Sommario
Il diabete di tipo 1 è una patologia tipica dei bambini e dei giovani che comporta livelli elevati di zucchero nel sangue.
La causa è probabilmente da ritrovarsi nel sistema immunitario che confonde le cellule del pancreas come estranee, le attacca e le neutralizza, diminuendo drasticamente la quantità di insulina prodotta.
I primissimi sintomi includono un aumento inspiegabile del senso di sete e una maggiore frequenza della minzione, anche se molto spesso i pazienti incorrono in episodi di perdita di conoscenza (chetoacidosi diabetica). La diagnosi viene formulata con certezza dopo una misurazione della glicemia nel sangue tramite stick o con un prelievo di laboratorio.
La terapia è basata su iniezioni sottocutanee di insulina, accompagnate da una dieta appropriata per un organismo che non riesce ad abbassare i propri livelli di zucchero nel sangue.
Un regime alimentare, accompagnato da attività fisica e terapia insulinica personalizzata, possono aiutare i soggetti affetti da diabete di tipo 1 a convivere con la malattia prevenendo le possibili complicazioni e migliorando la qualità di vita nel breve e lungo termine.
Diabete di tipo 1: cos’è, caratteristiche e tipologie
Il diabete di tipo 1 è una condizione in cui il livello di glucosio nel sangue rimane troppo alto. Ciò è dovuto al fatto che il corpo non è in grado di produrre abbastanza insulina perché il sistema immunitario attacca e distrugge i propri componenti nel pancreas che producono questo ormone.
Il ruolo dell‘insulina è quello di permettere al glucosio di entrare nelle cellule per essere trasformato in energia, abbandonando il circolo sanguigno.
Il glucosio ottenuto dal cibo raggiunge il sangue, ma poiché non c’è insulina per consentirgli di essere trasportato nelle cellule, si accumula in grandi quantità provocando una condizione detta iperglicemia.
Un livello costantemente elevato della glicemia può colpire i principali organi del corpo come cuore, vasi sanguigni, nervi, occhi e reni.
Quali ormoni regolano la glicemia?
Il diabete è una malattia che si verifica quando la glicemia è troppo alta. Per capirne il meccanismo, bisogna prima chiarire come lo zucchero viene normalmente elaborato nel corpo.
Il glucosio è fondamentale perché costituisce la principale fonte di energia per le cellule, in primis il cervello. Ci sono due ormoni che lavorano insieme per mantenere la glicemia entro i limiti normali: l’insulina e il glucagone.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul diabete.
Glucosio
Il glucosio è uno zucchero naturale che proviene da due fonti principali: il cibo consumato e il fegato. Il glucosio dal cibo viene assorbito dall’intestino tenue per poi essere riversato nel sangue, dove entra nelle cellule con l’aiuto dell’insulina.
Il fegato produce glucosio che immagazzina sotto forma di un’altra molecola chiamata glicogeno.
Insulina
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas, una ghiandola situata dietro lo stomaco. Le cellule beta specializzate che lo costituiscono secernono insulina che riversano nel sangue.
Quando mangiamo cibi che contengono carboidrati, il glucosio viene assorbito dall’intestino nella circolazione. L’insulina viaggia nel sangue e aiuta il glucosio a entrare nelle cellule del corpo, dove viene utilizzato per ottenere energia.
L’insulina riduce così la quantità di glucosio nel sangue. Quando il livello di zucchero nel sangue diminuisce, diminuisce anche la secrezione di insulina dal pancreas.
Glucagone
Quando il livello di glucosio è basso, come dopo un periodo di digiuno, il fegato, sotto l’azione di un altro ormone chiamato glucagone, scompone il glicogeno immagazzinato e lo immette nella circolazione per nutrire gli organi.
Il glucagone aumenta quindi la glicemia nel sangue, ripristinando la concentrazione di zucchero che viene mantenuta entro i limiti normali.
Che differenza c’è tra il diabete di tipo 1 e 2?
Il diabete di tipo 1 è diverso dal tipo 2 fondamentalmente per la causa scatenante. Il diabete di tipo 1, infatti, trova il suo inizio in un meccanismo autoimmune in cui il corpo confonde le cellule del pancreas come estranee, attaccandole e distruggendole. I pazienti sono solitamente giovani (sotto i 40 anni) e fisicamente normopeso.
