Sommario
Avete presente il cosiddetto dolore da start-up e la rigidità articolare al mattino? Oppure il dolore che si prova quando si afferra qualcosa con le mani, si piega il collo o si salgono le scale?
Questi segni potrebbero indicare l’insorgenza di artrosi (degenerazione dell’articolazione), ossia una delle più comuni malattie del sistema posturale e muscolo-scheletrico che colpisce soprattutto donne sopra i 50 anni e anziani.
Quando un’articolazione si consuma, il suo strato protettivo, ossia la cartilagine e a volte l’osso sottostante, sono danneggiati. In base al livello di avanzamento della malattia o della sede, mani spalle ginocchia o anche, è possibile intervenire in modo diverso.
Sebbene dall’artrosi non si guarisca del tutto, esistono numerose terapie, alcune addirittura in ambito rigenerativo, che possono dare un valido aiuto.
Vediamo dunque insieme di cosa si tratta, le principali differenze con l’artrite, che esami fare, cure e come prevenirla.
Cos’è l’artrosi: definizione e tipologie
L’etimologia del termine “artrosi” ci aiuta a capirne il significato. Parola di origine greca, composta da artro (articolazione) e osi (degenerazione), l’artrosi, detta anche osteoartrosi, è una patologia degenerativa delle articolazioni che si verifica a causa dell’invecchiamento e dell’usura della cartilagine.
La cartilagine è un tessuto che ricopre le ossa articolari e che, come un cuscinetto, ne permette il normale scorrimento.
Il suo deterioramento a causa di sport, esercizio fisico o altre attività, fa venire meno questa funzione di ammortizzatore e provoca uno sfregamento tra ossa causando deformità, tumefazione, dolore e dunque mobilità ridotta.
Quando l’artrosi comincia a svilupparsi, può danneggiare tutte le aree delle articolazioni, tra cui:
- Cartilagine.
- Tendini e legamenti.
- Sinovia, il rivestimento delle articolazioni.
- Osso.
- Menisco nel ginocchio.
Le forme di osteoartrosi
L’osteoartrite si distingue in base alla motivazione per cui è insorta, al numero di articolazioni colpite oppure in base alla sede di comparsa.
Se parliamo di modalità d’insorgenza, può essere:
- Primaria, causata da fattori genetici o anzianità.
- Secondaria, dovuta ad un eccessivo utilizzo delle articolazioni oppure ad un trauma.
Invece, se contiamo quante articolazioni sono interessate, allora l’artrosi può essere:
- Localizzata.
- Generalizzata.
Per quanto riguarda la sede colpita dalla malattia, distinguiamo tra le più comuni:
- Arto superiore ( rizoartrosi) mani, in particolare nell’estremità delle dita e alla base dei pollici, gomiti o polsi.
- Ginocchia, detta anche gonartrosi. Questa tipologia è frequente nelle donne sopra i 50 anni e si manifesta spesso insieme alla presenza di varici nelle gambe.
- Anche o coxoartrosi, una tipologia molto invalidante.
- Piede che si localizza soprattutto nella zona dell’alluce.
- Lombartrosi: colonna vertebrale, in particolare a livello cervicale e lombare.
Differenze tra artrosi e artrite
L’artrite e l’artrosi sono condizioni considerate simili, ma in realtà indicano due patologie diverse. Condividono sintomi simili e sono entrambe malattie reumatiche, ossia malattie che colpiscono le articolazioni, i legamenti e le ossa. Ma la differenza tra le due è importante.
L’artrite è una malattia di natura infiammatoria che colpisce persone di ogni età, mentre l’artrosi è una patologia degenerativa che insorge soprattutto dopo i 50 anni.
Ma vediamo meglio cosa è l’artrite.
Questo termine descrive vari tipi di condizioni che infiammano le articolazioni e in rari casi la pelle, i muscoli o gli organi. I tre tipi più comuni di artrite sono:
- Artrite reumatoide (RA).
- Osteoartrite (OA).
- Gotta.
L’artrite reumatoide fa gonfiare e infiammare le membrane sinoviali che circondano le articolazioni. Se questa condizione non viene trattata correttamente, la membrana e la cartilagine delle ossa alla fine saranno distrutte.
