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Gastroenterite: sintomi, quanto dura, come curarla e cosa mangiare

Gastroenterite: sintomi, cause, come curarla e prevenirla

La gastroenterite, nota anche come influenza intestinale, è un’infiammazione del tratto gastrointestinale di origine soprattutto virale, ma non solo.

I sintomi tipici includono diarrea acquosa, crampi addominali, nausea, vomito e talvolta febbre, malessere generale e mal di testa. Non esiste una terapia farmacologica specifica quando è causata da virus, in questo caso comunque gli antibiotici non sono efficaci. Colpisce milioni di persone ogni anno in tutto il mondo, ma la maggior parte tuttavia si riprende spontaneamente in 3-5 giorni.

La trasmissione avviene attraverso il contatto con persone infette o il consumo di cibo o acqua contaminati. Sebbene la maggior parte dei casi si risolva spontaneamente, il trattamento mira a prevenire la disidratazione mediante il ripristino di fluidi e l’adozione di una dieta leggera.

Scopri tutto sulla gastroenterite, sulle sue cause, su come curarla, sull’alimentazione giusta nella fase acuta e durante il recupero e su come prevenirla adottando le corrette regole di igiene.

Gastroenterite: cos’è

La gastroenterite è un’infiammazione della mucosa dello stomaco e dell’intestino, prevalentemente di natura infettiva: per questo, nel linguaggio comune, viene spesso chiamata “virus intestinale”, anche se esistono gastroenteriti infettive non virali ma di origine batterica o causate da parassiti.

Tra queste, la più famosa è la cosiddetta diarrea del viaggiatore, un disturbo che di solito colpisce chi viaggia in zone del mondo caratterizzate da cattive condizioni igieniche, con alto rischio di contaminazione di cibi e acqua.

La gastroenterite si manifesta con diarrea, vomito, dolori e crampi addominali, a volte febbre e, in genere, guarisce nell’arco di una settimana senza lasciare particolari strascichi.

Ma non è comunque un disturbo da sottovalutare, perché nei casi più seri può provocare disidratazione e avere delle complicanze anche gravi.

Come capire se si ha la gastroenterite: sintomi

I sintomi principali della gastroenterite sono diarrea (con o senza sangue e muco), vomito, nausea, dolore addominale e crampi. Possono verificarsi anche febbre, malessere, mialgie e grave disidratazione. Quando la perdita di liquidi è molto seria, possono comparire ipotensione e tachicardia.

La maggior parte delle gastroenteriti sono innocue, con un decorso autolimitante, e guariscono entro 7 giorni senza terapia specifica. Di solito i bambini sono più a rischio di disidratazione rispetto agli adulti.
Il carattere e la gravità dei sintomi possono comunque variare, anche a seconda del tipo di gastroenterite.

Gastroenterite infiammatoria e non infiammatoria

In base ad alcune caratteristiche della diarrea, è possibile distinguere la gastroenterite “non infiammatoria” da quella infiammatoria: tale distinzione fornisce una guida nella diagnosi e gestione terapeutica delle gastroenteriti acute.

Le forme “non infiammatorie”, che al massimo richiedono reidratazione, sono causate quasi sempre da virus, meno frequentemente da batteri e parassiti (più comuni Escherichia Coli, Giardia lambia).

Le forme “infiammatorie”, invece, sono comunemente causate da batteri: questi patogeni hanno infatti la capacità di invadere la mucosa intestinale, inducendo, fra le altre conseguenze, una risposta infiammatoria da parte del nostro organismo. Possono richiedere specifici test diagnostici per impostare la terapia più appropriata (esame colturale e parassitologico delle feci). Inoltre, proprio per le loro caratteristiche, vanno distinte da altre malattie dell’apparato gastrointestinale, le “malattie infiammatorie croniche intestinali”, che possono avere un esordio simile.

Vediamo più in dettaglio gli specifici sintomi delle diverse gastroenteriti infettive.

Gastroenterite virale

Nelle infezioni virali, il sintomo più frequente è la diarrea acquosa: raramente le feci contengono muco o sangue.

Gastroenterite batterica

Le gastroenteriti causate da batteri si caratterizzano per sintomi e segni dovuti alla capacità dei patogeni di scatenare una risposta infiammatoria da parte del nostro organismo.

Gastroenterite da parassiti

Il sintomo tipico della gastroenterite da parassiti è la diarrea (senza presenza di sangue), che se persistente può portare a perdita di peso e astenia.

Alcuni casi, come ad esempio l’infezione da Giardia Lambia, possono portare a diarrea cronica. Anche in questo caso è necessario eseguire test diagnostici specifici (esame delle feci seriato) per fare una diagnosi certa e impostare la terapia più appropriata.

Quanto dura la gastroenterite o “influenza intestinale”?