Discorso diverso per il tipo 2, di insorgenza più tarda e che spesso si accompagna a sovrappeso e sedentarietà. Questi due fattori, insieme, competono nello sviluppo della resistenza all’insulina che rende difficoltosa l’entrata del glucosio nelle cellule al fine di apportare adeguato nutrimento.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul diabete 2.
Sintomi del diabete di tipo 1
Nel caso del diabete di tipo 1 ci vogliono mesi o anni prima che le cellule beta del pancreas vengano completamente distrutte in modo da non produrre più insulina.
Quando ciò avviene, i sintomi compaiono rapidamente, nel giro di pochi giorni o poche settimane, soprattutto nei bambini. Questi possono essere gravi (perdita di conoscenza o coma).
Sebbene la maggior parte delle persone con diabete di tipo 1 venga diagnosticata durante l’infanzia o nella prima età adulta, i segni sono gli stessi a qualsiasi età.
Gli adulti con diabete di tipo 1 potrebbero non riconoscere i sintomi del diabete così rapidamente come i bambini, il che può ritardare la diagnosi e il trattamento. Ecco perché è così importante consultare un medico non appena si noti:
- Sete eccessiva e minzione frequente.
- Aumento della sensazione di fame senza dispendio di energia.
- Perdita di peso senza dieta.
- Stanchezza marcata.
- Prurito o secrezioni genitali.
- Ferite difficili da rimarginare.
A volte i primi segni e sintomi del diabete di tipo 1 sono manifestazioni di una complicanza grave, potenzialmente pericolosa per la vita, chiamata chetoacidosi diabetica.
Essa si verifica quando lo zucchero nel sangue raggiunge livelli talmente bassi da portare a sofferenza cerebrale o disturbi dell’equilibrio di sodio e potassio. Alcuni sintomi includono:
- Alito che sa di acetone.
- Pelle rossa e secca.
- Nausea e vomito.
- Dolori addominali.
- Difficoltà a respirare, con respiri ampi e di frequenza aumentata.
- Attenzione alterata, letargia e confusione che possono progredire fino al coma e alla morte.
La chetoacidosi diabetica si verifica quando le cellule del corpo non possono utilizzare il glucosio per produrre energia e di conseguenza iniziano a bruciare i lipidi (grassi che non richiedono l’azione dell’insulina) per ottenere energia.
In questo processo vengono prodotte sostanze tossiche per l’organismo note come chetoni (corpi chetonici) che si accumulano nel sangue e causano acidosi metabolica. La chetoacidosi diabetica è un’emergenza medica che deve essere trattata in ospedale.
Primi sintomi
Come già sottolineato, a volte il diabete di tipo 1 può avere un inizio asintomatico, in cui il corpo impara giorno per giorno a mantenere buoni livelli glicemici utilizzando i grassi che ha immagazzinato nel tempo.
Dei primissimi segnali tuttavia possono includere una sete continua, l’iperidratazione (il paziente consuma più acqua del necessario) e una polidipsia (urgenza di urinare spesso).
Nonostante ciò, frequentemente il diabete di tipo 1 viene diagnosticato alla prima chetoacidosi in cui si registrano livelli glicemici molto alti spesso accompagnati da perdita di conoscenza.
In un sospetto clinico dunque, da parte del paziente, è bene recarsi il prima possibile dal proprio medico curante per eseguire una glicemia rapida (tramite stick) o per un controllo ematico di laboratorio.
Diabete di tipo 1: cause e soggetti a rischio
La causa esatta non è del tutto nota, ma si presume che vi sia una combinazione di fattori genetici e ambientali.
Si pensa che il diabete di tipo 1 sia una malattia in cui il sistema immunitario, il cui ruolo è quello di combattere le infezioni batteriche e virali, attacca e distrugge erroneamente le proprie cellule produttrici di insulina nel pancreas. Inoltre, alcuni fattori predisponenti sono stati individuati, tra cui:
Predisposizione familiare
Chi ha un genitore o un fratello con diabete di tipo 1 sembra avere un rischio maggiore di sviluppare questa condizione.
Genetica
La presenza di determinati geni indica un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 1.
Età
Sebbene il diabete di tipo 1 possa manifestarsi a qualsiasi età, ci sono due picchi in cui è più comune: nei bambini di età compresa tra 4-7 anni e rispettivamente 10-14 anni.
