Sommario
L’impetigine è un’infezione batterica della pelle che comunemente colpisce i bambini dai due agli 8 anni, soprattutto in estate.
È causata da batteri come gli streptococchi, stafilococchi o entrambi. Si tratta di microrganismi normalmente presenti sulla cute ma che prolificano in caso di lesioni (tagli, graffi, punture di insetti, ecc.). Può colpire qualunque bambino e non è necessariamente segno di scarse condizioni igieniche. È piuttosto contagiosa e rappresenta il 10% di tutte le dermatiti in età pediatrica.
L’impetigine si manifesta con bolle e vescicole pruriginose. La cura prevede una terapia topica a base di detergenti disinfettanti e creme antibiotiche.
Impetigine: che cos’è
Dal latino impetigo (eruzione cutanea), è un’infezione superficiale della pelle, piuttosto frequente nei bambini, causata da batteri come stafilococco e streptococco.
Rappresenta circa il 10% di tutte le dermatiti e può colpire anche in età adulta.
Si manifesta generalmente con pustole e/o bolle e vescicole, spesso associate a prurito, localizzate soprattutto sul viso, collo e mani. È quindi piuttosto contagiosa, soprattutto in età pediatrica, e si trasmette per contatto.
I tempi di incubazione comunemente sono di 1-3 giorni per lo streptococco e 4-10 giorni per lo stafilococco.
Epidemiologia
Nel mondo, l’impetigine colpisce più di 162 milioni di bambini nei Paesi a reddito medio-basso.
Infatti, i tassi di infezione sono più alti nei Paesi più poveri ed è particolarmente diffusa in Oceania. È il clima tropicale e la densità di popolazione, specie nelle zone economicamente depresse, a incidere sulla diffusione dell’infezione.
Sono i bambini al di sotto dei 4 anni ad avere più probabilità di contrarre l’impetigine. Sebbene con la crescita diminuiscano le possibilità di infezione, in realtà è un disturbo che può colpire a tutte le età.
Si stima che ogni anno 24,6 persone su 1.000 sviluppino un’infezione della cute. La frequenza di tali patologie si è poi triplicata negli ultimi dieci anni, con un notevole impatto economico per visite mediche e farmaci.
Inoltre, lo staphylococcus aureus è coinvolto in circa il 40% dei casi di infezione batterica cutanea di cui l’impetigine è la forma più frequente.
Come si prende l’impetigine?
L’infezione è contagiosa e si trasmette per contatto diretto. Infatti, sono abbastanza frequenti delle piccole epidemie di impetigine negli asili nido.
Quindi, gli adulti spesso sono contagiati appunto dallo stretto contatto con i bambini infetti.
Anche le alte temperature, l’umidità, il sovraffollamento e la scarsa igiene sono fattori ambientali che possono favorirne la diffusione. Difficilmente, invece, si trasmette tramite gli oggetti.
Si può sviluppare anche a causa di malattie cutanee preesistenti come:
- dermatite atopica
- altri eczemi
- ustioni
- varicella
- pediculosi
- scabbia
- punture di insetti.
Infatti, i batteri penetrano attraverso le lesioni cutanee (anche tagli o graffi) per poi diffondersi in altre zone del corpo.
Nei bambini piccoli è comune riscontrare l’infezione nelle narici, poiché il muco nasale può alterare la cute favorendo la proliferazione batterica.
Cause e fattori di rischio
I principali fattori di rischio per l’impetigine sono:
- macerazione della cute (umidità), soprattutto nei climi caldo-umidi;
- lesioni cutanee o dermatiti in atto;
- alterazioni della flora cutanea;
- alterazioni dello stato generale di salute (malattie di tipo allergico, alterazioni del sistema immunitario, ecc.);
- età compresa tra i 2 ed i 6 anni;
- frequentare asili nido o scuole;
- scarsa igiene personale.
Quali sono i sintomi e come si manifesta l’impetigine?
L’impetigine si riconosce dalle lesioni che possono comparire su tutto il corpo, ma generalmente si manifestano sul viso, collo, mani e braccia.
Si tratta di vescicole e bolle piene di siero e circondate da un alone rosso eritematoso.
Quando la vescicola si rompe, fuoriesce un liquido giallo che porta poi alla formazione di croste dello stesso colore. A volte le bolle sono pruriginose, ma raramente c’è febbre o malessere generale. I bimbi molto piccoli, che portano il pannolino, spesso sono colpiti nell’area genitale.
Invece, negli adulti, l’impetigine si presenta con piaghe di colore rosso, che si ricoprono poi di una crosta giallastra, vesciche ripiene di liquido sieroso, prurito, lesioni cutanee e ingrossamento dei linfonodi.
