Sommario
Nell’ipertiroidismo, la tiroide, una piccola ghiandola a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo, produce più ormoni di quelli di cui il corpo ha bisogno.
La tiroide, infatti, secerne gli ormoni necessari al controllo del metabolismo, cioè al modo in cui il nostro organismo utilizza l’energia. Queste sostanze influenzano quasi tutti gli organi e ne controllano molte delle funzioni più importanti (come ad esempio, la respirazione, la frequenza cardiaca, il peso, la digestione e l’umore).
Le cause e i sintomi dell’ipertiroidismo sono diversi e, se non trattato, può causare seri problemi al cuore, alle ossa, ai muscoli, al ciclo mestruale e alla fertilità. Ma ci sono cure e trattamenti che possono aiutare.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Che cos’è l’ipertiroidismo
Descritto per la prima volta nel 1786, l’ipertiroidismo è una condizione clinica caratterizzata da concentrazioni nel sangue di ormoni tiroidei (T3 e/o T4) superiori alla norma. Ciò accade perché la tiroide produce una quantità di ormoni superiori alle reali necessità del corpo, in particolare di tiroxina (T4).
Come per l’ipotiroidismo, anche nell’ipertiroidismo si differenziano due tipi principali: quello primitivo, causato da alterazioni funzionali della tiroide e quello secondario, originato da eccessiva stimolazione della ghiandola tiroidea da parte di ormoni prodotti da altre ghiandole.
Colpisce circa l’1-2% della popolazione generale, ma il sesso femminile ha una prevalenza più alta, circa il 3,9%.
Nel 44% di tutte le donne ipertiroidee, la diagnosi si pone ad una età inferiore ai 45 anni. Il picco si verifica tuttavia, per uomini e donne, tra i 40-60 anni. Infine, 1-2 gravidanze su 1.000 (0,2%) sono associate a ipertiroidismo.
Come funziona la tiroide
La tiroide è una ghiandola di piccole dimensioni, con una forma simile a una farfalla, dal peso di circa 20-40 grammi, situata nella parte anteriore del collo, davanti alla laringe e alla trachea. Il suo nome deriva dal greco thyreoeidès che vuol dire “simile a scudo oblungo”.
È composta da due lobi laterali collegati da un tessuto organico detto istmo.
La sua funzione è secernere gli ormoni tiroidei T3 (triiodiotironina) e T4 (tiroxina) che regolano, sotto vari aspetti, tutte le cellule dell’organismo. Sono composti da tironina e iodio: quest’ultimo è un micro elemento indispensabile per la sintesi di questi ormoni.
Lo iodio, assunto con gli alimenti, è rapidamente assorbito dall’intestino per poi essere immesso nel flusso sanguigno. La maggior parte è subito intercettata dalla tiroide, mentre il resto è eliminato attraverso le urine.
Ormoni tiroidei
Il fattore di controllo della produzione degli ormoni tiroidei è il TSH, un ormone prodotto dall’ipofisi (una ghiandola situata nel cervello). Il T4 e il T3, a loro volta, regolano la produzione di TSH da parte dell’ipofisi.
Infatti, nella normalità, se la concentrazione di ormoni tiroidei nel sangue tende a diminuire, l’ipofisi aumenta la produzione di TSH. La tiroide quindi produce più ormoni tiroidei per ripristinare l’equilibrio. Quando i livelli di ormoni tiroidei nel sangue tonano nella norma, l’ipofisi abbassa la produzione di TSH.
Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?
Non è semplice da identificare prontamente, poiché “mima” un’ampia varietà di segni e sintomi tipici anche di altre patologie.
I sintomi il più delle volte variano da persona a persona, anche in base all’età, e possono comportare:
- Perdita di peso involontaria, in cui sia l’appetito, sia la quantità di cibo ingerito sono gli stessi o perfino aumentati.
- Battito cardiaco accelerato (tachicardia con più di 100 battiti al minuto) e irregolare (aritmia).
- Nervosismo, stati di ansia o irritabilità e sbalzi di umore.
- Aumento dell’appetito e della sete.
- Senso di stanchezza e debolezza muscolare.
