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Sclerosi multipla: che cos’è, sintomi, diagnosi e cura

sclerosi multipla: cause, sintomi e cura

La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica e neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. Inoltre, è una malattia autoimmune in quanto le difese immunitarie aggrediscono la guaina mielinica che protegge i nervi. La sclerosi multipla può quindi colpire il cervello, il midollo spinale ma anche il nervo ottico. 

Si tratta di una patologia complessa, ma non è contagiosa e grazie ai progressi della ricerca raramente è mortale.

I sintomi della sclerosi multipla sono molto diversi tra loro e variano da persona a persona e anche nello stesso soggetto. Infatti, le diverse lesioni della mielina sono distribuite in differenti zone del corpo. I disturbi più comuni sono: fatica, mancanza d’equilibrio, calo della vista e difficoltà motorie.

Possono manifestarsi singolarmente oppure combinati, con una durata e intensità anche molto diversi. Alcuni sintomi sono comuni ad altre malattie, per questo motivo arrivare a una diagnosi è spesso un percorso lungo e difficile.

La sclerosi multipla è una malattia cronica e al momento non esiste una cura definitiva ed efficace. Tuttavia, sono disponibili numerose terapie che possono modificare il suo andamento e ne rallentano la progressione migliorando la sintomatologia e la qualità di vita di chi ne è affetto.

Infine, molto promettenti sono le ricerche sulle cellule staminali che sono capaci di rigenerarsi all’infinito e di rinnovare altre cellule.

Nel mondo, ci sono circa 3 milioni di malati di sclerosi multipla e in Italia, oltre 122.000 (colpisce 1 persona su 500). In Sardegna, c’è la percentuale più alta con 1 caso ogni 250 persone. Inoltre, la malattia colpisce soprattutto le donne giovani, con una prevalenza dai 20 ai 40 anni.

La SMRR – sclerosi multipla a decorso recidivante e remittente è la più diffusa, nell’85 % dei casi. La risonanza Magnetica è l’esame di riferimento per scoprire le sclerosi mieliniche.

La dieta Mediterranea, a base di olio d’oliva, vegetali e pesce, sembra aumentare il benessere dei pazienti.

La giornata mondiale della SM (World MS Day), stabilita dalla Federazione Internazionale della Sclerosi Multipla, è il 30 maggio.

Sclerosi multipla: che cos’è

La SM è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, con esiti importanti, a volte mortali. La patologia non è contagiosa e risulta cronica e di tipo infiammatorio, spiegano gli specialisti dell’AISM-Associazione Italiana Sclerosi Multipla.

La causa della SM non è nota, ma si ritiene che sia una malattia autoimmune. Nella patologia, infatti, il sistema immunitario attacca la mielina, protettiva delle fibre nervose, interrompendo le informazioni lungo i nervi. Quindi, la SM è caratterizzata da lesione o distruzione di aree di mielina, dette placche, e delle fibre nervose sottostanti.

Demielinizzazione: che cos’è

Il termine “sclerosi multipla”, o SM, è riferito alle zone di cicatrizzazione (o sclerosi, indurimento) formate dalla demielinizzazione.

La sclerosi multipla viene chiamata anche sclerosi a placche o disseminata oppure polisclerosi.

Infatti, il processo patologico colpisce la “materia bianca”, fasci di fibre nervose, che uniscono l’encefalo al midollo spinale, rivestiti da mielina. Le conseguenze della demielinizzazione, quindi, a livello di occhi, encefalo e midollo spinale, sono rappresentate da numerosi disturbi, anche gravi. 

In pratica, la maggior parte delle fibre nervose è ricoperta da numerosi strati di tessuto, formato da un grasso, detto mielina. L’involucro isolante, costituito da più strati è chiamato guaina mielinica, permette la conduzione degli impulsi elettrici lungo la fibra nervosa.

Quindi, il meccanismo di trasmissione, veloce e preciso, si inceppa se la guaina mielinica è danneggiata. Tuttavia, la guaina mielinica rovinata può ripararsi e rigenerarsi per cui il nervo sottostante può tornare a funzionare normalmente.

Se invece la guaina è distrutta gravemente, la fibra nervosa può morire, con danni irreversibili. Le malattie che provocano la demielinizzazione del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) sono definite primitive. Infatti, queste patologie demielinizzanti non presentano cause certe.

Del gruppo, la sclerosi multipla è la più comune e diffusa. Ad oggi non esiste alcuna cura per la SM, ma sono disponibili trattamenti che aiutano a rallentare il decorso della patologia, informa l’AISM.

Sintomi della sclerosi multipla

Non esistono due pazienti che manifestino gli stessi sintomi. In base alla localizzazione delle fibre nervose demielinizzate, infatti, la sintomatologia cambia notevolmente, anche nello stesso paziente. I sintomi, spesso intermittenti, possono interessare uno o più distretti del corpo.

La sclerosi multipla determina sintomi sensitivi, che riguardano sensazioni anomale nel corpo e motori, con disturbi del movimento.

Tra gli altri, affaticamento, debolezza, calo della vista, disturbi visivi e formicolii possono presentarsi insieme o singolarmente.

Infatti, le oscillazioni dipendono da lesioni alla guaina mielinica, che vengono riparate, e da successive lesioni in altre parti del sistema nervoso. Quando sono danneggiate le fibre nervose che trasportano i messaggi sensitivi, si manifestano alterazioni della sensibilità, le prime ad apparire.

Parestesie, formicolii, dolore, bruciore e prurito si verificano soprattutto a livello degli arti, del tronco e del volto. Anche al principio della sintomatologia, si possono accusare capogiri e vertigini.

Disturbi oculari

Alcuni pazienti possono avere solo disturbi oculari, che sono dovuti all’infiammazione del nervo ottico, o neurite ottica. Nell’occhio, la SM può determinare perdita parziale della vista o sintomi, come il dolore monoculare.

Inoltre, fanno parte del corredo sintomatico visivo della SM anche la vista ridotta o offuscata e la perdita della visione centrale.

Infine, i movimenti oculari possono essere scoordinati e provocare diplopia, cioè visione doppia.

Disturbi sessuali

In merito all’attività sessuale, la sclerosi multipla provoca difficoltà a raggiungere l’orgasmo. 

Con la SM, nella donna, sopravviene mancanza di sensibilità della vagina e, nell’uomo, impotenza sessuale.

SM: muscoli e nervi 

Se nella malattia sono demielinizzate le fibre nervose che conducono segnali ai muscoli, vengono avvertiti sintomi motori. Innanzitutto, il paziente prova debolezza e movimenti impacciati e, in seguito, difficoltà a camminare e a mantenere l’equilibrio.

In genere, con la SM sopraggiungono:

Man mano che la malattia avanza, la debolezza muscolare e la spasticità possono interferire con la deambulazione, che al limite diventa impossibile. 

La sclerosi multipla può produrre una paralisi parziale o completa e rendere il linguaggio lento, incerto e inceppato.

