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Asma: che cos’è, sintomi, cause e fattori di rischio, diagnosi, trattamenti

asma: cos'è, sintomi, cura, cause e prevenzione

L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie respiratorie, fra le più diffuse al mondo. Nel dettaglio, l’asma è provocata dal restringimento od ostruzione, di solito reversibili, delle vie aeree e dei bronchi.

Tra i sintomi con cui si manifesta ci sono: respiro sibilante e affannoso, crisi respiratorie, tosse e senso di costrizione del torace.

Tuttavia, i sintomi dell’asma possono essere saltuari, ma comunque con la presenza anche di crisi acute, oppure persistenti, a seconda dello stadio della malattia.

Ad ogni modo, l’asma è una patologia che può essere trattata e tenuta sotto controllo purché si assumano i farmaci prescritti dal medico (cortisonici e antinfiammatori) e si effettuino regolari visite di controllo.

Inoltre, è fondamentale evitare tutti quei fattori di rischio che possono provocare o peggiorare i sintomi, come l’esposizione ad allergeni o altri agenti scatenanti.

Asma: che cos’è

La parola asma deriva dal greco antico e significa “ansimare”, cioè respirare con difficoltà, che è proprio uno dei sintomi della malattia.

Per spiegare l’asma, è necessario illustrare brevemente il nostro sistema respiratorio.

L’aria che inspiri dal naso e dalla bocca arriva, attraverso la laringe e poi la trachea, fino ai polmoni. Questi organi contengono delle ramificazioni delle vie aeree inferiori, chiamate bronchi (più grandi) e bronchioli (più piccoli).

Inoltre, le pareti di bronchi e bronchioli contengono fibre muscolari che si possono contrarre e modificarne la grandezza. Infine, sono rivestite da un sottile strato di muco che serve a trattenere le impurità dannose dell’aria, ivi compresi virus e batteri.

Quindi, normalmente l’aria entra nelle vie aeree da naso e bocca e arriva senza ostacoli agli alveoli polmonari. Questi ultimi sono dei piccoli palloncini elastici situati al temine dei bronchioli che hanno la funzione di scambiare l’ossigeno che respiriamo con l’anidride carbonica che espiriamo.

Tuttavia, nelle persone asmatiche, le pareti delle vie bronchiali sono rese più spesse e gonfie dall’infiammazione.

Inoltre, si verifica una maggiore produzione di muco e tutto questo ostacola il passaggio dell’aria. A ciò si aggiunge il fatto che le cellule muscolari che circondano le vie aeree si contraggono restringendole – per effetto del cosiddetto broncospasmo – rendendo ancora più difficile il passaggio dell’aria.

In sintesi, l’asma e i sintomi con cui si manifesta sono la conseguenza di un restringimento del diametro dei bronchi e dei bronchioli.

Asma: storia

Questa malattia era già nota in Cina nel 2600 a.C. ed era definita come un disturbo caratterizzato da una respirazione rumorosa.

Anche il Codice babilonese di Hammurabi, intorno al 1750 a.C, parlava di sintomi legati alla mancanza del respiro. Ma il primo ad utilizzare il termine “asma” fu Ippocrate, nel 400 a.C. per descrivere il disturbo respiratorio. Inoltre si pensa che sia stato lui il primo a identificare la relazione tra l’ambiente e la malattia, al punto che molti lo considerano il primo allergologo.

Invece, fu Alessandro Magno a scoprire, quando invase l’India, che in questo paese utilizzavano la pianta dello stramonio per rilassare i polmoni. In effetti, quest’erba è ancora oggi utilizzata negli inalatori.

Infine, fra i Romani, i dottori descrissero l’asma come un affanno e l‘incapacità di respirare senza fare rumore e Plinio il Vecchio osservò che il polline poteva essere un agente scatenante.

Mentre in Sudamerica, Incas e Aztechi utilizzavano erbe particolari per curare l’asma, con l’introduzione del tabacco in Europa, avvenuta nel 1500, questo fu utilizzato per indurre tosse ed espettorare il muco.

Le prime cure

Ma fu solo nel 1900 che si sperimentarono le prime cure veramente efficaci. Negli anni ’40 e ’50, la terapia consisteva in:

Ma bisognerà attendere gli anni ’70 per l’utilizzo dei farmaci broncodilatatori per le crisi gravi e i corticosteroidi per tenere sotto controllo l’infiammazione.