Fattori ambientali
Circostanze come l’esposizione a radiazioni, l’inquinamento o una malattia virale potrebbero svolgere un ruolo nel causare il diabete di tipo 1.
Presenza di autoanticorpi
Il diabete di tipo 1 è caratterizzato da una distruzione immuno-mediata delle cellule beta pancreatiche produttrici di insulina.
I familiari di un paziente con diabete di tipo 1 vengono testati per la presenza di autoanticorpi. Se questi sono presenti, aumentano il rischio di sviluppare la condizione, ma non tutte le persone positive avranno necessariamente la malattia.
Diabete di tipo 1: diagnosi ed esami strumentali
Quando una persona mostra chiari sintomi e segni di diabete di tipo 1, il medico consiglia di eseguire test per diagnosticare la condizione. Un semplice esame del sangue confermerà la malattia identificando gli autoanticorpi che sono presenti nel diabete di tipo 1, ma sono assenti nel diabete di tipo 2.
Anche la misurazione del peptide C (che valuta la capacità di produrre insulina) può risultare utile.
Un esame dell’urina può essere richiesto per verificare la presenza di corpi chetonici, che sono prodotti dalla degradazione dei lipidi (grassi) utilizzati dall’organismo per ottenere energia e che indicano anche la presenza del diabete di tipo 1.
Misurazione della glicemia in qualsiasi momento della giornata
Questo test può essere eseguito in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dai pasti.
A volte il medico può utilizzare questo test per diagnosticare il diabete quando sono presenti i sintomi caratteristici e non è possibile attendere 8 ore per la raccolta della glicemia a stomaco vuoto (ad esempio nelle situazioni di emergenza).
Glicemia a digiuno
La glicemia a digiuno misura il livello di glucosio nel sangue al mattino, a stomaco vuoto (il paziente non deve assumere cibo per almeno 8 ore ma può bere acqua).
Emoglobina glicata – HbA1c
L’emoglobina glicata (HbA1c) è un esame del sangue che fornisce informazioni stimate sui livelli medi di glucosio nel sangue negli ultimi 3 mesi.
Il risultato è indicato in percentuale e più è alto, più alto è il livello medio di zucchero nel sangue. Poiché il test riflette il livello medio di glucosio nel sangue durante la vita dei globuli rossi, non è accurato nelle persone che soffrono di anemia (basso numero di eritrociti).
Diabete di tipo 1: come si interpretano i valori delle analisi?
Ognuna delle analisi di cui sopra utilizza una misurazione diversa. Di solito, per diagnosticare il diabete, è necessario ripetere lo stesso test nel periodo successivo.
I seguenti valori indicano un risultato normale della glicemia, rispettivamente nel diabete e nel prediabete.
Valori normali
- Glicemia a digiuno: < 99 mg/dL.
- HbA1c: < 5,7%.
Prediabete
- Glicemia a digiuno: 100-125 mg/dL.
- HbA1c: 5,7-6,4%.
Diabete
- Glicemia a digiuno): >/=126 mg/dL.
- HbA1c: >/= 6,5%.
- Glicemia raccolta a un certo punto della giornata: ≥ 200 mg/dL.
Cure, terapie, rimedi e trattamenti del diabete di tipo 1
L’obiettivo della terapia è mantenere il livello di zucchero nel sangue il più vicino possibile al normale per ritardare o prevenire complicazioni.
In generale, il target è raggiungere una glicemia prima dei pasti tra 80 – 130 mg/dL e < 180 mg/dL due ore dopo aver mangiato. Il trattamento per il diabete di tipo 1 comprende:
- Somministrazione di insulina.
- Piano alimentare che tenga conto della quantità di carboidrati, grassi e proteine consumati.
- Monitoraggio frequente della glicemia.
- Praticare attività fisica regolare.
- Mantenere il peso forma.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulla dieta per il diabete.
Insulina
Tutti i pazienti con diabete di tipo 1 avranno bisogno della somministrazione permanente di insulina iniettabile. Alcuni tipi disponibili includono:
- Insulina ad azione rapida: inizia ad agire circa 15 minuti dopo l’iniezione, raggiungendo un picco (massimo effetto) circa 1-2 ore dopo; l’attività dura 2-4 ore.
- Azione intermedia: raggiunge il flusso sanguigno circa 2-4 ore dopo l’iniezione, il suo massimo effetto dopo 4-12 ore e agisce per circa 12-18 ore.