- Tremore leggero delle mani.
- Aumento della pressione sanguigna.
- Maggiore sensibilità al caldo e sudorazione.
- Insonnia.
- Alterazioni del ciclo mestruale.
- Aumento della motilità intestinale, anche con diarrea.
- Tiroide ingrossata con gonfiore al collo che può causare problemi di respirazione o di deglutizione.
- Fragilità dei capelli.
Cause dell’ipertiroidismo
Come nell’ipotiroidismo, anche l’ipertiroidismo può essere distinto in due tipologie che si differenziano per le modalità di sviluppo:
- Ipertiroidismo primitivo, dovuto all’alterazione della ghiandola tiroidea.
- Ipertiroidismo secondario, causato da un’eccessiva stimolazione della tiroide da parte di ormoni prodotti da altre ghiandole.
Vediamo di seguito le cause principali.
1 – Ipertiroidismo primitivo
Morbo di Graves o di Basedow
È la causa più comune di ipertiroidismo. È una patologia autoimmune, di cui non si conosce ancora la causa, in cui il sistema immunitario stimola la tiroide a produrre eccessivi livelli di T4. Descritta per la prima volta dal medico R. Graves nel 1800, il sintomo più evidente è l’esoftalmo (sporgenza anomala del globo oculare).
Gli occhi dunque sono sporgenti, ma anche irritati ed è presente una sensazione di sabbia negli occhi e, a volte, una visione doppia (diplopia). Tra i fattori di rischio possono esserci familiarità e forti stati di ansia.
Gozzo multinodulare tossico
È la causa più frequente (15-20%) di ipertiroidismo non autoimmune. È più comune negli anziani affetti da gozzo già da tempo ma senza evidenti alterazioni ormonali.
Infatti, l’eccesso di ormone tiroideo si sviluppa lentamente e raramente i livelli sono molto elevati al momento della diagnosi.
Oltre ai sintomi tipici dell’ipertiroidismo, i soggetti con gozzo, di dimensioni anche rilevanti, possono avere anche disturbi come:
- Disfagia
- Dispnea
- Raucedine.
Adenoma tiroideo tossico o malattia di Plummer
È causato da un tumore benigno (adenoma) che si inserisce nel tessuto tiroideo.
Determina un eccesso di secrezione del T4, solitamente quando l’adenoma raggiunge un diametro > 2,5 cm. La sintomatologia iniziale è poco evidente e può, quindi, ritardare la diagnosi.
Tiroidite
Si tratta dell‘infiammazione della ghiandola tiroidea originata da condizioni come la gravidanza, le malattie autoimmuni o altri motivi poco noti. L’infiammazione può causare l’emissione nel sangue dell’ormone tiroideo immagazzinato nella tiroide, alterandone i livelli.
Carcinoma della tiroide
In questo caso l’ipertiroidismo è associato a una forma tumorale piuttosto rara che altera la funzionalità della ghiandola tiroidea.
Ipertiroidismo iodio-indotto
Anche se raro, può svilupparsi per l’esposizione allo iodio come, ad esempio, dopo la somministrazione di mezzi di contrasto per angiografia o TC o di farmaci ricchi di iodio.
Solitamente è presente un gozzo nodulare sottostante. È una forma di ipertiroidismo che può comunque risolversi interrompendo l’eccessivo apporto di iodio.
2 – Forma secondaria
La secrezione di ormoni tiroidei è alterata per l’eccessiva stimolazione da parte del TSH, l’ormone prodotto dall’ipofisi.
La causa può essere una disfunzione dell’ipofisi stessa o una produzione aumentata di TSH da parte dell’ipotalamo. I casi di ipertiroidismo secondario sono comunque poco frequenti.
3 – Ipertiroidismo subclinico
È una forma di ipertiroidismo solitamente asintomatica, caratterizzata da bassi valori di TSH e da normali livelli di T3 e T4.
Spesso si tratta di soggetti in terapia con L-tiroxina o con noduli alla tiroide. Le cause sono generalmente le stesse dell’ipertiroidismo conclamato, così come le conseguenze a carico delle funzioni cardiovascolari (tachicardia o extrasistole), delle ossa (con osteoporosi, soprattutto al di sopra dei 65 anni) o del sistema nervoso (con decadimento cognitivo).
