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Ernia inguinale: che cos’è, sintomi e cause, diagnosi, cure e come riconoscerla

ernia inguinale: che cos'è, sintomi, cause, diagnosi, cure

L’ernia inguinale è la fuoriuscita di un viscere addominale (ad esempio un’ansa intestinale) dalla cavità che lo contiene verso la zona dell’inguine, attraverso un’apertura della parete addominale detta “porta erniaria”.

Tale apertura può essere presente fin dalla nascita o svilupparsi più avanti nell’età.

L’indebolimento della parete addominale può dipendere da diversi fattori, ad esempio uno sforzo fisico eccessivo.

Ha un’incidenza maggiore nella popolazione maschile e aumenta progressivamente con gli anni. Secondo le statistiche, è un disturbo molto diffuso, con un’incidenza globale di circa il 4-5% di tutte le ernie, di cui circa il 15-20% sono bilaterali.

Gli interventi chirurgici per ernia inguinale sono, infatti, i più praticati nel mondo: ogni anno circa 4,5 milioni, di cui 1,5 milioni negli USA e 170.000 in Italia. Il rapporto uomini/donne poi è di circa 8:1.

Un’ernia inguinale non è necessariamente pericolosa. Tuttavia, difficilmente si risolve da sola e può comportare complicazioni anche gravi.

Vediamo allora cos’è l’ernia inguinale, quali sono i sintomi, le cause e le possibilità di cura.

Cos’è l’ernia inguinale?

È una condizione in cui un viscere, solitamente l’intestino (il più delle volte il tenue) o il grasso addominale, contenuto nell’addome, fuoriesce attraverso una zona di debolezza della parete addominale. Questa zona di passaggio è detta “porta erniaria”.

Di solito le fasce muscolari consentono di resistere alle sollecitazioni e alle pressioni all’interno dell’addome, ma la zona inguinale è fisiologicamente la più debole, soprattutto quella maschile. Quest’area, infatti, è ricca di vasi e nervi, ma con poca muscolatura.

Inoltre, può interessare solo il lato destro, solo il sinistro oppure entrambi i lati (in questo caso si parla di ernia bilaterale).

Sono pertanto proprio gli uomini a esserne maggiormente colpiti, ma un’ernia inguinale può riguardare anche bambini, anziani e donne in gravidanza.

Per la diversa conformazione anatomica del bacino fra i due sessi, le donne, invece, sono più predisposte all’insorgenza di un’ernia crurale (femorale) rispetto agli uomini.

Sono ernie che generalmente si situano sotto il legamento inguinale e si riversano all’interno del canale femorale. Si tratta di un breve condotto longitudinale, situato a livello dell’inguine, vicino all’arteria e alla vena femorale.

Sono meno visibili di quelle inguinali, ma anche in questo caso la causa principale è un cedimento della parete muscolare dell’addome che ha il compito di contenere i visceri nelle loro sedi naturali.

Si è più a rischio d’ernia nel primo anno di vita (ernie congenite) e oltre i 50 anni (ernie acquisite). Comunque, la possibilità di sviluppare questo disturbo nel tempo è piuttosto alta, con un’incidenza di circa il 3% nelle donne e del 27% negli uomini.

L’ernia può provocare un semplice fastidio oppure un dolore intenso, che si acuisce quando aumenta la pressione addominale a causa della tosse, starnuti, piegamenti e sollevamenti di oggetti pesanti.

Cos’è l’inguine?

In anatomia, è la zona anatomica corrispondente alla parte anteriore, laterale e inferiore della parete addominale.

Fa parte della regione inguino-femorale che corrisponde alla fossa iliaca (destra e sinistra), quindi una zona posta più in alto e più lateralmente rispetto al pube. L’inguine è poi delimitato dall’anca e identificato dalla piega che congiunge la coscia al tronco.

Pertanto, è il corrispettivo dell’ascella, alla quale è accomunato per la presenza dei linfonodi e delle ghiandole sudoripare. Tra gli elementi anatomici più importanti della regione inguino-femorale ci sono poi l’arteria, la vena e il nervo femorali.

Tipi di ernia inguinale

Sono due i tipi di ernia inguinale: diretta e indiretta. Vediamo di cosa si tratta.

