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Affanno: cos’è, sintomi, possibili cause, rimedi e quando preoccuparsi

affanno: cos'è, cause, sintomi, diagnosi e cure, quando preoccuparsi

L’affanno può dipendere da diversi problemi e fattori. Scopriamo quali sono e cosa fare quando i sintomi aumentano.

Il fiato corto, dai medici, è definito dispnea. Questa difficoltà respiratoria si manifesta attraverso sintomi ben precisi: fiatone, senso di peso sul torace, sensazione di non riuscire a respirare, tachicardia.

Quanto a tempi e durata, i problemi respiratori possono presentarsi in modo graduale o improvviso. Possono essere temporanei, ma alcuni lamentano anche un affanno cronico.

Le cause possono essere diverse, da disturbi a livello polmonare o cardiaco, a possibili malattie neurologiche, endocrine o perfino psichiatriche.

Caratterizza tuttavia anche persone sane che svolgono, ad esempio, una attività fisica intensa. Scopriamo quindi cos’è l’affanno, quali sono i sintomi e cosa fare, anche in caso di affanno in gravidanza o per COVID.

Che cos’è l’affanno

L’affanno è quella sensazione sgradevole di “fame d’aria” o di difficoltà a respirare (o dispnea in termini medici) che può presentarsi all’improvviso o gradualmente, anche come sintomo di patologie diverse. 

Si sperimenta l’affanno anche per un’attività fisica intensa, ma in questo caso è un’evenienza sotto controllo e passeggera. Diventa anomalo se si verifica in modo inaspettato o come sintomo di malattie respiratorie o di altro tipo.

Ma come si manifesta? Solitamente è una percezione poco piacevole descritta come:

In pratica c’è una differenza tra la richiesta di ossigeno del nostro corpo e la capacità dell’organismo stesso a rispondere a questa necessità. Come prima causa si può pensare a disturbi di natura polmonare o cardiaci, ma non si possono escludere possibili stati di ansia e agitazione.

Affanno o iperventilazione?

Se l’affanno è la “fame d’aria” o la difficoltà a respirare, l’iperventilazione (o sindrome da iperventilazione) si caratterizza dall’aumento della frequenza dell’atto respiratorio (cioè la respirazione è troppo rapida e poco profonda) e da tachipnea (respirazione frequente con più di 20 inspirazioni al minuto).

Questa sindrome è causata il più delle volte da stati ansiosi piuttosto che da un problema fisico vero e proprio.

Chi è affetto da iperventilazione manifesta sintomi come:

La causa più comune sono gli attacchi di panico, stress, rabbia o stati depressivi ma l’iperventilazione può essere anche il sintomo di altre patologie (come quelle cardiache o polmonari) o verificarsi in seguito all’assunzione di alcuni farmaci.

Non è una sindrome da sottovalutare, poiché l’ipocapnia (cioè la diminuzione della concentrazione di anidride carbonica – CO2 nel sangue) associata all’iperventilazione può determinare vasocostrizione dei vasi sanguigni che trasportano il sangue al sistema nervoso.

L’effetto dell’ipocapnia può dunque causare forti capogiri e un senso di malessere che può portare alla perdita di coscienza (sincope ipossica).

Sintomi e complicanze dell’affanno

L’affanno si manifesta solitamente con un respiro più rapido e associato alla sensazione di mancanza d’aria. Si può anche percepire il bisogno di inspirare prima di completare il ciclo espiratorio e un senso di oppressione al torace.

Può accadere di provare affanno soprattutto durante particolari attività fisiche, poiché l’organismo in questi momenti produce più anidride carbonica e consuma più ossigeno.

Tuttavia, se è il sintomo di patologie cardiovascolari o polmonari, è solitamente percepito durante sforzi di una certa intensità.

La situazione è un po’ più seria se la dispnea si avverte dopo i pasti o durante sforzi lievi, limitando le attività quotidiane del soggetto.

Infine, si può percepire anche da sdraiati o improvvisamente durante la notte, in cui il soggetto si sveglia bruscamente per sollevare il busto e respirare (dispnea parossistica notturna), o nei momenti di riposo (dispnea a riposo).