L’osteoartrite è causata, come abbiamo detto, dal deterioramento delle articolazioni e della cartilagine alla fine delle ossa. Si verifica più negli anziani e può essere molto dolorosa a causa del contatto osso-osso nelle articolazioni. Inoltre, provoca gonfiore e rigidità.
Invece, la gotta è una malattia metabolica, caratterizzata da dolore, arrossamento e gonfiore articolare ed è causata dal deposito di cristalli di acido urico nelle articolazioni.
Sintomi dell’artrosi
L’artrosi ha sintomi comuni a tutti i tipi di artrite, come ad esempio:
- Dolore quando si usa l’articolazione e che può migliorare a riposo. Man mano che la malattia progredisce aumentano i dolori anche di notte.
- Rigidità articolare della durata di circa mezz’ora, soprattutto dopo un lungo periodo di inattività, ad esempio appena svegli.
- Ridotta flessibilità nell’articolazione interessata.
- Sfregamento osseo.
- Gonfiore dentro e intorno all’articolazione interessata, specialmente dopo molta attività o pausa.
- Speroni ossei o osteofiti.
- Sensazione d’instabilità dell’articolazione.
I sintomi cambiano anche in base all’articolazione colpita. Ad esempio:
- Mani – Si manifestano degli ingrandimenti ossei e malformazioni molto evidenti.
- Ginocchia – E’ possibile addirittura sentire un rumore simile ad una macinazione.
- Fianchi – Si sente rigidità a livello dell’anca e dell’inguine, nell’interno coscia e nei glutei.
- Colonna vertebrale – Si verificano cambiamenti posturali e rigidità alla base del collo o nella parte bassa della schiena.
Man mano che la malattia peggiora anche i sintomi diventano più gravi e il più delle volte si arriva ad un’invalidità avanzata che limita gli spostamenti in casa e fuori.
Cause: fattori e soggetti a rischio
La causa primaria è la rottura della cartilagine e degli altri tessuti interni all’articolazione. I fattori di rischio che possono determinarla sono:
- Modificabili, legati allo stile di vita.
- Non modificabili.
Fanno parte della prima categoria:
- Obesità o il sovrappeso, in quanto le persone con eccesso di grasso e di peso gravano sulle articolazioni sovraccaricandole.
- Traumi e precedenti interventi chirurgici ad un’articolazione che non è guarita del tutto.
- Precedenti lesioni.
- Infiammazioni ed infezioni ossee di natura batterica o virale come causa di una degenerazione cartilaginea.
- Sforzi errati durante l’attività lavorativa o sportiva, come per esempio per i lavoratori manuali, i calciatori e le ballerine.
Sono fattori non modificabili:
- Appartenenza al sesso femminile, soprattutto dopo i 55 anni.
- Predisposizione genetica, per cui alcune persone sviluppano la malattia come conseguenza di altre patologie ereditarie come la sindrome di Marfan e l’emocromatosi.
- Invecchiamento anagrafico, poiché una cartilagine che si usura diventa sempre più fragile.
- Articolazioni che non si formano correttamente.
Ci sono poi alcune malattie che favoriscono la comparsa dell’artrosi. Tra queste troviamo l’emofilia, l’artrite reumatoide o la gotta.
Epidemiologia
Attualmente si stima che in Italia il 72,6% dei pazienti reumatici soffra proprio di artrosi. Stiamo parlando di circa quattro milioni e mezzo di persone.
Il 25 – 30% di questi ha meno di 60 anni, mentre più del 60% li supera.
Per quanto riguarda il periodo di comparsa della malattia, essa si manifesta maggiormente nelle persone anziane e nelle donne dopo i 55 anni, in concomitanza con la menopausa.
Anche i più giovani possono però sviluppare l’osteoartrite come risultato di:
- Lesione articolare.
- Struttura articolare anormale.
- Difetto genetico nella cartilagine articolare.
Diagnosi ed esami strumentali per individuare l’artrosi
Per confermare la presenza di artrosi è necessario rivolgersi al medico di base e poi ad uno specialista, il reumatologo, il quale deve non solo visitare il paziente ma anche raccogliere una serie di dati.
Tra questi:
- Età.
- Peso.
- Tipologia di dolore e la sede.
- Patologie pregresse e in corso.
- Forza muscolare.
Dopo l’esame obiettivo, il medico prescrive alcuni esami di laboratorio per escludere la presenza di malattie concomitanti e una risonanza magnetica che è in grado di rilevare le fasi precoci della malattia.