Tipi di impetigine
Partendo dall’aspetto, di distinguono tre forme di impetigine:
- non bollosa. È la forma più comune, causata solitamente dallo streptococco. Ultimamente però sono frequenti anche le forme stafilococciche, che costituiscono circa il 65-70% dei casi di impetigine. Si manifesta inizialmente con piccole papule rosse, simili a punture di insetti. Queste bollicine si trasformano rapidamente in piccole vescicole e poi in pustole dalla tipica crosta giallognola, circondate da un alone eritematoso. Il decorso dell’infezione è di circa una settimana. Le zone del corpo colpite sono quelle intorno al naso, sulle braccia e sulle gambe. A volte, si può manifestare anche gonfiore dei linfonodi.
- Bollosa. È causata da stafilococchi, in particolare dallo staphylococcus aureus, che producono una tossina in grado di ridurre l’adesione tra le cellule. Si verifica, pertanto, la separazione tra lo strato superiore della pelle (epidermide) e lo strato inferiore (derma). Si forma quindi una bolla che contiene un liquido chiaro e che può comparire in diverse zone del corpo, soprattutto glutei e tronco. La crosta che si forma successivamente è di colore scuro e aderente alla cute. Con la guarigione scompare. Le zone più colpite sono il tronco e le pieghe cutanee. Con una terapia mirata, il decorso è di circa 5-7 giorni.
- Ectima. È il tipo più grave di impetigine, poiché colpisce lo strato più profondo della pelle. Le bolle e le vescicole rompendosi possono provocare ulcere che poi cicatrizzano.
Invece, in base alle modalità di esordio, ci sono altre due forme:
- ex novo sulla cute sana
- derivante da una sovra-infezione (impetiginizzazione) di una lesione preesistente (tipo puntura di insetto o altro).
La prognosi è benigna se l’infezione è trattata subito e le macchie generalmente sono reversibili. Tuttavia le recidive sono piuttosto frequenti e non indicano basse difese immunitarie.
Diagnosi
Per la diagnosi il dermatologo si basa principalmente sull’aspetto clinico. Può essere comunque utile l’esame colturale e il relativo antibiogramma, per identificare il batterio patogeno.
Diagnosi differenziale
È necessario distinguere l’impetigine da altre infezioni della cute come:
- herpes simplex
- tinea corporis
- dermatiti irritative/allergiche da contatto
- dermatiti bollose immuno-mediate (dermatite erpetiforme, dermatite bollosa, eritema polimorfo, ecc.).
Quali sono le complicanze dell’impetigine?
Tra le complicanze, la più rischiosa, anche se rara, è la glomerulonefrite. Si evidenza con una sintomatologia piuttosto leggera, anzi spesso è del tutto asintomatica, causando un ritardo nella diagnosi. È causata da specifici ceppi di streptococchi e si manifesta da 3 a 7 settimane dopo la comparsa delle lesioni cutanee. I sintomi sono:
- rigonfiamento dei tessuti (edema) dovuto a ritenzione idrica
- diminuzione del volume di urina prodotta e comparsa di urine scure (contenenti sangue).
L’edema può apparire sotto forma di gonfiore del viso e delle palpebre e, successivamente, delle gambe. Tipico è anche l’aumento della pressione arteriosa, con la compromissione della funzionalità renale.
Inoltre, può manifestarsi anche:
- sonnolenza
- stato confusionale
- nausea
- malessere generale.
Come si cura l’impetigine?
È necessario intervenire tempestivamente per evitare il contagio (in famiglia, all’asilo o a suola, ecc.). Il trattamento consiste principalmente nell’uso di una terapia topica a base di soluzioni disinfettanti, creme antibiotiche e bendaggio delle lesioni.
È importante poi escludere patologie preesistenti da trattare specificatamente.
In genere, nei casi poco severi, può bastare:
- lavaggio con soluzione antisettica
- applicazione di gel astringente al cloruro d’alluminio.
Terapia topica
Occorre rompere le vescicole, le bolle e le pustole con la punta di un bisturi o di un ago disinfettato. Quindi si procede con un’accurata pulizia e alla disinfezione delle lesioni con clorexidina o il permanganato di potassio (in questo caso occorre fare attenzione poiché è una sostanza tossica).
Se l’impetigine è di recente insorgenza, la terapia topica può essere sufficiente. Nei casi in cui il germe patogeno è lo stafilococco, si può utilizzare anche la gentamicina. L’uso di creme antibiotiche è di 2-3 applicazioni al giorno per una settimana.
Terapia sistemica
Si utilizza per le forme di impetigine molto diffuse e resistenti ai trattamenti topici.
Si possono usare antibiotici per via orale come l’amoxicillina o l’amoxicillina associata all’acido clavulanico o l’azitromicina (soprattutto nei casi in cui la causa è lo streptococco), per circa 7 giorni.
Invece, se le lesioni sono ampie può essere necessaria l’ospedalizzazione, che associa al trattamento antibiotico sistemico un trattamento reidratante ed antisettico.