Si parla invece di dispnea cronica come sintomo di una patologia cardio-respiratoria sottostante come ad esempio:

Anche la dispnea acuta è solitamente il sintomo di una patologia più grave (come embolia polmonare, infarto, polmonite) o di tipo cronico (scompenso cardiaco, ipertensione con scompenso polmonare, riacutizzazione della bronchite).

Si può manifestare come una vera e propria sensazione di soffocamento.

Cause dell’affanno e soggetti a rischio

Stress, ansia e stanchezza possono provocarlo: in questi casi si parla, piuttosto, di respiro corto, non legato ad uno sforzo o a una determinata posizione.

L’affanno, poi, può essere causato da problemi polmonari/respiratori, verificandosi anche a prescindere da uno sforzo.

Un esempio comune è l’insufficienza respiratoria legata a patologie quali asma o BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva). Anche i pazienti con sindrome post-virale (da una semplice influenza al più temuto Covid-19) molto spesso lamentano affanno anche settimane dopo la fine della fase acuta.

Infine, può dipendere da problemi cardiaci: in questo caso solitamente è conseguente ad uno sforzo e si rende più evidente da sdraiati. Quindi, in caso di sintomi quali dolore toracico, mancanza d’aria e stordimento, è bene contattare il 118 per richiedere un consulto medico urgente.

È importante comunque distinguere tra due tipi di affanno: una mancanza di respiro che accade all’improvviso e una di tipo cronico. Infatti, le cause sono diverse.

Nel primo caso può trattarsi di problemi ai polmoni o alle vie respiratorie o di disturbi cardiocircolatori (asma, malattie polmonari, oppure insufficienza cardiaca).

Invece, nel secondo caso, l’affanno si può associare ad allergie, obesità o anemia (poiché sono i globuli rossi a trasportare l’ossigeno ai vari organi e tessuti del nostro corpo).

Ma non si possono trascurare neppure gli attacchi di ansia che spesso si manifestano proprio con respiro difficoltoso e iperventilazione.

Affanno e tachicardia

Anche le alterazioni del battito cardiaco (sentire il cuore in gola) o l’insufficienza cardiaca possono causare affanno, soprattutto nei casi in cui il cuore non riesce a pompare sangue a sufficienza, come nel caso di esercizio fisico molto intenso o per patologie polmonari.

Le aritmie cardiache, cioè alterazioni della frequenza cardiaca o della ritmicità del battito cardiaco sono un disturbo piuttosto comune, ma il più delle volte è un evento poco grave anche se da non trascurare. 

Il cuore che batte troppo velocemente, come in caso di tachicardia, può anche indicare che qualcosa non va, ma soprattutto può causare affanno senza che siano coinvolti bronchi o polmoni.

Infatti, comunemente si associa l’affanno e la dispnea in generale a un problema dei bronchi o dei polmoni, poiché qualunque difficoltà a respirare è considerata di tipo “respiratorio” quindi “polmonare”. Invece, esistono problematiche respiratorie che non necessariamente derivano da malattie dell’apparato respiratorio, bensì anche da quello cardiaco e si manifestano con sintomi come:

Anche in caso di anemia, la ridotta quantità di emoglobina presente nel sangue determina la necessità da parte del cuore di aumentare la frequenza per garantire un adeguato apporto di ossigeno ai tessuti.

Soprattutto in circostanze come sanguinamenti, anemie emolitiche, ecc., l’aumento del battito cardiaco e la comparsa di affanno possono associarsi, suggerendo al medico una possibile diagnosi di anemia.

Affanno e sovrappeso

Quando non siamo fisicamente in forma, i muscoli si indeboliscono, compresi i muscoli che usiamo per respirare. Più ci sentiamo deboli, più i muscoli hanno bisogno di maggiore ossigeno per funzionare, quindi ci sentiamo senza fiato. È importante pertanto mantenersi attivi, anche per gestire l’affanno.

Invece, in caso di sovrappeso è necessario uno sforzo maggiore per respirare e muoversi. Con un indice di massa corporea di 25 o maggiore, i polmoni poi hanno meno capacità di espansione e quindi di incamerare l’aria, creando difficoltà nel respirare.

Infine, per chi soffre di obesità c’è anche il rischio di sviluppare una forma di ipoventilazione che comporta livelli di ossigeno più bassi e livelli più elevati di anidride carbonica nel sangue.

