Sommario
L’acetone, soprattutto nei bambini, è una risposta metabolica che si attiva quando, dopo aver esaurito le riserve di zuccheri, l’organismo inizia a bruciare i grassi per soddisfare le proprie esigenze energetiche.
Si tratta di una condizione temporanea che, nella maggior parte dei casi, si risolve rapidamente e senza particolari complicazioni. Questo fenomeno è tipico dei bambini tra i due e i dieci anni, poiché in questa fase della crescita le riserve di zuccheri sono più limitate rispetto a quelle di un adulto, rendendo più probabile una carenza di glucosio e, di conseguenza, l’insorgenza dei sintomi dell’acetone.
L’acetone nei bambini fino ai 10 anni presenta sintomi che siamo abituati a riconoscere come bruciore di stomaco, vomito e alito cattivo.
Grazie ad uno stato di chetosi forzato da un’alimentazione low carb, ad alto contenuto di proteine e grassi, è stato finora possibile trattare molte patologie tra cui diabete e Parkinson e favorire la perdita di peso.
Vediamo dunque la differenza tra chetosi e chetoacidosi, come queste possono essere trattate e come funziona la dieta chetogenica.
Acetone o chetosi: cos’è
L’acetone (o chetosi) è una condizione dovuta a un accumulo di corpi chetonici nel sangue e nelle urine, il cui eccesso provoca malessere.
Perché succede? Quando le riserve di zuccheri si esauriscono, l’organismo cerca una fonte di energia alternativa, utilizzando i lipidi accumulati nelle cellule adipose.
Tale processo, noto come chetosi, porta alla formazione di corpi chetonici nel sangue, che sono tre: acetone, acido acetico e acido β-idrossibutirrico. Si tratta di sostanze volatili che emanano il caratteristico odore simile alla frutta matura e sono eliminate attraverso le vie respiratorie e con le urine.
Quindi, quando i livelli delle sostanze di scarto prodotte sono nella norma e si presentano nei bambini, nelle donne in gravidanza e negli adulti sani con i classici sintomi che conosciamo, ossia vomito, alito cattivo e bruciore di stomaco, l’acetone non necessita di alcuna terapia.
In alcune situazioni particolari, la produzione di corpi chetonici però può aumentare fino a raggiungere livelli tossici, causando una condizione nota come chetoacidosi.
Solitamente accade in soggetti che si trovano già in condizioni particolari come: diabete di tipo 1 e 2, disturbi alimentari, malnutrizione e altre.
In sintesi, quando l’organismo non riesce a gestire l’energia attraverso il glucosio, come accade nel diabete di tipo 1, può verificarsi la chetoacidosi diabetica (DKA), una condizione da non trascurare perché può comportare conseguenze anche molto gravi.
Acetone nei bambini
L’acetone è molto frequente in età pediatrica. Chi ne soffre presenta alito e urine caratterizzati da un odore molto forte, simile a quello della frutta andata a male.
Innanzitutto, è importante chiarire che l’acetone non è una malattia, non causa febbre, non richiede esami specifici e non necessita di farmaci. La chetosi nei bambini è, piuttosto, uno stato metabolico temporaneo che si verifica quando l’organismo si trova in carenza di zuccheri (carboidrati), che sono la principale fonte di energia per i muscoli e il “carburante” del cervello.
In queste condizioni, una volta esaurite le riserve di glucosio, il corpo inizia a bruciare i grassi per mantenere stabile la glicemia, producendo così sostanze chiamate chetoni o corpi chetonici.
Si tratta quindi di una condizione passeggera, nei neonati è spesso legata all’eccessivo consumo di latte, ricco di grassi e proteine, ma povero di zuccheri. Il latte materno contiene circa il 11,7% di grassi e solo il 7% di zuccheri. Inoltre, i neonati hanno un sistema nervoso centrale molto sviluppato, che utilizza i chetoni come carburante, e limitate riserve di glicogeno epatico, portando a una maggiore produzione di chetoni.
Invece, nei bambini più grandi, l’acetone può manifestarsi per diversi motivi: minore massa muscolare, digiuno prolungato (specialmente notturno), inappetenza, attività fisica intensa, gastroenteriti acute e febbre. In queste condizioni, l’organismo brucia le riserve di grasso per ottenere energia, favorendo la chetosi.