Anche i nervi che controllano la minzione e l’evacuazione possono essere danneggiati dalla SM. Nei pazienti, il controllo degli sfinteri è alterato, con stipsi, maggior frequenza e urgenza della minzione o ritenzione dell’urina. Infatti, in situazioni estreme, i soggetti possono essere afflitti da incontinenza urinaria e fecale.

Segno di Lhermite 

Se è colpita la parte posteriore del midollo spinale a livello cervicale, quando il paziente piega il collo in avanti, sente una scossa elettrica chiamata segno di Lhermitte.

Lo spiacevole formicolio si propaga lungo la schiena, fino alle gambe o a un braccio, oppure lungo un lato del corpo. Tuttavia, la particolare sensazione viene avvertita dal soggetto per un momento oppure finché tiene il collo piegato e scompare a collo raddrizzato.

Sintomi psicologici

Inoltre, sono presenti anche sintomi psicologici o di natura neurologica, avvisano gli specialisti AISM.

Ad esempio, sbalzi di umore anticipano ansia e depressione o euforia inappropriate. Pianto o riso senza motivo rivelano invece l’incapacità del paziente di controllare le emozioni.

Alla malattia conclamata, possono essere attribuiti anche disturbi cognitivi velati o palesi. Invece, in fase molto avanzata e in casi ristretti, possono comparire demenza o mania, con esaltazione eccessiva.

Cause della sclerosi multipla

L’origine della sclerosi multipla non è conosciuta, tuttavia negli anni sono state scoperte alcune condizioni che la favoriscono.

Comunque la malattia è ritenuta multifattoriale perché nel suo sviluppo sono coinvolti più elementi. La SM potrebbe derivare da una combinazione di fattori infettivi, genetici e ambientali, come indicano gli esperti dell’AISM.

Immunologia 

La patologia sarebbe connessa ad una reazione autoimmune, che produce un attacco diretto contro i tessuti dell’organismo stesso. Di norma, linfociti e altre cellule del sistema immunitario, circolando nel sangue, affrontano gli agenti patogeni pericolosi.

Per distruggere virus, batteri e altri nemici, le cellule di difesa possono anche liberare anticorpi e sostanze chimiche. Invece, nella SM, i componenti del sistema immunitario riescono a superare lo “scudo” protettivo della barriera ematoencefalica del tessuto nervoso.

Quindi, all’interno, le cellule difensive si trasformano in aggressori che scambiano per patogeni i tessuti nervosi e innescano l’infiammazione. Infatti, l’alterata reazione sfocia nel processo infiammatorio che porta alla distruzione della mielina e a gravi danni della fibra nervosa.

Studi in corso stanno esaminando l’interazione tra infiammazione e neurodegenerazione, per valutare le implicazioni del sistema immunitario nella genesi della malattia. Del resto, altre ricerche indicano che la SM deriverebbe da un processo infiammatorio.

Studi epidemiologici indicano che il sovrappeso e l’obesità potrebbero aggravare la prognosi della patologia fin dalla diagnosi.

L’eccesso, soprattutto in età puberale, comporta una condizione metabolica alterata, collegata con l’infiammazione.

Infezioni 

A scatenare la SM, potrebbero intervenire dei virus, come l’herpes o l’Hiv, suggerisce l’AISM.

Uno studio americano del 2015 ha indicato il virus di Epstein-Barr, causa della mononucleosi, come potenziale responsabile della malattia. Infatti, il microrganismo, contratto in età giovanile e silente nell’organismo, nell’adulto potrebbe riattivarsi di nuovo nel sistema nervoso centrale. Non solo, anche rosolia, morbillo e parotite sono stati messi in relazione con la SM.

Tuttavia, il contagio precoce con i virus nell’infanzia potrebbe proteggere dalla SM in quanto preparerebbe a una risposta efficace dell’organismo. Il riscontro di una formazione (bande oligoclonali), dovuta ai virus, nel liquido cerebrospinale dei pazienti sarebbe una prova della genesi virale

Fattori genetici

Anche l’ereditarietà sembra avere un ruolo nell’insorgenza della sclerosi multipla, ma in modo relativo. Infatti, la patologia non è geneticamente trasmissibile, ma si possono ereditare alcune variazioni dei geni che ne aumentano il rischio. La malattia compare con maggior probabilità nei portatori di alterazioni di determinati indicatori genetici delle proteine. 

Infatti, questi antigeni leucocitari umani, o HLA, aiutano l’organismo a distinguere le proprie cellule da quelle estranee. Se difettosi, gli HLA, presenti sulla superficie delle cellule, implicano la reazione autoimmune.

La predisposizione alla SM non conduce per forza alla sua comparsa.

Tuttavia la familiarità può portare ad una maggiore incidenza di sclerosi multipla tra consanguinei, pur sempre bassa.

Infatti, solo il 5% dei pazienti ha un fratello colpito dalla patologia e circa il 15%  di questi un parente stretto malato.

Cause ambientali 

Invece, l’ambiente è un fattore considerato rilevante per lo sviluppo della sclerosi multipla. Sembra che il luogo in cui si sono trascorsi i primi 15 anni di vita sia determinante sulla possibilità di soffrire della malattia.

In effetti, la sclerosi multipla si manifesta in 1 persona su 200 nei paesi a clima temperato. Al contrario, solo 1 soggetto su 10.000, nei Paesi a clima tropicale, presenta la patologia. Più ci si avvicina all’Equatore e meno casi si riscontrano, tanto che chi è cresciuto in questa zona difficilmente si ammala.

Particolarmente rilevante il fatto che il clima in cui si è vissuto negli ultimi anni non incide sulla comparsa della patologia.

Il fenomeno sarebbe dovuto a una scarsa esposizione al sole durante l’anno e, di conseguenza, a bassi livelli ematici di vitamina D. Secondo analisi, assunzione e produzione ridotte della vitamina sono un rischio elevato di SM per chi non si espone al sole.

Altre possibili cause della sclerosi multipla

Altre ipotesi sull’insorgenza della sclerosi multipla, in attesa di conclusioni, sono: 

Infine, le persone con diabete 1, malattie della tiroide e infiammatorie dell’intestino avrebbero una probabilità più elevata di contrarre la SM.

Le varie forme di sclerosi multipla

Nel paziente, l’infiammazione, che porta alla demielinizzazione, può ridursi e la mielina ricostituirsi spontaneamente. In genere, la riparazione dei danni avviene nelle prime fasi della sclerosi multipla, ma in modo incompleto. Tuttavia in questa circostanza, anche i sintomi possono regredire e scomparire.

Invece, quando il deterioramento raggiunge le fibre nervose, il recupero delle stesse non è possibile.

Dalla fase infiammatoria, la malattia passa così alla forma cronica, caratterizzata da cicatrici, o sclerosi. 