Ernia inguinale indiretta

È il tipo più comune, soprattutto negli uomini ed è per lo più di natura congenita.

Questo perché il testicolo maschile nasce all’interno dell’addome, per poi scendere attraverso un’apertura nella zona inguinale e raggiungere lo scroto (la sacca che contiene i testicoli). Se l’apertura non si chiude correttamente dopo la nascita, si potrebbe nel tempo sviluppare un’ernia.

Nelle donne, invece, può verificarsi se gli organi riproduttivi o l’intestino tenue scivolano nell’area inguinale a causa di una debolezza dei muscoli addominali.

Ernia inguinale diretta

Anche in questo caso è presente l’indebolimento dei muscoli addominali che si verifica con il passare degli anni. Infatti, è un tipo di ernia tipica degli adulti. Si manifesta prevalentemente in posizione eretta e sotto sforzo.

Ernia negli uomini, nelle donne e nei bambini

Come abbiamo visto, l’ernia inguinale è un disturbo tipicamente maschile, ma anche le donne possono esserne colpite.

In genere per le donne si parla più spesso di ernia crurale o femorale ed è piuttosto complesso diagnosticarla. Molte donne, infatti, in presenza di forti dolori pelvici, pensano subito a problemi di natura ginecologica.

La sintomatologia, infatti, è molto simile ad altri disturbi come cisti ovariche, endometriosi o fibroma. Se gli esami ginecologici sono negativi, si passa allora a esaminare l’apparato urologico, fino a ipotizzare un dolore psicosomatico.

Ciò che rende complicata la diagnosi di ernia nella donna dipende dalla conformazione anatomica. Infatti, negli uomini l’ernia è spesso evidente con una tumefazione nella zona interessata, mentre nelle donne si avverte un dolore insistente e a volte debilitante ma senza segni specifici.

È però un disturbo diffuso anche in età pediatrica: colpisce, infatti, 1 bambino su 100 soprattutto nei maschi. In particolare sono più a rischio i bimbi più piccoli, neonati e lattanti. La causa è diversa da quella dell’adulto e si deve solitamente a un problema a livello del canale che consente la discesa del testicolo durante la gravidanza.

Sintomi dell’ernia inguinale

Molte volte il sintomo più evidente è un rigonfiamento di dimensioni variabili presente nella zona inguinale.

Solitamente si riduce in posizione supina, ma con il tempo, può ingrandirsi e, negli uomini, coinvolgere lo scroto (la sacca che contiene i testicoli).

La tumefazione può essere asintomatica o associata a bruciore o dolore, soprattutto in posizione eretta quando la pressione addominale è maggiore, oppure in caso di sforzi fisici, tosse o stipsi.

I sintomi più comuni sono:
• Rigonfiamento.
• Senso di peso o di pressione all’inguine.
• Difficoltà a stare troppo in piedi.
• Fastidio o bruciore.
• Dolore che può interferire con le normali attività quotidiane come stare in piedi, camminare e, a volte, difficoltà digestive.

Non c’è una cura vera e propria per l’ernia inguinale, ma per le possibili complicazioni, potenzialmente anche gravi, è bene rivolgersi subito al medico se si nota un gonfiore all’inguine.

Infatti, uno strozzamento dell’ernia, che comporta sintomi più severi, come dolore addominale persistente, nausea e vomito, può causare perfino un’ostruzione intestinale.

Cause dell’ernia inguinale e soggetti a rischio

Come abbiamo visto, l’ernia inguinale può essere congenita, cioè presente fin dalla nascita, nel caso in cui il dotto peritoneo-vaginale non si chiude correttamente.

Tuttavia, la causa principale è una debolezza della parete addominale, proprio nel tratto inguinale. Sono gli uomini i più predisposti, poiché il tunnel inguinale è più delicato e attraversato da vasi e nervi collegati al testicolo.

Le cause e i fattori di rischio più comuni sono:

Diagnosi

Uno dei primi sintomi di un’ernia inguinale è la presenza di un rigonfiamento spesso asintomatico o un po’ fastidioso nella zona inguinale. Questo gonfiore in genere scompare spontaneamente da sdraiati. Quindi, per la diagnosi solitamente basta un semplice esame fisico.