Infine, durante la gravidanza, l’acetone può presentarsi a causa di cambiamenti ormonali, alimentari, aumento di peso, digiuno, dieta a basso contenuto di carboidrati o vomito eccessivo. La chetonuria, ovvero la presenza di corpi chetonici nelle urine, è spesso rilevata durante gli esami di routine.
Perché l’acetone può colpire anche gli adulti?
Negli adulti, l’acetone richiede un’attenzione particolare, poiché spesso può essere un segnale di un problema più serio, come una malattia metabolica, ad esempio il diabete.
Tra le principali cause dell’acetonemia negli adulti troviamo:
- Digiuno prolungato.
- Disturbi a fegato e pancreas.
- Gravidanza.
- Ansia e stress psicofisico.
- Diete sbilanciate, come la dieta chetogenica, con pochi carboidrati.
I principali sintomi dell’acetone negli adulti possono variare, ma spesso includono un alito pesante, con un odore caratteristico. A questo si aggiungono nausea e vomito, spesso accompagnati da dolori addominali e mal di testa.
Molte persone sperimentano anche un generale senso di malessere, con sintomi come sonnolenza, stanchezza e spossatezza, oltre a un abbassamento della pressione. Infine, è comune sentirsi disidratati o avere una forte necessità di bere, per cercare di compensare le alterazioni nella composizione del sangue, come l’acidosi o i livelli di glicemia.
Acetone: sintomi della chetosi
I sintomi della chetosi possono variare a seconda dell’età, manifestandosi in modo diverso tra bambini e adulti.
Nei bambini, oltre al tipico alito cattivo, i sintomi dell’acetone includono inappetenza, stanchezza, secchezza della bocca, sonnolenza, vomito ripetuto e dolori addominali.
In alcuni casi, seppur raramente, può manifestarsi anche uno stato di disidratazione a causa della perdita di liquidi. Il vomito permette all’organismo di eliminare i succhi gastrici, ricchi di acido cloridrico, nel tentativo di contrastare l’acidosi provocata dall’aumento dei corpi chetonici nel sangue.
Negli adulti, invece, i sintomi più comuni includono:
- Perdita di peso.
- Stanchezza, sonnolenza e malessere generale.
- Sete eccessiva con conseguente minzione frequente (poliuria).
- Anemia.
- Aritmie cardiache e abbassamento della pressione.
- Disturbi neurologici.
Sintomi della chetoacidosi
Nei soggetti diabetici, la chetoacidosi presenta sintomi ben definiti che fungono da campanelli d’allarme:
- Alti livelli di glucosio e chetoni nel sangue e nelle urine.
- Stanchezza e debolezza inspiegabili.
- Respiro pesante e affannoso.
- Sete eccessiva e poliuria.
- Disidratazione, con pelle secca o arrossata.
- Nausea, vomito e dolori addominali.
- Ipotensione, aritmie, sonnolenza e stato confusionale.
- Nei casi più gravi, possibile coma.
Cause dell’acetone e chetoacidosi
I fattori che favoriscono l’insorgenza di chetosi e chetoacidosi sono vari e, se presenti da soli o combinati, possono comportare rischi di diversa entità per la salute.
Le cause della chetosi sono molteplici. Tra le principali troviamo un insufficiente apporto di acqua, che porta il corpo a bruciare le riserve di grasso, e una dieta povera di frutta e verdura, che sono alimenti alcalinizzanti e contribuiscono a mantenere l’equilibrio del pH corporeo.
Al contrario, il consumo eccessivo di cereali, formaggi, salumi, carni e zuccheri può acidificare il sangue, predisponendo alla chetosi.
Anche lo stile di vita ha un impatto significativo. L’eccessiva sedentarietà o, al contrario, un’attività fisica troppo intensa possono contribuire all’accumulo di chetoni.
Altri fattori includono il digiuno, malattie o infezioni particolari, stress fisico o emotivo, oltre all’uso di sostanze come fumo, alcol, droghe e caffè. Inoltre, farmaci come corticosteroidi e diuretici, insieme alla carenza di vitamine e sali minerali, possono favorire la comparsa della chetosi.