Sindrome Clinicamente Isolata (CSI)

Prima della malattia conclamata, esiste una condizione che potrebbe o meno sfociare in sclerosi multipla. Infatti, gli specialisti definiscono CIS-Sindrome Clinicamente Isolata la comparsa di un segnale neurologico, che dura più di un giorno.

I soggetti con CIS, legata ad un fatto di demielinizzazione del sistema nervoso centrale, non vanno necessariamente incontro alla SM. Una diagnosi predittiva può essere la risonanza magnetica che evidenzia lesioni o cicatrici nel cervello.

Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS)

La RIS-Sindrome Radiologicamente Isolata comprende soggetti che ad una risonanza magnetica mostrano lesioni tipiche della SM. Gli interessati arrivano all’esame per sintomi diversi da quelli della sclerosi multipla, come mal di testa o un trauma cranico. Privi di sintomatologia caratteristica della SM, ai soggetti viene comunque riscontrata la presenza di alterazioni nel cervello.

Nella corteccia o nella sostanza bianca cerebrali, la risonanza magnetica rileva demielinizzazioni che non significano sclerosi multipla in atto.

A parere di alcuni neurologi, la presenza di cicatrici può dimostrarsi positiva in quanto obbliga a controlli successivi. Infatti, nel giro di pochi anni, è possibile escludere la malattia o fare diagnosi di SM tempestiva.

Nel Nord America e in Europa, si stanno svolgendo sperimentazioni per dimostrare i vantaggi di trattare la SM prima che si manifesti.

Sclerosi Multipla a decorso recidivante e remittente (SM-RR)

La SM- RR- sclerosi multipla a decorso recidivante e remittente riguarda l’85% dei casi.

Le persone alternano periodi di benessere parziale, o remissioni, con altri di riacutizzazione della malattia, o ricadute. Questo stadio di SM viene suddiviso in “attivo”, con ricadute oppure rilievi della malattia alla risonanza, o “non attivo”.

Un’altra distinzione valuta la SMRR con peggioramento, ovvero un aumento dei disturbi di disabilità dopo una ricaduta, o senza peggioramento.

Sclerosi Multipla secondariamente progressiva (SM-SP)

La SMSP-Sclerosi Multipla secondariamente progressiva potrebbe essere  la fase successiva a quella SMRR.

Il soggetto, inizialmente con forma recidivante e remittente, potrebbe peggiorare fino ad arrivare alla disabilità. La grave situazione si rivela persistente e progredisce nel tempo. 

Anche la SMSP può essere differenziata in attiva e non attiva e in progressiva o non progressiva.

Sclerosi multipla primariamente progressiva (SM-PP)

Per SMPP-Sclerosi Multipla primariamente progressiva, si intende la malattia con peggioramento delle funzioni neurologiche già dall’inizio. La forma interessa il 15% dei pazienti e può essere divisa in attiva, con ricadute occasionali, o non attiva.

Inoltre la SMPP può essere progressiva, con peggioramento nel tempo, con o senza ricadute, e non progressiva.

Diagnosi della sclerosi multipla

Dal momento che i sintomi variano notevolmente, i medici non riconoscono sempre la SM negli stadi iniziali. Nei giovani, si può sospettare la malattia se hanno un improvviso disturbo della vista o del movimento oppure sensibilità agli arti.

Inoltre, la diagnosi può essere supportata dal susseguirsi di fasi di remissione e di recidiva e dalla oscillazione dei sintomi.

Esame dell’occhio

L’esame del fondo dell’occhio, o retina, con un oftalmoscopio permette di vedere il nervo ottico infiammato oppure pallido.

Esami obiettivi del medico 

Anche l’esame obiettivo del soggetto può servire per valutare il sistema nervoso e, nel caso, la presenza della patologia. Nessun test singolo è decisivo, ma le analisi di laboratorio permettono di distinguere la SM da altre malattie con sintomi simili. Infatti, la diagnosi differenziale va fatta con malattie infettive, come la neurosifilide, e patologie infiammatorie croniche, tra cui le vasculiti.

La sclerosi multipla deve essere distinta da altre malattie demielinizzanti infiammatorie, come la polineuropatia e la malattia di Devic o neuromielite ottica.

Anche le malattie del metabolismo e la carenza di vitamina B12 possono dare sintomi analoghi a quelli della SM.

In sintesi, per la diagnosi, lo specialista neurologo ha a disposizione tre tipi di indagine, come prospetta l’AISM:

Puntura lombare

Per controllare l’infiammazione cronica del liquor cerebrospinale, può essere effettuata una rachicentesi, cioè una puntura lombare. Nel fluido, i globuli bianchi e il contenuto proteico possono essere più alti del normale. Anche la concentrazione di anticorpi nel liquor può essere elevata. Particolarmente rilevante il fatto che nel 90% dei malati si rinviene un quadro anticorpale specifico.

Risonanza magnetica

Per la diagnosi o la conferma di sclerosi multipla, la RM-Risonanza Magnetica è la metodica migliore e più utilizzata.

Infatti, la tecnica per immagini in genere rivela zone di demielinizzazione (lesioni o placche) nel cervello e nel midollo spinale. Uno strumento ulteriore è la RM praticata con un mezzo di contrasto paramagnetico, somministrato per via endovenosa.

Il gadolinio consente di distinguere le aree di demielinizzazione recente e di infiammazione attiva da quelle di vecchia data. Alla RM con contrasto, le zone demielinizzate risultano brillanti e di forma oblunga o tondeggiante.

Comunque la RM non mostrerebbe il grado reale delle alterazioni da SM.

Spettroscopia di RM e tomografia

Per definire meglio le lesioni, si sperimentano nuovi esami, come la spettroscopia di RM e la tomografia a emissione di positroni. Lo studio dei potenziali evocati può essere eseguito soprattutto per evidenziare lesioni anche piccole del nervo ottico.

Gli stimoli sensoriali, come i lampi di luce, vengono impiegati per stimolare aree del cervello le cui risposte elettriche sono registrate.

Nei soggetti con SM, la reazione del cervello agli impulsi può essere rallentata. La causa del rallentamento risiede nel difetto nella conduzione degli stimoli lungo le fibre nervose demielinizzate.

Per avere la certezza della sclerosi multipla, è fondamentale ripetere più volte esami come la risonanza magnetica. Infatti le lesioni devono dimostrarsi diffuse in varie zone del sistema nervoso centrale, con la disseminazione spaziale.

Per la conferma di SM, occorre anche riscontrare la disseminazione temporale, con le alterazioni manifestate in tempi diversi.

Prognosi della sclerosi multipla

L’andamento della sclerosi multipla è imprevedibile in quanto la malattia regredisce e progredisce in modo indefinito, concorda l’AISM.

Tuttavia si possono evidenziare quadri sintomatologici specifici e progressivi per le varie forme.

Evoluzione possibile nelle diverse forme di SM

Nella SMRR, si presentano sintomi stabili nelle recidive che si ingenerano spontaneamente oppure a seguito di un’infezione, come l’influenza. Infatti, ricadute e sintomi più gravi possono essere determinati da:

Invece, nella forma progressiva primaria, la malattia evolve gradualmente senza remissioni, anche se possono esserci fasi di stabilizzazione transitoria.