Complicanze: cosa può provocare l’ipertiroidismo?
Colpisce molti organi e apparati, soprattutto se non si interviene prontamente con la cura più adeguata.
Vediamo nel dettaglio quali sono.
Cute
La pelle appare calda per l’aumento del flusso sanguigno e per una diminuzione del livello di cheratina. C’è poi un incremento della sudorazione e intolleranza al calore. Si possono verificare onicolisi (distacco dell’unghia) e fragilità delle unghie.
Possono anche insorgere vitiligine e alopecia areata, mentre prurito e orticaria sono piuttosto rari.
Occhi
Può essere presente fissità dello sguardo e ritardo nella chiusura palpebrale. Circa il 30% dei soggetti affetti da ipertiroidismo con malattia di Graves può avere:
- Orbitopatia, caratterizzata da infiammazione dei tessuti orbitali extra-oculari (muscoli, grasso e connettivo)
- Esoftalmo (sporgenza del bulbo oculare)
- Alterazione della funzionalità del muscolo oculare.
Apparato cardiovascolare
È piuttosto frequente ipertensione sistolica, fibrillazione atriale (più comune nei pazienti anziani) e, in generale, alterazione del battito cardiaco.
Metabolismo
Sono presenti bassi livelli di colesterolo totale e alterazione del metabolismo del glucosio con un aumento della secrezione di insulina.
Sistema endocrino
Si verifica un’alterazione a livello ormonale, come la diminuzione di cortisolo nel sangue e dell’SHBG (globulina legante gli ormoni sessuali).
Per quest’ultima, le possibili complicanze sono oligomenorrea (irregolarità del ciclo) e infertilità nelle donne, mentre negli uomini riduzione del livello di testosterone con diminuzione della libido e disfunzione erettile.
Apparato respiratorio
Si possono verificare dispnea (fatica nella respirazione), affaticamento dei muscoli respiratori e asma.
Apparato gastrointestinale.
La perdita di peso è causata soprattutto da un aumento del metabolismo e della motilità intestinale.
Sistema osseo
L’ipertiroidismo stimola il riassorbimento osseo, con aumento della porosità, perdita di densità ossea e osteoporosi.
Alterazioni neuropsichiatriche
Le manifestazioni più comuni includono ansia, agitazione, irritabilità, instabilità emotiva e insonnia, ma anche severe alterazioni del comportamento e della personalità, come psicosi, agitazione e depressione.
Fattori di rischio
Chi è a rischio di ipertiroidismo? Ecco le possibili condizioni per l’insorgenza di questa patologia.
- Sesso femminile (poiché secondo le statistiche c’è una prevalenza più alta nelle donne).
- Età superiore ai 60 anni.
- Donne che hanno avuto figli.
- Aver subito un intervento di rimozione chirurgica della tiroide o essere affetti da gozzo.
- Avere una storia familiare di malattie della tiroide.
- Essere affetti da anemia perniciosa (carenza di globuli rossi sani per insufficienza di vitamina B12).
- Avere il diabete di tipo 1 o insufficienza surrenalica primaria.
Diagnosi
Il medico specialista di riferimento, in questo caso un endocrinologo, ha più di uno strumento per porre una diagnosi. Vediamo quali sono:
- Anamnesi ed esame fisico. Oltre alla raccolta delle informazioni cliniche, attraverso l’esame fisico il medico può, ad esempio, rilevare un leggero tremore delle dita quando sono estese, oppure riflessi iperattivi, variazioni oculari e se la pelle è calda e umida. Si esamina anche la tiroide mentre si deglutisce per verificare se è ingrossata o ha una forma irregolare.
- Analisi del sangue. Servono per misurare il livello di T3, T4 e TSH. Alti livelli di tiroxina (T4) e TSH basso indicano una tiroide iperattiva. È importante avvisare il medico se si sta assumendo un integratore a base di biotina (vitamina B), poiché potrebbe falsare le analisi. È necessario, infatti, interromperne l’assunzione almeno 12 ore prima del prelievo.