Alla fine, nonostante l’asma sia conosciuta da oltre 2500 anni, non si è arrivati ancora a comprenderne fino in fondo la cause e a trovare una cura definitiva. Tuttavia, i farmaci oggi a disposizione permettono di tenere sotto controllo la malattia in modo efficace.

Asma: epidemiologia

Secondo l‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo ci sono tra i 100 e i 150 milioni di persone che soffrono di questo disturbo.

La forma allergica interessa il 50% degli adulti e l’80% dei bambini. Purtroppo, le morti legate a questa malattia sono circa 180 mila ogni anno, secondo i dati dell’OMS.

In Italia, si stima che ogni anno si ammalino di asma circa 3 milioni di persone con tassi di prevalenza che aumentano costantemente, soprattutto tra i bambini. Infatti le stime parlano di circa il 10% di bambini affetti da questa patologia.

Nonostante sia una delle patologie croniche più comuni nell’infanzia, l’asma può colpire anche gli adulti, persino in età avanzata. In particolare, fra i giovani è più frequente nei ragazzi in età puberale e nelle ragazze dopo la pubertà.

Tuttavia, in alcuni casi, nei bambini, l’asma si risolve con la crescita, anche se poi può ricomparire alcuni anni più tardi.

Asma: dati in crescita nel mondo

Tuttavia, in tutto il mondo si registra un aumento dei casi di asma, che, secondo l’OMS, dipende soprattutto dal fenomeno di urbanizzazione, ovvero dal fatto che sempre più persone vivono in città.

Infatti, vivere nelle aree urbane vuol dire trascorrere più tempo in spazi chiusi con poca circolazione d’aria, esposti maggiormente a:

In aggiunta, secondo alcuni esperti, questo incremento di casi sarebbe dovuto anche all’innalzamento del livello di igiene nei Paesi sviluppati. Quindi, questo fenomeno avrebbe influito sul nostro sistema immunitario, inducendolo a una reazione allergica maggiore.

Infine, anche altri fattori potrebbero essere legati all’aumento dell’incidenza dell’asma, come l’obesità e lo scarso esercizio fisico.

Asma: cause

I meccanismi con cui l’asma si manifesta sono due.

Risposta infiammatoria

Tutti noi reagiamo alla presenza di sostanze irritanti per il sistema respiratorio attivando i meccanismi dell’infiammazione in diversi modi:

Quindi, negli asmatici, queste risposte sono esagerate, fino a impedire il passaggio dell’aria nel polmone, sia in entrata che in uscita.

Inoltre, se non curata  adeguatamente, l’asma, con il tempo, può provocare l’ispessimento della parete dei bronchi e dei bronchioli e di conseguenza ridurre il flusso dell’aria in modo cronico. Nel dettaglio, questo processo si chiama rimodellamento delle vie aeree.

Iperattività

L’iperattività è la reazione esagerata di fronte alla presenza di irritanti o allergeni e che induce un broncospasmo. Infatti, se in tutte le persone l’esposizione a sostanze irritanti provoca il restringimento del calibro delle vie aeree, in chi ha l’asma questa reazione è eccessiva.

Asma: fattori di rischio

L’asma è provocata da diversi fattori sia genetici che ambientali e non per tutti è stato ben chiarito il ruolo specifico. In particolare, alcuni di questi, come la predisposizione genetica e l’esposizione a sostanze sensibilizzanti presenti nell’ambiente, causano la comparsa della malattia. Invece altri, come virus, allergeni, attività fisica, ecc. contribuiscono a peggiorarne i sintomi.

Quindi, ecco quali sono i fattori di rischio che espongono maggiormente alla malattia.

Predisposizione genetica

Se si ha un parente stretto che soffre di asma, si hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia. Ad esempio, hanno un rischio maggiore i figli di asmatici, anche se non la certezza di ammalarsi di asma.

La predisposizione genetica a sviluppare alcune malattie allergiche, come l’asma bronchiale, è anche definita atopia.

Infatti, è un  fenomeno caratterizzato dalla produzione eccessiva di immunoglobuline E, dette anche IgE. Quindi, queste IgE si rivolgono verso i più comuni allergeni presenti nell’ambiente, come:

Perciò, quando il nostro organismo entra in contatto con questi allergeni, gli anticorpi già sensibilizzati attivano la risposta infiammatoria. Per questo motivo, l’atopia è il maggior fattore di rischio per la comparsa di asma bronchiale e altre forme allergiche.

Allergeni

I peggioramenti dell’asma sono spesso provocati da sostanze a cui si è allergici. In questo caso, si parla di asma bronchiale allergica e gli asmatici sono soggetti atopici.