Invece, lo stadio progressivo secondario inizia con recidive alternate a remissioni, seguite da una graduale progressione.

Nella forma progressiva ricorrente, più rara, la graduale evoluzione viene interrotta da recidive improvvise.

Nel 20% dei  casi, la malattia consiste in un solo attacco dopo il quale la sclerosi progredisce in modo lieve o rimane stabile.

Molto raramente, subito dopo la comparsa dei sintomi, la patologia si aggrava velocemente, portando a grave disabilità o al decesso.

Il 50% dei pazienti con SMRR nel giro di 10 anni passa al tipo secondario progressivo della malattia. La disabilità peggiora in proporzione all’incremento del numero e della frequenza delle recidive ma a volte rimane stabile.

Infine, la maggior parte dei soggetti colpiti da SM conduce una vita normale, senza compromissione delle attività. Solo una piccola percentuale di pazienti ha bisogno della sedia a rotelle.

Previsione di vita

Rispetto ai sani, le persone sofferenti di SM presentano un rischio doppio di morte precoce, soprattutto chi si ammala in giovane età. Tuttavia, le percentuali di decessi per SM si sono ridotte negli ultimi anni.

Una ricerca dell’Università Manitoba in Canada ha preso in esame 5.797 malati e 28.807 sani, tutti dello stesso sesso e d’identica età.

I soggetti con sclerosi multipla sono vissuti in media per 76 anni, contro gli 83 degli individui sani.

Quindi il 44% dei malati è deceduto in seguito alla patologia o alle sue complicanze. Mentre, malattie respiratorie o del sistema circolatorio e cancro sono state le cause secondarie principali di morte nei pazienti. 

In conclusione, la SM non influisce troppo sulla durata della vita, che al massimo si può accorciare di 10 anni.

Lo studio ha anche evidenziato che altre malattie, come diabete o epilessia, non sono determinanti per accorciare la vita dei malati di SM. Tuttavia per migliorare la sopravvivenza delle persone con sclerosi multipla è opportuno considerare e trattare le altre malattie. 

Infine, le donne con SM in gravidanza non hanno peggioramenti o manifestazioni particolari, ma dopo il parto possono subire una recidiva.

Cura

Ad oggi, nessuna cura per la SM è universalmente efficace, ma molte attenuano i sintomi e rallentano il progredire della malattia, concorda l’AISM.

Cura farmacologica 

Corticosteroidi

La terapia usata da più tempo è a base di corticosteroidi, prescritti per brevi periodi, per combattere i sintomi della fase acuta. Di solito, il Prednisone viene somministrato per via orale e il Metilprednisolone per via endovenosa.

I casi di infiammazione del nervo ottico,  senza altri sintomi di sclerosi multipla, possono giovarsi  dei corticosteroidi per via endovenosa.  

Al contrario, in questi pazienti l’assunzione dei farmaci per bocca potrebbe provocare lo sviluppo di altri sintomi della malattia. Infatti, Il meccanismo d’azione dei corticosteroidi sembra riguardare la soppressione del sistema immunitario.

Purtroppo, questi medicinali riducono la durata delle recidive ma non bloccano la progressione della patologia a lungo termine. I corticosteroidi vengono usati raramente per lunghi periodi di tempo in quanto possono dare effetti collaterali.

Tra le conseguenze date da Prednisone e simili, ci sono:

Perciò la terapia con corticosteroidi viene incominciata e sospesa secondo il bisogno.

Farmaci: per bocca o terapie endovenosa

BETA-INTERFERONE

Il beta-interferone per iniezione riduce la frequenza delle recidive acute e serve per la prevenzione o il rallentamento della disabilità. Non efficace nella SM secondaria progressiva, senza esacerbazioni, il prodotto è adatto anche in gravidanza e nell’allattamento.

FINGOLIMOD

Invece, chi non risponde al beta-interferone o ha la SMRR grave ad evoluzione rapida può essere trattato con Fingolimod. Preso per bocca, il prodotto funziona con un nuovo meccanismo, che ostacola l’attacco del sistema immunitario a quello nervoso centrale.

TERIFLUNOMIDE

Per via orale, soprattutto nella SMRR, risulta antinfiammatorio un immunosoppressore ad azione selettiva, il Teriflunomide.

GLATIRAMER

Invece, il Glatiramer acetato per iniezione sottocute ha vantaggi simili a quelli del beta-interferone, nelle forme recidivanti di SM.

ALEMTUZUMAB

Nella malattia attiva definita clinicamente o per immagini, si opta per Alemtuzumab, per endovena. Questo composto è un anticorpo monoclonale umanizzato che interviene a limitare il processo infiammatorio. Il farmaco richiede periodici controlli perché potrebbe essere collegato all’insorgenza di altre malattie autoimmuni.

OCRELIZUMAB

Tramite infusione endovenosa, Ocrelizumab, anticorpo monoclonale, sembra attivo sull’immunomodulazione, specialmente per la SMR e la SMPP.

DIMETILFUMARATO

Il meccanismo d’azione del Dimetilfumarato, per via orale, non è ancora stato del tutto compreso. Comunque il farmaco riesce a modificare positivamente la SM, con minori recidive in un anno e ricadute a 2 anni.

CLADRIBINA

Nella SMR ad elevata attività di malattia, viene prescritta Cladribina in compresse, che dovrebbe interrompere gli eventi immunitari all’origine della malattia.

MITOXANTRONE

Il chemioterapico Mitoxantrone può diminuire le recidive e la progressione delle SM-progressiva cronica secondaria. La sostanza, per endovena, agisce interferendo con l’alterazione della guaina mielinica da parte del sistema immunitario. Però il farmaco può essere assunto al massimo per 3 anni poiché può essere dannoso per il cuore.

NATALIZUMAB

Per la SMRR grave o la malattia ad elevata attività, nonostante altre cure, viene indicato Natalizumab, per via endovenosa. L’anticorpo monoclonale, da modello animale modificato per assomigliare a quello umano, protegge la mielina dai danni infiammatori.

NB: Cure promettenti sono a base di altri tipi di interferone e immunoglobuline, che evitano i danni alla mielina. Nelle gravi recidive, resistenti ai corticosteroidi, alcuni specialisti consigliano anche la plasmafaresi, il cui beneficio non è confermato.

Nelle gravi recidive, resistenti ai corticosteroidi, alcuni specialisti consigliano anche la plasmaferesi, il cui beneficio non è confermato.

La pratica consiste nel prelevare il sangue del paziente, ripulirlo dagli anticorpi e infonderlo di nuovo nel soggetto.

Possibili effetti collaterali dei farmaci

A volte, le cure per la SM possono causare disturbi collaterali, come:

Effetti indesiderati maggiori dati dai farmaci, come la Leucoencefalopatia Multifocale Progressiva, consigliano cautela nell’uso, soprattutto per le donne gravide.  