- Test di assorbimento del radioiodio per ipertiroidismo. Se gli esami del sangue confermano l’ipertiroidismo, per capire la causa dell’iperattività della tiroide si può prescrivere questo test. Consiste nell’assumere una piccola quantità di iodio radioattivo per rilevare il livello di assorbimento da parte della ghiandola tiroidea; se è elevato, vuol dire che la tiroide sta producendo troppa tiroxina (forse determinata dalla malattia di Graves o da noduli tiroidei iperfunzionanti).
- Esami strumentali. Tra i più comuni ci sonoecografia, scintigrafia, agobiopsia (si prelevano alcune cellule della tiroide o di eventuali noduli) o TAC. Consentono al medico di esaminare la tiroide, verificare la presenza di noduli e le dimensioni della ghiandola.
Come si cura l’ipertiroidismo?
La scelta del trattamento dipende soprattutto dalle cause scatenanti. La terapia è, comunque, piuttosto efficace e comporta una buona riduzione dei sintomi. Vediamo quali sono le possibili cure.
Cura farmacologica
- Farmaci antitiroidei, come il metimazolo e il propiltiouracile, che inducono la tiroide a ridurre la produzione di ormoni tiroidei. Si assumono per via orale, con cambiamenti nel dosaggio in base ai risultati delle analisi del sangue (da ripetere ciclicamente). I tempi di efficacia sono circa 6-12 settimane. Per le donne in gravidanza è necessario un attento monitoraggio per evitare che gli effetti dei farmaci possano danneggiare il feto.
- Beta-bloccanti, sono farmaci (propranololo o il metoprololo) che alleviano sintomi come tremori, alterazioni del battito cardiaco, ansia e irritabilità. Funzionano rapidamente e aiutano a sentirsi meglio fino a quando altri trattamenti non avranno effetto. Infatti, i beta-bloccanti non diminuiscono la produzione degli ormoni tiroidei.
Altri trattamenti
Terapia con radioiodio
E’ un trattamento che prevede l’assunzione di iodio radioattivo per via orale sotto forma di capsule o liquidi. Agisce eliminando le cellule della tiroide che producono ormoni in eccedenza. Non influisce sugli altri tessuti del corpo. Sono necessari tuttavia alcuni accorgimenti:
- Non baciare, scambiare saliva o dividere cibo o utensili da cucina per 5-6 giorni con il partner o i familiari; lavare i piatti in lavastoviglie.
- Evitare di stare a stretto contatto con neonati, bambini al di sotto degli 8 anni o donne incinte, per 5-6 giorni.
- Non allattare se si ha un neonato.
- Far scorrere bene l’acqua dello sciacquone dopo avere urinato e lavare bene le mani.
Se si osserva un aumento di nervosismo o ansia, tremori o palpitazioni, avvisare il proprio medico.
Rimozione chirurgica della tiroide (o tiroidectomia)
Si esegue in casi particolari, come le persone molto giovani, chi è affetto da gozzo voluminoso e i soggetti allergici ai farmaci per la cura dell’ipertiroidismo.
È un trattamento risolutivo, tuttavia negli anni può svilupparsi ipotiroidismo, pertanto sarà necessario assumere ormoni tiroidei per il resto della vita.
Tra le possibili complicanze ci sono danni alle corde vocali o alle paratiroidi (le ghiandole situate dietro la tiroide che controllalo i livelli di calcio nel sangue).
Ipertiroidismo: dieta
Seguire una dieta specifica per l’ipertiroidismo non potrà essere curativo ma certamente può supportare l’attività della tiroide. Tra i nutrienti da tenere in considerazione ci sono:
- Iodio: è un elemento fondamentale per la produzione degli ormoni tiroidei, pertanto è importante fare attenzione agli alimenti ricchi di questa sostanza come il sale iodato, alghe e crostacei ed evitare integratori che contengono iodio.