I sintomi della malattia durano in media 1-3 giorni; la variabilità dipende dal nostro sistema immunitario e dal virus responsabile del contagio. Infatti, alcuni ceppi virali causano infezioni che possono durare anche più di 10 giorni.

In base alla sua durata, quindi, la gastroenterite è classificata in:

Cosa mangiare con la gastroenterite

Soprattutto nella fase acuta della gastroenterite, specie in presenza di vomito e diarrea, è consigliabile fare pasti piccoli e leggeri: cibi molto pesanti, speziati, grassi o ricchi di zuccheri non vengono tollerati dall’organismo e possono acuire i sintomi, oltre a peggiorare la disidratazione. Nella fase acuta si consiglia inoltre di evitare cibi e bevande contenenti lattosio, caffeina e alcool. Se, tuttavia, i disturbi sono lievi e non compromettono l’appetito, è possibile mangiare tutto ciò che si desidera, per mantenere le forze. Di solito, comunque, la fase acuta dura pochi giorni, quindi se non si riesce a mangiare non ci sono rischi: eventualmente si può ricorrere a farmaci o rimedi naturali per ridurre la nausea e il vomito e migliorare l’appetito.

Molto importante è cercare di reidratare il corpo con acqua, se possibile per via orale, altrimenti per sondino naso-gastrico o endovena.

Se vuoi saperne di più sull’alimentazione più indicata in caso di gastroenterite, leggi il nostro articolo “Virus intestinale: i consigli del nutrizionista per stare meglio e cosa mangiare nella fase di recupero”.

Rimedi naturali

Alcuni rimedi naturali possono aiutare ad attenuare alcuni sintomi della gastroenterite, come diarrea, dolori e crampi addominali, nausea e vomito. Alessia Onorati, erborista, ci suggerisce quali sono, quando e come assumerli, in quali casi è opportuno non utilizzarli. L’assunzione in età pediatrica è comunque sempre sconsigliata perché presenta troppe controindicazioni.

Tisana allo zenzero

In fitoterapia, lo zenzero è consigliato per il trattamento dei disturbi dispeptici quali bruciori di stomaco, flatulenza e nausea. L’azione antiemetica (riduzione di nausea e vomito) è attribuita a gingerolo e shogaolo che stimolano la salivazione e le secrezioni gastriche.

Decotto di alloro

Le foglie essiccate di alloro aiutano a calmare i dolori di stomaco.

Tisana di agrimonia

L’agrimonia è una pianta dotata di proprietà astringenti, utili per il trattamento della diarrea.

Tisana di finocchio, anice stellato, liquirizia e garofano

Un ottimo rimedio per combattere i dolori addominali e i crampi è una tisana composta da anice stellato (frutti), finocchio (frutti), liquirizia (radice), chiodi di garofano. Per le percentuali della tisana, chiedi consiglio alla tua erboristeria di fiducia.

Cause della gastroenterite

Nella maggior parte dei casi, la gastroenterite è di natura infettiva, ma può verificarsi anche per cause non infettive. Vediamo la differenza.

Gastroenteriti non infettive

Alcune malattie che coinvolgono il tratto gastrointestinale si possono presentare con sintomi simili: malattie infiammatorie croniche intestinali, rettocolite ulcerosa e Morbo di Crohn, intolleranze alimentari, per esempio a lattosio e glutine. Diversamente dalle gastroenteriti acute infettive, sono malattie che hanno un decorso cronico e non sono “autolimitanti”, necessitano dunque di specifici test diagnostici per fare la corretta diagnosi ed impostare la terapia più appropriata.

Gastroenteriti infettive

Le infezioni da virus sono responsabili del 70% delle gastroenteriti nei bambini. La causa principale è l’infezione da Rotavirus, riconosciuta oggi come la principale causa di gastroenterite infettiva nel mondo, è comune nei bambini e la maggior parte dei casi colpisce bambini con meno di 5 anni. Con l’introduzione del vaccino si è assistito ad una drastica riduzione dei casi e della mortalità legata a questa infezione, sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Anche le infezioni da Norovirus e Adenovirus sono piuttosto diffuse.

I batteri patogeni invece che causano gastroenteriti acute sono: Vibrio cholerae, Escherichia Coli, Campylobacter Jejuni, Salmonella, Yersinia, Shigella e Clostridium Difficile. Ad eccezione dell’infezione da Vibrio cholerae e di alcune specie di E. Coli, che si manifestano con diarrea acquosa, le altre infezioni batteriche possono manifestarsi con diarrea sanguinolenta. Quasi sempre necessitano di test diagnostici per impostare la terapia antibiotica più appropriata.

Ma la gastroenterite può essere causata anche da vari tipi di parassiti. Gli agenti patogeni comuni sono Giardia Lambia, Entamoeba histolytica e Cryptosporidium. Insieme rappresentano circa il 10% delle cause di gastroenterite nei bambini. Le malattie parassitarie sono più comuni nei Paesi in via di sviluppo o nelle persone che vivono in aree a rischio.

