di prevenzione.

Dopo la guarigione le ulcere gastriche possono tornare, poiché il tasso di recidiva è discreto, ma se si conosce la causa scatenante è possibile intervenire per tempo.

Acidità gastrica: medicinali

Il tamponamento o la riduzione dell’acidità gastrica si ottiene con farmaci che inibiscono direttamente la produzione di acidi. Infatti, in 4-8 settimane, il trattamento facilita la guarigione, indipendentemente dalla causa, nella gran parte dei pazienti.

Per far diminuire la secrezione di acido gastrico, i farmaci acido-inibitori più comuni sono: famotidina, nizatidina e ranitidina.

Vanno assunti 1 o 2 volte al giorno e sono attivi soprattutto sulla secrezione notturna e dopo i pasti.

La prescrizione di questi composti viene fatta in particolare per l’ulcera da stress o da infezione da Helicobacter pylori.

Antiacidi in farmacia

Gli antiacidi alleviano i sintomi e la loro efficacia varia a seconda della quantità ingerita e della secrezione acida del soggetto. Disponibili in compresse o in forma liquida, questi prodotti da banco sono rapidi farmaci sintomatici ma non guariscono l’ulcera.

Tra loro, i più forti sono il bicarbonato e il carbonato di calcio, da assumere al bisogno e occasionalmente per un breve sollievo. Tuttavia, l’uso continuo di antiacidi, che passano nel torrente circolatorio, può rendere il sangue troppo alcalino e dare nausea, cefalea e debolezza.

Inoltre questi composti contengono molto sale per cui non vanno adoperati dalle persone a regime iposodico, come gli ipertesi.

Quindi gli antiacidi non devono essere presi a lungo, di continuo e in grandi quantitativi.

Un antiacido diffuso è l’idrossido di alluminio o di magnesio; quest’ultimo è più efficace e dà effetti collaterali solo se preso oltre le 4 dosi di 1-2 cucchiai al giorno raccomandate. Infatti, con il surplus del prodotto, i movimenti intestinali, la peristalsi, accelerano, provocando diarrea.

Alternativa agli antiacidi

Alternativo agli antiacidi è il sucralfato, che forma uno strato protettivo sul fondo dell’ulcera, facilitando la guarigione. Il prodotto, che va preso 2-4 volte al giorno, non viene assorbito in circolo e non dà effetti collaterali, se non un’eventuale stipsi. Il misoprostolo, invece, può diminuire la probabilità di ulcere da FANS ed è indicato per anziani e pazienti in terapia steroidea.

Inoltre, il sucralfato riduce il secreto acido e rende il rivestimento dello stomaco più resistente ai succhi gastrici.

Può però provocare diarrea e disturbi digestivi nel 30% dei soggetti e indurre aborto spontaneo nelle donne in gravidanza.

Ulcera gastrica: intervento chirurgico

Per l’ulcera, ormai ci sono poche indicazioni per la chirurgia, vista la capacità dei farmaci di cicatrizzare e dell’endoscopia di arrestare l’emorragia.

Tuttavia, l’intervento in sala operatoria occorre per le complicanze che non rispondono ai farmaci, come le recidive di ostruzione o di sanguinamento. Ma l’intervento chirurgico può arrecare problemi, come perdita di peso e digestione difficile, e non debellare l’ulcera definitivamente.

Come prevenire?

Per prevenire è importante adottare stili di vita più salutari come una dieta corretta, attività fisica, tenere a bada lo stress, non fumare e limitare il consumo di bevande alcoliche. Inoltre, una delle prime cose da fare è riuscire a riconoscere quali cibi provocano un peggioramento dei sintomi, come il bruciore di stomaco. Per questo è bene evitare un’alimentazione troppo ricca di grassi e proteine e povera di carboidrati, ma anche troppo sale o cibi troppo saporiti.

Nelle fasi acute della malattia, è utile fare pasti piccoli e frequenti, mentre in caso di bruciore a stomaco vuoto, mangiare qualche cracker (non salati) o la crosta del pane può dare sollievo.

È bene anche mangiare lentamente, masticando con calma e preferire cotture semplici, come quella al vapore, al cartoccio e in forno.

Meglio evitare gli alimenti che prevedono impanatura, frittura e, in generale, abbondanti quantità di grassi (olio, burro, ecc.) e lunghi tempi di cottura.

Quindi, per non incorrere nell’ulcera, è valido il suggerimento di evitare o almeno limitare comportamenti negativi per lo stomaco. Una dieta preventiva dovrebbe essere costituita da alimenti in grado di spegnere l’eventuale bruciore e l’acidità, come le banane.