Terapia sintomatica : farmaci per ridurre e alleviare i sintomi 

I sintomi specifici della sclerosi multipla possono essere tenuti sotto controllo per mezzo di vari farmaci appropriati.

Ad esempio, gli spasmi muscolari vengono attenuati da:

Mentre, l’incontinenza urinaria potrebbe essere alleviata da:

Inoltre, i soggetti con ritenzione urinaria trovano giovamento imparando ad usare il catetere per svuotare la vescica da soli.

Il dolore provocato dalle alterazioni del sistema nervoso può essere trattato con l’anticonvulsivante Gabapentin.

Per ridurre la gravità del tremore nella SM, viene impiegato il beta-bloccante propranololo.

L’astenia, tipica della malattia, si combatte con l’Amantadina, a volte usata contro l’influenza.

I disturbi depressivi possono essere affievoliti con la somministrazione di antidepressivi, come la Sertralina o l’Amitriptilina. Alcuni prodotti, come Azatioprina e Methotrexate, vengono prescritti eccezionalmente per la SM, anche se autorizzati per altre indicazioni.

Chiamati farmaci off-label, queste molecole si usano in condizioni cliniche non regolamentate, ma hanno evidenze scientifiche a favore.

Per chi è debole, impossibilitato a muoversi, occorrono cure particolari da parte degli operatori sanitari per prevenire le piaghe da decubito.

Per evitare l’aggravarsi  della sclerosi multipla,  i malati dovrebbero astenersi dal fare docce e bagni troppo caldi.

Cannabinoidi

Da alcuni anni, farmaci sintomatici a base di cannabinoidi sono ipotizzati sia per moderare la sintomatologia della SM sia come cura. Sintetici o di origine naturale, i derivati dalla cannabis, o canapa, sono anche valutati per il loro ruolo neuroprotettivo.

Il trattamento in alcuni Paesi, come Belgio e Canada, è autorizzato contro il dolore da SM e altre condizioni, come l’anoressia da AIDS.

In Italia, il primo farmaco spray con endocannabinoidi, Sativex, è stato approvato nel 2013 per la spasticità da SM.

Solo 16 Regioni, in seguito a Decreto Ministeriale del 2015, hanno regolamentato l’indicazione e l’erogazione gratuita del farmaco  con cannabis.

Alcuni componenti della cannabis, pianta equatoriale da cui si ottengono prodotti psicoattivi come l’hashish e la marijuana, sono terapeutici per la SM.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi il Decreto Ministeriale sull’uso della cannabis come trattamento sintomatico.

Proprietà terapeutiche dei cannabinoidi 

Il composto, che conta oltre 60 sostanze cannabinoidi, agisce nell’organismo, sul sistema nervoso centrale e su quello immunitario. Infatti, i recettori delle cellule dei due sistemi riconoscono i cannabinoidi, in quanto sostanze simili vengono prodotte normalmente dal corpo.

I cannabinoidi sono antinfiammatori, riferisce il professor Giuseppe Matarese.

Secondo il docente, queste sostanze, anche fisiologiche dell’organismo, intervengono sulla plasticità e la spasticità da danni ai nervi. Nella sperimentazione, la cannabis ha dimostrato di contrastare la morte dei neuroni e quindi la degenerazione nervosa.

Inoltre sembra che la sostanza contenga molecole in grado di ridurre l’infiammazione del tessuto nervoso e la perdita di mielina.

Tuttavia, particolarmente rilevante il fatto che i cannabinoidi aumentano l’appetito, fino all’iperfagia, come spiega il professore. In questo senso, le molecole potrebbero incidere sul sovrappeso e l’obesità, che procurano più infiammazione.

Farmaci con cannabinoidi sintetici sono in uso in alcuni paesi, mentre altri non sono mai stati testati sull’uomo. Studi in corso hanno lo scopo di realizzare prodotti naturali, efficaci, sicuri e ben tollerati, estratti dalla pianta.

Sativex in Italia 

In Italia, il farmaco naturale, Sativex, è ammesso per i pazienti con spasticità da moderata a grave, senza risposta con altri trattamenti. Il prodotto con cannabinoidi sembra essere antidolorifico, anche per la nevralgia del trigemino, e capace di ridurre la frequenza di minzioni giornaliere.

Tuttavia, nelle prime 4 settimane, il medicinale può dare sonnolenza e capogiri, che in seguito scompaiono. Chi accusa pesanti effetti collaterali dovuti al farmaco non dovrebbe guidare, usare macchinari e partecipare ad attività pericolose.

Presso farmacie galeniche è possibile reperire cannabis in cartine, per vaporizzazione o tinture, o come resina, estratto oleoso e tintura alcolica.

Anche sotto forma di capsule, supposte e liquido per sigarette elettroniche, da 4 anni la sostanza può essere prescritta e acquistata.

Per l’acquisto, è necessaria la ricetta “bianca”, ovvero privata, fatta da un dottore iscritto all’Ordine dei Medici Italiani.

Le varietà di cannabis ottenute a pagamento sono 6, di cui 5 olandesi e 1 prodotta dall’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze

Secondi esperimenti, la marijuana fumata potrebbe diminuire il dolore da SM,  mentre è incerto il suo potere antispastico.

Sport e fisioterapia

I pazienti, anche se conducono una vita abbastanza normale, si stancano facilmente e non sopportano ritmi impegnativi. Per loro è indicato un esercizio fisico costante e regolare, senza eccessi che sarebbero controproducenti.

Ad esempio, passeggiate, nuoto, bicicletta e stretching diminuiscono la spasticità e mantengono una buona funzionalità muscolare, psicologica e del cuore.

Inoltre, equilibrio, deambulazione, motilità e debolezza possono migliorare grazie alla fisioterapia, che contribuisce anche a ridurre gli spasmi.

Sport consigliati

Prima di iniziare lo sport, chiedi consiglio al tuo medico. 

Sport acquatici

L’ acqua è un eccellente strumento di rieducazione: prima di tutto, perché il paziente è sostenuto dall’acqua e quindi, anche con problemi di debolezza alle gambe, viene aiutato. Inoltre, l’attività in acqua aiuterebbe a:

L’unica attenzione è la temperatura dell’acqua che non deve essere superiore a 26 gradi. Infatti, alcuni pazienti affetti di sclerosi multipla sono ipersensibili al caldo. Inoltre, chi sente una stanchezza importante dopo gli allenamenti, deve parlarne col proprio medico. 

Si a nuoto con allenamenti in vasca e stile di nuoto da adattare, ad ogni allenamento, in funzione dello stato fisico.

Anche l’acquagym fa molto bene a chi soffre di sclerosi multipla, perché è uno sport completo. In più, l’acqua, opponendo resistenza ai movimenti, fa lavorare i muscoli senza sollecitarli troppo. Inoltre, il vantaggio è che l’acqua neutralizza la gravità, alleggerendo il peso corporeo fino al 90% (immersione al livello delle spalle).