La chetoacidosi, invece, è una condizione più seria e spesso si verifica in persone con diabete di tipo 1. Le principali cause includono infezioni, traumi, malattie concomitanti, la mancata somministrazione di insulina e interventi chirurgici. In alcuni casi, anche chi ha il diabete di tipo 2 può sviluppare chetoacidosi, ma ciò è meno comune.
Diagnosi e trattamento dell’acetone
In presenza di sintomi persistenti, è consigliabile consultare un medico per una valutazione accurata. I test più comuni per diagnosticare la presenza di chetoni sono il test delle urine e l’esame del sangue.
- Test delle urine: può essere effettuato in laboratorio o a casa con una striscia reattiva. La striscia cambia colore in base alla concentrazione di chetoni, ma il risultato può essere influenzato da vari fattori come idratazione e alimentazione.
- Esame del sangue: consente di misurare i livelli di chetoni, glucosio e acidità nel sangue per distinguere tra chetosi e chetoacidosi.
Come primo intervento, comunque, è importante favorire l’eliminazione dei corpi chetonici con una dieta ricca di zuccheri e acqua, ma priva di grassi. Così, il corpo potrà utilizzare gli zuccheri come principale fonte di energia, evitando di bruciare i lipidi.
Per neutralizzare l’acetone sono utili, da bere a piccoli sorsi:
- Succo di frutta.
- Bevande zuccherate con sali minerali.
- Camomilla dolcificata con miele.
- Acqua con un cucchiaino di zucchero.
- Frutta fresca (una volta superati vomito e disidratazione).
Se l’idratazione diventa difficile, potrebbe essere necessario rivolgersi a un centro specializzato, soprattutto per i bambini.
La dieta chetogenica
La chetosi non sempre si manifesta per caso, ma può essere indotta volontariamente, ad esempio, per perdere peso o trattare alcune patologie. La dieta chetogenica è stata sviluppata negli anni ’20 per ridurre le crisi epilettiche nei bambini, dimostrandosi subito efficace. Più di recente, questa dieta è stata usata per ridurre i rischi di malattie cardiache, migliorare la sensibilità all’insulina nei diabetici di tipo 2 e alleviare i sintomi del Parkinson.
Oggi è molto popolare per la perdita di peso, con studi che indicano una perdita più rapida rispetto a diete povere di grassi, anche se non tutti i ricercatori sono d’accordo sui benefici a lungo termine.
Effetti collaterali e precauzioni. Prima di iniziare la dieta chetogenica, è sempre fondamentale consultare un esperto, poiché non è adatta a tutti. Tra gli effetti collaterali a breve termine, troviamo mal di testa, stanchezza e alitosi, che di solito scompaiono dopo qualche settimana. A lungo termine, possono insorgere calcoli renali, problemi glicemici nei diabetici, e mancanza di fibre nella dieta.
FAQ ( domande comuni)
Come capire se si ha l’acetone?
Si riconosce dall’alito con un odore dolciastro, simile alla frutta matura, accompagnato spesso da nausea, vomito e stanchezza.
Quando viene l’acetone?
L’acetone si manifesta quando l’organismo utilizza i grassi come principale fonte di energia, ad esempio in caso di digiuno prolungato, febbre o alimentazione squilibrata.
Cosa provoca l’acetone nei bambini?
Nei bambini, l’acetone può essere causato da infezioni, stress, digiuno o consumo eccessivo di grassi e zuccheri semplici.
Come capire se il bambino ha l’acetone?
Oltre all’alito dolciastro, il bambino può avere mal di testa, sonnolenza, vomito e dolori addominali.
Cosa non si deve mangiare con l’acetone?
Evita cibi grassi, dolci e zuccheri raffinati. Prediligi alimenti leggeri come riso, patate, brodo vegetale e frutta ricca di acqua.
Conclusioni
L’acetone nei bambini è una condizione comune, ma non una malattia. Si verifica quando il corpo, in carenza di zuccheri, inizia a bruciare i grassi, producendo corpi chetonici che causano sintomi come alito dall’odore fruttato, stanchezza e vomito.
La buona notizia? È generalmente passeggero e risolvibile con una dieta adeguata e una corretta idratazione. È fondamentale garantire al bambino una fonte costante di carboidrati per evitare episodi di acetone.
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Fonti
- Latte umano e chetosi.
- Differenze tra chetosi e chetoacidi.
- Scienzedirect.
- PubMed.