In alternativa, va bene anche una radiografia che mostra i segni dello stadio avanzato dell’osteoartrosi, come la mancanza di spazio tra le articolazioni e la presenza di escrescenze ossee anomale.
Evoluzione della malattia
Nelle prime fasi, l’artrosi provoca dolore soltanto in caso di sforzo eccessivo e prolungato ed è localizzato. Si avverte di più al mattino dopo molte ore di inattività e alla sera, dopo una giornata faticosa.
Man mano che lo stadio della malattia avanza, anche i segni clinici si modificano, peggiorano. Il dolore si manifesta anche in caso di lavoro non particolarmente stancante e dura di più. Può essere avvertito anche di notte e a riposo.
L’ultima fase prevede deformità ossee a carico delle articolazioni coinvolte e dolore intenso che può essere controllato cambiando posizione continuamente oppure con trattamenti specifici.
Come si cura l’artrosi
L’osteoartrosi è una malattia degenerativa con dolore acuto, per questo motivo la terapia deve essere prima di tutto in grado di controllare il dolore e poi di rallentare la progressione della stessa.
I trattamenti variano in base allo stadio della patologia. Se la cartilagine è, per esempio, completamente distrutta non può essere ricostruita, ma se c’è ancora una possibilità, allora il reumatologo può tentare delle terapie. Ci sono diverse opzioni:
- Trattamento farmacologico.
- Trattamento senza farmaci.
- Intervento chirurgico.
I primi due, di solito, vanno bene nelle prime fasi della malattia, l’ultimo, negli stadi successivi.
Terapia farmacologica
I farmaci per l’artrosi possono essere suddivisi in due gruppi:
- Rimedi che alleviano i sintomi a breve termine.
- Rimedi che bloccano la progressione della malattia.
Quelli più comuni per il controllo del dolore sono i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), ossia antidolorifici e antinfiammatori. Funzionano molto bene nell’osteoartrite, però se usati sempre possono danneggiare stomaco e vasi sanguigni.
In caso di progressione dell’osteoartrite e di dolori eccessivi, possono aiutare le iniezioni di cortisone direttamente nell’articolazione per lenire il dolore e quindi sgonfiarla.
Terapia non farmacologica
Nelle fasi iniziali, l’artrosi può essere trattata in altri modi e le possibilità sono:
- Fisioterapia.
- Terapia fisica.
- Diminuire il proprio peso corporeo se si soffre di obesità.
A differenza di ciò che si pensa, gli esercizi anche passivi, fatti con l’aiuto di un fisioterapista possono aiutare molto a conservare l’articolazione. Così come le tecniche quali la magnetoterapia, il laser e l’ultra-suoni.
La prima sfrutta le onde generate da un campo magnetico per diminuire il dolore e rigenerare i tessuti. Invece, il laser usa una sorgente luminosa per disinfiammare i tessuti.
L’ultra-suoni sfrutta le onde sonore ad alta frequenza per ridurre dolore e infiammazione.
A questi si possono aggiungere le cure termali: acque ricche di oligoelementi e minerali, e bagni di fango.
Acido ialuronico nel trattamento dell’artrosi
In un’articolazione colpita da artrosi, la proprietà ammortizzante del fluido articolare è notevolmente ridotta. L’aumento del carico meccanico e la distruzione della cartilagine articolare riducono la mobilità articolare e provocano dolore.
Per ridurre il male e aumentare il movimento articolare è possibile sottoporsi a iniezioni di acido ialuronico direttamente nell’articolazione colpita, in quanto esso ha proprietà lubrificanti, ammortizzanti e antinfiammatorie. In fin dei conti, ristabilisce l’equilibrio biologico dell’articolazione.
L’effetto benefico può persistere per mesi e a volte necessita di essere ripetuto nel tempo. Tutto dipende dall’avanzamento della patologia e da come la persona risponde al trattamento.
In alcuni casi, le iniezioni di acido ialuronico possono evitare un intervento chirurgico.
La procedura di solito richiede alcuni minuti ed è fastidiosa ma quasi indolore. Sebbene si tratti di un intervento abbastanza sicuro, anche in questo caso non si è esenti da eventuali complicanze che possono includere:
- Dolore e gonfiore.
- Infezione nel sito di iniezione.