Invece a tavola non dovrebbero arrivare ingredienti irritanti, tra cui:

Comunque, in linea di massima, adottare la tipica dieta Mediterranea può essere un deterrente per la comparsa dell’erosione.

Altra norma è quella di mantenere il sistema immunitario in buona salute, contro infezioni da virus e batteri. Infatti, le difese dell’organismo devono essere pronte a debellare soprattutto l’Helicobacter pylori, principale responsabile dell’ulcera.

Dieta per ulcera gastrica

Diete leggere potrebbero aiutare a ridurre la produzione di acido, ma non ci sono prove che accelerino la guarigione o prevengano recidive.

Un tempo, l’alimentazione era considerata un mezzo di cura dell’ulcera. Oggi non è più così, afferma Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista dell’Università Campus Biomedico di Roma.

Infatti, la svolta è avvenuta con la scoperta dell’ Helicobacter pylori e dei farmaci specifici per la patologia.

Comunque il nutrizionista consiglia comportamenti alimentari adeguati durante la fase acuta dell’ulcera e nelle ricadute.

Infatti, i soggetti dovrebbero ridurre il volume del cibo e fare 5 pasti al giorno, con 2 spuntini, oltre colazione, pranzo e cena.

Suddividendo così l’introito alimentare, lo stomaco è meno impegnato in processi digestivi elaborati. Inoltre, per gli ulcerosi è tassativo rinunciare ad alimenti troppo grassi che rallentano lo svuotamento gastrico.

Cibi da evitare

Formaggi, insaccati, condimenti, compreso l’olio, rimanendo a lungo nello stomaco, possono dare digestione lenta e nausea.

Il gastroenterologo dice “no” anche ai prodotti irritanti, come alcolici, bevande gassate e fritti, che infiammano la ferita e stimolano dolore.

Invece il professor Piretta raccomanda, sempre nelle acuzie dell’ulcera, i cibi alcalini che contrastano l’acidità, come la zucca.

In proposito, altre scuole di pensiero, come la naturopatia, suggeriscono il consumo abbondante di sostanze ad azione alcalina.

Riso, pasta, patate, carote, fiocchi di latte, yogurt e fichi dovrebbero rientrare nella dieta antiacido.

Pesce magro, carne bianca e verdure facilmente digeribili, come carote e zucchine, possono essere consumati senza controindicazioni. Inoltre, tra le varie cotture, vanno scelte quelle a vapore o in padella, con poco olio, che impegnano meno lo stomaco.

La frutta, del tipo più dolce, andrebbe preferita cotta perché più digeribile. Invece, tra le bevande, sono raccomandate le centrifughe di verdura, i succhi di frutta molto diluiti e le tisane.

A parere dei naturopati, il succo di papaya potrebbe intervenire, come l’enzima pepsina, nella digestione delle proteine e di alcuni amidi. Così la bevanda potrebbe limitare l’ulcera legata all’abuso di aspirina.

Invece, il latte è ambivalente perché da una parte incrementa la secrezione gastrica e dall’altra il pH dello stomaco. Mentre la verdura amara, come la rucola, favorisce la produzione di succhi gastrici, quella dolce avrebbe un potere tampone.

La banana potrebbe rinforzare il rivestimento dello stomaco, l’avocado decongestionare la mucosa gastrica e i fiocchi d’avena lenirla.

Cure anti stress

Invece alcune persone trovano sollievo all’ulcera combattendo lo stress, che contribuisce ad aumentare i succhi gastrici e a formare l’erosione. Ad esempio, chi ha un lavoro frenetico o vive momenti difficili è più esposto alla patologia, in questo caso analoga a una malattia psicosomatica.

Infatti, per molti, l’organo bersaglio su cui convogliare le tensioni è lo stomaco sul quale si abbattono acidità e spasmi, simili a una morsa. 

Tecniche di rilassamento, come il training autogeno, la meditazione e la visualizzazione, permettono di decontrarre i muscoli, anche quelli dell’apparato digerente.

Rilassando la muscolatura addominale, la digestione migliora e, con il concorso delle endorfine rilasciate, lo stomaco ritrova benessere.

Inoltre, con lo yoga o uno sport soft, si può eliminare il pensiero negativo e quindi far uscire dal corpo la corrispondente energia, liberando la mente. Infatti, l’affluire di pensieri positivi, grazie alle pratiche antistress, distoglie da idee ossessive che colpiscono lo stomaco

Con il relax, si contrasta la somatizzazione di ciò che non si accetta, logora e non si digerisce e che può tradursi nell’erosione. Anche chi è molto ansioso, per preoccupazioni o problemi esistenziali, può imparare a gestire i propri fattori stressanti.