Tuttavia, è bene chiarire che non tutti gli asmatici sono anche allergici e non tutti gli allergici sono asmatici.

Nel dettaglio, gli allergeni più comuni che possono scatenare l’asma sono:

Ma l’esposizione ad allergeni come il polline può determinare un peggioramento dell’asma solo in un certo periodo, ovvero durante la stagione in cui questi pollini sono diffusi nell’aria. Ecco perché in questo caso si parla di asma stagionale e/o episodica.

Infezioni respiratorie

Sia le infezioni virali che batteriche, come raffreddore e influenza, possono spesso peggiorare l’asma, scatenando la comparsa o l’aumento dei sintomi. Anche per questo la vaccinazione antinfluenzale è indicata per tutte le persone asmatiche adulte.

Farmaci

Alcuni medicinali possono peggiorare l’asma negli adulti. Fra questi l’aspirina, ma anche gli antinfiammatori non steroidei (FANS), i farmaci per curare il glaucoma o le malattie cardiovascolari.

Asma e attività fisica

L’attività fisica può provocare il cosiddetto asma da sforzo, una condizione in cui i sintomi peggiorano durante l’attività fisica, soprattutto nel caso di bambini. Addirittura, a volte gli attacchi compaiono solo durante lo sforzo fisico.

Reflusso gastroesofageo

È una condizione in cui il contenuto dello stomaco risale lungo l’esofago, ed essendo acido, provoca un’irritazione del sistema respiratorio.

Pur trattandosi di una causa molto rara, può essere evitata assumendo farmaci anti reflusso.

Altri fattori di rischio

Asma: sintomi

I sintomi sono piuttosto tipici e per questo facilmente riconducibili a questo disturbo. I più comuni sono:

Crisi asmatica: come si manifesta e cosa fare

Quando i sintomi sono particolarmente intensi, si parla di crisi asmatica, che si manifesta con:

In presenza di una crisi d’asma, bisogna subito usare il broncodilatatore. Se quest’azione fosse insufficiente a far passare la crisi, bisogna rivolgersi immediatamente al proprio medico o recarsi al Pronto Soccorso.

Inoltre, non è detto che la crisi si manifesti immediatamente dopo l’esposizione al fattore che la scatena, ma può comparire anche dopo qualche ora o giorni.

Infine, anche dopo che la crisi è regredita, l’infiammazione bronchiale è ancora attiva, per cui è necessario curarla, altrimenti, ci saranno delle ricadute.

Asma: diagnosi

Per effettuare la diagnosi, il medico prende in considerazione diversi aspetti:

Asma: esami da fare

Per confermare la diagnosi di asma, il medico deve accertare se le vie aeree sono ostruite e quindi valutare la funzionalità polmonare. Per far ciò effettuerà la spirometria, un esame che permette anche di valutare la gravità dell’asma e la risposta alla terapia. In pratica, ci si accerta che i sintomi sono reversibili dopo la somministrazione dei farmaci broncodilatatori e/o antinfiammatori.

In aggiunta a questi esami, potrebbe essere necessario anche effettuare dei test per le allergie, come il prick test e il rast test, per identificare eventuali allergeni scatenanti.

Spirometria: che cos’è e come si fa

Rappresenta l’esame fondamentale per diagnosticare l’asma e si esegue con lo spirometro. Infatti, questo strumento serve a misurare la variazione in percentuale dell’aria inspirata ed espirata, cioè quanto il polmone riesce a riempirsi e svuotarsi durante la respirazione.

Quindi, nel caso in cui le vie aeree siano ostruite, la quantità di aria sarà inferiore alla norma.

Ad ogni modo, è un esame semplice e indolore, in cui il paziente deve inspirare ed espirare in un boccaglio collegato a una macchina (lo spirometro appunto).

Asma come conseguenza di altre malattie

Inoltre, il medico escluderà altre malattie che possono avere sintomi simili, come:

Prognosi: i quattro stadi dell’asma

In base alla gravità dei sintomi sono stati definiti quattro stadi della malattia e per ogni stadio è possibile individuare la terapia più adatta.

Importanza della diagnosi precoce

Tuttavia, trattandosi di una malattia variabile, l’asma ha fasi durante le quali si avvertono sintomi o crisi di peggioramento (le cosiddette riacutizzazioni asmatiche) alternate a periodi in cui non ci sono sintomi.