La visita, in genere, consiste nell‘esaminare la persona sia in piedi, sia sdraiata a pancia in su. Può essere anche necessario camminare, muoversi o tossire per aumentare la pressione nella cavità addominale. La posizione supina poi consente di verificare la possibilità di far rientrare l’ernia nella sua sede naturale attraverso manovre manuali.

Si dice che l’ernia è riducibile se il medico riesce a reinserirla nella cavità addominale; in caso contrario, si tratta di un’ernia detta irriducibile, che può comportare complicazioni anche gravi e richiedere un intervento chirurgico in urgenza.

Tuttavia, nelle donne e nelle persone obese che lamentano dolore ma senza tumefazione evidente, può essere utile ricorrere a esami strumentali come l’ecografia o la risonanza magnetica. Inoltre, la presenza del rigonfiamento può essere determinata anche da un ingrossamento dei linfonodi inguinali (linfoadenopatia), da dilatazioni vascolari, tumori dei tessuti molli, ascessi o anomalie genitali.

Per questo motivo è importante da parte del medico una corretta valutazione che preveda tutti gli accertamenti per porre una diagnosi corretta.

Cure e trattamenti dell’ernia inguinale

Si tratta di un disturbo di natura meccanica, pertanto, al di fuori di un intervento chirurgico non c’è una cura farmacologica. I farmaci sono prescritti per ridurre il dolore, ma non sono risolutivi.

Ci sono tuttavia situazioni in cui è meglio optare per un trattamento conservativo, con l’uso di mezzi contenitivi (ad esempio, mutande elastiche). È il caso di persone con uno stato di salute che non consente di eseguire un’operazione in tutta sicurezza.

Ciò che è importante è tenere presente le possibili conseguenze, come l’occlusione intestinale, che può portare, in caso di strozzamento dell’ernia, alla perforazione dell’intestino stesso.

Secondo le linee guida internazionali, un’ernia asintomatica e di piccole dimensioni può anche semplicemente essere monitorata con visite di controllo periodiche, per vedere l’andamento nel tempo. Invece, per le ernie che comportano fastidio, dolore o sono di grandi dimensioni, il rischio di strangolamento dell’ernia è circa del 2,5% e aumenta con il tempo.

Ernia inguinale e intervento chirurgico: come avviene e tempi di recupero

La scelta dell’operazione si basa sui segni e sintomi dell’ernia e sul suo impatto sulla qualità di vita della persona. Se l’ernia è riducibile, asintomatica o con sintomi lievi, si può scegliere un trattamento conservativo. Invece, in presenza di sintomi o di complicanze, l’intervento chirurgico è l’unico trattamento.

Può essere eseguito in due modalità:

Sono comunque interventi che si possono eseguire in regime di day hospital.

Per il post-operatorio è importante seguire le istruzioni del chirurgo. In genere ci vogliono circa 4 settimane per un recupero completo. Durante la convalescenza occorre sospendere le attività lavorative, la guida e stare a riposo.

Solitamente i punti di sutura cutanea sono rimossi dopo una settimana circa dall’intervento, previo accurato controllo della ferita chirurgica. Sono previsti farmaci antidolorifici ed è consigliato camminare appena possibile per ridurre la contrazione dei muscoli infiammati e, quindi, il dolore.

Per i primi 30-40 giorni sono da evitare gli sforzi come sollevamento di pesi e attività sportive che impegnano la parete addominale.

Come prevenire l’ernia inguinale

Se l’origine dell’ernia è congenita, cioè presente dalla nascita, ovviamente non c’è modo di prevenirla. Si può tuttavia ridurre la pressione sui muscoli addominali e sui tessuti controllando il peso corporeo.

È importante anche seguire una dieta equilibrata per prevenire la stitichezza e quindi una defecazione difficoltosa.

Occorre poi fare molta attenzione quando si sollevano o si alzano oggetti pesanti. È meglio sempre piegarsi sulle ginocchia per evitare di sforzare la parete addominale. Anche rinforzare i muscoli addominali può essere utile, quindi fare esercizio fisico con regolarità.

Altresì è consigliabile smettere fumare: il fumo, infatti, può procurare tosse cronica che può causare o aggravare un’ernia inguinale.

Con la consulenza del Dott. Gastone Sabatini, Urologo c/o il CTO Andrea Alesini, ASL Roma 2.

Fonti
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