7 consigli pratici per la cura dell’impetigine
- Detergere accuratamente la cute del bambino prima di effettuare la medicazione;
- tagliare regolarmente le unghie del bambino;
- evitare che il bimbo rimuova le croste;
- seguire il trattamento con costanza secondo le indicazioni del medico;
- non esagerare nella quantità di crema da applicare;
- rimuovere delicatamente e gradualmente le croste;
- bendare, se possibile, le lesioni per evitare la diffusione dell’infezione in altre zone del corpo e ridurre il contagio.
Rimedi naturali per l’impetigine
Se presa in tempo e nei casi più lievi, i rimedi “della nonna” o naturali possono ridurre i sintomi più velocemente. Tuttavia è sempre opportuno rivolgersi al medico di famiglia o al pediatra per una corretta valutazione clinica.
Tra i rimedi più diffusi c’è l’uso di:
Semi di pompelmo
Hanno proprietà antibatteriche. Si usano mescolando 2 gocce di estratto di semi di pompelmo in 2 cucchiai d’acqua. Immergere del cotone in questa soluzione e tamponare delicatamente le lesioni. Può essere utile anche assumere integratori a base di semi di pompelmo.
Olio di tea tree
È antibatterico e antinfiammatorio. Si mescolano alcune gocce di tree oil con un cucchiaio di olio d’oliva e si applica questa mistura sulle zone colpite del viso. Dopo circa un quarto d’ora si sciacqua con acqua tiepida.
Aglio
Dalle proprietà antibatteriche, può ridurre gonfiore, prurito e dolore. Per il prurito, mescolare 2 cucchiai di olio d’oliva all’aglio schiacciato e sbucciato. Poi applicarlo sulle aree interessate.
Aceto di sidro di mele
Antibatterico, antinfiammatorio, antifungino e ricco di antiossidanti, è molto efficace per ridurre i segni di impetigine. Si può usare diluito direttamente sulla pelle con applicazioni da ripetere più volte al giorno.
Calore
Il calore dell’acqua calda riduce la presenza dei batteri e purifica la pelle. Si può immergere un piccolo asciugamano in una ciotola di acqua calda. Dopo aver tolto l’acqua in eccesso, premere delicatamente il panno contro la pelle lesionata. Da ripetere più volte al giorno.
Aloe Vera
Antimicrobica e antinfiammatoria, può combattere l’infezione batterica e ridurre il prurito. Idratando poi la pelle, è utile per trattare le croste. Si può applicare uno strato di gel direttamente sulle parti interessate.
Può essere utile anche bere il succo di aloe vera ogni giorno durante il trattamento.
Miele
È antisettico, antibatterico e antinfiammatorio.
Contiene una sostanza antibatterica, il metilgliossale, soprattutto il miele di manuka. È possibile massaggiare con un po’ di miele di manuka le zone interessate del viso. Lavare poi con acqua tiepida e ripetere più volte al giorno.
Curcuma
Il principio attivo, la curcumina, elimina lo staphaphylococcus aureus. Possiede anche proprietà antinfiammatorie e antisettiche. Inoltre, rafforza il sistema immunitario per combattere le infezioni. Si assume bevendo un bicchiere di latte alla curcuma ogni giorno.
Olio di lavanda
È efficace per ridurre i segni dell’impetigine. Le sue proprietà antibatteriche e antisettiche eliminano dalla pelle i batteri. Si usa mettendo due gocce di olio di lavanda e di olio di cocco su un batuffolo di cotone, tamponando le zone interessate.
Bagno al sale Epsom
Può aiutare a ridurre il dolore e l’irritazione cutanea, dando anche sollievo al prurito.
Olio di cocco
Può lenire la pelle lesionata, guarire le vesciche e ridurre l’aspetto delle cicatrici. Si usa massaggiando l’olio sulle zone colpite. Si lascia poi sulla pelle per 30 minuti e si risciacqua con acqua tiepida. Ripetere più volte al giorno.
Impetigine e prevenzione
L’impetigine è molto contagiosa, quindi è importante che, una volta riconosciuta, il bambino non torni a scuola per evitare il contatto con altri bambini, almeno fino alla risoluzione dell’infezione.
Sarebbe inoltre buona norma tagliare le unghie al bambino per ridurre le abrasioni, cambiare spesso vestiti e la biancheria e lavare periodicamente le mani con acqua calda e sapone.
Poi, è necessario mantenere pulite le zone colpite, coprendole per evitare i graffi. Anche se c’è prurito, è meglio non grattarsi, perché le bolle potrebbero estendersi e aprirsi infettandosi.
Anche un’igiene insufficiente può favorire l’infezione, quindi un approccio corretto all’igiene personale è un’ottima difesa nei confronti dell’impetigine.
Fonti
- Infezioni batteriche cutanee, F. Caroppo, E. Fontana, A. Belloni Fortina – Centro Regionale di Dermatologia Pediatrica, Dipartimento di Medicina DIMED, Università di Padova
- Infezioni Cutanee, dalla Diagnosi al Trattamento. SIGM (Società Italiana Medicina Generale)
- Ospedale Bambino Gesù.
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