In particolare, nelle riacutizzazioni asmatiche, i sintomi si aggravano ed è necessario rivolgersi al medico. Tuttavia, questo peggioramento a volte può essere causato dall’esposizione ad alcuni fattori scatenanti, mentre in altri casi non sono ancora note le cause.

Per questo motivo, nei casi di asma grave, il medico, d’accordo con il paziente, mette a punto un piano di monitoraggio e gestione dell’asma. Ad esempio, questo piano prevede la misurazione frequente della pervietà delle via aeree (ovvero la possibilità di passaggio dell’aria nelle vie respiratorie), cosicché l’asmatico possa controllare l’eventuale ostruzione.

Al bisogno, i pazienti possono assumere steroidi o farmaci come l’adrenalina per via iniettiva, per far fronte a una crisi grave in attesa di essere soccorsi in ospedale.

Pericolo di morte

È bene sottolineare che una crisi asmatica può essere anche fatale e che il decesso non riguarda solo chi soffre di una forma di asma grave, ma anche di quella lieve. Tuttavia, nella maggior parte dei casi il decesso sopravviene quando le persone hanno una scarsa aderenza alla terapia, ovvero non assumono i farmaci nelle dosi e nei tempi raccomandati dal medico, oppure seguono solo la terapia con farmaci sintomatici e non di mantenimento.

Ancora, molti si espongono, consapevolmente o meno, ad allergeni o fattori scatenanti la crisi, invece di evitare o ridurre il più possibile queste situazioni.

Trattamenti per l’asma

Ad oggi, non esiste ancora una terapia definitiva che faccia guarire da questa malattia cronica, ciò non toglie che tenendola sotto controllo con i farmaci adeguati, è possibile condurre una vita normale.

Quindi, è necessario seguire una terapia regolare e continuare con medicinali il cui dosaggio può essere adattato in base alle diverse fasi del disturbo.

Farmaci

Ad ogni modo, due sono i tipi di farmaci per la cura dell’asma. Ma la maggior parte dei pazienti assume tutti e due i tipi di farmaci.

Chi soffre di asma deve avere sempre con sé le medicine da usare in caso di crisi.

Antiasmatici di fondo (o di mantenimento)

Glia antiasmatici di fondo sono da usare regolarmente, perché servono per tenere sotto controllo la malattia, evitando l’insorgenza dei sintomi. Infatti, questi farmaci agiscono sull’infiammazione e sul broncospasmo e vanno assunti sempre, così come si fa con altre malattie croniche.

Fanno parte di questa categoria:

Antiasmatici sintomatici (o al bisogno)

Gli antiasmatici sintomatici sono da usare in caso di necessità, cioè in caso di sintomi o crisi, perché aiutano a risolvere i sintomi.

Tuttavia, non risolvono le cause dell’asma a lungo termine. Infatti, sono broncodilatatori a rapida azione che rilassano la muscolatura dei bronchi, e cortisonici per bocca, da assumere in caso di crisi gravi.

Broncodilatatori per la cura dell’asma

Per quanto riguarda i broncodilatatori, si somministrano per via inalatoria perché in questo modo il farmaco agisce solo dove è necessario, cioè nei bronchi, e non provoca effetti collaterali. Questo tipo di farmaci comprende:

Asma: prevenzione

È importante conoscere quali sono i fattori che scatenano o peggiorano i sintomi, così da poterli evitare o ridurli al minimo. Da una parte quindi, con la prevenzione si può ridurre la crisi asmatica e dall’altra la progressione della malattia.

Infatti, se si continua ad essere esposti ad agenti irritanti per i bronchi, l’infiammazione rimane attiva. Qui di seguito, alcuni dei principali fattori scatenanti e le azioni da compiere per evitarli.

Acari

Gli acari sono microorganismi microscopici che si annidano nei materassi, nei tappeti, nelle tende, nei peluche e nella polvere. In più si moltiplicano negli ambienti umidi e producono gli allergeni.

Quindi è importante arieggiare bene tutte le stanze, soprattutto quelle da letto. Inoltre, utilizzare per materassi e cuscini coperture anallergiche.

Lavare la biancheria da letto ogni settimana, non avere moquette e tappeti in casa, ridurre i mobili imbottiti e rivestiti di stoffa e i cuscini, pulire con un aspirapolvere con filtri speciali per acari, e mantenere la temperatura casalinga al di sotto dei 22°C.