Affanno in gravidanza

Durante la gravidanza capita di avere il fiato corto e di non riuscire a respirare correttamente. Le azioni più semplici, come salire le scale, spostare o alzare le borse della spesa o alzarsi dalla sedia e compiere pochi passi possono determinare un senso di affaticamento e di affanno.

Infatti, già dal sesto mese, man mano che il feto cresce, l’utero spinge gli organi circostanti contro il diaframma, il muscolo che divide la cavità toracica da quella addominale, responsabile della respirazione.

Invece, nelle ultime settimane di gestazione, quando il feto inizia a posizionarsi nel canale del parto, la pressione sul diaframma si allenta e la donna avverte po’ di sollievo.

Tra le cause più comuni di affanno in gravidanza possono esserci:

Affanno e ansia

Avere il fiato corto è anche tipico degli stati di ansia o di paura, anzi è una risposta del tutto fisiologica nelle situazioni di stress. In questi casi, l’organismo inizia a respirare più velocemente e a tendere i muscoli respiratori.

Infatti, benessere fisico e mentale sono strettamente collegati. Ad esempio, se si soffre di una malattia polmonare, non avere sempre il controllo del proprio respiro può generare ansia e si possono manifestare sintomi come affanno, senso di oppressione al petto o stanchezza.

Attacchi di panico

Anche negli attacchi di panico il respiro accelera, il cuore batte più velocemente e i muscoli si irrigidiscono.

Si tratta di crisi di ansia estrema, sconvolgenti, che arrivano all’improvviso, a fronte di una forte paura immotivata. Infatti, l’evento di intenso malessere si presenta in assenza di un vero pericolo, quando l’interessato non se l’aspetta.

Durante uno di questi attacchi dunque è frequente la sensazione di:

Respirare velocemente ed entrare quindi in iperventilazione crea poi uno squilibrio nel meccanismo della respirazione e nel rapporto ossigeno/anidride carbonica.

Problemi polmonari

All’interno di ciascuna di queste “macro categorie”, le cause possono essere le più svariate. Ad esempio, nel caso in cui l’affanno dipenda da problemi polmonari, potrebbe essere legato a:

Diagnosi, trattamenti e cure dell’affanno

L’affanno è un sintomo da non trascurare, soprattutto se si manifesta dopo uno sforzo fisico laddove non era mai capitato. In questo caso, e anche in altre situazioni in cui l’affanno appare all’improvviso, è opportuno rivolgersi al medico per capire quali sono le cause scatenanti ed effettuare una diagnosi.

Grazie all’anamnesi, il medico accerta l’eventuale presenza di patologie polmonari o cardiache o familiarità con queste malattie, quando appare l’affanno e quanto frequentemente, la sua intensità e se ci sono altri sintomi associati come febbre, edema agli arti, senso di oppressione al petto, malessere generalizzato.

È importante anche capire gli elementi scatenanti ed eseguire ulteriori accertamenti per completare il quadro clinico.

Tra gli esami solitamente prescritti ci sono:

L’affanno è il sintomo di una patologia sottostante, pertanto il trattamento è strettamente connesso con la causa sottostante.

Può essere farmacologico o avvalersi di terapie di supporto, come la somministrazione di ossigeno, l’allenamento dei muscoli respiratori e la ginnastica per una corretta postura del corpo.

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Rimedi casalinghi ad un normale fiatone

Quando l’affanno non è dovuto ad una malattia più grave ma, per esempio, è legato ad una situazione di stress, si può provare ad alleviare il sintomo respirando profondamente con il diaframma. Cosa fare, nel concreto?

Bisogna sdraiarsi supini, inspirare riempiendo d’aria i polmoni, trattenere il respiro per 3-4 secondi, buttare fuori l’aria dalla bocca molto lentamente. Ripetendo questo “esercizio” per qualche minuto il fiato corto dovrebbe andare via.

Se invece ci manca il fiato quando saliamo le scale o facciamo una corsetta e siamo giovani, forse il nostro corpo ci sta avvisando che stiamo facendo una vita troppo sedentaria.

Proviamo ad iniziare un allenamento graduale con lente ma lunghe camminate, ne vedrai subito giovamento.

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Fonti
  1. British Lung Foundation.
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