- Azione prolungata: raggiunge il sangue poche ore dopo l’iniezione e agisce per 24 ore.
Diabete di tipo 1: somministrazione di insulina
L’insulina non può essere somministrata per via orale sotto forma di pillola, perché verrebbe scomposta nello stomaco, il che ne impedirebbe l’azione.
Pertanto, deve essere iniettata per via sottocutanea (sotto la pelle) con una siringa o un dispositivo pompa. L’iniezione può avvenire nell’addome, nelle braccia, nelle natiche e nelle cosce.
La molecola viene assorbita nel sangue in modo diverso a seconda del sito di inoculazione (ad esempio agisce più velocemente nell’addome) e la distanza tra due punti di iniezione deve essere di 2-3 cm. Esistono due metodi principali per somministrare l’insulina.
Penna pre-riempita
È un dispositivo che inietta il farmaco sotto la pelle premendo un pulsante. Si tratta di un metodo semplice e conveniente di somministrazione, molto utile soprattutto nel caso dei bambini.
Siringa
Al contrario della penna pre-riempita il farmaco liquido viene prelevato tramite una siringa con un ago sottile e inoculato sotto cute. La siringa è monouso e va quindi sostituita ad ogni iniezione, per poi essere smaltita come rifiuto speciale.
Pompe per insulina
Sono piccoli dispositivi elettronici che forniscono un apporto continuo di insulina sotto la pelle. Il macchinario, che ha all’incirca le dimensioni di un telefono cellulare, viene indossato all’esterno del corpo. Un tubicino collega un serbatoio di insulina a un catetere che viene inserito sotto la pelle nell’addome.
La “macchinetta” può essere indossata in vari modi: in vita, in tasca o attaccata alle cinghie appositamente progettate per la pompa. Essa è programmata per erogare automaticamente in modo continuo piccole quantità di insulina ad azione rapida, imitando così la secrezione basale da parte del pancreas.
Il diabetologo programmerà la velocità basale personalizzata, a seconda delle esigenze di ciascun paziente.
Inoltre, una quantità aggiuntiva di insulina può essere somministrata “su richiesta” per adattarsi al cibo consumato o per correggere l’iperglicemia.
Il microinfusore somministrerà quella che viene definita una “dose in bolo” per coprire il pasto e per correggere il livello di zucchero nel sangue. Gli studi hanno dimostrato che in alcuni pazienti il dispositivo può essere maggiormente efficace nel controllare la glicemia rispetto alle usuali iniezioni.
Tuttavia, molte persone che soffrono di diabete di tipo 1 raggiungono buoni livelli ematici assumendo il farmaco iniettabile. La pompa per insulina, combinata con un dispositivo di monitoraggio continuo del glucosio, può garantire un controllo ancora più rigoroso della glicemia.
Diabete di tipo 1: possibili complicazioni
Nel corso del tempo (decenni), un livello costantemente elevato di glucosio nel sangue può colpire i principali organi del corpo inclusi cuore, vasi sanguigni, nervi, occhi e reni.
Le complicanze del diabete di tipo 1 possono essere invalidanti o addirittura pericolose per la vita. Le complicanze sono le stesse del diabete di tipo 2. Un livello elevato di glicemia, nel tempo, va a ledere sempre gli stessi organi.
Il mantenimento di un normale livello glicemico può ridurre significativamente il rischio di molte di queste complicazioni, come:
- Malattia coronarica.
- Ictus.
- Insufficienza renale cronica.
- Neuropatia diabetica.
- Piede diabetico.
- Malattie oftalmologiche.
- Malattie del cavo orale.
- Depressione e complicazioni della gravidanza.
Disturbi cardiovascolari
Il diabete aumenta notevolmente il rischio di malattie del cuore e dei vasi sanguigni, come la malattia coronarica con dolore toracico (angina) e l’infarto miocardico acuto, l’ictus, il restringimento delle arterie (aterosclerosi) e l’ipertensione.
Questo è dovuto al fatto che la glicemia favorisce i depositi di colesterolo nelle arterie, ostacolando la normale circolazione.
Neuropatia diabetica
L’eccesso di zucchero nel sangue può danneggiare le pareti dei piccoli vasi sanguigni (capillari) che alimentano i nervi, specialmente nelle gambe, con la comparsa di danni (neuropatia).