Allergeni degli animali

Purtroppo in questo caso, l’unica soluzione è non avere animali domestici (cani e gatti o altri con pelo, come i conigli) perché sono i peli e l’urina a provocare l’allergia. Altrimenti, l’alternativa è pulire a fondo la casa e spesso, e non far soggiornare gli animali nelle stanze in cui si dorme.

Funghi e muffe

Dato che facilitano le recidive dell’asma, è necessario che l‘umidità all’interno della casa o del luogo di lavoro sia inferiore al 50%. Quindi occorre ventilare spesso le stanze ed eliminare eventuali muffe, per poi rimuovere anche le cause della loro formazione.

Pollini

Questo è l’allergene più difficile da tenere alla larga. Consultando i calendari dei pollini, bisogna evitare di trascorrere molto tempo all’aria aperta o in campagna nei periodi di massima diffusione. Inoltre, è utile tenere le finestre chiuse al mattino presto e alla sera perché sono i momenti in cui c’è la massima concentrazione di pollini.

In questi casi può essere utile un condizionatore d’aria per non dover aprire spesso le finestre, purché i filtri siano puliti e cambiati regolarmente.

Professioni

Ci sono alcuni agenti scatenanti legati al lavoro svolto, come ad esempio:

In questo caso è bene parlare con il proprio medico, valutare se è possibile attuare delle misure di protezione, sapendo che è previsto anche un indennizzo in caso di asma professionale.

Agenti domestici

Il fumo di sigaretta, ma anche i fumi prodotti mentre si cucina possono provocare attacchi d’asma. Per cui è necessario smettere di fumare e non esporsi al fumo passivo, e utilizzare cappe aspiranti mentre si è ai fornelli.

Smog

Nei periodi in cui si segnalano livelli di smog sopra la norma, è bene non trascorrere molto tempo all’aria aperta, soprattutto non svolgere attività fisica all’aperto.

Infezioni delle vie respiratorie

È consigliato il vaccino antinfluenzale agli asmatici adulti e in ogni caso evitare di entrare in contatto con persone che hanno raffreddore o febbre, perché si potrebbero acutizzare i sintomi.

Alimenti

Anche se non ci sono dati esatti su questo aspetto, in effetti alcuni additivi, soprattutto i solfiti, possono, anche se raramente, peggiorare i sintomi. I solfiti sono degli additivi presenti in alimenti conservati come merendine e biscotti, patatine, passate di pomodoro, ma anche nel vino e nella frutta secca. Ad ogni modo la legge impone di segnalarne la presenza in etichetta.

Farmaci

Aspirina e antinfiammatori non steroidei (FANS) possono provocare delle crisi asmatiche. Anche i betabloccanti e gli ACE-inibitori possono causare riacutizzazioni anche gravi.

Sport

Lo sforzo fisico, in molti asmatici, può aumentare i sintomi o provocare crisi ma non vuol dire che non si può fare sport, anzi, col tempo allenandosi, la situazione migliora.

Inoltre, è importante fare riscaldamento e prevedere dei tempi di recupero durante l’allenamento. Mentre, in alcuni casi, è possibile una premedicazione per evitare una crisi.

Asma: sport consigliati e sport sconsigliati

Quindi, è meglio praticare sport che prevedono tanti sforzi brevi, come, ad esempio:

Sport che lavorano sulla respirazione, come pilates e yoga sono benefici per chi soffre d’asma. Sì anche a corsa e camminate.

Invece, sono da evitare sport che comportano dei rischi per la vita in caso di un attacco d’asma, come:

In generale, è bene comunque imparare a riconoscere i sintomi per tempo e poter gestire quindi sia la malattia nel quotidiano sia in caso di attacchi acuti.

Nuoto e asma

Sembrerebbe che in alcune persone asmatiche la prolungata esposizione al cloro delle piscine provochi, una volta usciti dalla vasca, delle crisi. In particolare, queste si manifesterebbero in chi pratica nuoto assiduamente o in maniera agonistica. Pertanto è bene valutare, come avviene per altri sport, se una terapia da somministrare prima dell’attività sia efficace nell’impedire la manifestazione dei sintomi. Altrimenti, se non si vuole rinunciare a questo sport, si possono scegliere piscine che non contengono cloro e approfittare dell’estate per nuotare al mare.