Come si trasmette la gastroenterite infettiva

Il principale veicolo di trasmissione della gastroenterite infettiva è l’ingestione di cibi e acqua contaminati o di cibi lavati con acqua contaminata, ma specie nel caso delle gastroenteriti da parassiti la trasmissione può avvenire anche da persona a persona ed è spesso associata a situazioni di scarsa igiene personale.

Nei neonati, la gastroenterite può trasmettersi anche attraverso il contatto con oggetti contaminati, come ciuccio o biberon.

Possono poi esserci specifiche modalità di trasmissione per determinate forme di gastroenterite, sia virali che batteriche.

Come si cura la gastroenterite?

La gastroenterite si cura principalmente con il riposo, la reidratazione e una dieta leggera. In alcuni casi, possono essere utili i probiotici, che aiutano a ristabilire l’equilibrio della flora batterica intestinale.

Invece, se la gastroenterite è di origine batterica, può essere necessario assumere antibiotici prescritti dal medico.

In generale, la gastroenterite si risolve in pochi giorni, ma se i sintomi sono gravi o persistenti, è bene consultare il proprio medico per evitare complicazioni come la disidratazione o le infezioni sistemiche.

Farmaci

Di solito, quindi, per la gastroenterite infettiva, soprattutto per le forme virali, non occorre usare farmaci: la malattia, infatti, tende a risolversi spontaneamente nell’arco di una settimana.

In caso di vomito o febbre, è possibile fare ricorso a una terapia sintomatica con antiemetici o antipiretici, così come è possibile assumere antispastici o antidolorifici in presenza di forti dolori addominali. Nelle forme più severe, in cui è presente una perdita di liquidi importante, può essere necessaria una terapia di supporto per endovena in modo da ripristinare l’equilibrio di acqua ed elettroliti nel sangue.

Antibiotici e antidiarroici, invece, non sono di solito raccomandati nei casi lievi e devono comunque essere prescritti dal medico.

Complicanze

La gastroenterite infettiva, soprattutto le forme virali, si risolve in pochi giorni senza particolari conseguenze.

Rare complicazioni sono la sindrome di Reiter (artrite reattiva acuta), che può verificarsi secondariamente ad infezione da Yersinia, Salmonella e Campylobacter Jejuni e la sindrome di Guillain-Barré (paralisi in senso disto-prossimale innescata da una reazione autoimmunitaria), principalmente conseguenza dell’infezione da Campylobacter Jejuni.

Un’altra possibile complicazione, che si può sviluppare anche a distanza dall’episodio acuto di gastroenterite infettiva, è la “sindrome dell’intestino irritabile post infettiva”. In seguito ad un episodio di gastroenterite acuta possono infatti persistere alcuni disturbi come dolore addominale e cambiamenti nelle modalità di evacuazione. Questi disturbi possono subentrare successivamente ad un episodio di gastroenterite acuta: fra le possibili cause è stata riscontrata una modifica della flora batterica intestinale, come conseguenza dell’insulto infettivo acuto.

Gastroenterite: come si previene?

Per prevenire la gastroenterite infettiva sono disponibili due vaccini vivi attenuati contro i Rotavirus, sicuri ed efficaci contro la maggior parte dei ceppi responsabili della malattia. L’immunizzazione per il Rotavirus fa parte delle vaccinazioni infantili raccomandate dal Centers for Disease Control and Prevention, dall’American Academy of Pediatrics, dall’American Academy of Family Physicians e dall’American College of Obstetricians and Gynecologists: il vaccino deve essere effettuato entro i 6 mesi ed è molto efficace.

Per i neonati, anche l’allattamento al seno assicura una forma di protezione.

L’altra arma di prevenzione è l’igiene, considerata la facilità con cui molti agenti, in particolare i virus, sono trasmessi da persona a persona. Fondamentale anche seguire le corrette procedure di manipolazione e preparazione degli alimenti ed evitare il cibo e le bevande potenzialmente contaminati, in particolare in viaggio.

Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, è importante lavarsi le mani, usare disinfettanti tascabili, non bere acqua di rubinetto se non potabile. Se si acquista della frutta sui banchi per strada, è consigliabile preferire quella con la buccia, da mangiare dopo averla sbucciata, piuttosto che quella già venduta in pezzi e lavata. Attenzione anche a frullati e zuppe, che spesso vengono mescolati con acqua di rubinetto: in generale, è bene consumare solo cibi che sono stati bolliti o preparati con acqua di bottiglia o da filtro.

Fonti:

Revisione scientifica a cura della dottoressa Carlotta Sacchi, specializzanda in gastroenterologia. Consulenza erboristica di Alessia Onorati, de La piccola erboristeria.

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