Yoga

Lo yoga è consigliato a chi ha la sclerosi multipla. Infatti, la pratica yoga:

Infatti, uno studio iraniano, ha dimostrato, nel 2016, che lo yoga migliora la qualità della vita di chi è affetto da sclerosi multipla. 

Tuttavia, è importante trovare un istruttore di yoga certificato che insegni in palestra o a casa. 

Tai chi

Il tai chi (o tàijíquán) è un’antica arte marziale cinese e la sua pratica ha tanti benefici per il corpo e la mente. Inoltre, la pratica costante e consapevole del tai-chi-chuan ha uno scopo terapeutico perché migliora la salute. Per i pazienti affetti da sclerosi multipla, uno studio ha dimostrato gli effetti benefici su:

Scopri lo studio

Inoltre, hanno evidenziato che il tai chi è particolarmente adatto a pazienti con deficit motori in quanto sfida il coordinamento e l’equilibrio.

Pilates

Il metodo Pilates può sviluppare l’equilibrio, la mobilità e la forza muscolare nei pazienti affetti di SM. Non solo, il pilates aiuta la stabilità, la postura seduta e la diminuzione del dolore. 

Per le persone sulla sedia a rotelle, si nota un miglioramento significativo al livello della posizione seduta e dei dolori a spalle e schiena.
Il consiglio è fare 1 seduta di 1 ora,  2 o 3 volte a settimana. Ogni sequenza comprende un riscaldamento di 10 minuti di allungamenti e un allenamento fatto di esercizi che mirano a migliorare:

Gli esercizi di pilates possono essere considerati come trattamento complementare alle cure farmaceutiche.  

Dieta

L’alimentazione potrebbe aiutare le persone affette da sclerosi multipla, anche se la dieta miracolosa non è stata trovata, come sostiene AISM.

Le varie tipologie di regimi alimentari sono state indagate ma non hanno prodotto certezze.

  1. La dieta Kousmine, con pochi zuccheri e grassi e abbondanza di fibre, ritiene che la SM derivi da un’alimentazione poco sana. Ma la teoria non ha a supporto prove scientifiche sufficienti.
  2. Invece, nella dieta di Hebner, c’è un basso consumo di acido arachidonico, proprio delle uova, e linoleico, presente in semi e carne magra. Il regime prevede l’integrazione di alcune sostanze, come l’olio di pesce, la vitamina E e il coenzima Q10. Studi internazionali hanno dimostrato il ruolo dei due acidi nell’infiammazione e l’effetto antagonista svolto dalle sostanze naturali di Hebner. Tuttavia la riduzione dell’infiammazione con questa dieta non è stata verificata da studi clinici scientificamente approvati.
  3. La dieta di Swank per la SM riduce l’apporto di acidi grassi saturi, esclude gli ingredienti molto grassi e aumenta il pesce. L’integrazione con oli vegetali e di fegato di merluzzo completa il regime la cui validità richiede altri dati.
  4. Altre diete, come quella priva di glutine o allergeni oppure ricca di vitamina C, non hanno conferme e anzi potrebbero essere nocive.

Dieta mediterranea

Su cosa è meglio mangiare in caso di sclerosi multipla, i pareri concordano sulla dieta mediterranea, che protegge la salute. I cibi che forniscono al corpo malato sostanze preziose sono:

Anche nella SM, bisogna aumentare le fibre e i grassi insaturi, contenuti nel pesce. 

L’acido linoleico, dato da olio  di girasole, soia, tonno, sgombro e sardine, è raccomandato per rinforzare il sistema nervoso centrale.   

Inoltre, nella dieta della SM è utile ridurre i grassi, come il burro, e i prodotti raffinati, tra cui i biscotti, pro-infiammatori.

Limitare l’introito di grassi saturi può ridurre il deterioramento e la fatica, come hanno suggerito studi clinici. Invece, una corretta dose di acido linoleico potrebbe rallentare la disabilità, a inizio della cura con farmaci, e la gravità delle ricadute.

Un’analisi del 2014 ha dimostrato che la dieta mediterranea fa diminuire l’infiammazione e migliora la funzionalità cellulare.

Micronutrienti 

In merito ai micronutrienti, i malati di SM potrebbero assumere vitamina D, che regola l’attività del sistema immunitario ed è anti-osteoporosi.

La vitamina D, controllabile con un esame del sangue, si trova in pesci grassi, come salmone, sardine e tonno.

Per sintetizzarla in forma attiva, l‘organismo ha bisogno di un’esposizione al sole giornaliera di circa 15 minuti. Infatti, basse concentrazioni di vitamina D sarebbero correlate a maggiore disabilità e a ricadute.

Invece alte dosi di integrazione del micronutriente sono associate a:

Altre raccomandazioni di supplementi di micronutrienti, come vitamina B12, calcio e zinco, non hanno ancora riscontri definitivi.

Integrazioni di antiossidanti, come vitamina A, C, E e coenzima Q, sono comunque ammessi ma l’eccesso è sconsigliato, perché tossico. In particolare, il coenzima Q viene assunto da molti pazienti per i suoi presunti effetti sul sistema immunitario.

Inoltre, l’alimentazione dei malati di SM deve considerare:

Una buona alimentazione, varia e bilanciata, migliora le condizioni di salute e la qualità di vita dei pazienti.

Cibi per combattere i disturbi legati alla sclerosi multipla

Anche i diversi disturbi, come quelli intestinali e le ulcere, devono pesare sulla scelta della dieta e delle integrazioni.

Contro la fatica e la disappetenza, è utile suddividere l’alimentazione in più piccoli pasti e ricorrere a cibi energetici e pronti, come lo yogurt.

All’opposto vanno evitate le abbuffate e i piatti che impegnano la digestione e aumentano la fatica, tra cui dolciumi e patatine. Una corretta idratazione, con circa 2 litri di liquidi al giorno, è indispensabile anche per combattere stipsi e disturbi urinari.

I pazienti con infezioni alle vie urinarie possono acidificare le urine con succhi di frutta, in particolare di mirtillo, mela e prugna. Invece vanno aboliti bevande e cibi alcalinizzanti, come spremute d’arancia, uva, pomodori, latticini e fagioli.

Caffè, tè, cioccolato e alcolici andrebbero limitati dai malati poiché irritano la vescica e facilitano l’incontinenza urinaria.

Anche l’eccesso di sale deve essere evitato nella SM perché aumenterebbe le cellule infiammatorie e quindi la gravità della malattia.

Nella disappetenza da depressione o farmaci, il soggetto deve preservare la massa muscolare, con adeguate proteine e calorie. 

In presenza di disfagia, raccomanda l’AISM, il soggetto non deve assumere brodi con pasta o pane e zuppe di latte con biscotti o pane.