- Sanguinamento.
- Reazione allergica all’acido ialuronico.
- Infiammazione dei vasi sanguigni.
L’efficacia delle iniezioni di acido ialuronico si riduce in caso di artrosi avanzata e oltre i 65 anni di età.
Chirurgia
A seconda della gravità dell’osteoartrite, ci sono diverse procedure chirurgiche.
- La prima è quella che tende a preservare le articolazioni. I chirurghi eliminano solo le parti della cartilagine o del resto dell’articolazione distrutta.
- Invece, la seconda prevede l’impianto di una protesi articolare, per esempio dell’anca e del ginocchio.
- Mentre, la terza si chiama irrigidimento e prevede che per articolazioni difficili da sostituire come, per esempio, quella della caviglia, si proceda ad un blocco chirurgico della stessa. Questo comporta un’importante limitazione della mobilità dell’articolazione, ma evita allo stesso tempo un ulteriore danneggiamento.
Invece, tra le nuove tecniche chirurgiche, ritroviamo tutte quelle che hanno uno scopo rigenerativo come:
- Impianto di condrociti, cioè quelle cellule preposte alla produzione di cartilagine.
- Impianto di cellule staminali, che mirano a riparare la cartilagine danneggiata. Fa parte di questa categoria la tecnica Lipogems, nata in Italia grazie al prof. Carlo Tremolada e diffusasi ormai in tutto il mondo. Questa procedura prevede una liposuzione addominale, dopo la quale il grasso prelevato viene processato in un apposito device brevettato e iniettato nuovamente nel corpo del paziente direttamente nelle articolazioni colpite da artrosi.
- Utilizzo di gel di polinucleotidi (PDRN), anch’essi con un’azione stimolante per la crescita delle cellule responsabili della produzione di cartilagine.
La dieta anti artrosi
Anche se non esiste un’alimentazione in grado di eliminare del tutto i disturbi legati all’artrosi, una dieta adeguata può in qualche modo aiutare a tenerli sotto controllo.
Non è un segreto che mangiare bene favorisca la perdita di peso e questo non può far altro che ridurre il carico su caviglie, anche e ginocchia consentendo una migliore e meno dolorosa deambulazione.
In secondo luogo, scegliendo dei cibi più sani, con pochi grassi, il corpo produce meno adipochine, ormoni infiammanti rilasciati dai cuscinetti adiposi, che vanno poi in circolo intensificando le infiammazioni già esistenti. Ecco perché ridurre il proprio peso corporeo, se eccessivo, è utile anche se l’artrosi colpisce altre articolazioni.
Per una dieta corretta, dunque, attenzione agli alimenti, soprattutto di origine animale, ricchi di acidi grassi saturi che fungono da riserva energetica e sono infiammanti. Meglio consumare cibi con grossi quantitativi di acidi grassi polinsaturi, in particolare omega-3 che inibiscono i processi infiammatori.
Fanno parte di questa categoria: pesci d’acqua fredda come salmone, sgombro, tonno, aringa, sardina e trota, ortaggi a foglia verde, noci, semi.
In alternativa, è possibile assumere pastiglie di olio di pesce oppure alghe.
Altri alimenti importanti per chi soffre di artrosi sono quelli ricchi di vitamina D, come latticini, uova, legumi e sostituti della carne quali:
- Tofu (noto anche come formaggio di soia).
- Tempeh, altro derivato dalla soia.
- Guorn, composto a base di fungo azoto, zucchero e ossigeno.
Infine, chi soffre di artrosi deve assumere il giusto quantitativo di calcio.
Rimedi naturali artrosi
Ai rimedi della medicina tradizionale è possibile aggiungere quelli naturali, ossia quelli che fanno uso di erbe medicali o abitudini tramandate dai nonni per alleviare i sintomi dell’artrosi.
Per l’osteoartrite vengono, di solito, utilizzate le seguenti piante con potere antinfiammatorio:
- Tè di foglie di ortica.
- Estratto di corteccia di salice.
- Estratto della radice dell’artiglio del diavolo.
- Crema a base di arnica.
- Creme a base di soia, di avocado e zenzero.
Va ricordato che le sostanze vegetali, sebbene abbiano meno controindicazioni, hanno un’azione ritardata rispetto agli antidolorifici tradizionali, per questo motivo si consiglia un uso più frequente.