- Calcio e la vitamina D: sono micronutrienti molto importanti, poiché l’ipertiroidismo può interferire con la densità minerale ossea. Quindi, è necessario inserire nella dieta alimenti ricchi di calcio e vitamina D come latte e latticini, salmone e pesce azzurro oppure, a discrezione del medico curante, assumere integratori specifici. È importante anche l’esposizione ai raggi solari.
- Cibi e bevande contenenti caffeina: è opportuno evitarli poiché possono acutizzare i sintomi.
Cosa mangiare e cosa evitare
Cibi consentiti
- Sale non iodato.
- Carne ma in porzioni moderate.
- Verdure, soprattutto quelle crucifere che riducono la produzione di ormoni tiroidei come cavoli, broccoli, cime di rapa, verza, ravanelli, rucola.
- Oli vegetali.
- Alimenti ricchi di selenio (un micronutriente necessario per il metabolismo ormonale) come tonno, noci brasiliane, gamberetti, uova, carne bianca, fagioli, spinaci.
- Cibi ricchi in ferro come legumi, carne rossa e bianca, pesce, tofu.
- Spezie come la curcuma.
Cibi da evitare
- Sale iodato.
- Alghe, crostacei e molluschi.
- Integratori di iodio.
- Alcuni prodotti industriali come gli snack e patatine in busta.
- Insaccati e formaggi grassi.
- Tè e caffè.
- Alcolici.
Ipertiroidismo in gravidanza
Secondo le statistiche 1-2 gravidanze su 1.000 si associano a ipertiroidismo. Le cause scatenanti sono quelle già note, ma la sintomatologia può non essere subito riconosciuta perché è in comune con alcuni segni della gravidanza stessa (come ad esempio stati di ansia, tachicardia, intolleranza al caldo).
Ciò che può far sospettare la presenza di ipertiroidismo è una storia familiare di patologie a carico della tiroide e sintomi specifici come:
- Perdita di peso
- Frequenza cardiaca superiore ai 100 battiti al minuto
- Gozzo
- Debolezza muscolare
- Sintomi tipici della malattia di Graves.
In questi casi è importante eseguire esami del sangue per i livelli di T3, T4 e TSH, ecografia, scintigrafia e dosaggio di anticorpi TRAb (necessari per capire la presenza di ipertiroidismo fetale).
Effetti negativi in gravidanza
Se non adeguatamente riconosciuto e trattato, le conseguenze possono avere serie ripercussioni sia per la madre, sia per il feto. Vediamo quali sono.
Complicanze per la madre
- Ipertensione
- Preeclampsia (aumento eccessivo della pressione sanguigna)
- Distacco di placenta
- Aborto spontaneo
- Parto prematuro
- Scompenso cardiaco
- Anemia.
Complicanze per il feto e il neonato
- Basso peso alla nascita
- Prematurità
- Morte endouterina fetale
- Morte neonatale
- Malformazioni congenite
- Ipertiroidismo fetale
- Ipertiroidismo neonatale.
Cure in gravidanze
Come abbiamo visto, la terapia dell’ipertiroidismo si pone come obiettivo la riduzione del livello degli ormoni tiroidei circolanti e il blocco dei loro effetti sugli organi e tessuti periferici.
Anche la cura in gravidanza prevede l’uso di farmaci, il trattamento con iodio radioattivo o, nei casi più severi, l’asportazione della tiroide.
La differenza sostanziale è che la scelta terapeutica deve necessariamente tenere conto della presenza del feto e del passaggio nella placenta dello iodio e dei farmaci utilizzati. Infatti, l’uso dello iodio radioattivo è controindicato e il ricorso all’intervento chirurgico è limitato a casi eccezionali.
Fonti
- B. Biondi, D. S. Cooper, Subclinical Hyperthyroidism. New England Journal Medicine, 2018.
- Manuale MSD.
- Medline Plus, National Library of Medicine (NLM) – National Institutes of Health (NIH).
- Mayo Clinic Hospital.
- Linee guida per la gestione della patologia tiroidea, Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna, USL di Imola, 2010
- Tiroide e gravidanza, Linee guida nazionali di riferimento, Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (ASSR)
- R. Guglielmi, I. Misischi, Tireotossicosi, Manuale per la valutazione e l’inquadramento delle patologie della tiroide.
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