La difficoltà a deglutire peggiora con cibi appiccicosi come

Invece il paziente deve preferire alimenti morbidi e cremosi, come passati di verdura, omogeneizzati, verdure cotte e budini. La situazione migliora mangiando lentamente, a piccoli morsi, senza distrazioni e inframezzando il cibo con colpi di tosse.

Studio dell’AISM su rapporto tra alimentazione, sovrappeso e sclerosi multipla

Uno studio appena iniziato, finanziato da AISM, indagherà gli effetti sulla SM della restrizione calorica e di alimenti particolari.

La ricerca è condotta da Giuseppe Matarese, Professore di Patologia Generale e Immunologia al Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche all’Università di Napoli, e durerà 3 anni.

Il trial clinico valuterà se il cambiamento di alimentazione e una dieta ipocalorica possono manipolare l’immunità e potenziare i farmaci. Da studi ventennali, il professore riferisce il nesso tra surplus di ormoni del tessuto adiposo, in pratica leptina, con il sistema immunitario.

Infatti, la leptina, pro-infiammazione, inibisce il corretto funzionamento delle cellule T “regolatrici”. Essendo ridotta la loro capacità, queste cellule non riescono a frenare la proliferazione di quelle T “reattive”, coinvolte nella SM. In sintesi, una dieta ipercalorica, ricca di grassi animali e di zuccheri, può condurre le cellule protettive a un cattivo funzionamento.

Inoltre nei malati di SM, in particolare nella fase acuta, la leptina è presente in maggiore quantità. Sembra evidente la correlazione tra alimentazione, metabolismo e sclerosi multipla.

L’importanza della dieta ipocalorica per star meglio

Quindi la dieta ipercalorica contribuisce a rendere irregolare il sistema immunitario.

Viceversa, la diminuzione delle calorie o, al limite, il digiuno, come si è visto sui topi da laboratorio, fanno abbassare il livello dell’ormone.

Affamare il sistema immunitario potrebbe favorire il suo buon funzionamento. Per lo stesso principio, anche la perdita di peso influisce positivamente sulla malattia. Chi è in sovrappeso dovrebbe dimagrire in quanto, dice Matarese, l’eccesso ponderale è connesso con il grasso e peggiora la malattia.

Inoltre, il controllo del peso è importante anche per affievolire sintomi come:

Nella pratica, Matarese suggerisce di non fare il digiuno se non prescritto e seguito da uno specialista, nei casi opportuni.

Invece per i pazienti sarebbe più benefica una riduzione del 15% delle calorie giornaliere.

Una restrizione più drastica potrebbe dare anche risvolti negativi.  E’ noto che la riduzione calorica e il movimento aumentano le citochine anti-infiammatorie, che si oppongono a quelle pro-infiammatorie.

Dieta ipocalorica ed esercizio fisico incrementano  la plasticità dei neuroni, migliorando i sintomi della sclerosi multipla.

Nel progetto, alcuni malati arruolati seguiranno anche una dieta mirata, con riduzione o eliminazione di alcuni alimenti selezionati. Sono noti per il loro potere di indurre una reazione immunitaria i derivati del latte e i prodotti con glutine, che saranno evitati nell’indagine.

Lo scopo della procedura è di monitorare l’effetto del cambiamento di dieta sulla risposta alla terapia e sull’andamento della SM.

Ricerca scientifica sulla sclerosi multipla

Cellule staminali 

Grandi aspettative per nuove cure per la SM offrono le cellule staminali, che hanno la capacità di rigenerarsi all’infinito. La terapia con questi elementi potrebbe contribuire a riparare il danno nella malattia, oltre che a prevenirlo e a mitigare i sintomi.

Tra le ultime scoperte, le staminali sono cellule primitive, non ancora differenziate ma in grado di trasformarsi in altri tipi

Dunque questi elementi hanno il potere di produrre nuove cellule e di restaurare quelle già lese. Le staminali fanno parte del sistema rigenerativo dell’organismo e possono dare origine, se stimolate, a tutti i tessuti.

Le cellule staminali si dividono in 3 gruppi, dice l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla:

Sono pluripotenti in quanto si trasformano solo in alcune tipologie di cellule e tessuti. Le staminali adulte, pluripotenti, si trovano in alcune parti del corpo, come:

Estratte dai tessuti, le staminali possono essere stimolate in laboratorio a crescere e differenziarsi.

Gli sviluppi

Al momento, trattamenti con staminali vengono effettuati solo in alcune strutture, ma non sono ancora approvati.

Secondo i fautori, il sistema immunitario di un soggetto può essere ricostruito impiegando anche le sue stesse cellule staminali. Con il loro intervento, le vecchie cellule dovrebbero ringiovanire e l’intero organismo rinnovarsi.

In pratica, nella SM, le staminali dovrebbero invertire il processo di demielinizzazione, ricostruendo la guaina mielinica.

Inoltre, a parere dei sostenitori, questi elementi sarebbero capaci di impedire al sistema immunitario di attaccare le cellule nervose. Alcuni centri, non ufficiali, propongono il trapianto di staminali per aggiustare organi o tessuti dell’organismo danneggiati, come nella sclerosi multipla.

Nel corpo vengono immessi, di solito per iniezione intravenosa, 200-300 milioni di staminali, estratte soprattutto dal tessuto adiposo. Tramite il sangue, le cellule raggiungono l’organo bersaglio in cui si insediano e si moltiplicano. Negli studi fuori dalla comunità scientifica, le staminali nella SM migliorerebbero:

Tuttavia, l’operazione, costosa, non è ritenuta affidabile e sicura perché non comprovata da studi approfonditi, afferma l’AISM.

Rischi delle staminali 

Ricerche stanno indagando sui rischi delle staminali che potrebbero indurre una crescita incontrollata di cellule, con lo sviluppo di tumori. Anche il possibile rigetto immunitario del trapianto, legato alla fonte delle cellule, deve essere valutato.

Un rischio, infettivo e tossico, è addotto dalle cellule staminali ematopoietiche, a causa di trattamenti immunosoppressivi precedenti. 

In passato si sono svolte 3 linee di studi, sulle potenzialità delle staminali:

Attualmente all’Ospedale San Raffaele di Milano si sta effettuando una sperimentazione di fase 1, con cellule prelevate da tessuto cerebrale del feto.

 Trapianto di cellule del midollo osseo

Tra i pochi trattamenti autorizzati con le staminali, c’è il trapianto di cellule del midollo osseo, per trattare leucemie e linfomi. Oltre al trapianto, potrebbe essere praticata la somministrazione di farmaci che stimolano la funzionalità delle staminali del corpo.

Ricerche rigorose su sclerosi multipla e staminali sono sostenute e finanziate dall’AISM, pioniera in questo ambito da più di 10 anni. 

Terapie in sperimentazione

Inoltre, nuovi approcci alla malattia, per farmaci mirati e privi di effetti collaterali, sono oggetto di analisi in corso.

Negli ultimi 20 anni, sono allo studio molecole come il Laquinimod, immunomodulante non ancora approvato per le sue complicanze.