Questo non vuol dire che si debbano assumere per sempre. Infatti, anche alcune piante, se usate in modo prolungato, possono portare a eruzioni cutanee e reazioni allergiche. Quindi, sempre meglio chiedere consiglio ad un esperto.
Fanno invece parte dei rimedi della nonna:
- Un bagno rilassante con acqua calda e sale marino.
- Applicazioni sulla parte infiammata con un sacchetto di sabbia scaldato.
- Impacchi, con un panno di flanella caldo, di mani e piedi colpiti da artrosi.
Prevenzione e convivenza con la malattia
Quando abbiamo parlato di fattori di rischio, abbiamo detto che essi possono essere modificabili o non modificabili.
La prima tipologia va di pari passo con il concetto di prevenzione. Essa può essere di tre tipi:
- Primaria: è il tipo di prevenzione che mira ad evitare che il problema si presenti, come il controllo del peso corporeo, la correzione di difetti posturali oppure un approccio adeguato di fronte a lavori ed attività fisiche usuranti.
- Secondaria: è la prevenzione che mira ad evitare che l’artrosi peggiori, come il controllo del peso corporeo o dell’evoluzione della malattia.
- Terziaria: è quella di cui abbiamo già ampiamente parlato che prevede cure e trattamenti farmacologici.
Artrosi: come convivere con la malattia
Dall’artrosi non si può guarire totalmente, esistono però delle sane abitudini che possono aiutare a convivere con essa.
- Non lasciarsi sopraffare dalla malattia.
- Evitare la sedentarietà.
- Praticare sport che non sovraccaricano l’articolazione, come per esempio il nuoto.
- Non fare sforzi eccessivi.
- Tenere sotto controllo il peso corporeo.
- Seguire un’alimentazione equilibrata.
- Bere molta acqua o tisane a base di erbe.
- Fare fisioterapia o ginnastica correttiva.
Sport e artrosi
E’ importante sfatare il mito secondo cui chi ha l’artrosi non deve fare sport. Se una persona soffre di una qualsiasi forma di artrite, deve muoversi il più possibile.
Il movimento quotidiano, infatti, aiuta a prevenire alcune malattie, come quelle cardiovascolari e metaboliche, ad esempio, il diabete di tipo 2, ma è anche molto utile per le articolazioni e i muscoli.
L’esercizio fisico, inoltre, può aiutare ad alleviare il dolore cronico provocato da questa patologia. Grazie ad un allenamento giusto i muscoli si mantengono elastici e forti supportando le articolazioni deboli e facendo fronte ad un maggior carico senza eccessivo dolore.
A livello sportivo, chi soffre di artrosi può praticare l’attività che vuole purché sia adeguata allo stadio di avanzamento della malattia.
Per esempio, si consiglia il nuoto ma si tende ad evitare lo stile a rana che sollecita ripetutamente l’articolazione. Stessa cosa vale per il ciclismo. La bicicletta fa bene perché il peso del corpo viene scaricato sulla sella e non sulle articolazioni, ma bisogna stare attenti alle posizioni da assumere durante la pedalata.
Un piccolo accorgimento utile è regolare correttamente l’altezza della sella rispetto al manubrio per ridurre l’angolo tra il tronco e la coscia che potrebbe portare ad un conflitto osseo.
Che sport praticare con l’artrosi
Pilates
Il pilates è un’attività dolce che non traumatizza le articolazioni, i legamenti o le cartilagini, poiché lavora sui muscoli posturali responsabili di tenere in equilibrio e ben allineata la spina dorsale.
Yoga
Esercizi di respirazione nello yoga e rilassamento possono essere utili per ridurre gonfiore e infiammazione delle articolazioni.
Tai Chi
Il tai chi migliora l’interazione fra mente e corpo, rafforza i muscoli, aumentandone equilibrio e flessibilità. Con i suoi 108 complessi movimenti “al rallentatore” riduce il dolore in persone affette da forme gravi di artrosi.
Nuoto
Il nuoto è un buon alleato per alleviare e prevenire i sintomi di artriti e artrosi. Tuttavia, se si soffre di artriti lombari è meglio evitare alcuni stili come la rana, il delfino, lo stile libero.
Aquagym
L’acquagym è perfetta per combattere le forme di artrosi che coinvolgono le parti inferiori del corpo.