La neuropatia periferica provoca formicolio, intorpidimento, bruciore o dolore che di solito inizia dalla punta delle dita e si diffonde gradualmente verso l’alto. Se la glicemia non è controllata, può verificarsi una perdita di sensibilità negli arti colpiti.
I pazienti con diabete dovrebbero esaminare quotidianamente i propri arti inferiori e indossare scarpe larghe e comode.
I danni ai nervi che colpiscono il tratto gastrointestinale possono causare problemi digestivi con nausea, vomito, diarrea o costipazione. Negli uomini può verificarsi disfunzione erettile.
Diabete di tipo 1 e nefropatia diabetica
I reni contengono milioni di piccoli gruppi di vasi sanguigni (glomeruli) che filtrano le sostanze di scarto dal sangue.
Il diabete può danneggiare questo delicato sistema di filtrazione, così che un grave danno ai piccoli vasi sanguigni nei reni può portare a insufficienza acuta o malattia renale cronica, fino a portare il paziente in dialisi o al trapianto di rene.
Retinopatia diabetica
Il diabete può danneggiare i vasi sanguigni della retina (retinopatia diabetica), causando diminuzione della vista e persino cecità. Inoltre, il diabete aumenta il rischio di altre gravi malattie degli occhi, come il glaucoma e la cataratta.
Il piede diabetico
Le lesioni nervose e/o il flusso sanguigno alterato nelle gambe aumentano il rischio di varie complicanze.
In particolare, la perdita di sensibilità negli arti inferiori è particolarmente importante, perché può consentire lesioni e comparsa di ferite che passano inosservate.
Inoltre, problemi di circolazione faranno guarire le ferite molto più lentamente e potrebbero comparire complicazioni infettive.
Malattie della pelle e a livello del cavo orale
Il diabete aumenta il rischio di infezioni della pelle e della bocca, come quelle batteriche e fungine.
Anche l’infiammazione delle gengive (parodontite) e la secchezza delle fauci sono più comuni. La parodontite è una delle principali cause di perdita dei denti ed è associata a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari.
Andare dal dentista regolarmente per la diagnosi precoce e il trattamento costituiscono le migliori modalità di prevenzione di queste spiacevoli complicanze.
Depressione e diabete di tipo 1
I sintomi della depressione sono comuni nelle persone con diabete di tipo 1. Questo disturbo, se non trattato, può influenzare il modo in cui il paziente è in grado di gestire la propria malattia.
Parlarne con il proprio medico è di fondamentale importanza per risolvere serenamente il problema imparando a convivere con il diabete.
Complicazioni della gravidanza
Alti livelli di zucchero nel sangue possono essere pericolosi sia per la madre che per il feto. Il rischio di aborto spontaneo, natimortalità e malformazioni congenite aumenta quando il disturbo non è ben controllato.
Per la madre, il diabete aumenta il rischio di chetoacidosi diabetica, malattie degli occhi (retinopatia diabetica), ipertensione indotta dalla gravidanza e preeclampsia.
Un controllo glicemico (con il test della tolleranza al glucosio) è di vitale importanza anche nelle donne in attesa non affette da diabete.
Diabete di tipo 1: prevenzione e convivenza con la malattia
Oltre al trattamento con insulina e qualsiasi altro farmaco consigliato, è possibile gestire la propria malattia prendendosi cura di sé giorno per giorno.
Come molte altre condizioni croniche infatti (che dureranno tutta la vita), il diabete di tipo 1 è gestito principalmente da ogni singolo paziente, con il supporto della propria famiglia e di altre persone che possono essere d’aiuto, così come l’assistenza medica di un gruppo di specialisti che include:
- Diabetologo.
- Medico di famiglia.
- Pediatra.
- Oculista.
- Cardiologo.
- Neurologo.
- Dentista.
- Dietologo nutrizionista.
Aderire al piano alimentare per il diabete, praticare regolarmente un’attività fisica e controllare frequentemente la glicemia sono alcuni dei modi più accurati per convivere in modo sano con la propria patologia.
Per le pazienti in età fertile è importante cercare di ottenere un livello di zucchero nel sangue il più vicino possibile al limite normale prima di iniziare una gravidanza, che verrà seguita durante tutto il suo percorso.
Gestire il diabete di tipo 1 può essere difficile, ma seguendo uno stile di vita sano e i consigli degli specialisti si può trasformare in una patologia tuttavia benigna caratterizzata dal contenimento delle complicazioni.
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