Mentre, Siponimod agisce sul sistema immunitario tramite i linfociti ed è sottoposto a vari trial clinici. La sostanza è stata approvata negli Stati Uniti per la SM secondariamente progressiva, la SMRR e la sindrome clinicamente isolata. Nel novembre 2019, anche l’Agenzia Europea del Farmaco ha dato parere positivo sull’autorizzazione e il commercio del farmaco. Il meccanismo di Siponimod è analogo nell’Ozanimod che, al contrario del precedente, non dovrebbe abbassare la frequenza cardiaca.

Altri medicinali per la SM recidivante, in fase sperimentale, sono Sunbeam e Radiance, confrontati in rapporto con l’interferone.

Il ruolo della flora intestinale

Un altro progetto, sostenuto da AISM, studia il ruolo della flora intestinale nell’insorgenza della SM. Come in altre malattie autoimmuni, nei pazienti è presente uno squilibrio, o disbiosi, dei microrganismi nell’intestino.

L’asse intestino-cervello viene osservato anche in rapporto allo stile di vita moderno che può alterare la flora intestinale. Proprio queste alterazioni sarebbero una concausa dell’infiammazione nella sclerosi multipla.

Come spiega il professor Matarese, lo studio è innovativo e all’avanguardia, inserito nella strategia del progetto europeo Multi Act.

App per facilitare chi ha la sclerosi multipla

Cleo app

Con il patrocinio di SINSocietà Italiana Neurologia, è a disposizione dei pazienti gratuitamente Cleo-app.it. L’applicazione comprende numerosi servizi utili per gestire in proprio la malattia:

App a breve disponibili per i malati di Sclerosi multipla

La tecnologia informatica sta arrivando in soccorso dei pazienti, per migliorarne la qualità di vita e il benessere psico-fisico.

In un recente concorso di neurologia (Merck), è stata premiata un’applicazione per smartphone e tablet ad uso delle persone con SM. La tecnologia digitale contrasta l’aumento della temperatura corporea, che può provocare un peggioramento dei sintomi della malattia. L’applicazione funziona dietro alcuni parametri inseriti dal paziente, come:

In base ai dati raccolti, il sistema stima l’aumento di temperatura corporea nei 30 minuti successivi

Inoltre, l’applicazione suggerisce anche buone pratiche per riconquistare l’attività fisica e l’autonomia in tutte le condizioni ambientali.

App Mindfulness 

Un altro sistema premiato mitiga la fatica, tra i principali sintomi della SM, che rende difficile svolgere anche le normali attività quotidiane.

Il dispositivo, per aumentare lo stato di benessere psicofisico del paziente, utilizza la mindfulness.

Questa tecnica di psicoterapia cognitivo-comportamentale è basata su una nuova attitudine meditativa. In effetti, l’interessato deve concentrarsi sul presente e sugli stimoli interni, per incentivare il senso di controllo. 

Collegato allo smartphone, il dispositivo monitora parametri come la contrazione dei muscoli masticatori e la frequenza cardiaca e respiratoria.

Il sistema trasforma i segnali in acustici e visivi, che variano per tipo e intensità in base al livello di tensione/rilassamento della persona. 

Quando il soggetto raggiunge un’attività mentale in linea con quella meditativa, è stimolato a compiere esercizi di mindfulness. Un breve training, in precedenza, insegna al malato gli esercizi e anche a visualizzare i suoi progressi. 

Tramite una App, il paziente può condividere i risultati raggiunti con gli specialisti di riferimento.

Sclerosi multipla: storia e dati

La sclerosi multipla è una condizione soprattutto femminile che colpisce 2 donne contro 1 uomo, conferma l’AISM. La malattia esordisce tra i 20 e i 40 anni d’età, ma non ne sono esenti nemmeno anziani e bambini.

LA SM nel mondo

Nel mondo, si contano circa 3 milioni di pazienti, in prevalenza dislocati in:

Negli Stati Uniti, circa 400.000 soggetti, soprattutto giovani adulti, sono affetti dalla malattia. Invece, in Europa, si passa da 1 caso su 1.000 abitanti negli Stati Nordici a 1 su 10.000 nei paesi Meridionali

In totale, i pazienti europei sarebbero circa 600.000.

In Italia, risultano malati di sclerosi multipla, circa 122 000 individui, in maggioranza residenti in Sardegna.

La prima persona afflitta da sclerosi multipla nella storia risulta essere una giovane islandese dell’XI secolo. Si narra che Halldora perse improvvisamente la vista e la mobilità, che però riacquistò dopo una settimana di preghiere ai Santi. Invece, risale al 1400, il caso di una suora olandese che fu probabilmente la prima a cui fu diagnosticata la malattia. Infatti Santa Liduina di Schiedam ha sofferto fin dalla gioventù di sintomi della SM, come debolezza alle gambe, cecità e dolori.

Anche Augusto Federico d’Este, nei primi dell’800, sopportò con serenità gravi sintomi di SM, che lo costrinsero sulla sedia a rotelle.

La scoperta della SM e i primi studi

Invece, tra i primi a descrivere la malattia, ci fu nell’800 un oculista scozzese. William MacKenzie riferì la sintomatologia da SM di un giovane, colpito da cecità, paralisi, movimenti scoordinati e incontinenza urinaria. Nell’800, un professore inglese di patologia e un docente francese di anatomia patologica hanno individuato molti dettagli clinici della SM.

Tuttavia, Robert Carswell e Jean Cruveilhier non riuscirono a identificare la sclerosi multipla come malattia a sé. In particolare, il patologo ha isolato “una lesione notevole del midollo spinale accompagnata da atrofia”.

Solo nel 1863, il patologo svizzero Georg Eduard Rindfleisch potè osservare al microscopio il materiale alterato. Infatti, lo specialista notò l’infiammazione che, collegata alle lesioni, si distribuisce intorno ai vasi sanguigni.

Ma il primo a scoprire effettivamente la sclerosi multipla è stato nel 1868 il neurologo francese Jean-Marin Charcot. Lo specialista ha riunito i risultati degli studi precedenti con i suoi, clinici, definendo la patologia “malattia a placche sclerose”.

I 3 segni principali della SM, indicati dal neurologo, costituiscono la “triade di Charcot”, nistagmo, tremore e parola scandita.

Dopo Charcot, molti clinici, tra cui Eugène Devic e Otto Marburg, si occuparono delle varianti della malattia. Però le maggiori teorie, riguardanti le cause e l’insorgenza della sclerosi multipla, sono state elaborate nell’arco di tutto il 1900.

Invece, i farmaci più efficaci e idonei contro la SM sono stati formulati e somministrati soltanto a partire dagli anni ’90.

Fonti

Associazione Italiana Sclerosi multipla AISM

Con la consulenza di Rosanna Ercole Mellone, divulgatrice della nutrizione.
Revisione scientifica a cura di Giuseppe Matarese, professore di PatologiaGenerale e Immunologia al Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche all’Università di Napoli.

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