Infine, i sentimenti negativi e dannosi, all’origine di stress e ansia, possono essere dominati tramite la psicoterapia.

Ulcera gastrica: cibi si e cibi no 

Buone abitudini di vita possono essere d’aiuto per i sofferenti di ulcera. Una quantità esagerata di cibo va evitata in ogni modo e in qualunque momento. Infatti, l’eccesso di alimenti accresce la pressione nello stomaco e provoca: reflusso gastroesofageo, senso di pienezza, acidità.

Inoltre, lo stomaco non sopporta i cibi troppo caldi o ghiacciati e le grandi abbuffate, una volta al giorno.

Al contrario, l’organo digerisce facilmente piccoli pasti frequenti e gli alimenti masticati bene, senza fretta e in un ambiente rilassante.

L’attività dell’organo della digestione viene stimolata troppo da cibi molto piccanti o fritti. Secondo alcuni nutrizionisti, per lo stesso motivo, dovrebbero essere aboliti i prodotti lievitati e molto zuccherati.

Anche gli alimenti acidi, come il succo d’arancia, gli alcolici, il caffè e il tè sono irritanti per la mucosa. Allo stesso modo si comportano le bibite con gas o cola, il brodo di carne e le spezie, che vanno eliminati.

Tuttavia, le mele hanno la capacità, appena ingerite, di indurre il rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore e quindi il reflusso. Invece gli ingredienti grassi, tra cui intingoli, salumi e carne rossa, ritardano lo svuotamento gastrico e sono perciò da escludere.

I soggetti con ulcera dovrebbero anche astenersi dal consumare certe marmellate che sono eccito-secretrici a causa dei coloranti contenuti.

Nella lista dei cibi nemici dell’ulcera rientrano anche verdure di difficile digestione, come: cavolfiore, funghi e porri.

Chi ha l’ulcera dovrebbe smettere di fumare, in quanto il fumo è deleterio per la mucosa gastrica.

Spesso l’iperacidità è associata anche a eccessiva tensione o a stress, che devono essere risolti con esercizi fisici o pratiche di rilassamento.

Ulcera gastrica: epidemiologia

L’ulcera gastrica, anche se meno diffusa di quella del duodeno, ha un notevole impatto sociale. Tuttavia, negli ultimi 30 anni, l’incidenza della malattia nel mondo è diminuita, grazie alla scoperta delle cause e delle cure farmacologiche.

In effetti, mentre nel 1990 si sono verificati 327.000 decessi per ulcera gastrica, nel 2013 questi sono diminuiti a 301.000.

Il 10% della popolazione delle nazioni occidentali è affetta da gastrite, che può predisporre all’ulcera. Però solo il 2% dei soggetti dei Paesi sviluppati manifesta ulcera in forma attiva.

Invece, il 6-15% delle persone presenta una sintomatologia compatibile con la malattia, ma che va distinta dai disturbi funzionali.

Popolazione più colpita

L’ulcera gastrica è più frequente in Oriente, soprattutto in Giappone dove è alta anche la presenza del tumore gastrico.

Inoltre, il sesso maschile è più colpito di quello femminile, con un rapporto di 3 uomini contro 1 donna.

La massima insorgenza della patologia avviene verso i 40-50 anni d’età, quindi ancora nel periodo di attività lavorativa. Inoltre, in media, l’età dei pazienti sofferenti di ulcera gastrica è di 10 anni inferiore a quella dei malati della forma duodenale.

Rispetto all’infezione da Helicobacter pylori, causa principale di ulcera, la percentuale di individui colpiti sale in relazione all’età: 20% a 20 anni, 30% a 30 anni e così via.

Nel Terzo Mondo, si stima che l’agente patogeno infetti il 70% della popolazione e nel resto della Terra al massimo il 40%. Tuttavia, il miglioramento delle condizioni di vita ha portato a una riduzione dell’infezione da Helicobacter pylori e quindi dell’ulcera.

La malattia è stata rilevata soprattutto in soggetti di classi sociali inferiori, in cui prevalgono standard di vita sfavorevoli, come le privazioni. Il motivo di questa prevalenza è tuttora allo studio ma sembra che sia connesso in particolare ad abitudini alimentari scorrette.

Anche i comportamenti a rischio, come fumare e bere alcolici, delle persone a minor reddito potrebbero determinare lo sviluppo dell’ulcera.

Infine, altri fattori possibili per contrarre la malattia sarebbero la predisposizione genetica e l’appartenenza al gruppo sanguigno 0.

Con la consulenza di Rosanna Ercole Mellone, divulgatrice della nutrizione. 

Fonti:

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