Asma e dieta

“Non esiste un’alimentazione specifica per soggetti che mostrino sintomatologie asmatiche, sia che esse si manifestino in forma acuta che cronica”, afferma il consulente di Melarossa Lorenzo Traversetti, biologo nutrizionista. “Esistono però degli accorgimenti da applicare, come il consumo di 4-5 porzioni di frutta e verdura al giorno”, continua l’esperto, fornendoci altri preziosi consigli:

Vitamina C: abbondante soprattutto in fragole, arance e kiwi (se pensiamo a questi frutti di stagione), svolge una forte azione di sostegno al sistema immunitario, la quale interviene anche nei casi di problematiche delle vie aeree.

Antiossidanti: quali betacarotene, polifenoli e xantine, abbondanti in radicchio, carote, broccoli e carciofi.

Ma come abbinare questi alimenti nella nostra giornata alimentare? “Rispettando i dettami della dieta mediterranea, un regime alimentare bilanciato, riconosciuto come valido per contrastare certe forme acute di asma”, spiega il nostro nutrizionista.

Attenzione alle sostanze nocive

Inoltre, il dottor Traversetti consiglia di prestare particolare attenzione a:

• Additivi e coloranti: presenti nei prodotti conservati, ma anche nelle bevande zuccherate e negli alcolici, in quanto hanno un alto potere allergizzante e potrebbero rendere più aggressiva la manifestazione asmatica.

Solfiti: presenti nei vini, possono favorire la comparsa di sintomi asmatici.

Asma allergica: alimenti da evitare

“Esistono delle reazioni, chiamate cross-reattività, che fanno sì che l’allergia a un determinato tipo di polline possa scatenare una risposta allergico-asmatica se si dovessero consumare alcuni alimenti collegati“, spiega ancora il nutrizionista.

Per esempio, come nel caso di allergia al polline delle graminacee, strettamente cross-collegata al consumo di pomodoro, arance, frumento, ma anche ad altri frutti come albicocche, prugne e pesche o, tra la frutta secca, alle arachidi.

Anche nel caso dell’allergia alla parietaria, molto comune, si evidenzia una cross-reattività con legumi quali piselli, ma anche ciliegie, melone e basilico.

Asma: alimenti che riducono i sintomi

“Non esistono alimenti benefici per l’asma” precisa Traversetti, “ma esistono alimenti che garantiscono al nostro organismo di manifestare sintomatologie meno aggressive”. Fra questi:

Ad ogni modo, continua il dottore, “la principale azione barriera verso l’asma è sempre fornita dallo stile di vita”.

Quindi, evitare il consumo di alcolici, mantenersi attivi quotidianamente, non solo con 2-3 ore di sport settimanale, ma anche camminando, facendo le scale e interrompendo un’ipotetica sedentarietà giornaliera.

Infatti, queste azioni si ripercuotono in una maggiore capacità del nostro organismo di fronteggiare i sintomi asmatici.

Asma e bambini: quale dieta?

Per i bambini, valgono le stesse regole che per gli adulti. Come sottolinea il nutrizionista, “Da piccoli è facile cadere di fronte alla tentazione di un dolce confezionato, di una bevanda zuccherata o di un lungo pomeriggio da trascorrere seduto sul divano a giocare davanti al pc o con una consolle”.

In più è maggiore anche l’avversione verso il consumo di frutta e verdura.

“Quindi si tratta, prevalentemente, di cattive abitudini che vanno contrastate in modo da poter fronteggiare al meglio l’asma”, avverte Traversetti.

Gravidanza e allattamento: la dieta può prevenire l’asma?

In caso di ereditarietà, è possibile prevenire l’asma evitando il consumo di alimenti potenzialmente allergizzanti già durante la gravidanza e l’allattamento?

“Al momento non ci sono evidenze scientifiche che lo dimostrino”, precisa Traversetti.

“Così come non ci sono studi che confermino l’ipotesi che assumendo questi alimenti durante la gravidanza o l’allattamento si possa sensibilizzare il feto e il neonato e ridurre il rischio di asma”.

Tuttavia, l’unico ruolo rilevante dimostrato è quello legato al dosaggio di acido folico, che viene normalmente dato in gravidanza e l’uso di probiotici.

“Quindi consumare una porzione di yogurt bianco intero con fermenti lattici e 2-3 porzioni di verdura al giorno”, spiega il nutrizionista, “può abbassare il rischio di comparsa di asma nel nascituro”.

Infine, un’ultima precisazione dal nostro consulente: “A proposito della vitamina D, ci sono studi specifici che sfatano il falso mito secondo il quale aumentare l’apporto di questa vitamina abbia un ruolo importante per l’asma”.

Fonti

  1. Federasma e allergia onlus.
  2. Ministero della salute, malattie dell’apparato respiratorio.
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